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Narrativa

Questa rubrica è aperta a chiunque voglia inviare testi in prosa inediti, purché rispettino i più elementari principi morali e di decenza...
Nell'era del block inside di Elena Calamandrei, La croce di Rossana D'Angelo, Il castello di Rossana D'Angelo, 21 giugno 2011, solstizio d'estate (Pantheon) di Rosalba De Cesare, La prima neve di Geneve Dinu, Sarai sempre fiera di noi, Zoe! di Geneve Dinu, Macchina Lunga di Stefano Gecchele, La stilista imbranata di Giovanna Micelli, Il ritorno di Natalia Radice, L'ultima partita di Natalia Radice, Un incidente di Mattia Zandra

Poesia italiana

Questa rubrica è aperta a chiunque voglia inviare testi poetici inediti, purché rispettino i più elementari principi morali e di decenza...
poesie di Massimo Acciai, Francesco Bellini, Giovanna Casapollo, Geneve Dinu, Alessandra Ferrari, Emanuela Ferrari, Maria Lenti, Iuri Lombardi, Nicolò Maccapan, Antonio Nesci, Cristina Oprea, Natalia Radice, Paolo Ragni, Katia Rosanna Rossi, Anna Maria Folchini Stabile, Liliana Ugolini, Anna Maria Volpini

Poesia in lingua

Questa rubrica è aperta a chiunque voglia inviare testi poetici inediti, purché rispettino i più elementari principi morali e di decenza...
poesie di Lucia Dragotescu, Robert Serban

Recensioni

In questo numero:
- "In bianco e nero" di Maddalena Lonati, nota di Massimo Acciai
- "Poesie 1803" di Adam Oehlenschläger, a cura di Francesco Felici
- "Le catene del potere" di Tiziana Iaccarino, nota di Massimo Acciai
- "Supernext" l'antologica connetivista nel blog della Kipple Officina Libraria
- "Namasté" di Maria Antonietta Nardone, nota di Massimo Acciai
- "Paolo e il segreto delle nuvole" di Annalisa Margarino
- "Amore mio dolce" di Alda teodorani
- "La stortura della ragione" di Gian Piero Stefanoni, nota dell'autore
- "Io e te" di Niccolò Ammaniti, recensione di Emanuela Ferrari
- "Demon Hunter: l'arcangelo risolutore" di Riccardo Brumana, recensione di Sara Rota
- "Mercanti di organi" di Aldo Emilio Moretti, recensione di Sara Rota
- "Johnny Nuovo" di Mauro Evangelisti, recensione di Sara Rota
- "Mattatoio n. 5" di Kurt Vonnegut, Recensione a cura di Mauro Biancaniello
- "Occhi d'Oro" di Alda teodorani
- "Pazienti smarriti" di Maria Rosaria Pugliese, recensione di Lorenzo Spurio
- "New Yorker's Breaths" di Maurizio Alberto Molinari, recensione di Lorenzo Spurio
- "Pensieri senza pretese" di Christian Lezzi, recensione di Lorenzo Spurio
- "Jane Eyre, Una rilettura contemporanea" di Lorenzo Spurio
- "Il mare di spalle" di Antonio Sofia
- "Di esperanto in esperanto" di Giuseppe Macrì
- "Dalla vetrata incantata" di Sandra Carresi, Prefazione di Lorenzo Spurio
- "Etica oggi" di Michela Marzano, articolo di Damiano Mazzotti
- "Nebular" di Antonio Messina

Articoli

CicloInVersoRoMagna 2011: La poesia in bicicletta
di Enrico Pietrangeli
E' nata la rivista Fucinando
di Lorenzo Spurio
Un'agorà digitale che coinvolge: nasce "Io come"
di Alessandro Rizzo
Romeno, tedesco, italiano: Dieter Schlesak, l'"abitante del tra"
di Afrodita Carmen Cionchin

Letteratura per la Storia

Il mito della nobiltà inglese in letteratura 
di Lorenzo Spurio

Interviste

Intervista a Antonio Sofia
A cura di Massimo Acciai
Intervista a Lorenzo Spurio
A cura di Massimo Acciai
Intervista a Massimiliano Coccia
A cura di Alessandro Rizzo
Ossigeno: un romanzo diario di Christiano Cerasola
A cura di Alessandro Rizzo
Un'ode al lavoro: intervista a Federico Zazzara
A cura di Alessandro Rizzo

In questo numero segnaliamo...
 

 


 

"Poesie 1803" di Adam Oehlenschläger, a cura di Francesco Felici
Edizioni Edistudio (www.edistudio.it)

ISBN: 9788870362026

Autore: Adam Oehlenschläger
Redazione: Francesco Felici
Traduzione: Francesco Felici
Presentazione: Francesco Felici
Anno: 2011
Pag: 384

Adam Oehlenschläger (1779-1850) è il poeta nazionale danese, colui che per primo introdusse in
Danimarca e negli altri paesi del Nord le idee della Scuola Romantica Tedesca, dando il via così al Romanticismo danese prima e nordico poi. «Poesie 1803» è la sua prima raccolta, quella rivoluzionaria, quella che scatenò l'esplosione romantica nei paesi nordici.
Natura, amore, mitologia, sogno, nostalgia, universalismo, panteismo; ma anche satira, satira feroce delle tradizioni letterarie del '700, della classe borghese dell'epoca così schiava del moralismo utilitaristico, così compiaciuta della sua superficialità, così stupidamente arrogante nel suo credersi moralmente superiore: queste alcune delle tematiche trattate nell'opera. Il libro fu dal suo stesso autore diviso in tre sezioni. Nella prima sezione si trovano le romanze, lunghi componimenti a carattere principalmente mitologico, folcloristico o storico in cui il lirismo fa da cornice, da sfondo ma anche, e soprattutto, da anima a un vero e proprio intreccio narrativo; la seconda sezione contiene liriche di diverso argomento, principalmente d'amore (un amore, comunque, sempre in totale comunione con la natura). Qui il lirismo è indipendente da un intreccio narrativo e può quindi manifestarsi in mille sfumature diverse; l'intera terza parte è costituita invece da un'opera teatrale in cui si ritrovano, riorganizzate in forma scenica e armonizzate l'una con l'altra con grande maestria, tutte le tematiche affrontate nelle prime due sezioni.


