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Narrativa

Neve & nebbia di Massimo Acciai, Ospedali di Giuseppe Costantino Budetta, I gatti di Villa De Santis di Rossana D'Angelo, Camomilla per due di Renato Lonza, Novanta anni di Paolo Ragno, La pelliccina di Anna Maria Volpini

Poesia italiana

Questa rubrica è aperta a chiunque voglia inviare testi poetici inediti, purché rispettino i più elementari principi morali e di decenza...
poesie di Massimo Acciai, Elvira Balestracci, Mariella Bettarini, Daniel Bosco, Miriam Cividalli Canarutto, Elisabetta Giancontieri, Renato Lonza, Gabriella Maleti, Maria Pia Moschini, Manuela Palchetti, Barbara Pumhösel, Paolo Ragni, Aldo Roda, Nicola Ruggiero, Roberto Veracini, Anna Maria Volpini

Poesia in lingua

Questa rubrica è aperta a chiunque voglia inviare testi poetici, in una lingua diversa dall'italiano, purché rispettino i più elementari principi morali e di decenza...
poesie in lingua napoletana, esperanto ed inglese

Recensioni

Artico di Francesca Mattoni - recensione di Marco Simonelli
Impromptu di Amelia Rosselli - recensione di Marco Simonelli

Interviste

Intervista a Paolo Ragni: scrittore e poeta
di Massimo Acciai

Arte a Milano

Isola nell'Arte a Milano: un museo del futuro
di Alessandro Rizzo

Camomilla per due
 

di Renato Lonza


La giornata era molto fredda ma Geltrude e Vasjlii sarebbero entrati egualmente in un bar perché avevano molto da parlare; dovevano approfondire la reciproca conoscenza.
Geltrude e Vasjlii s'erano incontrati su internet in una delle tante chat dove tutti "ciacolano" con l'uno e con l'altro ed anche con più di uno. Tutti rigorosamente si chiamavano per nick e se proprio non sparavano balle infiorettavano bugie con la verità.
Loro si erano raccontati di abitare in quella cittadina: PC… tranquilla nella pianura e facilmente raggiungibile da altre città grandi e piccole.. Lei perché, da bambina, andava spesso a trovare una zia; lui vi aveva abitato alcuni anni.
Ad un certo punto fra gli webnauti era scattata la molla che dovevano assolutamente conoscersi di persona e fra un tira e molla s'erano decisi darsi un appuntamento in via Garibaldi, la quale non manca mai in nessuna cittadina che si rispetti, al centro della "loro" cittadina.
Lui le aveva portato tre rose rosse, simbolo della passione che ardeva in lui, anche se la conosceva appena, lei aveva portato un involtino in cui c'era un dolce fatto dalla mamma, appena comprato al bar della ferrovia. S'erano incontrati, come da consegna che s'erano dati, sotto il numero 33, pensate se la strada fosse terminata con il 31 non si sarebbero mai incontrati, ma i ragazzi conoscevano bene la loro cittadina. Avevano vagabondato lungo le strade fermandosi a guardare le vetrine ma non riuscivano a scambiare molte parole disturbati dallo spazio aperto.
Stavano diventando nervosi come all'appropinquarsi di un temporale perciò dopo rapida consultazione decisero di riparare in un bar e bere qualcosa di caldo per rinfrancarsi. Detto fatto. Sbucati in piazza ove vi erano tre bar : il primo, "Bar dello Sport" era affollato da avvinazzati avventori che ascoltavano le telecronache delle partite allora tirarono innanzi, il secondo "L'Arte del Tè" era frequentato da grasse babbione in pelliccia che cicalavano come oche in un cortile, finalmente raggiunsero il loro nido, c'era solo una coppietta che si baciava come fosse in un'alcova. Visto che il bar, sull'angolo della piazza Milano, aveva una saletta oscura in fondo, entrarono e si diressero verso l'angolo più riservato. Lui, ossequioso e bravo cavaliere, le porse la sedia, poi le sedette accanto con le spalle al locale. S'avvicinò il barman e chiese cosa ordinavano:" caffè no perché gia erano troppo nervosi", al fin decisero per la camomilla; l'avrebbe riscaldati nel corpo e raffreddati nello spirito, o così speravano. Dopo cinque, sei