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Libri a fumetti

Allons, chères femmes de la patrie…
Da Barbarella a Isabella: le donne del fumetto francese
Articolo di Andrea Cantucci

Teatro

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a cura di Massimo Acciai Baggiani

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Tavola di Andrea Cantucci

Allons, chères femmes de la patrie…
Da Barbarella a Isabella: le donne del fumetto francese
 

Andrea Cantucci

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Le protagoniste femminili nei fumetti sono senz'altro più rare di quelli maschili, ma anche in un elenco estremamente sintetico e approssimativo, dalle origini a oggi risultano essere state comunque moltissime. Si cominciò con saggia servetta Bécassine, protagonista in Francia di brevi fumetti umoristici già nel 1905, e con la giovane Tonda Haneko, che sette anni dopo imitava le mode occidentali nei primi manga giapponesi.
Tra il 1920 e il 1930, negli U.S.A. apparvero svariate strisce a fumetti con protagoniste giovani donne più o meno indipendenti, l'impiegata Winnie Winkle, la modella Tillie, l'orfanella Annie, l'avventuriera Connie, la giornalista Jane Arden, la casalinga Blondie e altre ancora. Sugli albi a fumetti, tra gli anni '30 e '40 la loro fama fu scalzata da eroine più fantasiose, spesso legate dai nemici con implicazioni sadiche, a cominciare dalle versioni femminili di Tarzan come la regina della giungla Sheena e la ragazza della giungla Nyoka, seguite dalle prime supereroine, come la principessa delle amazzoni Wonder Woman e l'invisibile Scarlet O'Neil, e da giustiziere mascherate come Black Cat e Miss Fury (quest'ultima creata da una fumettista donna, Tarpe Mills). Tali eroine aggressive a loro volta negli anni '50 lasciarono per un po' il posto ad albi e strisce con protagoniste molto più romantiche, ma anche intraprendenti e ambiziose, come la saggia Juliet Jones che diventa sindaco della sua cittadina, o l'attrice Mary Perkins che raggiunge il successo a Broadway.
In Inghilterra, dopo la striscia del 1922 Dot e Carrie incentrata su due impiegate, le strip con protagoniste femminili si orientarono su un genere un po' più piccante a partire dal 1932, con l'apparizione della bella esibizionista involontaria Jane creata da Norman Pett, ma anche in seguito, con le avventure sempre più sado-masochiste della bionda Gwendoline, con le strisce spionistiche intitolate all'avventuriera ed ex-criminale Modesty Blaise, o con quelle fantascientifiche dedicate a donne del futuro come Scarth, Danielle e Axa, il fumetto britannico al femminile non rinunciò quasi mai a qualche scena moderatamente sexy, benché ci siano state anche delle protagoniste un po' più riservate, come le modelle Carol Day e Tiffany Jones.
In Italia, le eroine a fumetti apparse a fine anni '40, come la provocante Gey Carioca, l'atletica donna della giungla Pantera Bionda e le principesse indiane Penna Azzurra e Aquila Bianca, giocavano su una sensualità un po' più castigata ma altrettanto evidente, da noi comunque sufficiente all'epoca a incappare nelle maglie della censura che le costrinse una dopo l'altra a interrompere le pubblicazioni, o permise loro di proseguirle solo a condizione di allungare a dismisura i costumi e limitare al minimo le porzioni di pelle esposta, cosa che equivaleva presto o tardi a dover chiudere ugualmente per l'inevitabile perdita di lettori. Alcune di loro finirono per emigrare in paesi esteri come l'Argentina o la Francia, dove furono pubblicate un po' più a lungo.
Ma anche in Belgio e Francia la censura di ispirazione cattolica limitava di molto la possibilità per gli autori di sviluppare personaggi femminili nei fumetti per ragazzi, che fino agli anni '50 erano la totalità del settore. In Belgio personaggi come la giovane Bobette, co-protagonista con l'amico Bob di una serie del 1945, o la giornalista Seccotine, apparsa nel 1952 nelle storie comiche di Spirou e Fantasio, erano all'epoca delle eccezioni. Lo stesso si può dire in Francia per la sirenetta Arabelle creata nel 1950, o per l'adolescente Line, nata nel 1957 sul settimanale omonimo, così come per la dottoressa Maud e la chimica Tsin-Lu apparse dal 1945 nella serie di fantascienza "Les Pionniers de l'Espérance". In quest'ultimo caso, la componente mista e internazionale dell'equipaggio di un'astronave anticipava di vent'anni quello dell'Enterprise di Star Trek ed era dovuta all'ispirazione di sinistra del settimanale Vaillant su cui la serie veniva pubblicata.
A parte queste poche eccezioni, la maggior parte degli autori francofoni dell'epoca si sentivano costretti a evitare il più possibile i personaggi femminili per prevenire ogni possibile guaio con la censura, e se alcune delle eroine sopra citate potevano azzardarsi a essere pubblicate senza troppi rischi è perché, a parte le scienziate de L'Espérance, erano caratterizzate in modo da avere un aspetto molto più infantile che adulto.