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Esce Supernext l'antologica connetivista nel blog della Kipple Officina Libraria

In questa antologia si è voluto allora raccogliere un estratto del modo in cui i vari autori connettivisti hanno composto le loro riflessioni e le loro analisi e si è voluto farlo presentando una serie di interventi in cui vengono espressi punti di vista differenti.
Alex "Logos" Tonelli
NeXT anela a essere multimediale, interattivo, tridimensionale, olografico, multidimensionale e incorporeo. Queste epifanie iterative sono il compromesso con l'Aleph e il Logos.
Lukha Kremo Baroncinij
Kipple Officina Libraria: Kipple: racconti e romanzi di genere, prezzi competitivi e un'editing di alta qualità

http://www.kipple.it/

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In bianco e nero
Di Maddalena Lonati
Robin Edizioni, 2011

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Con questa raccolta di racconti Maddalena Lonati conferma il suo stile elegante e introspettivo col quale indaga i sentimenti umani ed in particolare l'eros. Ciascuno dei sette racconti che compongono la silloge rivela un aspetto del rapporto uomo donna, insieme all'aspetto artistico che lo accompagna; nel primo ad esempio, "A pezzi", si parla dell'incapacità della protagonista di darsi "per intera" ad un'uomo, e prendendo alla lettera questa condizione matura un'idea artistica. Nel secondo racconto invece, "La dieta", la protagonista non riesce a conciliarsi con la sua immagine del passato. L'elemento artistico, in particolare riguardante le arti visive ma non solo, è molto presente in questi racconti. Quello che più mi è piaciuto è un racconto epistolare che parla di scrittura: dopo un approccio non proprio amichevole due sconosciuti arrivano a conoscersi e stimarsi e finalmente incontrarsi. Molto bello anche il racconto che dà il titolo alla raccolta, che racconta l'ossessione di un uomo in seguito alla perdita della donna che amava e con essa dei colori della vita. Non anticipiamo oltre il contenuto dei racconti, lasciando al lettore il piacere di gustarseli e farsi sorprendere.

Massimo Acciai

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ebook ("La stortura della ragione") uscito per la Clepsydra edizioni www.clepsydraedizioni.com

NOTA DELL'AUTORE

Questo poemetto, nato come avvertito nel titolo da una visita alla Valle del Belice e alle rovine della vecchia Gibellina, vuole essere una breve meditazione poetica a partire dai luoghi in cui all'evento luttuoso della catastrofe naturale si accompagna la responsabilità di un malinteso rapporto col territorio basato, oltre che su una sua cattiva conoscenza, su uno sfruttamento disordinato ed equivoco delle risorse. Tutto ciò, celato nelle insufficienze di un sistema politico incompetente o deliberatamente mancante, manifesta i segni di una mentalità diffusa in cui a vari livelli ognuno di noi rischia al tempo stesso di esserne vittima e causa. Per sua natura non compete alla poesia nessun tipo di analisi sociologica o politica, ma fedele ad un'etica del presente
che muove tra le maglie delle passioni e delle aspirazioni umane, il suo sguardo non è mai secondario dove c'è da ridare dignità e ascolto, dove, nella comune mancanza, solidarietà e sostegno possono venire anche dalla rimessa in moto della memoria nella condivisione e nel riscatto del dolore. Questo lavoro non è che un piccolo tentativo in tal senso, ben cosciente della sua insufficienza di dettato appena accennato. Ma io credo che soprattutto oggi e nella circolarità delle sue corde civili il poetico debba formarsi e informare tra le questioni e gli interrogativi che non si possono più rimandare. E quando dico poetico intendo anche i dubbi e le voci sollevate per una discussione partecipativa degli eventi, affermativa per una ricostruzione quanto mai collettiva.

Gian Piero Stefanoni

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Mattatoio n. 5 (o la crociata dei bambini) di Kurt Vonnegut
Milano, Universale Economica Feltrinelli, 2005

"Mattatoio n. 5" è un libro sulla 2° guerra mondiale…
No, scusate, meglio dire che:
"Mattatoio n. 5" è un libro di fantascienza…
Ma nemmeno questo è esatto…
Riprovo:
"Mattatoio n. 5" è un libro straordinario, nel senso di fuori dall'ordinario.

A volte capita che si faccia faticare a catalogare un libro in un determinato genere, anche se poi, alla fine, si riesce a condurne i temi principali in una categoria conosciuta.
Con questo romanzo di Vonnegut, il suo libro più noto, è impresa ardua.

La vita del suo protagonista, Billy Pilgrim, si mischia con il racconto autobiografico dell'autore in merito al bombardamento su Dresda della 2° guerra mondiale, il quale si mischia con una storia di viaggi del tempo che lo stesso Pilgrim compie, e poi anche con la sua reclusione nello zoo del lontano pianeta Tralfamadore.

E questa, in linea di massima, è la trama.
Ma oltre a una trama che si incastra perfettamente in un bellissimo mosaico, Vonnegut infila anche la sua visione sulla vita e sulla guerra. Lo fa di soppiatto, all'improvviso.
E quando parlerà della morte di persone lo farà dando sempre un ultimo, personale, commento sempre uguale: "Così va la vita."

Un romanzo in cui, come lo stesso autore afferma, non vi sono eroi e atti di eroismo, ma uomini e donne umili e spaventati dalla loro fallacità nei confronti del loro destino.

Mauro Biancaniello

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Maria Antonietta Nardone
Namasté
Albatros, 2011


Namasté è il saluto che indiani e nepalesi si rivolgono tra loro e rivolgono ai visitatori, congiungendo le mani, riconoscendo l'umano e il divino che si trovano davanti, nell'interlocutore.
L'autrice racconta con grande maestria e spirito di osservazione l'India e il Nepal, mete di viaggi compiuti nell'ultimo decennio. Il quadro tracciato segue l'insanabile contraddizione comune a tutti i paesi asiatici - e al subcontinente indiano in particolare: la miseria e l'arretratezza da una parte ed il ricchissimo patrimonio storico e spirituale dall'altra. Inutile tentare di sbrogliare la matassa, al massimo si può prenderne atto e cercare di comprendere l'Altro - cosa a cui l'autrice è molto interessata - e accettarne la diversità. In uno stile che richiama il migliore Terzani, altro grande narratore dell'Asia, Maria Antonietta Nardone tesse il suo racconto in mille dettagli e quadretti, inframmezzate da note storiche e filosofiche, in un continuo rimando tra passato e presente. Un libro che fa riflettere.

Massimo Acciai

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Annalisa
Collana sorrisi: Raccoglie storie per bambini di fascia 7-11 anni
Titolo: Paolo e il segreto delle nuvole
Autore: Annalisa Margarino
Illustratore: Vesdan
Prezzo: € 12,00
ISBN: 97888954184-1-4
pp.: 24

Illustrazioni coloratissime, a volte a piena pagina, quasi a perdersi più nell'immagine che nello scritto e nelle quali si apprezza l'azione raccontata che corrisponde a quanto dettagliatamente descritto. Un libro per credere nel potere dell'immaginazione, in cui alle domande corrispondono risposte creative, originali e fantasiose, che aprono a vasti pensieri per trovare soluzioni armoniche. (Gianfranco De Lorenzo - ANPE)

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Niccolò Ammaniti, Io e te, Einaudi - Torino 2010, pp. 117 euro 10,00 (isbn 978-88-06-20680-2)

