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Narrativa

Top nonik (prima parte) di Massimo Acciai, Spasmodiche riflessioni di Giuseppe Costantino Budetta, Sylvia (dedicato a Sylvia Plath poetessa suicida) di Rossana D'Angela, Prologo alla Valle del Belice di Paolo Filippi, Sogno letterario della principessa di Paolo Filippi, Introduzione alla Shoah di Paolo Filippi, Una sera a teatro di Elisabetta Giancontieri, La banda dei fiammiferi di Iuri Lombardi, Il poeta di Maddalena Lonati, Il testimone di Maddalena Lonati, Jedan tajanstven caroban aparat (Un misterioso magico congegno) di Renato Lonza, Il giorno in cui imparai a fare la fotosintesi clorofilliana di Antonio Piccolo, Gamberoni arrosto di Anna Maria Volpini

Poesia italiana

Questa rubrica è aperta a chiunque voglia inviare testi poetici inediti, purché rispettino i più elementari principi morali e di decenza...
poesie di Massimo Acciai, Rossana D'Angelo, Cesare Lorefice, Renato Lonza, Michele Parigino, Enrico Pietrangeli, Federico Pennese, Valeria Vallucci, Anna Maria Volpini

Poesia in lingua

Questa rubrica è aperta a chiunque voglia inviare testi poetici inediti, in lingua diversa dall'italiano, purché rispettino i più elementari principi morali e di decenza...
poesie di Amanda Nebiolo

Aforismi

10 AFORISMI in poesia...
di Andrea Cantucci  

Saggi

Il mito di Orfeo nell'opera di Jean Cocteau di Caterina Rocchi

Recensioni

Insomnia di Lisa Massei, nota di Enrico Pietrangeli
Presagio triste di Banana Yoshimoto, recensione di Simonetta De Bartolo
Orgianas di Daniela Bionda, nota di Enrico Pietrangeli
Rosso di Cinzia Tani, nota di Enrico Pietrangeli

Gamberoni arrosto

 

