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Narrativa

Questa rubrica è aperta a chiunque voglia inviare testi in prosa inediti, purché rispettino i più elementari principi morali e di decenza...
Virus mutandis di Giuseppe Costantino Budetta, Là dove convergono i meridiani di Giulio Capitani, U lazzu e a strummula di Giulio Capitani, Paese di notte di Antonio Carollo, La giornata della memoria di Marcellino Lombardi, Ushuaia di Micha

Poesia italiana

Questa rubrica è aperta a chiunque voglia inviare testi poetici inediti, purché rispettino i più elementari principi morali e di decenza...
poesie di Massimo Acciai, Luca Baratta, Giuseppe Costantino Budetta, Maria Grazia Cabras, Eleonora Falciani, Alessandra Ferrari, Emanuela Ferrari, Davide Morelli, Roberto Mosi, Gloria Pinardi, Natalia Radice, Paolo Ragni, Nicola Ruggiero, Anna Maria Volpini

Poesia in lingua

Questa rubrica è aperta a chiunque voglia inviare testi poetici inediti, in lingua diversa dall'italiano, purché rispettino i più elementari principi morali e di decenza...
poesie di Lucia Dragotescu, Manuela Leahu

Recensioni

In questo numero:
- "Canti" di Giuseppe Serembe, nota di Enrico Pietrangeli
- "Penelope Guzman - Il colpevole" di Eliott Parker, nota di Riccardo Lupo
- "Dire fare baciare" di Alfonso Raffaelli
- "Il segreto dei Vanderloo" di Allegra Nasi
- "Ho ingoiato l'anima" di Marco Cocciola
- "Pura Vida" di Teresa Giulietti
- "Ofelia e la luna di paglia" di Antonio Messina, nota di Massimo Acciai
- "Geografia del mattino e altre poesie" di Gian Piero Stefanoni
- Crimine e Onore. I codici di comportamento delle organizzazioni criminali e 'Ndrangheta. I mille volti di un sistema criminale di Antonella Colonna Villasi, nota a cura di Roberto Casalena
- "L'eroe non è di carta" di Gianrocco Pucino
- "Leggere conosce crescere" di Nunziante Minichiello, recensione di Maria Ianiciello
- "Libero pensiero e liberi pensatori" di Damiano Mazzotti, nota di Massimo Acciai
- "Quando torna" di Roberto Pallocca, nota di Enrico Pietrangeli
- "S.O.S. Manuale di sopravvivenza" di Giorgio Gazzolo
- "Parole e silenzi" di Antonio De Rosa, recensione di Emanuela Ferrari
- "Felci" di Alessandra Ferrari, recensione di Emanuela Ferrari
- "L'arte di insultare" di Arthur Schopenhauer, recensione di Emanuela Ferrari
- "Il caso Imprimatur" di Simone Berni
- "Nostalgia del grigio - 60 anni di BUR" di Oliviero Di liberto
- "I corvi e i campi di grano" di Maria Galella, recensione di Eduardo Vitolo
- "Johnny cash - the man in black" di Stefano Santangelo, recensione di Eduardo Vitolo
- "Per Elisa" di Mangani Azzurra, recensione di Eduardo Vitolo

Interviste

Iuri Lombardi, poeta e scrittore
intervista a cura di Massimo Acciai
Eltore Elica: far rivivere autori defunti
intervista a cura di Massimo Acciai

Incontri nel giardino autunnale

Corrado D'Addesio, scultore del legno, autodidatta
A cura di Matteo Nicodemo

Saggi

Filosofia, poesia, contemporaneità
di Apostolos Apostolou
Slavoj Zizek: Una metanarrazione o un nuovo racconto speculativo?
di Apostolos Apostolou

In questo numero segnaliamo...
 



Giuseppe Serembe
Canti
Comune di San Cosmo Albanese - 2007


Nell'entroterra ionico, ai piedi della Sila, si erge San Cosmo Albanese, un borgo ricco di storia in un singolare contesto culturale tuttora preservato. Qui approdarono, nel corso del XV secolo, comunità albanesi in fuga dall'ascesa turca lungo i Balcani. Paese memore delle gesta di Scanderberg, eroe nazionale della resistenza contro Maometto II e "atleta di Cristo" di papa Callisto III, altresì mai dimentico del suo poeta bohemien Giuseppe Serembe, immortalato nel mezzo busto eretto in piazza della Libertà e di recente celebrato dall'amministrazione locale attraverso questa pubblicazione. Una silloge che si avvale delle traduzioni di Vincenzo Belmonte, frutto di un'attenta ricerca e redatte con puntuali note per renderci al meglio l'originale gusto dei Kënka. Siamo nell'Ottocento, nel pieno delle vicende risorgimentali. Serembe ne è partecipe a tutti gli effetti, uno spirito trepidante e patriottico sia nei confronti dell'ospitante Italia che dell'antica madrepatria albanese, rivolto anche all'irredentismo greco. "Oggi il fucile/tutta Europa di fremiti riempie,/mentre volta le spalle il turco in fuga" scrive il poeta in una sua composizione che è anche cronaca dell'impegno civile dei tempi. Emerge una vita errabonda, che conosce la miseria e attraversa le Americhe due volte, fino alla morte dell'artista, probabilmente per stenti, in una piazza del mercato di San Paolo del Brasile. Personaggio parte di una Scapigliatura che tramandava, prima ancora che stili di vita alternativi, un'etica nazionale, sia pure nella contrapposizione dualistica tra vero e ideale nell'ottica di quel tardo romanticismo sgravato di ristagnante provincialismo. Non a caso Domenico Milelli, uno "sregolato" meridionale, sarà tra i pochi intellettuali dell'epoca ad interessarsene. L'amore gli "ha sconvolto il cervello,/agitato il sangue,/sottratto l'anima" ma dal paesaggio agreste "fronde e pagliuzze ruotano per l'aria" catturando ancora la sua attenzione. "Colui che sta recluso in questo colle/guarda sempre alla fertile pianura" evoca un Leopardi che inverte solo la linea dell' orizzonte, un sostrato dove "il sonno ci conquista e prostra,/preludio del destino che ci atterra". Nel Pensiero notturno, tuttavia, "fluttuavano baciandosi/cieli in onde di fiamma e pura luce,/ove amore è semente a soli e stelle" in una travolgente carica mistica. Ai SS.Cosma e Damiano, infatti, è una ricorrenza rituale del mondo rurale ed anche festività patronale del borgo natio. Temi religiosi ricorrono anche in A Maria Vergine, dove lo sconforto si sovrappone al fervore della devozione e segna la distanza in una miseria che incalza, quanto altrove definirà "infamissime insidie della Chiesa Romana". A Giuseppe De Rada, altro poeta di lingua albanese, e Ad Alì di Tepelena, "sole dell'Albania" e fautore antelitteram di un'autonomia dall'impero ottomano, titola i suoi componimenti inneggiando ad una carducciana "stirpe guerriera" nelle vicende di un popolo che, oggigiorno, rimanda alle cronache del Kosovo. Poeta a cui (per la cronaca eravamo nel 1961) persino il regime di Enver Hoxha ha reso omaggio nell'opportunismo ideologico di un socialismo reale concentrato a ridare identità all'Albania attraverso il modello stalinista. Qui affiora la figura dell'eroe eclettico e ribelle che solo la "nuova storia della letteratura fondata su basi marxiste" arriva a comprenderne nei risvolti dei valori patriottici e sociali. La storia, quella vissuta da Serembe in prima persona, ripercorre un fugace scenario borbonico con il "re bomba" e "Franceschiello" per accogliere trionfante il "re galantuomo", effigie liberale dei Savoia nell'Italia riunificata. Dell'altra sponda dell'Adriatico, riporta i grandi eventi, quelli per cui tutto non sarà mai più come prima e all'origine della stessa cultura arbëreshë, ne fa sintesi nella quartina di un poemetto dedicato Alla Signora Principessa Elena Gjika: "Alcuni, sconfitti dal turco,/affrontarono il mare,/altri tra i greci si dispersero,/apostatarono altri."

