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Narrativa

La milleunesima notte di Alejandro César Alvarez, La chimera di Riccardo Lupo, Uomo-scimmia di Giuseppe Costantino Budetta, I fidanzati di Rossana D'Angelo, Teknostorie di Massimiliano Chiamenti

Poesia italiana

Questa rubrica è aperta a chiunque voglia inviare testi poetici inediti, purché rispettino i più elementari principi morali e di decenza...
poesie di Massimo Acciai, Maria Chiara, Rossana D'Angelo, Antonio Messina, Giacomo Occupati, Enrico Pietrangeli

Poesia in lingua

Questa rubrica è aperta a chiunque voglia inviare testi poetici, in una lingua diversa dall'italiano, purché rispettino i più elementari principi morali e di decenza...
poesie in lingua napoletana e pisana

La bacheca degli annunci assurdi

Una nuova rubrica tra l'aforistico, il poetico e l'umorismo..
Di Rossana D'Angelo

Recensioni

Non tutti i dubbi sono di plastica di Angelo Zabaglio
Un criceto al computer di Lenio Vallati - recensione di Massimo Acciai
Ojstro ("Il Tafano") di Ethel Lilian Voynich - recensione di Vladimir OKC
La leggenda dei pesci bambini di Francesco Bova
Atomico Dandy di Piersandro Pallavicini - recensione di Enrico Pietrangeli
Dovere d'allegria di Giulio Bogani - recensione di Lorenzo Carpentiero
La catena non si spezza di Franco Santamaria

Interviste

Intervista ad Andrea Moneti (autore di "1527")
di Massimo Acciai

Convegni

I Balcani e l'Europa: l'uomo senza confine
di Marco Bazzato

La milleunesima notte
(un racconto su Bagdad)

di Alejandro César Alvarez


Alla vigilia gli uccelli si staccano tutti insieme dai rami più alti degli alberi, volando inquieti in direzioni contrarie.
Nel mare il canto delle sirene si confonde col grido delle bestie che partoriscono con sofferenza le proprie angosce.
Laggiù, in una piccola casa senza cortile né giardino, assetata senza speranza, si vanno accumulando mucchi di panni sporchi.
Rash sembra impazzito, e continua ad abbaiare al cielo senza capire cosa stia accadendo, sdraiandosi infine esausto di fianco al letto, ansimante per la stanchezza.
All'improvviso aprono il fuoco.
Gli uomini gridano e le donne piangono. Tutto è confusione e terrore.
Per un istante non si sentono più né canti, né le sirene, né nient'altro. Arriva un frastuono assordante. I bambini si abbracciano ai ventri esclamando ''Mamma!''
E adesso sono le donne che gridano, mentre gli uomini piangono. La natura sembra avere smarrito il senno.
Un odore penetrante e irriconoscibile entra dalla piccola finestra di legno.
Gli occhi scuri e a mandorla di una donna improvvisano un racconto nel quale gli angeli si adirano e combattono, perchè qualcuno si è comportato male.
E tutte le notti seguenti accade lo stesso. Un delirio da milleunesima notte
Antiche visioni a forma di fungo dal più nero e fiammeggiante dei pensieri umani si protendono verso gli inferni,.
Poi, con immane fatica, si arriva infine a vedere l'alba.
Nahyra ha appena sette anni. I suoi unici giocattoli sono una bambola fatta di carta e stracci e il piccolo castello di sabbia che ha costruito accanto alla porta: lo custodisce gelosamente, perché dice che ci abita l'anima di suo padre.
Il giorno si trascorre raccogliendo i resti di ciò che manca. La porta si apre e si chiude in continuazione, fino allo sfinimento, ogni volta riconoscendo e riconoscendosi nel volto disperato dei vicini.
Al calare del sole, Nahyra prende la sua bambola e comincia a pregare insieme al resto della famiglia, mentre Rash osserva inquieto tutto ciò che si muove intorno alla casa.
È già sera quando i presunti angeli si arrabbiano ancora. Di nuovo le sirene.
In un istante la luce si impadronisce di tutto. I bagliori sopra le case si fanno ogni volta più incandescenti e il rumore è assordante.
Quegli occhi a mandorla abbracciano tutto ciò che possono. Nahyra si stringe alla sua bambola come unico rifugio e la parola Dio torna a risuonare dappertutto, in ogni lingua.
Rash, con la coda nascosta, cerca di coprirsi e nascondersi sotto le gonne della sua padrona.
Il castello e la sabbia volano via nell'aria insieme alle anime di tutti. Non ci sono più porte, non ci sono più muri, e dietro ai muri non c'è più niente. Solo stracci e carte che emanano fumo, afferrati da un paio di piccole mani innocenti.
Intanto in un altro luogo della città un odore penetrante ed irriconoscibile entra dalla piccola finestra di legno. Lì vive Ahmed che ,coi suoi cinque anni scarsi, si prepara alla notte pregando insieme agli occhi scuri e a mandorla di sua madre.
Vicino a lui c'è la palla di gomma con la quale domattina, prima di andare a scuola, vorrebbe potere giocare ancora una volta insieme al suo gattino.
Ma oggi, a quanto sembra, il sorgere dell'alba è arrivato in anticipo di qualche ora, per interrompere tutto: feroce e violento in modo inaudito schianta la notte eterna contro la sua casa.

[Traduzione: Patrizio Pacioni, scrittore italiano]

- Traduzione in portoghese di Tadany Cargnin Dos Santos, scrittore brasiliano

- Versione originale in spagnolo

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