minuti l'uomo tornò con le tazze e il bricco con l'acqua bollente, depose il tutto sul tavolino ma non dava cenno di allontanarsi, allora Vasjl spazientito: "Può andare non ci serve altro che un po' di tranquillità, la signorina ed io dobbiamo parlare". L'uomo fece dietro-front e borbottando "Ecco altri due che vengono qui a fare i comodaci loro, metterò un cartello che qui è vietato ai cani e alle coppiette". Vasjl versò l'acqua bollente sul filtro nelle tazze poi s'avvicino alla Geltrude. Vide che la corta gonna aveva lasciato scoperta buona parte della gamba inguainata in una pesante calza scura a ghirigori. Attirato ,ingenuamente, volle poggiare la propria mano su tale attrattiva. Rapida carezza, forse troppo pesante, lo raggiunse alla guancia e Trudy: "Eiiii!!!! Maleducato che fai mi tocchi? tocchi le gambe? Che fai ci provi? Vasj divenuto di tutti i colori e con sulla guancia quattro righe fiammeggianti, rosse come gli stop delle auto, sbirciava per vedere la reazione delle altre persone presenti. I due innamorati continuavano a bagnarsi le labbra a vicenda dando segno che non avevano tempo da perdere. Il barman sornione fingeva di non essere interessato ma in effetti "E uno!!", voleva vedere come sarebbe finita la tenzone. Vasj: Ssshiii! fai girare tutti gli avventori e mi prendono per un molestatore."
"Perché non è cosi??" Trudy "Fai il provolino e non ti vuoi assumere neppure le tue responsabilità?"
-"Nooo!!!" implora Vasj "Giuro!!! volevo solo entrare in contatto, un ponte, una vicinanza, respirare la tua pelle, i tuoi capelli, la tua prorompente personalità, auscultare il battito del tuo cuore, bere le tue parole , - se non urli e non emetti quei gridolini acuti - Insomma voglio sperdermi in te!" -
Riprende Trudy :"Ahooo!!! ma tu sei tutto matto, ho capito tu vuoi palpeggiarmi, toccarmi, baciarmi e magari pure altro ch'è meglio non dire!! ma chi ti conosce!!! ma che vuoi!!! cosa tieni nella testa le pigne?? . Secondo te mi faccio toccare dal primo venuto?? non sono una lucciola sono una ragazza onesta e timorata. Tu invece sei il solito maschio prevaricatore e violentatore ai cui piedi debbono cadere tutte le ragazze -- fossi almeno bello o un fisicaccio, macché sei da tre!!!!
Vasj :"Scusa ,scusa, non riesco a farmi comprendere , non urlare, tutti ci guardano, quasi quasi ti saluto qui, credo sia meglio, ho iniziato il discorso dal verso sbagliato e non c'è verso di trovare il bandolo giusto. -- Comunque voglio dirti che non ho neppure accarezzato l'idea di fare quelle cose che vai dicendo, -- come i gatti fanno le fusa , volevo fare un pò di fusa con te, bene, anzi male, hai preso la cosa dalla parte delle spine allora è meglio chiudere qui prima che il discorso degeneri.
-- Alzandosi -- Che fai? resti qui a sbollire oppure preferisci che ti accompagno alla fermata del bus?
- Vorrei andarmene, mi sento a disagio, ho sbagliato tutto e non so come rimediare perciò vado a farci una dormita sopra, la notte sicuramente porterà consiglio".
Rimbeccò la Trudy :"Ahooo!!! ma tu sei tutto matto... e pure scemo...vuole scappare ora, ma proprio non sai quello che devi fare!!! Essere un Uomo!!! O No!!! "
>> FINALE così è se vi pare, ma si può cambiare<<
La Trudy gli prese la mano, costringendolo a sedere, gliela portò sulla gamba, e vedendolo imbambolato fattasi in avanti gli sussurrò all'orecchio:
"Baciami stupidino o aspetti si faccia notte!! Non vuoi più sperderti in me? Non vuoi respirare la mia pelle, i miei capelli, la mia prorompente personalità, auscultare il battito del mio cuore, bere le mie parole? Non mi vuoi dolce come sono?"
- Gli prese la faccia con una mano e l'attirò a se.
Lasciamo i ragazzi fare un po' di ginnastica, così per sgranchirsi, mentre la camomilla si raffredda nelle tazze e il barista s'appisola dietro il bancone.
Scende leggera la sera mentre nei cuori aleggia l'amore.