Nota di Enrico Pietrangeli - 2008

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Autore: Eliott Parker
Titolo: Penelope Guzman - IL COLPEVOLE
Casa Editrice: Seneca Edizioni
Collana: Amàrantos
ISBN: 978-88-6122-117-8


Una cittadina degli Stati Uniti dei nostri tempi. Un'investigatrice privata, Penelope Guzman, conosciuta per la sua abilità e professionalità. Una donna dalla personalità complessa e multiforme, un intrigante mix di dolcezza e riflessività, impulsività e determinazione.

E il nuovo caso che si presenta a Penelope appare subito dai contorni strani ed inquietanti. Un caso troppo frettolosamente archiviato dalla polizia. Un caso attorno al quale ruotano tre uomini. Tre distinti microcosmi destinati ad incontrarsi. Ed a scontrarsi.

Il primo è un avvocato di mezz'età, Henry Baldwin. Un tipo mite e cortese, conosciuto nel suo ambiente più per i suoi insuccessi professionali che per i suoi trionfi. Un uomo che si rivolge a Penelope chiedendo il suo aiuto.

Il secondo è Michael Spoonish, coetaneo ed amico di Baldwin, dalla personalità strana e contorta. Alterna momenti di fredda lucidità ad altri di istintiva ed incontrollata violenza.

Il terzo uomo infine è un tecnico informatico, Henry Winkler, collega di lavoro di Spoonish. Giovane e di bell'aspetto Winkler è apparentemente la vittima sacrificale, il terzo vertice di un triangolo oscuro e contraddittorio.

Tutta la storia ruota attorno a questo triangolo. Una difficile ed intricata partita con i tre protagonisti inconsapevoli attori di un dramma dalle tinte fosche. Dove niente è come sembra, ma tutto alla fine è come è sempre stato.

Attenta Penelope. Perché il problema non è solo sbrogliare la matassa, seguire il tuo intuito per delineare il profilo psicologico dell'assassino e assicurare il colpevole alla giustizia. Il problema principale è un altro.

Il problema principale, Penelope, è uscirne viva.

Sei pronto anche tu ad imbarcarti in questa emozionante avventura? Un'avventura intrigante e coinvolgente, da leggersi tutta d'un fiato.


Uno di quei libri che si leggono d'un fiato, rimanendo poi abbastanza soddisfatti, come al termine di un buon pranzo. Certo, qualche piccola imperfezione stilistica si nota, ma si perdona facilmente perché la trama è piena di idee e colpi di scena; il linguaggio è semplice, lineare e non volgare (cosa tutt'altro che scontata nella narrativa poliziesca moderna), non c'è nulla di morboso o di gratuito (anche in questo ci troviamo di fronte ad una felice eccezione) e anche la violenza è misurata e funzionale alla storia.
Il personaggio di Penelope, investigatrice privata molto sicura di sé, è molto ben disegnato: una donna con le sue debolezze (è un'accanita fumatrice, cosa che me ne aliena un po' di simpatia, pur non essendo un "talebano") ma che tira fuori la sua forza ed il suo coraggio, insieme all'intuito e allo spirito di osservazione, quando occorre (anche se può contare su una discreta dose di fortuna).
Per chi, come me, si è affezionato a questa giovane donna, può continuare a seguirla virtualmente sul suo blog:
www.penelopeguzman.com

Massimo Acciai

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Crimine e Onore. I codici di comportamento delle organizzazioni criminali e 'Ndrangheta. I mille volti di un sistema criminale di Antonella Colonna Villasi


Sono usciti in libreria i due libri sulla mafia della saggista Antonella Colonna Vilasi: Crimine e Onore. I codici di comportamento delle organizzazioni criminali, presentato da Vittorio Volterra, e 'Ndrangheta. I mille volti di un sistema criminale, presentato da Sonia Specchia, entrambi editi dalle Edizioni Universitarie Romane.
L'autrice ha già pubblicato quindici libri su terrorismo ed intelligence. E' esperta di psicologia giuridica, storica, giurista, internazionalista e criminologa, e svolge attività di didattica universitaria su tematiche criminologico-forensi.
Il libro Crimine e Onore, è suddiviso in sette capitoli: I codici di comportamento delle organizzazioni criminali; Mafia o Mafie? Istituzioni e strutture della criminalità organizzata; Crimine e onore; Il codice Lo Piccolo; Il codice Barbaricino; Il codice Kanun albanese; Crimine e onore: un binomio possibile?
Il libro descrive ed analizza, per la prima volta in Italia, il fenomeno mafioso siciliano e gli altri sistemi criminali, come la 'ndrangheta e la camorra, a partire dai codici comportamentali: i cosiddetti codici d'onore. Questo studio sulla criminalità organizzata e le mafie costituisce un importante apporto innovativo, in quanto, mediante lo studio del codice Lo Piccolo, rinvenuto nel suo covo, del codice Barbaricino, ancora in uso in Barbagia, e del codice albanese Kanun, viene data menzione circa il cambiamento dello spirito mafioso in conseguenza del mutare degli interessi dell'organizzazione nei traffici di droga e nel riciclaggio del denaro, venendo meno a quella condotta che aveva caratterizzato il classico mafioso nel suo rigido codice d'onore, nei rituali, nell'omertà e nella segretezza che ne regolava l'attività.
Il secondo libro 'Ndrangheta. I mille volti di un sistema criminale, è suddiviso in tre parti: La struttura della 'Ndrangheta; Il sentire mafioso; Holding criminale.
Questa pubblicazione analizza a fondo un inquietante fenomeno mafioso, ricostruendone la struttura, il sentire criminale, e la holding economica.
La strage di Ferragosto a Duisburg ha fatto capire, se ancora ve n'era bisogno, all'Europa intera come la 'ndrangheta non sia solo un fenomeno di malavita legata ai campi e al bestiame, quasi una sorta di brigantaggio evoluto, ma come dietro quel nome si celi una potentissima organizzazione criminale con ramificazioni in tutta Europa, e un giro d'affari superiore a qualsiasi S.p.A.

