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Narrativa

La stanza di Massimo Acciai, Tecnostorie di Massimiliano Chiamenti, Il tempo sospeso di Maddalena Lonati, Camera 730 di Maddalena Lonati, Un altro giorno, un'altra mosca, per caso... di Enrico Pietrangeli, Sette racconti al futuro di Paolo Ragni, Il Piano di Daniele Profeti

Poesia italiana

Questa rubrica è aperta a chiunque voglia inviare testi poetici inediti, purché rispettino i più elementari principi morali e di decenza...
poesie di Massimo Acciai, Elvira Balestracci, Caterina Bigazzi, Daniel Bosco, Miriam Cividalli Canarutto, Andrea Cantucci, Sonia Cincinelli, Rossana D'Angelo, Elisabetta Giancontieri, Renato Lonza, Manuela Palchetti, Paolo Ragni, Anna Maria Volpini

Poesia in lingua

Questa rubrica è aperta a chiunque voglia inviare testi poetici, in una lingua diversa dall'italiano, purché rispettino i più elementari principi morali e di decenza...
poesie in lingua napoletana, esperanto ed inglese

Recensioni

Di amore e morte di Enrico Pietrangeli - recensione di Lidia Gargiulo
Seduti dalla parte del torto di Devil Buio - recensione di Simonetta De Bartolo
Tutta colpa della poesia di Dario De Lucia - recensione di Massimo Acciai

Interviste

Il ruolo del consulente letterario: Intervista a Marco Bazzato
di Massimo Acciai

Settembre (Dopo la mareggiata)

di Caterina Bigazzi
 


Il mare impiccato sta al collo
nella mia sciarpa azzurra:
strisciano in gola i rimorsi
le frottole a tempo riemerse
conchiglie porose, in risacca
mi resta da conoscere settembre,
e la memoria: un compromesso
sgusciante che cerca la quiete
in pieghe di seta - artificio? -
se sulla pelle tutto scivola
addosso, e s'addolcisce il verde
velenoso del serpente, i dettagli
che asciugo, squame disperse,
mi lisciano il mento, e percorro
nella mia sciarpa azzurra
un diverso orizzonte di riporto
- di un amore il sostituto assente? -
attraverso l'estate cerebrale, là
dove permane l'alga, e di vacanza
il sogno vero che s'intrista.

 

Memoria (o lotta di Giacobbe con l'angelo)

di Caterina Bigazzi
 


Per l'intero nereggiare della notte,
misurarsi ad armi pari:
braccia e gambe in un intreccio
che incontro d'amore
o duello d'onore avresti detto.
No: lottammo, angelo e uomo,
da vènti contrari ed alleati,
fino a quando io compresi, e lo lasciai:
procedere da solo non potevo,
di femore infranto mi frenò,
e non soltanto: spezzato era anche
il mio cammino, senza lui.
Perciò mi benedisse, a sovrastare
ali ed intenzioni, più forte la mente
di ogni fisica forza già piegata:
poi irreale si dissolse e se ne andò,
restandomi il dolore sconosciuto
a me, non più tabula rasa:
dapprima, l'astio amaro
di non averlo visto in volto,
di non avere il suono
del suo nome sulla bocca;
poi, la pena che mi rende uomo appena:
alzarmi ogni mattina e non aver
vittorie chiare contro il sogno,
né memoria, solo un luogo sperduto
sulla carta, o anche una parola, persa
su quel bianco che talvolta tenta.
Ma una pietra è solo un punto,
e non ricorda: è tua la voce, è tua la lotta.
 

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