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Poesia italiana

Questa rubrica è aperta a chiunque voglia inviare testi poetici inediti, purché rispettino i più elementari principi morali e di decenza...
poesie di Giuseppe Bonaccorso, Alessandra Ferrari, Emanuela Ferrari, Iuri Lombardi, Nicolò Maccapan, Paola Moreali, Luca Mori, Michele Parigino

Poesia in lingua

Questa rubrica è aperta a chiunque voglia inviare testi poetici inediti, purché rispettino i più elementari principi morali e di decenza...
poesie di Valentina Meloni, Tiziano Consani, Manuela Léa Orita, Lucia Dragotescu, Ioana Livia Stefan, Valentin Remus Niculescu, Codruta Dragotescu, Aurelian Sorin Dumitrescu

Recensioni

In questo numero:
- "Esagramma 41" di Massimo Acciai, prefazione di Mariella Bettarini
- "La nevicata e altri racconti" di Massimo Acciai, recensione di Monica Fantaci
- "Sempre ad est" di Massimo Acciai, recensioni di Liliana Ugolini e Monica Fantaci
- "Un fiorentino a Sappada" di Massimo Acciai, nota di Sandra Carresi
- "Un fiorentino a Sappada" di Massimo Acciai, nota di Stefano Gecchele
- "La metafora del giardino in letteratura" di Lorenzo Spurio e Massimo Acciai, recensione di Anna Maria Balzano
- "La cucina arancione" di Lorenzo Spurio, nota di Massimo Acciai
- "Se mi lasci, ti uccido" di Norma Stramucci
- "Dypticha" a cura di Emanuele Marcuccio, nota di Massimo Acciai
- "Bionda e con gli occhiali" di Luigi tredici, nota di Massimo Acciai
- "Stati d'amnesia" di Lella De Marchi, recensione di Lorenzo Spurio
- "Schegge di vita" di AA.VV., recensione di Lorenzo Spurio

Interviste

Intervista a Ivana Orlando
a cura di Massimo Acciai
"Per un'infinità di motivi": intervista all'autrice, Valeria Fraccari
a cura di Alessandro Rizzo
Intervista a Lorenzo Spurio. Autore di La Cucina Arancione
a cura di Rita Barbieri

Articoli

La poetica di Massimo Acciai
a cura di Luciano Domenighini
"Sempre ad est" di Massimo Acciai
di Valentina Meloni

La poetica di Massimo Acciai
 

Luciano Domenighini
 

L'opera poetica di Massimo Acciai, squisitamente autobiografica, è percorsa e dettata da una ineludibile percezione della storia, dalla necessità di testimoniare su più piani spaziali e temporali, individuali e corali, la coscienza dell'esistere, nel proposito di dare alla vita se non uno scopo, almeno un senso, se non di svelarne le finalità almeno di annotarne le premesse e le prospettive, lo svolgersi, gli ambiti e gli accadimenti.
In lui l'inquietudine per la "vita brevis", la sottile angoscia per il pur esiguo tempo consumato nell'attesa, confortato da una speranza che è essa stessa destino.
Acciai sonda e rompe i limiti temporali dell'esistenza assegnata dalla sorte e si volge al passato, facendo di se stesso futuro, e al futuro, facendo di se stesso passato, figurandosi come tassello di una immensa struttura cosmica, come effimero elemento biologico di un meccanismo evolutivo incommensurabile e millenario.
Il suo dettato poetico è semplice, colloquiale, gergale, il suo lessico è quello praticato, attuale, senza aggiustamenti stilistici, senza ricercatezze, cronachistico, con tutto l'armamentario del parlar diretto contemporaneo, i modi di dire, le frasi fatte, l'intercalare, le sigle, le parole straniere ormai acquisite.
E qua e là, a dare un sapore, a dettare una cadenza immanente, qualche bagliore di indignazione, qualche alzata di scudi etica scopertamente ideologica e di tanto in tanto qualche subitaneo ripiegamento lirico e poi la commossa vena elegiaca nelle toccanti liriche in ricordo della madre.

Agosto 2013

 
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