Nota a cura di Roberto Casalena

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GIANROCCO PUCINO
L'eroe non è di carta
MAURO PAGLIAI EDITORE


Il maresciallo Andrei, calabrese, sta indagando sul rapimento di Silvia, un'affermata scrittrice da lui amata in gioventù ai tempi della Scuola Sottufficiali Carabinieri frequentata a Firenze. La donna è stata rapita in concomitanza con l'uscita del suo ultimo libro, l'ennesimo sulle avventure del maresciallo Santi, chiara trasposizione idealizzata di Andrei che all'epoca della loro storia decise di inseguire la carriera rinunciando all'amore.
Personaggio dalla simpatia irresistibile, il maresciallo Andrei non è solo l'ispiratore dei romanzi di Silvia, ma anche l'eroe delle storie di Cesare, aspirante scrittore di gialli che per vivere fa il guardiano. Il tema dello scrivere innesca così un gioco di scatole cinesi in cui la fiction contiene la realtà e viceversa, tanto da arrivare alla risoluzione del caso dopo non pochi e sorprendenti colpi di scena.

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Il Terrone che non ci sta! Questa frase traspare, in maniera capillare e decisa, nell'ultimo libro di Nunziante Minichiello, commerciante, giornalista pubblicista, ma soprattutto uomo, cittadino e lavoratore, che sogna una società diversa, basata sui
valori dell'amicizia.
"Leggere, conoscere e crescere" (questo il titolo del libro) per il pieno sviluppo dell'Italia, del Mondo e innanzitutto del Mezzogiorno, che - come scrive Minichiello nel testo - "ha bisogno di cultura, di impresa, di cultura politica, di cultura di civiltà. Con buona pace di tanti meridionali, che presumono di avere cultura, la quale, come è evidente, non produce effetti positivi e potrebbe anche essere solo cultura di ignoranza". Le frasi, gli aforismi e le ponderazioni sono l'asse portante del libro redatto da un uomo che ogni giorno, nell'anonimato, lotta per rivendicare i principi della Costituzione.
La meritocrazia, la lotta al clientelismo nonché la necessità di studiare e di evolversi sono i temi principali di questo testo.
"Infinita e dura è la via della conoscenza - afferma Minichiello - Più che breve e senza fatica è la via dell'ignoranza". O ancora: "Per vincere è prioritario
decidere, prepararsi e allenarsi". A fare cosa? A fare impresa, la quale - precisa lo scrittore - "è il coraggio di osare (…). E' il rischio che attrae l'uomo di azione (…)".
Una sorta di abbecedario, dunque, sui concetti base della democrazia, come la solidarietà, l'uguaglianza e la libertà, che dovrebbero essere impartiti ai bambini e ai ragazzi dalla famiglia, dalla scuola e dai mezzi di informazione. L'autore, però non dimentica le donne, che, a suo dire, sono "Valide sostenitrici di mariti, alme genitrici di figli, instancabili lavoratrici, abili fattrici di fortune, originarie o forestiere, tutte imponete le virtù, che, premiate sempre, emergono vistose, quasi favorite dall'aria. Eroiche donne, robuste di corpo, salde di pensiero, fiere di risultato, mai paghe di conquista, nel pubblico portate, l'acume e la tenacia, la saggezza ed il coraggio, che ornano casa e lavoro". Nunziante Minichiello, nel suo ultimo lavoro, parla il linguaggio delle donne, dei mariti, degli anziani, dei bambini; l'autore si rivolge
al cittadino, che dovrebbe pensare con la propria testa, mettendo da parte la logica del clientelismo e delle riverenze. "Leggere, conoscere e crescere" è un libro scomodo perché, in un Meridione fatto di ipocrisie, è difficile non solo fare impresa, ma anche e soprattutto riflettere.

Maria Ianniciello

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Roberto Pallocca
Quando torna
Robin Edizioni - 2007 - 11,00 Euro

C'è un'insolita lettera che irrompe nella vita di Fernando, un passato che ritorna, in qualche modo sopravvissuto e che nella forma romanzo diviene presente stratificandosi in una dimensione surreale. L'ideale di un amore che resiste e pertanto sussiste, dilaniato dalla guerra ma non nelle sue percezioni, semmai assopito anzi, paradossalmente alimentato da quella ineluttabile separazione, un "tempo perduto" che si concretizza nel ricordo, presente onirico che riveste di un'aura epidermica il protagonista, quella del vivere l'ideale senza condividere una più accertabile quotidianità, quanto più facilmente si adagia e compromette nel bivio di un binario morto, di quel che avrebbe potuto essere e non è stato. Fernando e Rossana, così diversi culturalmente e prossimi nel sentire, probabilmente non avrebbero avuto altro da eternare se non quanto lo stesso destino aveva loro riservato. Destino che ricorre nel romanzo, tanto da assumere il ruolo portante di un invisibile demiurgo a cui nulla serve opporre resistenza. Un fato che, alla soglia della terza età, continua a riservare sorprese lasciando impresse le sue orme nella comune necessità di dare un senso alla vita. Fernando ne verrà appieno investito tramite l'inaspettata e tardiva missiva di Rossana, quella che ne suggellerà la morte lasciando allo scoperto il frutto di una lontana e mai appassita stagione dell'amore. Amore che diviene anche atto di fede, "contadino che sparge sementi nel cuore". Capitoli brevi, scorrevoli ed essenziali. Strutturato con spaccati storici, che ciclici ritornano assecondando il flusso di coscienza di Fernando nel percorso formativo della sua esistenza. Dapprima velata e poi sempre più manifesta e macchinosa, la sequenza dei provvedimenti antisemiti accompagna le vicende amorose di Fernando e Rossana accrescendo paure nelle loro coscienze già inorridite, fino all'epilogo della guerra per arrivare oltre, alla tristemente nota occupazione nazista di Roma. Emergono anche i germi dell'esaltazione del matrimonio e della "famiglia unita e prole numerosa", stereotipi mussoliniani reincarnati nel bipolarismo catto-fasciocomunista, sottoposti alle falcidiate della guerra prima e decodificati poi attraverso l'implosione della famiglia nella cronaca odierna. Nei dialoghi compare anche Nietzsche, non solo come modello educativo, teso ad immortalare il mito, ma anche come oracolo della condizione sentimentale dei due protagonisti, poiché "ogni cosa è già avvenuta e avverrà nel futuro". Rossana, che è nata in Italia, è anche figlia di un giornalista americano. Ambientato a Roma, in un'epoca in cui si respira un'aria sempre più prossima alla guerra, questo romanzo palesa l'identità culturale italiana rappresentando la diversità dei costumi familiari della donna, così lontani dal nostro provincialismo e, soprattutto, da Balilla e Azione Cattolica. Le ferrovie fungono da collante tra narratore e protagonista visto che anche Fernando verrà assunto, grazie allo zio Filippo, come casellante (con la morte del padre carpentiere, la figura dello zio Filippo sopperisce alla figura paterna vestendo i panni di allineato al regime della prima ora). Lì, tra un treno e l'altro, si consumeranno gli ultimi fugaci incontri tra i due innamorati, incluso un austero, ma intimo e felice, capodanno trascorso insieme. In questo stesso luogo ricorre ancora, in chiave evocativa, il ruolo paterno, quello di Carlo, l'anziano ferroviere prossimo alla pensione. Libro che "nasce da un incontro", come chiarisce l'autore, dove si rilevano ascendenze stilistiche americane ma prevale una prosa poetica che risente di un registro monocorde, talvolta prossimo al sentimentalismo sebbene capace di spessore e in grado di proiettare un'esistenza sullo schermo della grande storia.

