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Narrativa

Questa rubrica è aperta a chiunque voglia inviare testi narrativi inediti, purché rispettino i più elementari principi morali e di decenza...
L'ultima regina d'Inghilterra di Massimo Acciai Baggiani, Il riposo di Rossana D'Angelo, Verso l'Australia di Gennaro Tedesco

Poesia in italiano

Questa rubrica è aperta a chiunque voglia inviare testi poetici inediti, purché rispettino i più elementari principi morali e di decenza...
poesie di Massimo Acciai Baggiani, Andrea Cantucci

Poesia in lingua

Questa rubrica è aperta a chiunque voglia inviare testi poetici inediti, purché rispettino i più elementari principi morali e di decenza...
poesie di Valentin Ioan Remus Niculescu, Aurelian Sorin Dumitrescu

Recensioni

In questo numero segnaliamo:
- "La lingvovendejo", di Massimo Acciai, recensione di Davide Zingone (esperanto/italiano)
- "Laura e il treno per Elintur", di Antonio Messina

Articoli

Breve panoramica sulle associazioni di scrittori italiani
di Massimo Acciai Baggiani
Replica
di Gennaro Tedesco

Intervista

Ritratto di Patrizia Beatini
a cura di Massimo Acciai Baggiani

Essere o non essere
 

Andrea Cantucci
 


 

Essere o non essere
Vivere o non vivere
Credere o non credere
Che esiste una sola realtà

È difficile credere
Di dover riconoscere
Che non possa esistere
Un'altra diversa realtà

Se qualcuno la cercherà
Forse qualcosa poi cambierà
Ma se nessuno ci crederà
Di certo mai niente succederà

Essere o non essere
Liberi o non liberi
Crescere o non crescere
Di fronte alle difficoltà

È impossibile crescere
Se non si sa comprendere
O non si vuole ammettere
Che esistono difficoltà

Se qualcuno le affronterà
Forse anche il mondo poi cambierà
Ma se nessuno lo aiuterà
Ancora mai niente succederà

Essere o non essere
Liberi o non liberi
Scegliere o non scegliere
Un'altra possibilità

C'è bisogno di scegliere
Di provare ad insistere
Se si vuole conoscere
Un minimo di libertà

Se qualcuno la troverà
Forse davvero poi cambierà
Ma se agli altri la negherà
Mai niente di nuovo succederà

Essere o non essere
Liberi o non liberi
Scegliere o non scegliere
Di vivere senza una sola realtà
Di vivere ognuno la sua verità

 

Una nuova terra
 

Andrea Cantucci
 


 

Un tempo lontano, di secoli fa,
ogni essere umano che non fosse un re
viveva sperando che, nell'Aldilà,
ci fosse una Terra che ancora non c'è.

Dicevano i preti che tutti i perché
sarebbero stati svelati laggiù
e che in questo mondo era giusto, che i re
tenessero i popoli in schiavitù.

Fu un'epoca di violenza,
di inutili crudeltà,
di ipocrite religioni
vissute senza pietà.
La scelta dell'obbedienza
fu l'unica libertà
concessa dai suoi padroni
a tutta l'Umanità.
Non c'era una nuova Terra
neppure nell'Aldilà.

In un bel paese, di secoli fa,
sfidando la chiesa di chi torturò
qualcuno si chiese: qual è la realtà?
e a un tratto la Terra per sempre cambiò.

Dal suo isolamento il sapiente parlò
dei suoi sentimenti di umana pietà
e, in mezzo alla gente, vivendo lottò
per riconquistare la sua dignità.

Fu un'epoca di speranza,
di nuova interiorità,
di estasi religiose,
ma anche di verità.
I sogni di fratellanza
diffusero sempre più
ipotesi contagiose
sull'Uomo e le sue virtù.
Apparve una nuova Terra
che non svanirà mai più.

Sembrava ormai certo che quel bel paese
avesse scoperto la serenità
di un uomo che affronta ogni sorta di offese,
ma che non rinuncia alla sua libertà.

Allora ogni artista tornò ad inventare
e a vivere ancora, con spontaneità,
dei modi diversi di rappresentare
i simboli eterni dell'antichità.

Cercare una nuova Terra
è un modo per dire basta
ad ogni viltà violenta,
al culto dell'ignoranza.
Chi esprime una nuova Terra
possiede una patria vasta,
estesa a chiunque tenta
di estendere la speranza.
Noi, siamo la nuova Terra
che appare laggiù, in distanza.

Un tempo lontano, di secoli fa,
più d'un viaggiatore l'Oceano varcò
e, quando alla fine fu giunto al di là,
gli apparve una terra mai vista e sbarcò.

Un nuovo orizzonte ad un tratto si aprì,
mettendo di fronte diverse realtà.
Sembrava che fosse iniziata così
un'era infinita di prosperità.

Invece fu inaugurata
di nuovo una guerra santa,
nel nome del dio dell'oro
e della follia che incarna.
Di nuovo fu conquistata
la terra di chi non conta,
le vittime di coloro
per cui la ricchezza è un'arma.
Di nuovo a una nuova terra
fu data una vecchia forma.

Perfino ai confini di un certo paese,
i bei sentimenti di umana pietà
lasciarono il posto a invasioni e contese
con altre nazioni e con altre città.

Eppure anche adesso, in un cuore sepolto
in fondo ai rancori dell'Umanità,
rimane in attesa, affinché sia raccolto,
un fiore al cui interno la Terra vivrà.

 
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