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Libri a fumetti

L'ALBERO DELLA VITA: Una ricerca oltre i confini del tempo
Recensione di Andrea Cantucci

Cinema

L'etica del cinema
a cura di Giovanna Salerno

Pittura

Intervista ad Valentina Minutoli
a cura di Massimo Acciai

Danza

Quando la coreografia diventa arte eclettica: Ezio Schiavulli
di Alessandro Rizzo

Mostre

Dagli altopiani a Caporetto
di Maddalena Lonati
Ori dei cavalieri delle steppe
di Maddalena Lonati
L'Art Nouveau: Lalique
di Maddalena Lonati

Fumetti in corso

Strisce di Andrea Cantucci

Tavole natalizie

Provaci ancora Mr Red!
Striscie di Josè Monti

L'ALBERO DELLA VITA:
Una ricerca oltre i confini del tempo
 

recensione di Andrea Cantucci


Nell'ambito del fumetto e della narrativa disegnata in genere, il viaggio è un tema costante, che già tra 1700 e 1800 si trovava ampiamente sviluppato nelle opere pionieristiche di disegnatori come Thomas Rowlandson o Rodolphe Töpffer. Molti tra i successivi personaggi a strisce, nati per vivere ogni sorta di avventure nei più diversi paesi, non hanno potuto evitare di viaggiare continuamente, sia che si muovano in gruppo (come Little Nemo o Tex Willer), insieme a un amico (come Mickey Mouse o Asterix), oppure da soli (come Corto Maltese o Ken Parker). Autori dei generi più diversi, come l'incisore belga Frans Masereel, lo sceneggiatore argentino Hector Oesterheld, o il disegnatore francese François Bourgeon, per citarne solo alcuni, hanno dedicato importanti storie per immagini ai viaggi di personaggi particolarmente umani e toccanti, in cui ognuno potrebbe riconoscere in parte il difficile percorso della propria stessa esistenza.
Lo stesso si può dire del romanzo a fumetti "The Fountain, L'Albero della Vita", scritto dal pluripremiato regista Darren Aronofsky, già autore dei film "p" e "Requiem for a Dream", e splendidamente illustrato dal pittore Kent Williams, già co-autore di fumetti graficamente innovativi come "Blood: A Tale" o "Havok & Wolverine: Meltdown" (*). Anche la storia di come il volume è stato realizzato rappresenta in un certo senso un lungo viaggio. Pensato inizialmente da Aronofsky come film, il progetto aveva dovuto essere accantonato a produzione già avviata, ma la lungimiranza dell'autore, che aveva creduto bene di mettere al sicuro i diritti per una versione a fumetti, gli ha permesso di rielaborarlo completamente in un altro linguaggio espressivo. Mentre Williams cominciava a dipingerne le immagini, però, anche una seconda versione cinematografica era tornata in cantiere, riuscendo questa volta ad essere completata. Il risultato è che vi sono ora due versioni della stessa storia, prodotte dallo stesso scrittore per due diversi media e uscite a poca distanza l'una dall'altra, in cui l'idea iniziale è stata sviluppata in due modi diversi (**). Ciò dimostra, se mai ce ne fosse ancora bisogno, come gli stessi contenuti possano essere trattati tanto dal cinema quanto dal fumetto, in perfetta autonomia espressiva, senza che uno dei due sia una semplice trasposizione riduttiva dell'altro. Comunque qui ci si riferirà in particolare al romanzo a fumetti.
Non è la storia di un solo viaggio, ma di tre viaggi in uno, che si svolgono in tre epoche diverse, intersecandosi e fondendosi l'uno nell'altro. Un conquistador spagnolo del XVI secolo, amante della regina Isabel, è inviato in Messico alla ricerca del mitico Albero della Vita, citato sia dalla Genesi che dalle tradizioni maya (e di molti altri paesi). Un viaggiatore spaziale del XXV secolo, accompagnato dall'immagine della donna amata, trasporta un grande albero quasi secco verso una lontana stella, identificata col regno della morte e la fonte della vita. Un medico contemporaneo insiste allo stremo nella ricerca di una cura contro il cancro, per poter salvare la propria compagna a cui resta poco da vivere. I tre uomini sono la stessa persona, Tomas o Tommy Creo, e le loro tre amanti sono una sola donna, Isabel o Izzy. Com'è possibile, a meno che qualcosa di incredibile incontrato nel passato e ritrovato nel futuro, non li abbia resi in qualche modo immortali?
Nella parte ambientata nel passato assistiamo in pratica al tentativo di una coppia di individui di riappropriarsi di uno dei fondamentali simboli mitici dell'Umanità, sottraendolo al controllo e alle manipolazioni delle gerarchie della Chiesa. Nella parte futura, la lotta per il superamento della morte e la speranza nella sopravvivenza della vita sembrano ormai dover dipendere dagli sforzi di un singolo uomo, guidato dai propri sogni e dall'amore provato per un altro essere umano. Nella parte contemporanea, la volontà di non arrendersi di fronte all'inevitabilità della morte, si coniuga con la necessità di dover accettare in qualche modo anche questo aspetto dell'esistenza, e mentre l'uomo si oppone con tutte le forze alla perdita fisica di chi ama, la donna si dimostra capace di abbandonarsi docilmente alle forze della natura, affidandosi ad una diversa percezione delle cose.


Non tutti i passaggi risultano perfettamente chiari, poiché gli autori puntano più sull'evocazione simbolica e poetica che sulla consequenzialità narrativa. Nel lettore più razionale può quindi farsi strada il dubbio che una delle tre epoche rappresenti per così dire la storia "reale", una sia un racconto all'interno della storia principale, un'altra una sorta di sogno evocato dal protagonista, ma può persistere anche la sensazione che tutte e tre le storie siano in qualche modo perfettamente reali per i personaggi, ovvero che anche i racconti e i sogni, se vissuti abbastanza intensamente possano portarci a viaggiare verso luoghi dello spazio o dell'anima che ci appaiono lontanissimi, fino a farli erompere nel nostro quotidiano, modificando il corso più apparente e superficiale delle cose.
Di fatto, in questa opera, la morte e la vita sembrano incontrarsi in modi sottili e affascinanti, richiamando le metafore di tanti miti antichi, come quelli maya parzialmente citati, che narrano di Yaxché, l'albero sacro delle origini che collegava la terra ai cieli e la morte alla vita, o di Xibalbà, il dio dell'oltretomba che uccise il dio della creazione così che potesse rinascere sulla terra.
Le atmosfere liriche e rarefatte dei testi di Aronofsky, un autore forse non abituato al linguaggio specifico del fumetto ma in quanto regista dotato di grandi capacità di suggestione visiva, sono sottolineate anche dalla versatilità delle immagini di Kent Williams, un artista in grado di utilizzare differenti tecniche pittoriche e grafiche nelle diverse linee narrative. I personaggi così acquistano, cambiano e perdono continuamente i loro colori, nei passaggi da un'epoca all'altra e nel succedersi delle loro sensazioni, delle loro trasmutazioni, delle loro catarsi, fino all'ultima trasformazione definitiva.


Titolo: The Fountain, L'Albero della Vita
Testi: Darren Aronofsky
Disegni: Kent Williams
Editore: Planeta De Agostini
Formato: 176 pag. a colori
Rilegatura: cartonata
Prezzo: € 15,95


(*) sulle opere di Kent Williams vedi il sito ufficiale

(**) per maggiori dettagli sulle due versioni della storia, vedi articolo sul sito dell'editore italiano

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