Nota di Enrico Pietrangeli - 2008

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S.O.S. Single - Manuale di sopravvivenza
Autore: Giorgio Gazzolo
Editore: Piccin Nuova Libraria
Data pubblicazione: Aprile 2009
Pagine: 172
Formato: 13,5x21,5


Questo libro, nei suoi 43 brevi capitoli, propone una equilibrata quantità di suggerimenti adatti per non poche circostanze: basta leggere i titoli per avere una idea di come un Manuale dedicato a persone che vogliono viver bene possa toccare molti argomenti. Si va dal sesso alle ricette di cucina; dalla religione agli inviti a cena; dalla medicina ai passatempi.

I vari consigli seguono una certa via; un certo spirito li accomuna. Conducono ad una visione rasserenata di varie vicende che possono essere o apparire spinose: l'infedeltà, la gelosia, le complicazioni… Vi si trovano indicazioni sicure per imboccare la via della lentezza e della tranquillità.

Tuttavia non si tratta di una serie di precetti imposti, o di regole dettate come utili a chi per varie ragioni è rimasto "single". Il libro si propone piuttosto come una specie di commedia rosa, una vicenda, con i suoi personaggi, le loro virtù e debolezze, i rari momenti di felicità…

L'intento è quello di strappare un sorriso, malgrado tutto.

GIORGIO GAZZOLO, è medico, poeta e scrittore. O viceversa. Si interessa di musica, teatro, pittura e cultura orientale, ma è più facile trovarlo in barca a pescare. E' stato collaboratore per molti anni di quotidiani e riviste, qualche rara volta anche compensato in denaro. Ma è stato anche (e forse troppo) passeggero dei treni un tempo detti "rapidi", sulla linea Milano-Roma e anche, disgraziatamente, Roma-Milano. E' in grado di fare una maionese, un dipinto nello stile "tre inchiostri", un perfetto impasto di sabbia e cemento, un palàmito a 100 e più ami, e, se càpita, un poema di quasi 2000 versi dedicato alla sua città. Vive ohimé a Genova, città che si lascia offendere (sembra volerlo) e che è abbastanza restia a lasciarsi amare, specie dai genovesi. Una volta ha innestato un prugno, e l'innesto ha preso. Molte sue composizioni poetiche sono state tradotte in diverse lingue, compreso il giapponese, cosa che gli ha procurato solo soddisfazioni visive. Scrive haïku: è giudice incorruttibile di un importante Concorso Internazionale. Pur meritandolo, non ha vinto il Premio" Yasude" (Roma) che regala un viaggio aereo a Tokyo, dove comunque non andrebbe. Quando deve prendere una decisione importante prima consultava "I Ching" (usando, con molta lentezza, i 48 steli tradizionali) adesso interroga mentalmente il Manuale "S.O.S. SINGLE" (ediz. Piccin) con risultati talvolta sorprendenti.

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Dire fare baciare
Alfonso Raffaelli
Prezzo di copertina: € 12,00
Formato: Brossura
Pagine: 128
Lingua: Italiano
Editore: Sovera Editore
Anno di pubblicazione 2008


Un romanzo epistolare che ricostruisce a quattro mani l'esistenza di un giornalista anziano e di successo, e quella di una lei, affamata di vita e però in latente crisi esistenziale. Il tutto sullo sfondo e sotto l'incalzare di questi nostri anni torbidi e violenti.

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Il segreto dei Vanderloo
Nasi Allegra
€ 12,00
2008, 144 p., brossura
Editore Sovera Editore (collana Percorsi del fantastico)


Per Alina, figlia dell'Imperatore di Nabar, la vita sta per cambiare bruscamente. Quando la pace del suo Regno verrà minacciata dal malvagio Fugil, Re del Buio, dovrà crescere molto in fretta. Insieme al fido Rodrigo - l'ultimo della stirpe dei Vanderloo, la dinastia che da generazioni custodisce il segreto dell'Oro dei Saggi -, al Mago Baldezaar, al goffo drago Varcol, alla Signorina Enrichetta Ippopotama ed ai grossi e buoni fratelli Ignazio e Pancrazio, la piccola Alina intraprenderà un lungo viaggio attraverso il Regno. Incontrerà così strane creature, dalle quali apprenderà importanti lezioni di vita, ma soprattutto imparerà a raccogliere, nel profondo di se stessa, la forza necessaria per affrontare il male che minaccia il suo mondo. Fino al compimento del suo destino.

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Ho ingoiato l'anima
Autore: Marco Cocciola
Casa editrice: Edigiò


Il libro nasce dalla ricerca di un'interiorità smarrita, di un ulteriore senso delle cose capace di travalicare la bieca quotidianità e l'inquietudine esistenziale che, in fondo in alcuni periodi della vita, tocca in sorte a tutti. Prende certamente spunto da vicende personali, e non è una storia amena come lo sono le storie inventate e inverosimili, ma parla della vita vissuta di un uomo che tra amarezza, errori ma anche gioia alla fine non intende più mentire a se stesso.
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Giulietti Teresa - Pura vida
Prezzo € 14,00
2008, 164 p., brossura
Editore EdiGiò (collana Le giraffe)


Immaginata e poi vissuta, scritta a più riprese per non scottarsi le dita, Pura vida è insieme una storia vera e di fantasia, una lunga canzone in cui i percorsi della mente seguono, e non anticipano, gli slanci del cuore. Costa Rica, dove Francesco ha deciso di fuggire, quasi di morire per poi poter ricominciare, tra la spuma bianca delle grandi cascate, mentre quella sua moglie bionda e bella che ama ancora alla follia se ne resta all'altro capo del mondo con, tra le mani, una matassa di passato tutto da rivivere, o forse da maledire. E lui nemmeno si ricorda perché quel giorno d'estate ha sbattuto la porta in faccia a quell'amore che non resterà ad aspettarlo per più di tre anni. Perché il tempo della vita non si può recuperare come un treno.