Ammaniti descrive ancora una volta a chiare lettere la realtà del mondo giovanile attraverso dei flashes di vita quotidiana che sigillano momenti di acuta disperazione che approdano in un fenomeno devastante che prende il nome di droga.
I personaggi principali su cui ruota l'intera vicenda sono due: Lorenzo e Olivia. I due figli dello stesso padre, ma di madri diverse.
La storia prende forma da una bugia inventata da Lorenzo: dice ai genitori che una compagna di scuola, Alessia Roncati, lo ha invitato in settimana bianca a Cortina insieme ad altri amici. I genitori sempre apprensivi verso il figlio taciturno, considerato un po' fuori dalla norma a loro parere, sono entusiasti ed iniziano a comperare tutto l'abbigliamento necessario. Lorenzo non ha il coraggio di dire la verità. Si considera "una mosca che imita le veste", quindi imita gli altri per entrare nel gruppo.
Così si arriva alla mattina della "falsa" partenza… e Lorenzo si fa lasciare dalla madre vicino al luogo dell'appuntamento. In realtà non c'è nessun invito, nessuna vacanza e dopo aver atteso un po' di tempo il giovane decide di godersi dei giorni in piena solitudine, una compagna a lui molto gradita e non compresa dal mondo circostante.
Il luogo ideale per la sua fuga è la cantina di casa piena di tante cose appartenenti alla contessa Nunziante, cioè alla precedente proprietaria che era morta senza parenti, così il padre, Francesco, "aveva comperato la casa con tutti i mobili e le sue cose e li aveva accatastati lì". C'erano anche delle cibarie assai abbondanti per il tempo da trascorrerci, ma si presenta un imprevisto… Squilla il cellulare e Lorenzo risponde pur non conoscendo il numero: è Olivia, la sua sorellastra, e cosa vuole? Il padre dei due giovani prima della nascita di Lorenzo aveva sposato una dentista di Como ed era nata Olivia, dopo il divorzio il padre sposa la madre di Lorenzo. Olivia era considerata una ragazza con molti problemi, ogni tanto fingeva di fare la fotografa, ma conduceva una vita senza regole; infatti si era fidanzata anche con il commercialista del padre.
All'età di ventuno anni Olivia era in grado di essere fonte di numerosi problemi tanto che a casa i genitori di Lorenzo ne parlavano spesso, mentre Lorenzo, a dodici anni compiuti, voleva fare tutto quello che avrebbe tanto desiderato, ovvero stare da solo senza dover fingere di avere amici e di apparire normale.
La cantina era un posto sicuro, nessuno vi sarebbe entrato almeno così pensava Lorenzo, ma… la maniglia della porta si muove ed entra Olivia, cerca qualcosa ma Lorenzo, nascosto, non riesce a capire cosa. Lei si accorge che c'è qualcuno e il fratello diventa visibile. Era scesa in cantina per trovare uno scatolone con tutte le sue cose: era così magra pur mantenendo tutta la sua bellezza con i capelli ricci biondi, piena di lentiggini e con gli occhi grigi. I due si congedano subito, però Olivia tornerà presto per chiedere ospitalità al fratello. I giorni che trascorrono insieme sono una vera prova per entrambi.
La giovane donna in preda ad una crisi per assuefazione da droga metterà a dura prova la vita apatica del fratello che cercherà in ogni modo di aiutarla anche ricorrendo alle medicine della nonna, Laura, in fin di vita all'ospedale.
Tanti ostacoli sono superati e tra i due si instaura un buon rapporto che purtroppo è destinato a finire in breve, anzi in modo irreparabile con la morte di Olivia dopo dieci anni per overdose. Un biglietto scritto dalla sorella prima di lasciare la cantina è tutto ciò che rimane di quei giorni trascorsi insieme…
In questa storia ci sono altri personaggi che fanno da cornice per inquadrare meglio le figure centrali: la nonna Laura, che nel suo attico ospitata il nipote tutte le volte che racconta di uscire con gli amici, insieme alla badante, Olga, e al suo basset hound assai vecchio. La madre di Lorenzo, che ha una galleria d'arte ed è molto apprensiva verso il figlio, infatti lo porta dagli specialisti per renderlo un "bambino normale". Il portiere del palazzo, Franchino, originario della Calabria e soprannominato Cercopiteco che si ferma spesso a parlare con Nihal, il cameriere che lavora a casa dei genitori di Lorenzo.
Il libro, Io e te, scritto da Ammaniti riesce a regalare al lettore momenti di vita vissuta conditi da aspettative, pensieri, stratagemmi che corrispondono alla realtà del nostro tempo e che spesso ci regalano un finale dal sapore amaro e sconvolgente.

Emanuela Ferrari

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New Yorker's Breaths di Maurizio Alberto Molinari
LietoColle Editore, Faloppio (Co), 2011.
ISBN: 9788878486423

Le poesie contenute in New Yorker's Breaths di Maurizio Alberto Molinari si caratterizzano per essere poesie fresche, vitali, e per essere altamente evocative. Così chi stupidamente pensa che un libricino così fino come questo può essere letto facilmente in dieci minuti, sbaglia di grosso. O per lo meno ha ragione nella misura in cui intende il 'leggere' come una semplice azione meccanica priva di comprensione e di analisi che consenta di sviscerare metafore e concetti impliciti. Non ho nessun problema nel confessare che un'unica lettura non mi ha permesso di comprendere completamente i messaggi che l'autore vuole mandarci con questa opera. Credo che la scrittura di Molinari, pur non essendo dichiaratamente criptica e oscura, è sempre alla ricerca, come l'autore ha riconosciuto nella prefazione, di un dialogo con il lettore, una sorta di negoziazione sui significati. Una lirica in particolare mi ha creato alcuni problemi di interpretazione ma al di là di questo non credo che Molinari voglia mettere paletti alla comprensione e, anzi, più un poeta è in grado di evocare situazioni, momenti ed emozioni diverse con le sue parole, più credo sia alto il suo livello di scrittura.
Dopo queste brevi ma necessarie considerazioni è doveroso dire che questi "respiri newyorkesi" sono dei vivissimi spaccati di vita quotidiana nella grande metropoli americana. L'attenzione nelle descrizioni e alla componente emotiva si fondono per formare un tutt'uno. L'unico filo conduttore della silloge è rappresentato da questi pensieri scaturiti all'autore in seguito a un viaggio o una permanenza in America. Una delle cose più curiose è il fatto che l'autore ha reputato necessario corredare ciascuna lirica con una foto in chiaro scuro, spesso modificata che ricalca direttamente particolari di New York come il suggestivo incrocio tra West 38th St. e Fifth Avenue raffigurato nella prima foto. Ma questa "newyorkesità" non si evince solo dalle foto, ma dalle parole che Molinari utilizza e anche dall'impiego abbastanza frequente della lingua inglese in alcuni titoli delle liriche.
La silloge apre con una serie di poesie che, pur evitando di nominarla direttamente, fanno riferimento alla strage dell'11 settembre 2001: Molinari parla di "vite sfuggite" (15), "esistenze vaghe" (15), dell' "ultimo volo" (17), di "residui umani" (25) e un'intera poesia è addirittura dedicata ai pompieri che persero la vita nelle operazioni di salvataggio dopo l'incidente. E così questo "grande frutto tutto da mangiare" (11) è descritto in maniera visiva con una serie di immagini che descrivono una vera e propria isotopia della luce: riflessi, specchi, riverberi, lampi, ombre, macchie, colore..solo per riportare alcune delle parole che più spesso ricorrono nella silloge.
Altro tema dominante, come spesso accade in poeti sensibili, è quello del tempo e il trattamento che Molinari ne fa è non solo enigmatico e metaforico ma altamente ispirato: "Il ricordo e il presente sono semplici dame e cadaveri senza delusioni né ritorsioni" (53) osserva in "Broadway - 1901".
Ma è New York il tema dominante, il centro pulsante di questo libro affascinante. La città americana è simbolo per antonomasia di modernità o forse dovremmo dire di postmodernità? E' centro di potere e della finanza, è una città ricca ma che conosce anche grandi disparità sociali (la poesia "Nyc Homeless" tratteggia la figura del tramp per dirla all'americana), è una città frenetica, caotica, spossante e alienante ma questi ultimi aspetti sembrano venir meno nelle liriche. Ciò che invece Molinari sottolinea con molta attenzione è l'internazionalità della gente, della mescolanza di etnie, razze, religioni, in una parola il melting pot celebrato dall'autore nell'omonima lirica: "Visi nuovi e apparenti / somatiche sconclusionate / nel melting pot del mondo" (49). Ma di New York abbiamo anche riferimenti alla sua "voce" per eccellenza, il New York Times e a spazi arcinoti quali Broadway e Carnegie Hall
Con questa silloge breve per numero di parole ma grande per la capacità di immagini e di metafore che evoca, Molinari ci fa viaggiare per le vie di New York mostrandoci il bello e il brutto, rendendoci anche spettatori in diretta del tragico attentato terroristico delle Twin Towers. Se le immagini del momento mandate alla televisione furono in grado di scioccare e di toccare i cuori della gente in ogni parte del mondo, alcune delle poesie di Molinari sono in grado di rievocare sensazioni destabilizzanti e impotenti di simile misura. Complimenti.


