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L'ALBERO DELLA VITA: Una ricerca oltre i confini del tempo
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a cura di Giovanna Salerno

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Ori dei cavalieri delle steppe
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L'Art Nouveau: Lalique
di Maddalena Lonati

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Tavole natalizie

Provaci ancora Mr Red!
Striscie di Josè Monti

L'Art Nouveau: Lalique
 

articolo di Maddalena Lonati


All'inizio del XX secolo, nella piena ascesa della società industriale, in tutta Europa si diffonde l'esigenza, come reazione alla civiltà delle macchine, di creare opere altamente artistiche ed innovative. L'Art Nouveau, che si ispira alla Natura, all'arte giapponese, ai ritmi musicali, coinvolge tutta l'arte figurativa e decorativa. Il tratto distintivo è l'ornamento che si trasforma da sovrastruttura in struttura; l'arte non doveva più essere confinata ad opere senza funzione pratica atte a rendere lussuosi gli ambienti, ma doveva riguardare soprattutto oggetti d'uso quotidiano. Anche nella gioielleria, uno dei campi d'elezione di questo nuovo stile, alla preziosità dei materiali si predilige la creatività delle forme inusuali e sinuose che imitano la fluidità della Natura e della Vita. Lalique è il massimo rappresentante del gioiello Art Nouveau, e con estrema sensibilità artistica dimostrò come fosse superfluo utilizzare le tradizionali pietre preziose alle quali preferì sempre l'impiego delle semipreziose come la tormalina, il crisoprasio, la giada, la pietra di Luna o addirittura il vetro o il corno associati allo smalto. Egli indagò a fondo il regno della Natura valorizzando i fiori meno conosciuti ed il sottobosco, gli insetti, i volatili, i rettili, così come le fanciulle in fiore che divennero protagoniste delle creazioni più raffinate. Il grande artista è uno dei maggiori virtuosi nell'interpretare le infinite combinazioni che offrono i fiori, i gambi, le gemme, le radici, filtrati attraverso la sensibilità nipponica per la decorazione, per il suo identificare la struttura stessa con l'oggetto. Esemplari i pettinini di Lalique nei quali la forma è definita da una foglia di mughetto mentre i gambi e i fiori si diramano creando i denti. La figura femminile in quegli anni assunse le caratteristiche della donna fatale, basti pensare alle immagini di Mucha o di Toulouse-Lautrec, o a divine come Sarah Bernhardt e Loie Fuller, e Lalique ne interpretò lo spirito di " Luxe, Calme et Volupté" in crezioni come " Libellula". La donna diviene l'essere metà fiore o metà animale, con i capelli frondosi, le membra che si prolungano in rami. Sirene e vampiri, ninfe, fate e streghe popolano i gioielli di quegli anni; una Donna-Allegoria, carica di potere seduttivo, misteriosa e inquietante. Per renderne la bellezza impiegò sovente lo smalto. Lo smalto su oro e lo smalto cloisonné à jour infatti permettono infinite variazioni di colore e la resa di tutte le più particolari sfumature, ecco perché è la tecnica fondamentale dell'Art Nouveau. Lalique diffuse l'impiego di armonie lattiginose e cerulee, opaline e iridate sottolineandole con diamanti, che rimangono però in secondo piano, atti solo a spargere gocce di rugiada su foglie e fiori. Le poesie di Baudelaire influenzarono la sua eccelsa creatività, ad esempio il celeberrimo bracciale " Hiboux" è ispirato ai versi di " Les hiboux" contenuti in " Les fleurs du mal" ed il pendente " Forêt" richiama fortemente il simbolismo delle " Correspondances".
L'utopia della fusione fra idealizzazione e realizzazione in un homo faber in grado, come Cellini, di restituire l'unità delle arti fu vagheggiata da Ashbee, ma il suo sogno del pezzo unico fu infranto dall'enorme successo della Ditta Liberty, che in Italia divenne per estensione sinonimo di Art Nouveau.

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