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OFELIA E LA LUNA DI PAGLIA
Antonio Messina

Immagine di copertina: ANGELA BETTA CASALE
Realizzazione grafica: SACHA NASPINI
© Edizioni Il Foglio - 2009
1a Edizione - Marzo 2009
ISBN 978 - 88 - 7606 - 219 - 3
Collana: Autori Narrativa Contemporanea
Direttore: GORDIANO LUPI
Edizioni Il Foglio
Via Boccioni 28
57025 PIOMBINO (LI)
www.ilfogliolet

prefazione di D. Frati.
postfazione di M. Monego.

Un libro che si legge d'un fiato, immergendoci nella doppio piano di "realtà virtuale" (la finzione romanzesca e il gioco virtuale Erasmus4) fin dalle prime righe. Il futuro immaginato dall'autore (l'anno 2122 per la precisione) non lascia spazio al progresso tecnico e scientifico come soluzione agli attuali problemi, e comunque non offre speranze. Rimane la dimensione del sogno (ovvero l'incubo) del mondo fittizio generato dal computer; mondo in cui la protagonista, Nina, si muove a proprio agio - è la programmatrice del gioco - alternando la dimensione virtuale della macchina a quella personale dei ricordi, creando una fusione affascinante che non mancherà di dare spunti di riflessione al lettore. Un libro che, come l'altro romanzo di cui abbiamo parlato su queste pagine ("Le vele di Astrabat") sarebbe riduttivo definire "di fantascienza".

Massimo Acciai

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Geografia del mattino e altre poesie
Autori: Gian Piero Stefanoni
Edizione: Gazebo Libri, Firenze 2008
Informazioni: Prefazione di Plinio Perilli - pp. 108


Un libro che segnalo volentieri, quello di Stefanoni (edito dalle ben note Edizioni Gazebo, con prefazione dell'amico Plinio Perilli), in quanto ho avuto modo di leggerlo ed apprezzarlo direttamente dalle mani dell'autore (tramite posta). La poesia è un dono; questo particolarmente gradito perché mi riporta alla mente le atmosfere incantate della Capitale, città a me cara per motivi personali. Versi tutti da gustare.

Massimo Acciai

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Libero pensiero e liberi pensatori
Mazzotti Damiano
Collana: minimal
ISBN 978-88-546-0542-8
Pag. 340
Prezzo 13 euro


Damiano Mazzotti è nato a Faenza (Ravenna) nel 1970. Laureato in Psicologia Clinica e di Comunità a Padova (nel 1995), attualmente svolge l'attività di Promotore Culturale, di Allenatore della Mente e di Reporter per AgoraVox Italia e Report on line. Per Ibiskos Editrice Risolo ha pubblicato nel 2008 il diario romanzato Uomini e Amori Gioie e Dolori.
Per comunicare con l'autore: d.mazzotti@racine.ra.it

Questo non è un libro di auto-aiuto, però vi può aiutare molto…
Questo non è un libro di filosofia, però imparerete qualcosa di più sulla vita…
Questo non è un libro di psicologia, però vi conoscerete meglio…
Questo non è un libro di politica, però sarete cittadini più forti…
Questo non è un libro di economia, però tratterete meglio i vostri soldi…
Questo non è un libro sul web, però diventerete degli internauti più curiosi…
Questo non è un libro sulla comunicazione, però si fa molta informazione…
Questo non è un libro per cambiare il mondo, però inizierete a migliorare il vostro mondo…
Questo libro non è un romanzo, però vi racconterà molte storie interessanti…
Questa innovativa "Guida al Sapere" è fatta di amore viscerale e intellettuale per la lettura, la scrittura e la cultura.


Il libro è una raccolta dei molti articoli pubblicati dall'autore sul Web; lo stile rapido e agile non è infatti casuale. È un libro dei nostri tempi, dell'internauta curioso e onnivoro, che tocca moltissimi argomenti (nel libro suddivisi in varie sezioni; ambiente, società, costume, cultura, economia, giornalismo, politica, ecc.) e propone molte letture attraverso cui approfondire i vari temi. Ritorna lo stile aforistico e la citazione che già avevo apprezzato nel precedente libro di Mazzotti, "Uomini e amori, gioie e dolori" (Ibiskos, 2006) che abbiamo già segnalato sulle pagine di Segreti di Pulcinella (con un'intervista all'autore [http://www.segretidipulcinella.it/sdp23/let_06_02.htm]). È un libro che stimola la mente e sicuramente fa riflettere su tante realtà disastrose, italiane e non, ma senza rinunciare ad una sana ironia ed intellettuale distacco. Un libro insomma che è quasi un'enciclopedia del nostro vivere di oggi, un atto d'amore verso gli altri libri e scritti vari - cartacei e non.

Massimo Acciai

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Antonio De Rosa, Parole e silenzi, Collana Le schegge d'oro, Montedit - Milano 2008; pagg. 37, euro 5,00 (ISBN 978-88-6037-6022).

Con la bella stagione alle porte viene più voglia di leggere, di trascorrere il tempo in compagnia di parole scritte che, a volte, riescono anche ad evocare momenti, ricordi ma anche immagini come pitture in movimento. Questa è la sensazione che ho provato scorrendo le pagine di un agile libro di poesie intitolato: Parole e silenzi.
Mi sono soffermata a riflettere davanti alla lirica Incomprensione in cui l'autore, Antonio De Rosa, descrive in pochi versi le parole fragili come cristallo che si frantumano nell'aria.
In Parole comuni elabora la metafora della frutta in un mercato, tutta ammassata, per rappresentare appunto le parole comuni. Da gesti semplici e spontanei scaturisce un significato unico, inaspettato come si evidenzia nelle seguenti parole: tu appari dal niente per offrire un significato ad ogni istante, in Dal cielo.
Suggestiva poi è l'immagine del mare ritratta in due poesie che lo dipingono con tinte contrastanti. In Il mare di notte, il poeta De Rosa sigilla nei suoi versi un mare silente; che si riposa di notte per dimenticare i bambini chiassosi e gli ombrelloni colorati mentre, nella poesia intitolata Separazione, le onde personificano il desiderio del mare di essere terra. Uno stile sobrio, a volte diretto ed altre volte più armonico, emerge dai componimenti significativi contenuti nella raccolta poetica Parole e silenzi.

Emanuela Ferrari

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Alessandra Ferrari, Felci, Collana I Gatti, TA.TI. Edizioni - Limpido Comasco (Co) 2007; pagg. 38 ,euro 7,50.

