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Poesia italiana

Questa rubrica è aperta a chiunque voglia inviare testi poetici inediti, purché rispettino i più elementari principi morali e di decenza...
poesie di Massimo Acciai, Paolo Annibali, Alessandra Ferrari, Emanuela Ferrari, Iuri Lombardi, Cesare Lorefice, Italo Magnelli, Valentina Meloni, Mariano Menna

Poesia in lingua

Questa rubrica è aperta a chiunque voglia inviare testi poetici inediti, purché rispettino i più elementari principi morali e di decenza...
poesie di Erika Gherardotti, Valentina Meloni, Manuela Léa Orita

Recensioni

In questo numero:
- "Apologia del perduto" di Lorenzo Spurio e Massimo Acciai
- "Quando sorride il mare" di Floriana Porta, nota di Massimo Acciai
- "Poetikanten", poesie dei Poetikanten
- "L'apostolo dell'eresia" di Iuri Lombardi
- "Fino all'ultimo respiro" di Rebecca Domino
- "Come lacrime nella pioggia" di Sofia Domino
- "La disfatta" di Salvatore Scalisi

Articoli

A la mémoire de Mioara Cremene
di Manuela Leahu

La collina dell’oblio (ex manicomio Ferri)
 

Valentina Meloni, Alessandro Modista

Andare
in quei corridoi
è come andare
indietro nel tempo,
neppure il sole
fa paura alle finestre buie:

anche di giorno
–ostinate-
restano senza luce.
Anime sofferenti
vagano per corridoi spenti
attaccate ai letti da lacci invisibili

le braccia lunghissime
di bianca stoffa…
quasi albatros dalle ali spezzate
strisciano,
non ancora farfalle,
lungo i muri della penitenza.

Angeli senza un dio,
(dimenticati) vi vedo,
ancora, tentare un volo
dalle finestre alte (senza più tetti)
… le ali chiuse
là, sulla collina dell’oblio.

NOF 4 in collegamento diretto telepatico con il futuro
 

Valentina Meloni

Nanof
finché la pioggia non ti laverà via
rimarrai graffito della storia,
c’è una forza nella tua calligrafia
che travalica i confini del presente:
sei mescola di segno, di forma e di poesia.
Non vivi qui e ora, sei oltre il tempo
luogo abitato di fantasmi vivi
intrappolati dentro le vocali,
incisi sui muri dal grido della fibbia,
e qui ti fermi nei tuoi viaggi spazio-temporali
vagabondo di un vivere che non ti appartiene.
Abiti su navicelle di graffiti,
conteso, nelle altezze siderali
astronautico ingegnere minerario nel sistema mentale
in collegamento diretto telepatico
con il mio dolore.
E t’immagino moro, secco e spinaceo
mentre, nel piano astrale, incidi di un graffito
immateriale il rumore soffuso di una stella,
prigioniera della via lattea circondariale
che si ramifica impietosa, qui, fino al pianeta Terra.
“Nanof scassinatore nucleare”
-leggeremo in calce-
finché l’usura non ti graffierà via
ogni atomo civile di disobbedienza
che la follia incivile ti volle lavar via.

La bambina racconta il graffito di N.O.F 4
foto di Giacomo Saviozzi
http://andy-capp.blogspot.it/2008/04/la-bambina-racconta-il-graffito-di-nof.html

 
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