MAURIZIO ALBERTO MOLINARI è nato nel 1961 da genitori calabresi. Lavora a Milano in qualità di Copywriter e Account Executive presso l'Agenzia di Packaging & Strategic Design RSTB. Ha pubblicato le sillogi poetiche Poemantikha (Maremmi Editore, 2005), Il Passeggero (Il Filo Editore, 2008), Bottoms & Joysticks (Ibiskos-Ulivieri, 2009) e Poemantikha Nova (Aletti Editore, 2010), si è classificato in vari premi e concorsi letterari e molte delle sue liriche sono state segnalate e pubblicate in antologie poetiche.

Recensione di Lorenzo Spurio

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Pazienti smarriti di Maria Rosaria Pugliese
Robin Edizioni, Roma, 2010, pp. 189
ISBN: 9788873716385

Maria Rosaria Pugliese, scrittrice napoletana, con Pazienti smarriti propone una storia tragicamente realistica descritta in maniera vivida, e che non cade mai nel banale, inserendo un vissuto familiare all'interno di una più ampia cornice storica e sociale. Quando una malattia molto grave affligge una persona, a soffrirne, come sostengono i medici, non è solo il malato ma, secondo un processo di osmosi o di diffusione capillare, l'intera famiglia. E' ciò che avviene in questo interessante romanzo che, in una certa misura, mi ha fatto pensare a un film con Meryl Streep di qualche anno fa, One True Thing, tradotto in Italia La voce dell'amore. Ovviamente non vuole essere un parallelismo: le due storie sono molto diverse ma, leggendo il romanzo, questa è l'immagine che nella mia mente è stata evocata.
Nella prima parte l'autrice gioca con un interessante ossimoro: il giardino fresco e variopinto della casa del Cilento, descritto come una sorta di Eden e ricco di vita, contrasta infatti con la malattia del fratello che angoscia anche gli altri membri della famiglia, come fosse una pianta di edera che si aggrappa alle altre piante strozzandole e soffocandole. La narratrice osserva infatti: "Tu stai male e io penso alle piante" (6).
La Pugliese però è un'attenta compagna di viaggio nel fornirci anche le coordinate storiche attorno alle quali la storia si dipana: il maledetto 11 settembre 2001 (il terrorismo islamico metafora, secondo Oriana Fallaci, del cancro che minava il suo corpo), riferimenti alla seconda guerra mondiale (il bombardamento di Pescara, nel 1943), il boom economico (1958-1963), quando possedere un frigorifero era prezioso come possedere una reliquia, il periodo in cui "si votava Democrazia Cristiana" (59), il terremoto dell'Irpinia del 1980 e la strage di Nassiriya del 2003.
Ma la storia è molto di più. La malattia è investigata e studiata attentamente nelle sue varie fasi sia sotto un punto di vista medico-clinico che affettivo. La narratrice disquisisce sul valore della vita, la sua importanza. La buona salute è per noi un dato di fatto, un qualcosa che è presente in maniera scontata ma ci è stato sempre insegnato che non c'è mai niente di scontato quando si parla del corpo umano. E così il pensiero tragico ma altamente realista della scrittrice si condensa in queste frasi: "La buona salute è qualcosa che, fino a quando c'è, si dà per scontato così come è scontato il fatto che, girando la chiave nel rubinetto, sbocca acqua corrente o che, non appena sfioriamo l'interruttore, veniamo investiti dalla luce. Se però improvvisamente si rimane a secco o al buio e il consueto tran tran si blocca, allora, solo allora ci si rende conto dell'importanza di cose considerate ovvie (8-9).
E così viene narrata la metamorfosi di una famiglia qualsiasi che potrebbe essere quella di ciascuno di noi, una volta che uno dei suoi esponenti scopre un grave malattia, che rivela ben presto la fallimentarietà di ogni tipo di cura. Perché il Male a volte è più forte del Bene. Quello fisico però, non quello interiore come mostra il romanzo. E così in queste condizioni Ettore ritorna a casa ma la malattia non è stata debellata, attorno a lui la moglie, le sue due figlie e la sorella, attente e premurose, sofferenti di nascosto che lui definisce "l'esercito della salvezza".
E' affascinante la rievocazione di pillole di ricordi che la protagonista fa, della sua infanzia vissuta assieme al fratello sempre amato, alla società di allora, ai loro giochi e a quell'età felice e spensierata oramai persa. La scrittrice mescola il presente difficile dominato dalla traumatica malattia del fratello e il passato felice, spensierato. Questo mix di epoche temporali diverse ci fornisce, in maniera dolce, informazioni precise sul substrato e l'origine di quella famiglia, di quei due fratelli tanto uniti.
La seconda parte del romanzo porta il titolo "Pazienti smarriti" che poi è il titolo dell'intero romanzo e sottolinea come, di pari passo all'irreversibilità delle gravi condizioni di Ettore, ci sia un velato disinteresse della equipe medica, pronta ad assolvere ai suoi doveri ma distante e fredda dal punto di vista umano. La terza ed ultima parte è intitolata "Al mio paziente più paziente" e segue gli ultimi mesi di vita di Ettore.
Quello che più colpisce di questa narrazione è la grande espressività delle scene, la vivezza delle sensazioni che la Pugliese riesce a farci sentire sottopelle, facendoci immedesimare non solo con il protagonista ma con i suoi congiunti che si consumano giorno dopo giorno assieme ad Ettore. Sono tutti personaggi forti: Ettore è sempre in grado di dispensare agli altri dei sorrisi nonostante le sofferenze, gli altri sono risoluti, compatti e fiduciosi, sperano sempre in una guarigione. I personaggi non piangono, non si lasciano andare a comportamenti distruttivi né vittimistici ma combattono coesi questa battaglia spietata. Ma come la vita insegna non è sempre il Bene a vincere. I miei più vivi complimenti vanno alla Pugliese per la sua grande capacità narrativa di rappresentare scene drammatiche e desolanti dominate dalla minaccia di una malattia inguaribile, proponendo un fedele riflesso di dolorosi squarci di vita familiare.