24gennaio2006 La giornata era molto fredda ma Geltrude e Vasjlii sarebbero entrati egualmente in un bar perché avevano molto da parlare; dovevano approfondire la reciproca conoscenza.
Geltrude e Vasjlii s'erano incontrati su internet in una delle tante chat dove tutti "ciacolano" con l'uno e con l'altro ed anche con più di uno. Tutti rigorosamente si chiamavano per nick e se proprio non sparavano balle infiorettavano bugie con la verità.
Loro si erano raccontati di abitare in quella cittadina: PC… tranquilla nella pianura e facilmente raggiungibile da altre città grandi e piccole.. Lei perché, da bambina, andava spesso a trovare una zia; lui vi aveva abitato alcuni anni.
Ad un certo punto fra gli webnauti era scattata la molla che dovevano assolutamente conoscersi di persona e fra un tira e molla s'erano decisi darsi un appuntamento in via Garibaldi, la quale non manca mai in nessuna cittadina che si rispetti, al centro della "loro" cittadina.
Lui le aveva portato tre rose rosse, simbolo della passione che ardeva in lui, anche se la conosceva appena, lei aveva portato un involtino in cui c'era un dolce fatto dalla mamma, appena comprato al bar della ferrovia. S'erano incontrati, come da consegna che s'erano dati, sotto il numero 33, pensate se la strada fosse terminata con il 31 non si sarebbero mai incontrati, ma i ragazzi conoscevano bene la loro cittadina. Avevano vagabondato lungo le strade fermandosi a guardare le vetrine ma non riuscivano a scambiare molte parole disturbati dallo spazio aperto.
Stavano diventando nervosi come all'appropinquarsi di un temporale perciò dopo rapida consultazione decisero di riparare in un bar e bere qualcosa di caldo per rinfrancarsi. Detto fatto. Sbucati in piazza ove vi erano tre bar : il primo, "Bar dello Sport" era affollato da avvinazzati avventori che ascoltavano le telecronache delle partite allora tirarono innanzi, il secondo "L'Arte del Tè" era frequentato da grasse babbione in pelliccia che cicalavano come oche in un cortile, finalmente raggiunsero il loro nido, c'era solo una coppietta che si baciava come fosse in un'alcova. Visto che il bar, sull'angolo della piazza Milano, aveva una saletta oscura in fondo, entrarono e si diressero verso l'angolo più riservato. Lui, ossequioso e bravo cavaliere, le porse la sedia, poi le sedette accanto con le spalle al locale. S'avvicinò il barman e chiese cosa ordinavano:" caffè no perché gia erano troppo nervosi", al fin decisero per la camomilla; l'avrebbe riscaldati nel corpo e raffreddati nello spirito, o così speravano. Dopo cinque, sei minuti l'uomo tornò con le tazze e il bricco con l'acqua bollente, depose il tutto sul tavolino ma non dava cenno di allontanarsi, allora Vasjl spazientito: "Può andare non ci serve altro che un po' di tranquillità, la signorina ed io dobbiamo parlare". L'uomo fece dietro-front e borbottando "Ecco altri due che vengono qui a fare i comodaci loro, metterò un cartello che qui è vietato ai cani e alle coppiette". Vasjl versò l'acqua bollente sul filtro nelle tazze poi s'avvicino alla Geltrude. Vide che la corta gonna aveva lasciato scoperta buona parte della gamba inguainata in una pesante calza scura a ghirigori. Attirato ,ingenuamente, volle poggiare la propria mano su tale