di Anna Maria Volpini


"Per questo fine settimana non mi va di mangiare carne. Che ne diresti del pesce? Magari dei gamberoni arrosto!"
La sua voce ha in fondo una nota così golosa e persuasiva che subito m'intrappola. Ci fermiamo.
Il negozio "Mare amico" si offre alla mia vista in tutto il suo splendore: pesci grandi, pesci a taglio, la frittura, molluschi e crostacei fanno bella mostra di sé ed invitano all'acquisto.
In quel momento non c'è nessuno.
Il negoziante che mi saluta con gentilezza, mi pare l'omino di burro uscito dal libro di Pinocchio.
"Vorrei un po' di gamberoni per fare degli spiedini."
La mia voce è spavalda e chiede con sicurezza: in verità sono timida specialmente quando c'è gente, ma adesso sono sola.
"Mi dia quelli migliori, per favore!"
Lui, premuroso, mi elogia la qualità di questi e di quelli; ma alla fine sono i gamberi più cari quelli che secondo lui sono i migliori. Ne compro un chilo, stasera non bado a spese. Voglio preparare un bel pranzetto per noi due, in fondo ce lo meritiamo.
Il negoziante è loquace ed io lo seguo nella sua conversazione. C'è tempo per uno scambio di opinioni mentre mio marito, che mi aspetta fuori, sta passeggiando tranquillamente col cane.
"Io - e mi vanto come una cuoca esperta - gli spiedini li preparo col pangrattato, l'aglio ed il prezzemolo. Li passo in questo miscuglio e li lascio in fusione per un'ora."
"Ma che dice, signora! - ribatte lui - L'aglio non è gradito a tutti, il prezzemolo si brucia e sa di amaro, il pangrattato se lo mette subito diventa troppo umido e non fa quella bella crosticina croccante.
Dia retta a me! Le voglio insegnare la migliore ricetta, frutto di una lunga esperienza, per far risaltare il delicato gusto dei gamberoni. Dunque:
tagli il guscio sulla parte superiore con un paio di forbici appuntite in modo da togliere con facilità quel filamento nero all'interno."
"Mah! I gamberi li ho sempre cucinati con il guscio tutto intero." rispondo e cerco di non far trasparire la mia perplessità.
"Quando sono tutti puliti - prosegue lui - li infili negli spiedini, metta sale, pepe, olio, un po' di limone … ma poco sennò la pietanza diventa troppo acida… e li lasci in fusione per un'ora."
"Ed il pangrattato? Lo ha dimenticato?" Sento nella mia voce un tono di rimprovero.
Lui calmo mi risponde: " Il segreto, signora, sta qui. Deve passare gli spiedini nel pangrattato pochi secondi prima di metterli sulla griglia. E' così che si ottiene quella croccante crosticina esterna che renderà squisiti i gamberi e li manterrà morbidi all'interno! E poi mi raccomando, tre minuti di cottura per parte e non di più! "
Non sono convinta ma sorrido, pago ed esco salutando. Risalgo in macchina. Mostro la spesa a mio marito che approva la mia scelta.
Anche il cane sembra contento perché mi scodinzola pian piano.
Il fine settimana lo passiamo in campagna in un paese sulle colline della Valdelsa dove abbiamo un mini appartamento. Ma siccome ci piace il silenzio e la tranquillità, abbiamo comprato anche un po' di terra ed un capanno. Quel locale, in seguito, lo abbiamo trasformato in una cucina. Accendiamo il fuoco nel camino e arrostiamo il cibo sui carboni ardenti.
Spesso ci trascorriamo l'intera la giornata in completo relax.
Quella domenica mattina quando tutto è pronto, usciamo per andare al campo, anche se il tempo non promette niente di buono. Mio marito accende il fuoco, il cane gironzola ed io mi metto a preparare gli spiedini.
Sono indecisa se applicare la nuova ricetta, ma…. le novità mi stuzzicano!
E allora: taglio, pulisco, infilo i gamberoni uno accanto all'altro negli spiedini, metto sale, pepe, olio, limone ed un'oretta in fusione! Il pangrattato solo alla fine.
Mentre aspetto mi affaccio sull'uscio. Il vento è molto forte, si sta male fuori. Anche il cane non vuol venire per fare la solita passeggiata.
Il tempo passa, il vento aumenta. Mi affaccio di nuovo. Sulla mia testa si addensano nuvole nere.
Poi tutto è pronto: la tavola apparecchiata, le candele accese, una bottiglia di spumante tra due bicchieri!
Quando le braci sono al punto giusto passo gli spiedini nel pangrattato e mi avvio per sistemarli sulla griglia.
Però mi accorgo che dalla finestra viene meno luce, che un lampo mi saetta davanti agli occhi, che un tuono rimbomba ed una fitta pioggia comincia a cadere.
E' un attimo: il cane guaisce, mio marito diventa isterico.
"Presto! Andiamo via! Lo sai che con la strada bagnata le ruote slittano su per quella maledetta salita! E poi chi ci riporta a casa!"
Non mi raccapezzo più. In pochi secondi lui spenge le candele, copre le braci ardenti di cenere, tira le tende, s'infila la giacca e chiama il cane.
Anch'io mi vesto, prendo la borsa termica, il vassoio con gli spiedini, metto il guinzaglio al cane e mi precipito verso la porta.
La pioggia diventa sempre più forte, il cane non ne vuole sapere di uscire. Mio marito lo chiama.
Allora parte di scatto e così mi strappa il guinzaglio di mano. Prima di rendermene conto io mi ritrovo fuori per strada.
Il piede mi scivola sull'erba bagnata e, come in una scena al rallentatore di un film comico, vedo il vassoio innalzarsi, alcuni gamberoni volare in aria come profumate farfalle rosso-arancio mentre io mi schianto in terra insieme al resto degli spiedini!
La pioggia che scroscia a più non posso si confonde con le mie lacrime di dolore e di rabbia.
Non avrei mai immaginato di spendere trenta euro per dar da mangiare alle formiche!

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