Recensione di Lorenzo Spurio

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Pensieri senza pretese di Christian Lezzi
Arduino Sacco Editore, Roma, 2011, pp. 206
ISBN: 9788863544433

Christian Lezzi, scrittore ed opinionista milanese, mi ha proposto l'idea di scrivere una recensione per la sua raccolta di poesie. Non mi sono tirato indietro perchè il ruolo di recensore mi aggrada e perché questa silloge poetica dal titolo curioso ha richiamato da subito la mia attenzione. Mi piace molto soffermarmi sui titoli delle opere prima di proseguire nella loro lettura.

Pensieri senza pretese è una raccolta di poesie che tratta temi diversi fra loro ma ogni lirica è accomunata da questo desiderio del Lezzi di presentare uno spaccato semplice, comune, senza orpelli, senza tante pretese per l'appunto. Ed anche nella prefazione, con una forma di diminutio tutta contemporanea, l'autore cerca in un certo senso di scusarsi per non essere in grado di riconoscersi un poeta propriamente detto. Preferisce definirsi opinionista ma è un dato di fatto che chiunque scriva una poesia, sia praticamente un poeta. Christian Lezzi non fa sicuro eccezione. La lirica che apre la raccolta, "Inchiostro nelle vene", è una singolarissima sintesi della poetica del Lezzi, un prototipo di poesia personale che può essere poi riscontrato in tutte le altre: "un demone che si impossessa di te, questo è scrivere".
Il tema dell'amore è spesso presente in maniera esplicita o allegorica mediante alcuni immagini ricercate e interessanti ma spesso questo tema è minacciato dall'idea della morte o anche dalla nostalgia per i tempi andati. Le immagini che ricorrono maggiormente sono le risate, gli sguardi, labirinti, volti di donna ma, in via generale, la silloge si caratterizza per un'atmosfera grigia e cupa dovuta alle tematiche crepuscolari che affronta: il ricordo, il dolore, la guerra, l'esilio, la nostalgia e la solitudine. Un senso di sofferenza del protagonista aleggia intorno alla lirica "Resa" in cui il poeta invoca a lasciarsi andare per porre fine alle sofferenze terrene, è una dolce invocazione al suicidio: "Chiudi la partita senza aspettare un domani diverso che non sia solo l'estensione di ieri e di oggi con gli stessi pensieri tristi solitari e morenti", ma subito dopo si cambia registro ed è la vita a prevalere: "oggi non è tempo di morire". In "Guerra" il Lezzi ci fornisce una fine lirica pacifista che, più che sottolineare gli aspetti più crudi degli scontri bellici, fa riferimento alla violenza e alla spietatezza del genere umano, incapace di evitare tragedie di inaudita gravità.
In "Cenere alla cenere" il macigno di un ricordo che immaginiamo doloroso e connesso, forse, alla perdita della donna amata si conclude però con la riappropriazione della propria vita, con la forza di ragione che riesce addirittura ad allontanare da sé quel momento del passato, quasi a voler ricordare che la forza della ragione può tutto, anche cancellare i momenti vissuti: "Come polvere alla polvere disperdi al vento il suo ricordo ti liberi del ricordo e finalmente torni a vivere".
Curiosissimi riferimenti al mondo dell'arte figurativa trapelano in "Incontri": una donna che spicca fra i presenti "come una macchia di colore su una tela del Boccioni". Di Boccioni e del futurismo nella poesia è presente la tecnica della multi prospettiva e della immagini seriali. Un ottimo modo, a mio vedere, per celebrare un grande pittore e sculture poco ricordato. Il futurismo ritorna in maniera indiretta anche in "Metavita" dove il poeta fa riferimento all'uccisione del chiaro di luna che non può non farci pensare l'omonimo manifesto marinettiano del 1909. In "Concetti spaziali" ritorna il tema dell'arte, in questo caso plastica, nell'atto di tagliare la tela con una lama, esperienza artistica che ci fa pensare direttamente all'opera di Lucio Fontana: "Afferri la lama e con gesto deciso ferisci il supporto aprendo un mondo nuovo creando una nuova dimensione". Una particolareggiata analisi nello scandaglio dell'io, nei recessi della personalità, è presente nella poesia che porta il titolo "Psiche" che sembra essere un vero e proprio omaggio al padre della psicanalisi.
Il tempo è il grande protagonista della raccolta mediante episodi della vita che fanno riferimento ad esso: l'infanzia o i ricordi del passato, il presente liquido e difficile, il futuro inconoscibile e apparentemente precario. Nella poesia "Tempo" è proprio quest'ultimo il vero sovrano, descritto mediante una serie di costruzioni metaforiche di particolare impatto poetico: il tempo si dilata e si comprime descrivendo quindi anacronismi che sono estranei al canonico scorrere del tempo.
Sono numerose le liriche contenute nella silloge e ciascuna meriterebbe un'analisi attenta ma posso concludere che la raccolta, pur non seguendo un ordine tematico come ha riconosciuto lo stesso Lezzi nella sua prefazione, finisce paradossalmente per avere una grande compattezza. La poliedricità dei temi trattati non è fastidiosa e l'interesse nella lettura è incentivato da questo continuo cambio di temi e di immagini evocate. L'unico cruccio, forse, risiede nella limitata musicalità delle liriche e nella trascuratezza metrica ma neppure questi aspetti sono capaci di minare l'ottima impostazione del Lezzi nel presentare squarci lirici talvolta drammatici, altre volte altamente romantici.

Recensione di Lorenzo Spurio

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"Demon Hunter: l'arcangelo risolutore"
di Riccardo Brumana
Rupe Mutevole Edizioni
Pagg. 68
€ 10.00

Attraverso questa silloge poetica l'autore Riccardo Brumana ci accompagna in un mondo ricco di emozioni forti: enigmatiche ma tangibili.