Il libro di poesie, Felci, pone il lettore in una "dimensione" tutta nuova in cui la natura è protagonista in tutte le pagine dai Fiori descritti come pennellate di colore, alle Nuvole onde soffici e silenziose, alle Montagne impenetrabili scrigni naturali, e gli Alberi colonne portanti della vita futura.
In ogni verso traspare amore per la vita, meraviglia per la grandezza del Creato ponendo l'attenzione su piccoli frutti quasi impercettibili, aerei ma in grado di "dare tanto" come il succo raffinato prodotto dalla mora o quello delizioso della ciliegia.
Inoltre la poetessa, attraverso i suoi versi ritmati e leggeri, ci permette di "essere parte" dei luoghi che descrive; nella poesia intitolata Umbria, piccola e centrale regione che di illustre e antica nazione rappresenta il verde pulsante cuore, riesce a farci "rivivere" e "sentire" una sensazione di vita nuova come in Percorsi medievali, tracce di un passato mai dimenticato. Le stagioni sono racchiuse in versi formati da una scelta appropriata di verbi che sigillano un'immagine, un evento in uno scatto fotografico che narra il continuo divenire del tempo. Ed ancora l'importanza e la bellezza di ogni essere vivente è valorizzata dalla voce delle campane o nella festa più attesa e sentita che trasmette ovunque la gioia per la vita in Il Natale.
La copertina del libro riporta l'immagine delle felci intorno ad un albero, queste piante verdi e folte che nel sottobosco vivono rigogliose e nascoste danno il titolo all'intera raccolta animata da un forte sentimento verso la natura in tutte le sue molteplici manifestazioni, dai fiori alle stagioni, per continuare con i Percorsi medievali e Castelli testimoni di sfarzi e costumi di ieri.
La poetessa di Roma dedica il libro alla nonna e dalla lettura dell'opera emerge una sensibilità spiccata, uno spirito francescano che ammira e si "emoziona" nel percorrere il mondo…, fornisce pitture suggestive dei frutti, fiori e foglie presenti nel Creato; si sofferma a riflettere sul tempo sigillato in un contenitore aperto come descrive nella lirica L'orologio. L'attaccamento alla vita, al suo fluire ed evolversi, è un tema ricorrente contenuto in una raccolta di trentadue poesie che sa regalare momenti di profonda lettura.

Emanuela Ferrari

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Arthur Schopenhauer, L'arte di insultare, Adelphi - Milano 2006; pagg.147, euro 7,00, (ISBN 88-459-1480-1).

Conoscere Schopenhauer attraverso le sue parole, ciò che ha scritto ed inserirlo quindi nel suo periodo storico, anche se questi non si sentiva affatto "figlio" del suo tempo, è possibile attraverso L'arte di insultare; un breve trattato pubblicato postumo. Schopenhauer è conosciuto in prevalenza come il filosofo del pessimismo cosmico, il primo pensatore che introduce riferimenti orientali nella sua riflessione filosofica. Emblematico a tale riguardo è la metafora del velo di Maya che impedisce di vedere cosa c'è "oltre". L'essere umano deve sforzarsi di infrangerlo per capire il vero, la volontà di vivere diventa l'energia vitale che induce l'uomo ad andare avanti pur se la sua esistenza è sofferenza continua.
In realtà come appare il filosofo agli occhi del lettore nel libro L'arte di insultare? Su quali temi si concentra e cosa ha valore per il suo filosofare? Numerose pagine sono dedicate alle donne, verso le quali esprime ripetutamente giudizi negativi. Nel pensiero intitolato Il diritto ereditario afferma la necessità di impedire alle donne di ricevere l'eredità poiché, essendo il risultato di un duro lavoro, non sarebbero in grado di gestirla. Anzi tendono a dilapidare tutto in breve tempo e, in La donna e il comando, riconosce al genere femminile una natura destinata all'obbedienza. Infatti la donna non sa essere indipendente pertanto cercherà sempre di unirsi ad un uomo che poi assumerà il comando ed anche se le donne avessero creato una grande opera, questa loro condizione di inferiorità continuerebbe a manifestarsi.
Non c'è possibilità di una "rivalutazione", in senso positivo o costruttivo, della sfera femminile nella filosofia elaborata da Schopenhauer. Anche le menti più dotate non hanno alcun "riscatto" rispetto alla moltitudine, così risulta ne Le donne e le loro opere.
Gli esseri umani sono individui infelici ed il matrimonio è l'unione tra individui infelici i quali saranno in grado di mettere al mondo un altro essere altrettanto infelice, la donna però sembra avere sempre una posizione equivalente ad un nulla con carattere involutivo. Ne La mia epoca il filosofo dichiara: la mia epoca e io non siamo fatti l'uno per l'altro, è da vedere chi di noi due vincerà… di fronte al tribunale dei posteri. Questo sentimento di non "sentirsi parte" del suo tempo si coglie già nelle righe intitolate: I propri contemporanei. La resistenza dei contemporanei è evidente quando si vuole far progredire la conoscenza e l'intelligenza umana.
Nelle pagine successive tornano temi importanti della filosofia del pessimismo: fede, felicità, filosofia. Credere che noi esistiamo per essere felici è un errore. Ciò che chiamiamo felicità non è altro che soddisfazione ma con una eccezione sempre e soltanto negativa, come si legge nel passo La felicità. La fede non può esistere contemporaneamente al sapere, almeno non nello stesso cervello, in Fede e sapere. Riguardo alla filosofia Schopenhauer non risparmia le sue critiche verso Fichte, né verso colui che cercava di far propria la suprema sapienza; quindi Hegel definito anche il corruttore dei giovani intelletti. Non mancano considerazioni sui filosofi accademici: da loro non si riceve alcun pensiero, non ci si sente accresciuta la propria visione del mondo.
E' presente anche una analisi del progresso in Le ferrovie. Ad esse si deve il beneficio di aver salvato milioni di cavalli da tiro ad una esistenza faticosissima, poi considerazioni sui giornali e sui giornalisti. I quotidiani sono la lancetta dei secondi nell'orologio della storia mentre con la parola allarmisti sono definiti i giornalisti.
La lettura corrisponde ad un pensare con la testa altrui. Comperare libri non significa acquisire il loro contenuto. Ricorda poi la figura di Marco Polo, evidenziando che divenne famoso per ciò che ha visto e non per aver pensato…
Il mondo poi è una mia rappresentazione ed è il peggiore dei mondi possibili e si domanda se a crearlo sia stato veramente Dio, o piuttosto un demonio. Lo stesso quesito era stato posto da Aristotele. Allora Schopenhauer conclude che il mondo è un inferno perché bisogno e dolore vi abitano e la noia è in agguato, nel passo intitolato Questo mondo. ll genere umano è destinato dalla natura alla miseria e al fallimento, in L'ottimismo.
Il filosofo continua ponendosi altri interrogativi relativi alla sorte della natura umana e così si esprime: noi esistiamo senza sapere da dove veniamo, dove andiamo e perché viviamo, in La nullazione.
Molto interessanti sono le pagine rivolte agli scrittori suddivisi in tre categorie: stelle cadenti, pianeti e stelle fisse. I primi producono colpi di scena momentanei, poi ci sono le stelle che vagabondano per il cielo, quindi quelle fisse che stanno ferme nel cielo, hanno luce propria, agiscono su ogni epoca.
Per chi scrive di filosofia è necessario avere qualcosa da dire. Questa frase sintetizza la prima regola da rispettare in tale ambito in quanto, come emerge nel passo La scrittura e il pensiero, la penna è per il pensare quel che il bastone è per il camminare. Colui che scrive con trascuratezza, in Gli scrittori sciatti, manifesta la mancanza di valore che attribuisce ai suoi lavori.
Le pagine rimanenti chiudono il trattato con delle riflessioni sulla esistenza umana riconoscendo lo stato di conflittualità in cui vive il genere umano. In La solidarietà femminile, ammette che gli uomini tra di loro mostrano indifferenza mentre tra le donne vi è una vera inimicizia per natura, allora lo Stato deve venire in soccorso: l'unico fine dello Stato è di proteggere i singoli individui l'uno dall'altro e tutti insieme dai nemici esterni, in Lo Stato etico. L'egoismo è il movente primario e fondamentale nell'uomo ed è infinito. Anzi sovrasta l'universo ed é sintetizzato nella frase: tutto per me, nulla per gli altri, in L'uomo animale egoista. Infine una lunga parentesi sulla vita rappresentata come una bolla di sapone, come un pendolo, tra il dolore e la noia. L'esistere è un continuo stato di lotta e con la certezza della sconfitta finale.
La conclusione del pensiero di Schopenhauer sembra evolversi verso la tragedia ma nei suoi versi sono presenti anche gli elementi della commedia e, soprattutto, la vita è una severa lezione che ci viene impartita. Nonostante questa si presenti come un progresso dinamico, e vorace, verso una perenne manifestazione contraria all'ottimismo è comunque importante riflettere sul fatto che lo scrittore del presente trattato non ci dice mai di smettere di vivere, di abbandonare il nostro percorso. Anzi manifesta più volte, e con vari esempi, una visione filosofica propria di un esistenzialismo volto al pessimismo ma mai prende posizione a favore di una rinuncia all'esistere. Infatti termina le pagine del libro con delle righe dedicate alla volontà di vivere.

