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A cura di Alessandro Rizzo

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Di Alessandro Rizzo

When Music Attacks: intervista a Gabriele Carbone
 

A cura di Alessandro Rizzo


"WhenMusicAttacks si occupa di organizzare concerti di musica emergente a Milano". Abbiamo intervistato Gabriele Carbone che segue l'organizzazione dei concerti. E' importante sottolineare che "non è un contest, non si stimola la rivalità, ma un confronto e uno scambio reciproco di visibilità e pubblico in ascolto e non propone tribute bands". L'obiettivo di Gabriele è chiaro:" Vorrei delle serate che possano dirsi proficue per un'evoluzione delle situazioni artistiche". Lo abbiamo intervistato per capire di più la portata e la qualità della proposta artistica innovativa per il circuito milanese e non solo.
Seleziona i gruppi, stabilendo un genere musicale e filo comune per la serata, mette a disposizione una backline completa e si occupa della promozione.

1. Com'è nata l'idea di When Music Attacks, le serate di musica life che si tengono in vari locali di Milano, tra cui Sacrestia?
L'idea fin dal suo inizio è nata frequentando le serate scolastiche organizzate dai giornali studenteschi: l'idea era di proporre eventi musicali con la partecipazione delle numerose bands di amici anche al di fuori di queste occasioni troppo isolate.

2. Perché questo nome è stato dato alle serate: When Music Attacks?
Il nome riprende una canzone di uno dei miei gruppi preferiti, i Brian Jonestown Massacre. Il nome è in qualche modo aggressivo perché è la situazione musicale milanese a richiederlo: la musica dal vivo nel 2012 non è ribelle e violenta, anzi, ma proporla nella città di Milano è come una sorta di "guerra" in quanto si trova ben poca disponibilità da parte del pubblico e dei locali.

3. Quale è il target, se ne esiste uno specifico, a cui si rivolgono le tue serate?
Il pubblico varia: si va dai ragazzi del liceo fino a espandersi verso gli universitari. Diciamo che è il pubblico interessato alle bands che propongano qualcosa di nuovo si forma ai 30 anni, dopo di che abbiamo soggetti che esprimono maggiore interesse per il blues, il revival ecc …: generi, questi, ai quali mi dedico quando si tratta di formazioni nelle quali percepisco un interesse poi ad una futura ricerca artistica più attuale.

4. Hai dipinto una situazione milanese a livello musicale alquanto critica: ma ci sono delle speranze di riscatto culturale in questo ambito?
La speranza nasce dal continuare a fare queste serate. La conseguenza di questo è che cresce tutto insieme all'unisono sia la disponibilità maggiore da parte dei locali, sia lo sviluppo della musica sia l'attenzione da parte del pubblico. Si spera certamente che ci siano occasioni in futuro tali per cui riuscire a creare qualcosa che prima non c'era, creando, così, curiosità. Deve esserci una crescita sulla base dell'idea di fare qualcosa di nuovo. La progressività è un'esplosione di curiosità.

5. Ogni sera ci sono in media 3 o 4 gruppi che si esibiscono. Ci sarà una selezione a monte: come avviene?
Molti gruppi si propongono e chiedono di partecipare con la sola possibilità di esibirsi davanti agli amici: il loro nome non si è ancora imposto ed essi fanno pratica e allo stesso tempo cercano di farsi un nome iniziando in questo modo. Ci sono, poi, gruppi con una proposta artistica più originale e interessante, che magari suscitano l'attenzione di una stampa specializzata (parlo sempre e comunque di "stampa" sul web come blogs o siti quali rockit). L'interesse da parte dei gruppi per il nostro palco viene garantito attraverso la risonanza che ogni serata riesce a suscitare, l'attenzione per i gruppi che si esibiscono insieme, omogenei dal punto di vista musicale. In tutto questo viene fatta una proposta ad altri amici musicisti, se ci sono, di poter rendersi disponibili per serate prossime.

6. Si parla anche di un festival della musica dal vivo di band e gruppi emergenti, e meno, di omogenea qualità artistica e musicale …
È una scommessa che vogliamo fare. L'idea nasce quasi spontanea e si basa sulla volontà di mettere a frutto tutto ciò che ho investito finora in questo campo ed ampliare la visibilità mia e dei gruppi coinvolti. Cecilia, Max e Giuseppe sono i ragazzi che si stanno occupando in prima persona assieme a me di questo progetto: li ho conosciuti tramite le serate ed è da molto tempo che vivono il mondo della musica, e i loro gusti coincidono largamente con i miei. C'è stata, così, una condivisione di idee su più punti. Loro sono certamente più esperti e hanno una finalità: mettere a frutto le proprie possibilità e dedicare energia ad un'occasione della quale hanno sempre sentito la mancanza, un vero evento condiviso dedicato assieme a realtà più conosciute e realtà emergenti. Il Festival si terrà nella ridente città di Chiaverano (TO)

7. Nelle serate When Music Attacks di solito c'è anche il dj?
Non si vuole avere e fare solo la canonica musica rock. Questo genere ha 50 anni e si è già imposto. A livello strumentalistico posso dire di aspirare anche a offrire una musica elettronica in evoluzione. Posso dire che in alcuni sensi solo rock ci sta stretto: oggi non ci sono più degli Zeppeling o degli AC/DC, ma ci sono strumenti con sfumature diverse. Il rock e la musica dal vivo devono essere colti nello spirito e nelle idee fondamentali, non nella ripetizione dello stesso suono, nell'uso delle stesse parole e gestualità. Questi gruppi negli anni 60 non hanno avuto successo perchè utilizzavano quel particolare timbro o ricorrevano a quella formazione per dare colore alla melodia: tutto va riportato all'epoca nel quale essi si esibivano, che era la loro contemporaneità.

8. Quale è, alla fine, l'obiettivo che ti poni con queste serate?
Vorrei delle serate che possano dirsi proficue per un'evoluzione delle situazioni artistiche. Voglio raggiungere diversi obiettivi corali. Fare in modo che ci sia la crescita della dignità della musica dal vivo accompagnata da una crescita dell'interesse da parte dei locali di ospitare musica dal vivo. Allo stesso tempo, agendo così, riesci a staccare dalla ripetizione le persone con un interesse per la musica ma che attualmente si ritrovano in pub anonimi a bere una birra accompagnata solo da una radio generalista. Le band partecipanti sono interessanti e vengono selezionate per la loro qualità artistica. Ovviamente sono consapevoli dei loro limiti. Ma il tutto genera un circolo virtuoso: sono, per questo, interessato a scambiare pareri per stimolare la ricerca musicale. Le band che partecipano sono molto attive e rimangono in contatto tra loro, in una competizione positiva e non contrastante.

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