Nelle sue opere tratta tematiche importanti quali la Fede, l'amore, la famiglia, la rabbia, il sociale e lo fa evidenziandone i rispettivi componenti fondamentali.

Nella Fede evidenzia il suo Credo ed il ringraziamento verso il Signore; nell'amore la passione attraverso gli stadi della sua vita, tra ricordi e desideri; nella famiglia il suo pensiero si sofferma invece sulla figura della madre, sull'aborto, sulla gioia di ritrovarsi padre; la rabbia rivela la sua lotta contro la società corrotta; il sociale, per concludere, affronta situazioni difficilmente cancellabili nel mondo odierno: razzismo e corruzione.

Spesso leggendo fra i versi delle sue poesie emerge l'immagine-simbolo di un drago: animale forte, libero e coraggioso, in cui l'autore si rispecchia.
"Demon Hunter: l'Arcangelo risolutore": un libro di poesie in grado di emozionare, far riflettere e perché no, anche sognare.

Recensione di Sara Rota

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"Mercanti di organi"
di Aldo Emilio Moretti
MEF Editore
pagg. 362
€ 19.90
ISBN: 978 88 517 2082 7

Attraverso questo libro l'autore Aldo Emilio Moretti ci accompagna alla scoperta di un tema alquanto importante e delicato: il trapianto di organi.
Tutto si sviluppa in un ambiente internazionale in cui agiscono associazioni internazionali ed il compito principale del dottor Alan è quello di sbrogliare un traffico illecito d'organi.
Ovviamente l'impresa non sarà semplice in quanto si susseguiranno spionaggi, intercettazioni, scoperte e traffici segreti oltre a colpi di scena sensazionali.
Nonostante l'argomento trattato, il linguaggio utilizzato dall'autore è comprensibile anche a coloro che non hanno a che fare con questo genere di cose tutti i giorni.
Il tutto è arricchito da ambienti sublimi, panorami entusiasmanti e nobili scopi, che anticipano quello che in futuro ci attende.
"Mercanti di organi" è un libro originale, interessante, capace di emozionare ed al contempo donare emozioni scientifiche senza pari.
"Mercanti di organi": un libro da leggersi con calma per non perderne il filo logico data l'importanza dell'oggetto trattato

Recensione di Sara Rota

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"Johnny Nuovo"
di Mauro Evangelisti
Cartacanta Editore
Pagg. 110
€ 13.00

Attraverso questo libro l'autore Mauro Evangelisti ci accompagna nella vita di un ragazzo cresciuto obbligatoriamente tra le quattro mura di una stanza segreta, fin da quando aveva pochi mesi, a causa della pessima volontà di un ceto signore K.
Tutta la storia prende vita quasi fosse una forma di diario giornalistico in cui gli eventi prendono forma.
Il bambino vive solo con la presenza del signor K, senza televisione, senza amici e senza avere la possibilità di ammirare le bellezze del mondo esterno.
Solo una volta cresciuto, divenuto un ragazzo, quasi per caso il giovane scoprirà l'esistenza di una porta e del mondo che vive intorno ed al di fuori di essa.
Per il signor K si aprono le porte del carcere e nemmeno la decisione di Carlo, così si chiama il giovane, di farlo partecipe del suo matrimonio segnerà un certo rimorso nel signor K, suo carceriere.
"Johnny Nuovo": un libro che racconta di verità che molto spesso sarebbe bene tenere taciute, ma che molte volte affiorano ad inquietare l'esistenza dell'uomo.
"Johnny Nuovo": un libro scritto con semplicità, ma capace di commuovere ed intrigare per la trama narrata, non troppo discordante dalla realtà odierna.
"Johnny Nuovo": un intreccio di storie ed emozioni che creano un'unica ed interessante avventura di vita, alla scoperta delle bellezze, ma anche delle vicissitudini del mondo.

Recensione di Sara Rota

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Tiziana Iaccarino
Le catene del potere
Edizioni Eracle, 2011

Non esistono libri immorali, diceva Oscar Wilde oltre un secolo fa, esistono solo libri scritti bene o scritti male: nel romanzo di Tiziana Iaccarino non si salva in effetti nessuno, eccetto i bambini. Ogni personaggio ha le sue colpe ed è al tempo stesso vittima e carnefice. In un mondo dove gli unici "valori" sono il sesso e i soldi, i personaggi vivono tra reciprochi tradimenti una vita del tutto ipocrita e vuota, convinti perfino di avere dei valori e dei sentimenti che nobilitano le loro tutto sommato banali storie di corna. L'autrice è magistrale nel ritrarre questo mondo della ricca borghesia partenopea, da cui parte la vicenda che si estende presto ad un altro continente - chiamando in causa molti personaggi. La Iaccarino smaschera le ipocrisie e lo squallore che si nasconde dietro un'invidiata ricca famiglia di Napoli, lanciando un pesante messaggio di denuncia anche sociale. L'amore puro non esiste, sembra suggerirci, o quantomeno non esiste nelle vite dei personaggi: non esiste per Sebastian, il ricco figlio di Tonio, che non esita a tradire la fidanzata alla vigilia delle nozze, non esiste per Rose, che si concede a chiunque le possa offrire la speranza di un riscatto sociale, non esiste per Cielo, che si divide tra due uomini, non esiste per Mauricio, che dovrebbe essere il cattivo della storia ma è quello che muove più compassione, e non esiste soprattutto per Tonio, uomo senza scrupoli che non si pente di aver fatto una figlia con un'altra donna e vuole addirittura riconoscerla come figlia propria, sottraendola così al rivale in amore e vecchio amico Mauricio. Una lettura che fa riflettere.

Massimo Acciai

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Uscita del racconto "Amore mio dolce" di Alda teodorani sul sito Kipple

E' finalmente disponibile su www.kipple.it (sul suo Alda Teodorani's Corner) e in tutti i portali italiani dedicati, il racconto "Amore mio dolce" di Alda Teodorani, in versioneeBook e scaricabile al prezzo eccezionale di 1 euro (sugli altri portali a 1.49 €). Il file ePub non ha DRM, è cioè senza lucchetti digitali e può essere letto su qualsiasi lettore.

Come s'intreccia una passione per il cioccolato con la più insana delle passioni? Attraverso la compenetrazione... Questo è il messaggio di Alda che passa attraverso Eros e Thanatos.

