Eventi  -  Redazione  -  Numeri arretrati  -  Edizioni SDP  -  e-book  -  Indice generale  -  Letture pubbliche  -  Blog  -  Link  

  Indice   -[ Editoriale | Letteratura | Musica | Arti visive | Lingue | Tempi moderni | Redazionali ]-


Libri a fumetti

Halo Jones e Martha Washington: Due donne libere in mondi oppressivi
Articolo di Andrea Cantucci

Teatro

Geppetto e Geppetto: una favola moderna
di Massimo Acciai Baggiani
Una lettera alla maniera di Queneau
di Massimo Acciai Baggiani
Nostalgia per i barroccini
di Massimo Acciai Baggiani
La solitudine non ha parole
di Massimo Acciai Baggiani
Come si gioca a briscola in cinque?
di Massimo Acciai Baggiani
Harem di oggi e di ieri
di Massimo Acciai Baggiani
Il principio di Archimede
di Massimo Acciai Baggiani
Uno straordinario mix di musica e comicità
di Massimo Acciai Baggiani

Miti mutanti 31

Tavola di Andrea Cantucci

La solitudine non ha parole
 

Massimo Acciai Baggiani


 


Solitudes. Solitudini. Quelle dei personaggi di questa piece teatrale dai Kulunka, nota compagnia basca, al Teatro di Rifredi, in particolare quella dell'anziano protagonista che ha perso la moglie in un incidente elettrico. Il figlio e la nipote cercano di consolare il povero vecchietto, il quale non vorrebbe altro che la compagnia di qualcuno per giocare a carte senza essere continuamente interrotto dalla televisione - che continua a spengere e che qualcuno riaccende sempre nei momenti meno opportuni. Purtroppo non ci riescono: troppo presi dai loro fatti personali, non riecono a comunicare tra loro e ad ascoltare i bisogni del loro caro, il quale si rivolge perfino ad una giovane e imbranata prostituta per avere qualcuno con cui giocare a carte, o trova consolazione nella compagnia di una mosca che appare ronzando per tutto lo spettacolo. La figlia è cellulare-dipendente ed ha un degno fidanzato; il padre porta sempre a spasso un enorme cane capriccioso (che non vediamo mai); le prostitute vengono sfruttate dal magnaccia ma mostrano un lato umano. Tutto normale, scenette di vita quotidiana. Il lieto fine non può mancare trattandosi di una commedia, anche se abbondano i momenti riflessivi e le musiche malinconiche ad accompagnare le azioni. Nessuno parla (meno male, visto che non conosco il basco!) ma è come se tutti parlassero, anche troppo, senza però capirsi: ognuno indossa una maschera (in tutti i sensi!) per celare i propri sentimenti e la paura, propria di ognuno, di ritrovarsi soli. Bravissimi gli attori che solo alla fine hanno rivelato i loro veri volti al pubblico, bellissime scenografie, spassosissime le trovate comiche. Da vedere, senz'altro da vedere.


Firenze, 7 dicembre 2017 

Contatore visite dal 6 giugno 2011
 
Segreti di Pulcinella - © Tutti i diritti riservati