Emanuela Ferrari

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"IL CASO IMPRIMATUR":
STORIA DI UN BOICOTTAGGIO ALL'ITALIANA..
Simone Berni ricostruisce
un clamoroso caso di censura dei nostri giorni


A quarantatre anni dall' abolizione dell' "Index librorum prohibitorum", la censura della Chiesa colpisce ancora! Sì, perché "Imprimatur", romanzo storico bestseller nel mondo, in Italia è introvabile dal 2002, quando, a pochi mesi dalla pubblicazione, sparisce dai cataloghi e dalle librerie. Fatto peraltro strano, dato il successo di vendite riscosso..

Un vero caso su cui indagare e un cacciatore di libri scomparsi come Simone Berni non poteva certo tirarsi indietro: con il libro-inchiesta Il caso Imprimatur (Casa editrice Biblohaus) indaga sulla ragioni dell'oscuro e misterioso, quanto improvviso, oblio italiano dello scomodo volume, ripercorrendone il calvario e snocciolando i retroscena di quello che sempre più prende le sembianze di vero e proprio complotto.

Molti gli interrogativi cui dare risposta per trovare la tanto agognata verità..
Perché il romanzo era sparito dal novero delle "creature del creato"? Come mai non veniva più recensito? Come mai era sparito dai motori di ricerca librari su internet? Le risposte arrivano a fatica, tra silenzi e "no comment" d'ordinanza.
Lo spaccato che ne deriva mette a nudo un'editoria italiana in mano ai soliti noti e dopata dal di dentro: Simone Berni, già noto per due saggi sui libri proibiti e scomparsi nel nulla, tira le fila di un caso di censura dei nostri giorni che ha del clamoroso.

Ecco qualche "assaggio" di questa faticosa ricostruzione:
"..uno dei temi ricorrenti di Imprimatur, al di là del gioco narrativo romanzesco, è la meditazione sul potere, la giustizia e il tradimento."
"..il primo articolo su Imprimatur uscì infatti sul Sunday Times del 23 settembre 2001. Titolo: William of Orange funded by the Pope ("Guglielmo d'Orange finanziato dal Papa").."
"Imprimatur arriverà al primo posto nelle classifiche del Belgio, al secondo posto in Canada e al terzo in Francia, Spagna e Portogallo, al quarto in Olanda."
"Il 7 dicembre 2002 esce una intervista agli autori sul Giornale di Sicilia … dal titolo Quel racconto di 400 anni fa che irrita il Vaticano.. La Chiesa forse non sarà stata molto contenta del vostro lavoro.. Nel Vaticano qualcuno si dev'essere molto innervosito perché il libro contiene tra l'altro una scoperta storica piuttosto imbarazzante per un Papa; Innocenzo XI, proclamato beato nel 1956 nonostante il suo noto antisemitismo."

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"Nostalgia del grigio - 60 anni di BUR" di Oliviero Di liberto [pdf]

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Autore: Maria Galella
Titolo: I corvi e i campi di grano.
Natrusso Communication Editore, 2007.



Maria Galella, giovane autrice pugliese, esordisce nel business letterario con una serie di racconti molto eterogenei sia come ispirazione che come stile di scrittura.
Proprio quest'ultimo si caratterizza per un'impronta molto sperimentale sia per quanto riguarda la descrizione dei protagonisti (che sembrano quasi "ombre" in un mondo ancestrale fatto di paure e inquietudini) che la struttura di base dei racconti i quali possono essere divisi in due tronconi tematici:
uno propriamente Gotico/horror;
l'altro nero/autobiografico.
Io, per deformazione professionale, ho apprezzato soprattutto quelli del primo filone:
"La stagione della caccia" - è il mio preferito in assoluto ove l'autrice con poche ma incisive pennellate descrive la sua terra attraverso miti, leggende e una bella dose di gotico letterario.
"Corvi sul campo di grano" - ho apprezzato molto l'ambientazione contadina e l'idea della chiesa abbandonata e "maledetta", idea che ho usato anch'io in passato per un mio racconto. Veramente coinvolgente.
"Milica" - è invece una storia terribile e horror sullo stile "Melissa Parker" ( Danilo Arona).
"Mia sorella" - mi è sembrato una sorta di metafora sulla schizofrenia o almeno questa è la sensazione che ne ho tratto dalla lettura.
"I Bambini "- ho notato addirittura un influsso "kinghiano" trasportato nella nostra realtà meridionale e soleggiata. Ottimo spunto.
Del secondo filone ho apprezzato soprattutto "Novembre", dove alcuni (credo) elementi autobiografici della Galella si fondono con
interpretazioni di situazioni al limite della normalità, forse con una vena di psicanalisi.
Si tratta di frammenti di esistenze alienate e di frustrazioni non solo esistenziali ma anche sociali, più "rappresentate" che "raccontate"( come dice la stessa autrice).
Il collegamento con l'horror e il nero si nota solo marginalmente, magari per l'inserimento di qualche elemento apparentemente sovrannaturale.
Insomma si tratta di soluzioni alternative alla classica narrativa di genere, sicuramente di non facile commercializzazione e fruizione.
Comunque intravedo in queste sperimentazioni un "germe" di originalità che, se coltivato ed affinato, potrebbe portarla ad un livello superiore rispetto alla monotona e prevedibile letteratura nostrana.
Questo il mio augurio e il mio complimento più sincero.
Infine azzeccatissimo il titolo del libro che mi ha ricordato un certo Edgar Allan Poe.
E quando si tocca il maestro non posso che inchinarmi.