Kipple Officina Libraria: letteratura di genere, un editing di alta qualità, E-book a prezzi competitivi

Info:

http://www.kipple.it/

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Titolo: Jane Eyre, Una rilettura contemporanea
Autore: Lorenzo Spurio
Editore: Lulu Edizioni
Anno: 2011
Pagine: 101
ISBN: 9781447794325
Genere: Critica letteraria
Prezzo: 12,00 Euro (su Lulu.com sconto del 15%)
Scaricabile anche il formato elettronico al prezzo di 8,00 Euro

Descrizione: Jane Eyre, il grande romanzo di Charlotte Brontë, anche se venne scritto più di centocinquanta anni fa, è particolarmente attuale. Ne è testimone la grande tradizione critico-letteraria che da sempre ha posto al centro del suo studio e della sua esegesi questo romanzo considerato, assieme a Orgoglio e Pregiudizio di Jane Austen e Cime tempestose di Emily Brontë, una delle prime narrazioni in cui l'eroina è espressione di ideali femministi. Negli ultimi venti anni un gran numero di scrittori affermati e esordienti hanno ripreso il mother text di Jane Eyre per continuare la storia in esso contenuta, rivederne alcuni aspetti o, addirittura, stravolgerla per darne una veste completamente diversa e originale. Questo saggio affronta in maniera comparativa come alcuni scrittori hanno fatto utilizzo del testo della Brontë nelle loro riscritture e rivisitazioni dell'opera.

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Il mare di spalle
Antonio Sofia
uscita: maggio 2011
pp. 224, € 16,00
isbn 978-88-97044-11-6

La violenza degli adulti irrompe nel mondo dei ragazzi, troncando i sogni e le speranze per portarvi in cambio, inaspettata e apparentemente casuale, la tragedia. Ispirandosi a un fatto di cronaca, l'autore descrive con occhio acuto e grande sensibilità le vite, straordinarie nella loro quotidianità, di un gruppo di adolescenti, in una taciuta ma ben riconoscibile città del Meridione italiano. La scuola e gli amori, i progetti per il futuro e le difficoltà dell'oggi, i problemi familiari e l'accettazione di sé sono gli elementi che vanno a formare un quadro realistico, ma dalle tinte delicate.
Uno straordinario affresco corale, ora poetico e ora ruvido, dedicato a tutti quei ragazzi che, tra mille difficoltà, non accettano di perdere la speranza.

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L'ESPERANTO, QUESTO SCONOSCIUTO.

"Tutta la terra aveva una sola lingua e le stesse parole" questo c'è scritto nella Genesi., un versetto che mi ha ispirato a scrivere un libro su un tema semisconosciuto, ma davvero molto coinvolgente.
Ho sentito parlare per la prima volta di esperanto 4 anni fa.
In 23 anni di vita nessun insegnante mi aveva mai proposto un tema del genere durante le sue lezioni.
Un giorno, l'illuminazione: durante un corso all'università una professoressa nomina l'esperanto e ne parla per addirittura 30 secondi…
"Tutto qua? A me non basta assolutamente!" mi sono detto tra me e me…. Così è nato questo libro.
Ho deciso di raccontare l'esperanto partendo dal suo ideatore, un medico ebreo, Lazzaro Zamenhof, che lo istituì più di un secolo fa.
Secondo il suo creatore serviva una lingua per la comunicazione mondiale che non privilegiasse nessun parlante storicamente di serie a. Per noi oggi gli inglesi, domani i cinesi o gli arabi.
L'obiettivo primario di quest'opera è permettere la conoscenza dell'esistenza dell'esperanto.
Nel 2011 è già un passo avanti riuscire a far sapere che esiste una lingua con l'intento di affratellare tutta l'umanità: è un diritto di tutti i parlanti del mondo conoscere una realtà del genere così nobile nelle sue intenzioni prodromiche.
Il libro è pensato per coinvolgere e motivare a scoprire l'esperanto, ma senza motti propagandistici od ottiche miopi; esso racconta una storia affascinante e svela i meccanismi che hanno dato vita a questo idioma artificiale creato a tavolino su principi democratici molto encomiabili.
Leggere il libro "Di esperanto in esperanto" (Aletti Editore) significa dare l'opportunità di accedere in punta di piedi ad un mondo ignoto e dai grandi ideali di fondo. Attualmente ne avremmo proprio bisogno di aprirci a temi così "alti", sarebbe una grande ventata d'ossigeno positivo.

Chi volesse contattarmi per curiosità o domande sul libro può scrivermi a macrigiu83@hotmail.it o aggiungermi su facebook.

Giuseppe Macrì

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Dalla vetrata incantata di Sandra Carresi
Lulu Edizioni, 2011, pp. 56
ISBN: 9781447794141
Prefazione all'opera, a cura di Lorenzo Spurio

La liriche proposte da Sandra Carresi in Dalla vetrata incantata, sua seconda silloge di poesie, trasmettono una poesia fresca, diretta, che non ama fronzoli formali né la retorica, preferendo focalizzarsi sulla semplicità dei temi. Semplicità che non è mai sinonimo di banalità ma, al contrario, di qualcosa di bello perché puro ed innocuo. La raccolta si caratterizza per affrontare immagini e tematiche diverse fra loro che però, contrariamente a quanto verrebbe da pensare, non forniscono una visione disomogenea della silloge. La Carresi infatti, con la sua scrittura espressionistica, traccia pennellate di colore che il lettore ammira ed interpreta dalla sua prospettiva, riuscendo a coniugarle in un universo unico.
Curiosa e quanto mai verosimile l'immagine della donna che la Carresi tratteggia in "Donna" descrivendo appunto il genere femminile secondo una dimensione diacronica, nel tempo. La donna di ieri: messa a tacere, violata, dominata e quella di oggi, "dai tacchi alti", emancipata, progredita e compiuta. Ma il messaggio che la Carresi manda è doppio: nel passato troppe violenze si sono consumate nei confronti della donna ma anche nel presente si conservano forme d'imposizione, di diseguaglianza. Rispettare la donna, sembra suggerire la Carresi, è il modo più semplice per riconoscerci uomini, ossia esseri dotati di raziocinio. Ma l'universo femminile è onnipresente nella raccolta di poesie e lo ritroviamo nelle varie immagini della luna (la dea Artemide nella mitologia greca era associata alla luna e ad essa venivano offerti una serie di cerimoniali e complessi festivi; il ciclo mestruale è un ciclo lunare, la donna è dunque particolarmente legata alla luna), alla Terra concepita come Grande Madre, come Dea suprema e l'elogio alla primavera, stagione della rinascita, della fertilità e dell'avvio del ciclo vitale. Un affascinante omaggio a piazza Duomo di Firenze in un momento di festa è offerto in "In piazza fra curiosità ed allegria".
In questo piacevole viaggio che la Carresi ci fa fare ci sono anche ampi riferimenti al tema del tempo che passa, come il lento passare delle stagioni, e la suggestiva immagine di una persona che guarda il tempo ma ha perduto l'orologio (in "L'orologio"); importanti sono anche i temi della memoria e la rievocazione dei ricordi, che si configurano come una riappropriazione lucida dei tempi passati del nostro essere che solo nella nostra mente e nei nostri sogni prendono di nuovo forma nel "qui e ora".
Non da ultimo, la Carresi si mostra un'attenta osservatrice del mondo che ci circonda e riesce a trasfondere con la sua maestria lirica alcune delle problematiche sociali che ci riguardano da vicini: il futuro del pianeta, l'immigrazione, la precaria identità dell'Europa e gli italiani che sono troppo diversi tra loro ancora, dopo centocinquanta anni d'unità d'Italia.

