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Libri a fumetti

L'ALBERO DELLA VITA: Una ricerca oltre i confini del tempo
Recensione di Andrea Cantucci

Cinema

L'etica del cinema
a cura di Giovanna Salerno

Pittura

Intervista ad Valentina Minutoli
a cura di Massimo Acciai

Danza

Quando la coreografia diventa arte eclettica: Ezio Schiavulli
di Alessandro Rizzo

Mostre

Dagli altopiani a Caporetto
di Maddalena Lonati
Ori dei cavalieri delle steppe
di Maddalena Lonati
L'Art Nouveau: Lalique
di Maddalena Lonati

Fumetti in corso

Strisce di Andrea Cantucci

Tavole natalizie

Provaci ancora Mr Red!
Striscie di Josè Monti

L'etica del cinema
 

a cura di Giovanna Salerno


Una rubrica per raccontare i semplici valori, le pecularietà, il "fra le righe" delle pellicole di oggi e di ieri, attraverso le mie opinioni e pensieri.
Il cinema è un viaggio di emozioni, di vissuti, di luoghi, tempi; il cinema è il viaggio di ricordi e di fantasticherie quasi reali... è un viaggio senza contatti.
Il cinema è significato in sé e anche significante, perché è sia soggetto in essere, che mezzo di trasmissione, per capirlo. Per capire il cinema, bisogna vivere il cinema.
Il grande schermo ci ha sempre donato svariate occasioni di viaggio in cui attraversare luoghi e situazioni, stando fermi e comodi sulla poltrona, offrendo spunti, domande, pensieri quando poi si esce dalla sala e viene voglia di comunicare "quello stato" dopo film. La messa in scena cinematografica ci regala un'identità che molto incide sul nostro immaginario, aiuta a esplorare molte nostre emozioni, molti vissuti; ci fa vedere la vita con altri occhi.. Si percepiscono quasi gli odori, anche se sembra strano solo pensarlo…
Non è semplice cogliere il "profumo di pellicola": un istante magico e misterioso; le immagini e i loro movimenti, le musiche, le scene e le parole... tutto che si fa poesia.
E cosi, ci si ritrova ad annotare su di un'agenda, "quella" frase, che ci ha fatto sobbalzare il cuore... perché il cinema è un viaggio di silenzi, che urlano in noi.

Che cos'è per voi il cinema? Cosa vi regala?
Scrivetemi: giovanna-salerno@libero.it

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LE ONDE DEL DESTINO di Lars Von Trier, 1996.
Con il tema del viaggio, vorrei condurvi nella Scozia degli anni '70.

Vincitore a Cannes nel 1996, questa pellicola racconta la storia di Bess Mc Neill, donna non più giovanissima, goffa e poco curata, particolare perla di un mare troppo inquinato.
Alle prese con provinciali tradizioni, Bess trova il suo "riscatto" di vita, tra le braccia di uno straniero.
Un film senza alcun effetto speciale, molto lento ma espressivo: una storia che sa di spiritualità, di delirio buono e umanità, che travolge a piccoli sorsi. Particolare è la colonna sonora: Leonard Cohen, i Deep Purple e David Bowie; artisti che creano situazioni musicali suggestive e di contrasto.
Le immagini scorrono a tratti lente, tra i paesaggi rabbuiati, lento come lo è la comunità che vive in quella porzione di Scozia settentrionale, cosi chiusa a sé, come una conchiglia.
Il nudo di uomo compare non come volgarità, ma come esaltazione e maestosità; anche se è imbarazzante e inconsueto.
La vita non è cosi rosea come Bess se l'era immaginata dopo sposata, ma tutto quel raccontare e provare nuove sensazioni, la conduce verso il suo sincero amore per Jan.
Bess è pronta a sacrificarsi per amore: l'importante è guarire la sofferenza del marito, costretto a letto per un incidente sul lavoro.
I silenzi non fanno per Bess, che vuole ribellarsi ad un sistema che non le si addice: la sua via crucis personale avvolge lo spettatore nella sensibilità che sa di carità, di pietas.
Un misterioso epilogo fluttua nell'aria, con la velata magia di Elton John, per viaggiare sulle onde del destino.

"Non ci è permesso scegliere del nostro destino. Ma ciò che vi mettiamo dentro è nostro".
(Dag Hammarskjold).


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L'altra faccia della realtà

di Iuri Lombardi

L'universo diegetico traccia davanti a noi il profilo della via lattea: miliardi di stelle, di immagini ci sobbalzano contro, tanto da non saperle neppure afferrare con le mani, le nostre mani nude, e neppure con gli occhi, a quanto pare, accecanti da una bellezza divina. Ciò che ci appare d'incanto è il cinema: l'altra faccia della realtà che noi vediamo, viviamo. E' un insieme di paesaggi, persone, luoghi che sembrano essere dei riflessi lucidi su di un coccio di cristallo. Una proiezione, insomma, sulla quarta parete, quella incantata, sulla quale si estende l'infinito, il frammento della storia, in particolare della nostra, in altre parole: dove termina il reale ed inizia l'onirico.

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