Eduardo Vitolo

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Autore: Stefano Santangelo.
Titolo: Johnny cash - the man in black
Edizioni Il Foglio, 2007


Stefano Santangelo, è nato a La Spezia nel 1960 e risiede a Piombino (LI). Collabora dal 2001 con Il Foglio Letterario, con cui ha pubblicato "In viaggio tra i Dakota", reportage di viaggio negli Stati Uniti dedicato ai nativi americani; cura una rubrica dedicata alla storia e alla letteratura di questo popolo sul "Foglio Magazine" e su "Carmina". Tra i suoi interessi, la musica country, lo studio dell'inglese e la storia americana; da diversi anni partecipa ad una campagna di adozione a distanza dedicata agli indiani Dakota, cui fa capo l'associazione Akicita.

Lo ammetto!
Prima di leggere questo libro/autobiografia ( a quanto pare una delle poche in circolazione in Italia sul cantautore) non conoscevo minimamente Johnny Cash sia dal punto di vista squisitamente musicale che umano.
Finalmente ho rimediato.
Jhonny Cash - The man in black è un resoconto dettagliato della vita del grande Countryman Americano scomparso a Nashville il 12 Settembre del 2003.
Nel libro traspare tutta la competenza e la passione del nostro Stefano non solo per quanto riguarda la parte storica ma anche quella dei testi delle canzoni ( tradotte e commentate in italiano dall'autore).
E' un viaggio bellissimo e avventuroso nell'esistenza di una delle "grandi voci americane" con i suoi grandi successi, le rovinose cadute e le altrettanto perentorie risalite.
Un'anima dalla grande coscienza sociale ( e da una volontà combattuta tra fede e laicismo) che ha saputo parlare, attraverso le sue canzoni, di questioni scottanti come gli Indiani d'America e la vita degli emarginati nel "Sogno Americano."
Secondo le parole dello stesso Santangelo "…un uomo che pur amando profondamente l'America, non ha esitato a denunciarne le storture e le contraddizioni, pagando a volte anche di persona per le sue scelte…"
Unica pecca del libro ( secondo il mio modestissimo parere) una galleria fotografica tutta in bianco e nero che però nulla toglie ad un libro di grande spessore professionale.
Chiunque voglia ( come il sottoscritto) scoprire questa grandissima figura della musica d'oltreoceano non ha che da ordinare il libro e mettere sul piatto un bel 33 giri del buon Cash.
Atmosfera e grande pathos assicurato.
Nelle migliori librerie oppure su www.ilfoglioletterario.it

Eduardo Vitolo

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Titolo: Per Elisa
Autore: Mangani Azzurra
Editore: Ibiskos Editrice Risolo


Sinossi.
Che cosa sarebbe accaduto se…
La signora Giannini, definitivamente perduta fra i ricordi del passato ed i rimpianti, continua ancora a domandarselo. La sua lucidità riemerge improvvisamente durante la scrittura di una lettera, abbozzata con le ultime forze mentre giace in una clinica, gravemente malata e mentalmente instabile; la lettera è rivolta ad una donna, di cui la signora ripercorre l'adolescenza e la scomparsa, confessandole, per la prima volta, i suoi segreti più intimi.
Una volta terminata la lettera, la donna ripiomba nel mutismo e nella rassegnazione, consegnandosi nuovamente a tutti quelli che l'accudiscono, impietositi dai suoi deliri. L'unico uomo a poter leggere quelle carte, scioccato dal contenuto, decide di ignorarle.
Quella lettera, ultimo e dolce grido di aiuto, ed ultima richiesta di perdono, è stata forse consolatoria, ma inutile.
Se solo Alessandra fosse ancora viva, sarebbe diverso; se solo potessero incontrarsi ancora, dopo trentadue anni dal primo giorno, potrebbero finalmente spiegarsi e comprendersi. Se solo…

Recensione.
Come diceva il noto cineasta francese Francoise Truffaut: "il critico (o chi gioca a farlo, come me…) è colui che rende conto del suo piacere."
Mai citazione fu più appropriata per raccontare il "piacere" che ho attinto nell'immedesimarmi completamente nei personaggi creati ad arte dalla giovane autrice Azzurra Mangani.
Perché nel racconto di Azzurra vita e scrittura si legano indissolubilmente ( non so fino a che punto in maniera autobiografica, interrogativo non da poco) e il lettore non può che fare i conti con uno sfondo narrativo così forte e denso di passione.
Almeno io ho ritrovato alcuni miei "demoni personali" nelle lettere scritte dalla Signora Giannini e credo fermamente che quando una persona , confrontandosi con un libro, vi trova qualcosa di sé nei luoghi o nei personaggi, lo scrittore diventa il "medium" delle emozioni e dei ricordi più reconditi.
Ruolo svolto egregiamente dall'autrice.
Ammetto che mi ero posto in maniera diversa soprattutto all'inizio . Leggendo la sinossi il tema " epistolare" mi lasciava un po' interdetto e ipercritico.
Tutti (penso) nella nostra esistenza prima o poi abbiamo affrontato le nostre percezioni più nascoste e intime attraverso una missiva.
Mettendoci a nudo con un misto di paranoia, ingenuità e sofferenza.
Lo dico perché, in un periodo particolarmente "solitario" della mia breve vita, gli unici miei segni di vita erano, appunto, lettere spedite con frustrazione e sconforto.
Insomma la cosa mi toccava da vicino.
Azzurra ha raccontato qualcosa di me con il suo libro. E lo ha fatto con una delicatezza e con una ricercatezza al limite della perfezione stilistica.
Poche volte mi è capitato un confronto così duro e liberatorio con un libro.
Tralasciando personaggi e luoghi che vi invito a scoprire con una lettura personale e approfondita, c'è una parte che mi ha lasciato esangue, con una stretta fortissima al petto.
Le pagine in cui la protagonista racconta il rapporto con la madre prima e dopo la su dipartita e una serie di situazioni familiari ed esistenziali sorte immediatamente dopo, è "vita " vera senza forzature o mistificazioni.
Mi ripeto ( linguisticamente):
chi, come il sottoscritto; ha perso una persona cara, con cui ha condiviso una serie incontri/scontri tanto fulminanti quanto vitali, potrà capire la mia disamina.
Che intensità, che "insopportabile" soggettività nello stile di Azzurra.
Meraviglioso/terribile perdersi tra ricordi e fantasia.
E poi una sottile atmosfera di disincantato godimento interiore, ove la sofferenza è capace di risvegliarci dal torpore dei sensi.
Infine una azzeccata colonna sonora di artisti e band dignitose a completare il tutto.
Se non è ispirazione questa…
Consigliato agli amanti delle sensazioni pure.

Eduardo Vitolo

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