attrattiva. Rapida carezza, forse troppo pesante, lo raggiunse alla guancia e Trudy: "Eiiii!!!! Maleducato che fai mi tocchi? tocchi le gambe? Che fai ci provi? Vasj divenuto di tutti i colori e con sulla guancia quattro righe fiammeggianti, rosse come gli stop delle auto, sbirciava per vedere la reazione delle altre persone presenti. I due innamorati continuavano a bagnarsi le labbra a vicenda dando segno che non avevano tempo da perdere. Il barman sornione fingeva di non essere interessato ma in effetti "E uno!!", voleva vedere come sarebbe finita la tenzone. Vasj: Ssshiii! fai girare tutti gli avventori e mi prendono per un molestatore."
"Perché non è cosi??" Trudy "Fai il provolino e non ti vuoi assumere neppure le tue responsabilità?"
-"Nooo!!!" implora Vasj "Giuro!!! volevo solo entrare in contatto, un ponte, una vicinanza, respirare la tua pelle, i tuoi capelli, la tua prorompente personalità, auscultare il battito del tuo cuore, bere le tue parole , - se non urli e non emetti quei gridolini acuti - Insomma voglio sperdermi in te!" -
Riprende Trudy :".Ahooo!!! ma tu sei tutto matto, ho capito tu vuoi palpeggiarmi, toccarmi, baciarmi e magari pure altro ch'è meglio non dire!! ma chi ti conosce!!! ma che vuoi!!! cosa tieni nella testa le pigne?? . Secondo te mi faccio toccare dal primo venuto?? non sono una lucciola sono una ragazza onesta e timorata. Tu invece sei il solito maschio prevaricatore e violentatore ai cui piedi debbono cadere tutte le ragazze -- fossi almeno bello o un fisicaccio, macché sei da tre!!!!
Vasj :"Scusa ,scusa, non riesco a farmi comprendere , non urlare, tutti ci guardano, quasi quasi ti saluto qui, credo sia meglio, ho iniziato il discorso dal verso sbagliato e non c'è verso di trovare il bandolo giusto. -- Comunque voglio dirti che non ho neppure accarezzato l'idea di fare quelle cose che vai dicendo, -- come i gatti fanno le fusa , volevo fare un pò di fusa con te, bene, anzi male, hai preso la cosa dalla parte delle spine allora è meglio chiudere qui prima che il discorso degeneri.
-- Alzandosi -- Che fai? resti qui a sbollire oppure preferisci che ti accompagno alla fermata del bus?
- Vorrei andarmene, mi sento a disagio, ho sbagliato tutto e non so come rimediare perciò vado a farci una dormita sopra, la notte sicuramente porterà consiglio".
Rimbeccò la Trudy :"Ahooo!!! ma tu sei tutto matto... e pure scemo...vuole scappare ora, ma proprio non sai quello che devi fare!!! Essere un Uomo!!! O No!!! "
>> FINALE così è se vi pare, ma si può cambiare<<
La Trudy gli prese la mano, costringendolo a sedere, gliela portò sulla gamba, e vedendolo imbambolato fattasi in avanti gli sussurrò all'orecchio:
"Baciami stupidino o aspetti si faccia notte!! Non vuoi più sperderti in me? Non vuoi respirare la mia pelle, i miei capelli, la mia prorompente personalità, auscultare il battito del mio cuore, bere le mie parole? Non mi vuoi dolce come sono?"
- Gli prese la faccia con una mano e l'attirò a se.
Lasciamo i ragazzi fare un po' di ginnastica, così per sgranchirsi, mentre la camomilla si raffredda nelle tazze e il barista s'appisola dietro il bancone.
Scende leggera la sera mentre nei cuori aleggia l'amore.

24gennaio2006

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