IL LIBRO PUO' ESSERE ACQUISTATO SU LULU.COM SIA IN FORMATO CARTACEO, AL PREZZO DI 10 EURO, CLICCANDO QUI O IN MODALITA' E-BOOK AL PREZZO DI 8 EURO CLICCANDO QUI E NELLE PROSSIME SETTIMANE SU TUTTE LE ALTRE LIBRERIE ONLINE.

Lorenzo Spurio
 

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Michela Marzano: riflessione sull'etica e la vita quotidiana

Di Damiano Mazzotti

"Etica oggi" di Michela Marzano è un saggio che offre un'ampia panoramica della complessità della vita umana (www.erickson.it, 2011).

Essere realisti, che utopia! (Bernard Groethuysen)
Il cinismo è l'arte di vedere le cose come sono, non come dovrebbero essere. (Oscar Wilde)

Questa pubblicazione offre una buona sintesi delle questioni morali di un mondo sempre più globalizzato e prende in esame la filosofia morale, la bioetica, l'etica ambientale, i costumi sessuali, la responsabilità sociale delle imprese, i diritti dell'uomo e l'etica delle relazioni internazionali, senza però entrare in una dimensione astrusa o specialistica. Per fortuna. I filosofi non dovrebbero triturare i neuroni con un gergo esoterico che sviluppa discorsi paranormali o paradottrinali. I veri filosofi riescono a farsi comprendere anche dalla gente comune.
Però a mio parere la Marzano commette il classico errore di generalizzare un pregiudizio femminile, quando descrive l'utilizzazione dell'immagine del nudo femminile o la pornografia come una forma di sfruttamento delle donne, senza considerare il fatto che esiste una minoranza di donne che preferisce i piaceri dei soldi e le libertà sessuali ai vincoli delle relazioni di coppia tradizionali. Anzi, da un certo punto di vista molte donne riescono a sfruttare le debolezze sessuali maschili per fare la bella vita e in molti casi riescono a farsi mantenere fino alla morte come molti politici italiani. Inoltre non tutti possono investire tempo e soldi in cultura (o nascere intelligenti), e i belli, i poveri e gli stupidi devono avere la libertà di guadagnarsi da vivere come meglio credono (senza arrecare danno agli altri). Si diventa prostitute e si diventa minatori perché non si trovano alternative migliori (per vivere o sopravvivere). Io non farei mai il minatore.
In ogni caso Michela Marzano sembra inseguire l'etica che esce dalla sua vecchia dimensione localistica e religiosa per andare incontro alla nascente etica internazionale più laica. Comunque la filosofia morale dovrebbe essere più sperimentale e dovrebbe utilizzare più spesso i grandi poteri dell'immaginazione umana. Bisognerebbe sempre prendere esempio da Einstein e dal suo approccio estremamente creativo nella ricerca scientifica. Invece oggigiorno la scienza produce troppe branche iperspecialistiche, "compartimentazioni disciplinari, chiusure e ignoranze che impediscono di vedere i problemi globali" e di capire le cose (Edgar Morin, La mia sinistra, 2011).
D'altra parte il rischio che corre ogni studioso e soprattutto ogni filosofo è quello di fare la fine di Marx, che "Dopo aver pescato a larghe mani nei suoi predecessori e nei suoi rivali, non esitò, pur di imporre il suo deciso superamento, ad ingigantire le antitesi, a raddoppiare in violenza polemica, affinché in un deserto colmo solo di macerie, meglio sovrastasse in tutto il suo splendore il suo scientifico edificio" piuttosto settario (Carlo Rosselli, Socialismo liberale).
E siccome la maggior parte degli esseri umani reagisce in modo conformista, una buona parte si crede anticonformista e solo una minoranza delle persone sa riflettere e sa quello che fa, in definitiva l'etica della vita quotidiana consiste nel rispettare le libertà degli altri e "Adoperarsi per ben pensare è il principio della morale" (Pascal), poiché "In tutti noi sonnecchia un gran potenziale di buona volontà che è atomizzata, intimidita, intrappolata, paralizzata e disorientata, come se non sapesse su cosa basarsi, per che cosa manifestarsi e come assumere se stessa" (Vaclav Havel).
In ultima analisi non serve un'etica normativa, ma bisogna di volta in volta adottare un'etica sartoriale e creativa, in quanto l'umanità è differenziata in molte culture, subculture, famiglie e individui con diversi cervelli, esigenze, problemi e situazioni di vita. I concetti di "buono e cattivo" sono simili a "destro e sinistro" e dipendono dal punto di vista individuale (George Santayana, filosofo spagnolo naturalizzato americano e teorico del realismo critico, The Winds of Doctrine, 1912; per reperire i suoi scritti: www.iupui.edu/santedit; www.iep.utm.edu, Internet Encyclopedia of Philosophy). Perciò chi vuole fare il "buono" limitando l'autodeterminazione degli altri è semplicemente un "cattivo" che sta sublimando e trasformando la sua aggressività in attività o burocrazia sadica.
Non esiste un'etica uniforme, ma esistono visioni etiche multiformi in base alle culture e al genere di sottoculture in cui si vive. Proviamo a pensare alle svariate regole sociali e culturali da rispettare. In alcuni paesi europei non esiste il reato di atti osceni in luogo pubblico, poiché si considera che nessuno è obbligato a guardare due persone che fanno sesso. Mentre in altri paesi è vietato baciarsi o addirittura esporre i simboli di una religione diversa da quella di stato. E in circa l'80 per cento delle culture è ammessa la poligamia, ma in molti paesi occidentali la bigamia è ancora considerata un reato a causa dell'originaria e pervasiva etica religiosa.
Quindi, con le parole semplici e lievemente radicali di un grande poeta si può dire che "non esiste il bene e il male, ma è il pensiero che li rende tali" (William Shakespeare, famoso artista inglese, con probabili origini italiane; www.johnflorio-is-shakespeare.com/florio22222.html, in inglese, francese e italiano). Però la principale norma positiva di condotta che si potrebbe affermare a livello globale nell'arco di qualche decennio è questa: la libertà personale è inviolabile (citazione presente nella nostra Costituzione e molto bistratta dall'idiozia e dall'immoralità politica).

Michela Marzano è professore ordinario di filosofia morale all'Université Paris Descartes (Sorbonne-Paris-Cité). Nel 2009 è stata considerata uno dei cinquanta nuovi pensatori più originali del mondo da "Le Nouvel Observateur" (http://tempsreel.nouvelobs.com). Ha pubblicato molti libri in francese e in italiano.

Per approfondire temi etici internazionali si possono trovare alcuni testi molto interessanti presso questa casa editrice: www.polity.co.uk/philosophy (è specializzata nelle varie scienze umane).

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"Nebular" di Antonio Messina

 
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