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Lorenzo Mantovani: una musica umana e autonomamente cantautorale
A cura di Alessandro Rizzo
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A cura di Alessandro Rizzo

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Di Alessandro Rizzo

Lorenzo Mantovani: una musica umana e autonomamente cantautorale
 

A cura di Alessandro Rizzo


Lorenzo Mantovani è un chitarrista, un compositore, un arrangiatore, un strumentista di corda. È un artista a tutto tondo e ama particolarmente generi musicali del tipo Drum'n'bass, Funk, Hard rock, Pop rock, Rock psichedelico, Brit pop, Dub, World music, Ambient. Frequenta l'Accademia di Musica Moderna e segue le lezioni di Davide Fregni, grande maestro di jazz. Ma in fondo è un autodidatta e questo determina una maggiore valenza della sua autonomia poetica. I suoi riferimenti trovano in lui un compositore dalla sensibilità umana, dalla tensione estetica e dalla ricerca tecnica dello stile. Ha collaborato con il progetto psicantria volto a "far conoscere i disturbi psichici e il mondo che li avvolge attraverso strumento-canzone", esperienza importante e formativa per Lorenzo. Lo abbiamo intervistato, chiedendo di darci una visione panoramica complessiva della sua arte, della sua produzione e della sua personalità.

1. Lorenzo Mantovani chi sei, da dove vieni, quale è stata la tua formazione artistica?
Un ragazzo di Modena con una forte passione per il mondo musicale. Da quando ho capito il desiderio di entrar a far parte di questo universo ho iniziato lo studio di batteria e chitarra. Da lì le prime band come batterista e chitarrista, i primi concerti e la decisione di concentrarsi sulle sei corde seguita dall'iscrizione al corso di chitarra rock/pop presso la sede modenese dell'AMM. Terminato il percorso ho seguito poi alcune lezioni private per ritornare ad uno studio autodidatta, come agli inizi.

2. Che genere suoni, se hai un genere preciso, o possiamo definirti un compositore eclettico?
Domanda difficile. Fin dall'inizio mi sono sempre (s)concentrato in ambiti molto diversi: hardrock e pop, funky e deathcore per arrivare al folk cantautoriale e all'elettronica. L'idea è esplorare i linguaggi dei diversi generi per poter comprendere e realizzare un linguaggio unico, una visione complessiva che richiede molti sforzi ma ritengo possa esser l'unica a realizzarmi profondamente.

3. Quali sono i tuoi riferimenti?
Altra domanda difficile.. così come ho sempre amato suonare diversi generi ho sempre ascoltato altrettanti stili. Potrei dirti che adoro Mike Einziger per lo stile con cui utilizza l'effettistica sulla chitarra elettrica, Bob Brozman per il suo stile ineguagliabile e la sua umanità, ultimamente ho scoperto Gotye, un valido autore e polistrumentista.. ma ci sarebbe da dire molto altro!

4. "Rialzarsi" ne parli come un tuo brano che hai sempre tenuto nel cassetto e che tirandolo fuori quando volevi essere cullato dalle note …quando hai scritto questo pezzo e cosa significa per te?
E' stato scritto l'estate di tre anni fa e imparato a suonare poco più di un anno fa pensando ad una serie di brani con la chitarra acustica che tracciassero un percorso di cui appunto rialzarsi fa parte della fase finale, i brani restanti sono ancora idee da concretizzare sulla chitarra, da imparare a suonare. Il significato del pezzo si trova tutto nel titolo: nell'alzarsi, una volta ancora.

5. La tua attività con Psicantria, manuale di psicopatologia cantata: che cosa è e che cosa ne hai ricavato dal punto di vista artistico e umano?
Il progetto Psicantria (un libro/cd) è nato da un idea di Gaspare Palmieri, con cui già collaboravo al suo progetto cantautoriale e Cristian Grassilli, entrambi attivi sia in ambito musicale sia in ambito professionale nello psicomondo come psichiatra e psicoterapeuta: lo scopo principale è far conoscere i disturbi psichici e il mondo che li avvolge attraverso strumento-canzone. Dal punto di vista artistico ha dato tanto: l'arrangiamento e la registrazione del cd in compagnia di molti musicisti provenienti dagli ambiti più diversi e il mettere in pratica le mie capacità sui diversi generi con chitarra classica, acustica, elettrica, banjo, mandolino e dobro. Il mio punto di vista umano vive nello spirito artistico: che ti insegna a ricercare una tua identità, che ti insegna come ognuno in quanto diverso ha qualcosa da dare e da dire, che ti insegna e ti mostra i tuoi limiti non solo come difetti da eliminare ma anche come spazi da colmare grazie alla presenza di altri. Insomma mi ha dato e continua a dare molto.
Consiglio uno sguardo al sito e alle canzoni su youtube: www.psicantria.it

6. Che cosa la musica può esprimere oggi come oggi nella nostra società della grettezza e dell'individualismo?
Può esprimere tantissimo credo: coltivare una passione artistica, non solo musicale, insegna molte cose. L'arte è ricerca e conoscenza di ciò che ti precede, è un impegno concreto che richiede costanza ed un continuo mettersi in discussione non per mostrarsi meglio degli altri, non per continua competizione o una fissazione ad essere primi e sempre primi ma un creare la propria identità, scoprire cosa si ha da dire, come prima cosa, per poi imparare come dirlo. La presenza degli altri è essenziale: molto da dare e molto da ricevere.

7. Quali sono i tuoi prossimi passi artistici, sia a livello di produzione, sia a livello di esibizione?
I concerti e le presentazioni con la Psicantria continuano, inizierò a breve ad insegnare in una scuola in provincia di Modena, con la formazione HumanImprovementProcess stiamo registrando il primo full lenght che richiederà ancora svariati mesi e le piccole novità non mancano mai. Come singolo ho deciso di concretizzare alcuni pensieri che ho tenuto troppo a lungo, insomma, 24 ore al giorno continuano ad esser poche!
8. Perché un giovane, con le difficoltà alte nel mondo del mercato discografico nostrano, dovrebbe intraprendere l'attività musicale?
Perché è quello in cui crede, quello che gli da uno stimolo a fare e fare, l'elemento che smuove emozioni positive e negative, unicamente per questo, credo sia abbastanza no?

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