Tutto cambiò improvvisamente all'inizio degli anni '60, con la creazione, da parte del francese Jean-Claude Forest, di una serie di personaggi femminili protagonisti di storie fantascientifiche, prima fra tutte Barbarella, una viaggiatrice cosmica ispirata a Brigitte Bardot e dal carattere altrettanto libero e "selvaggio". Con lei nel 1962 Forest creò un'eroina sexy raffinata e non volgare, poi imitata da una lunga schiera di epigoni anche in Italia, che l'autore definì come "assolutamente non scandalosa", anche se all'epoca la censura locale non fu molto d'accordo. Forse anche per questo con la sua eroina successiva, Bebé Cyanure, Forest tornò in parte sui suoi passi, limitandone molto la carica sensuale rispetto a Barbarella. Eliminò poi ogni erotismo esplicito dalla sua terza eroina spaziale, Marie Mathematique, creata per una trasmissione televisiva per ragazzi, ma anche nel suo caso non rinunciò a leggeri toni satirici in sintonia con le contestazioni di quegli anni.
Lo scandalo sollevato dalla prima edizione in volume di Barbarella, nel 1964, finì per farla considerare da molti il primo fumetto per adulti. Per quanto ciò sia discutibile, poiché già le strisce dei giornali americani erano rivolte prevalentemente agli adulti, in effetti l'eroina di Forest fu il prototipo di un fumetto d'autore più moderno, secondo una ricetta che unisce temi maturi, una certa dose d'ironia e qualche scena spinta. Allo stesso tempo quest'esploratrice interplanetaria e interdimensionale dal carattere disinibito e indipendente si può considerare la prima protagonista di un fumetto europeo realmente femminista, almeno nelle intenzioni dell'autore, al di là di un certo aspetto voyeristico che nel suo caso rimase comunque abbastanza limitato.
Il successo di Barbarella fu tale che nel 1968 ne fu tratta una versione cinematografica diretta da Roger Vadim e interpretata da Jane Fonda. In contemporanea all'uscita del film fu ristampato per la terza volta anche il fumetto, ma le scene in cui Barbarella appariva nuda furono ritoccate ricoprendone le grazie, evidentemente per evitare di incorrere nella censura che ne aveva vietato le prime due edizioni in volume.
Nello stesso fatidico 1964 in cui il primo libro di Barbarella usciva in Francia, in Italia Guido Crepax creava il personaggio ben più erotico e intellettuale della fotografa Valentina Rosselli, prendendo il volto dalla diva del muto Louise Brooks e il nome dalla cosmonauta russa Valentina Tereshkova, che l'anno precedente era stata la prima donna nello spazio. In breve tempo Valentina scalzò l'originale protagonista maschile della serie di Crepax, Philip Rembrandt alias Neutron, prendendone il posto. Intanto sui nuovi tascabili popolari nostrani in quegli anni esordirono molte eroine ed anti-eroine più o meno sensuali, come Satanik, Alika, Zakimort, Gesebel, Uranella e Isabella. Da queste ebbero poi origine i veri e propri fumetti pornografici per soli adulti, per la maggior parte realizzati rozzamente e in cui com'è ovvio le protagoniste femminili abbondavano…
In Francia invece molte imitatrici di Barbarella mantennero più spesso un elevato livello qualitativo, sia nei contenuti impegnati dei testi che nella raffinatezza grafica, dalla disinibita agente del futuro Scarlet Dream (al servizio del controspionaggio internazionale) alla politicizzata eroina creola Seraphina (che si oppone al neocolonialismo delle grandi potenze in difesa dei paesi del terzo mondo), dall'aliena Saga di Xam (che, venuta sulla Terra per imparare la violenza, finisce per essere corrotta) alla giovane Epoxy (che attraverso un passaggio nel tempo si ritrova a vagare nuda nell'antica Grecia del mito, tra amazzoni e centauri).
Tra gli autori che specializzatisi in storie con protagoniste femminili, si andò dalle seminude eroine pop disegnate da Guy Peellaert (autore di Jodelle, parodia femminile e satirica di James Bond ispirata a Silvie Vartan, e della contestatrice motorizzata Pravda, che combatte ogni autorità e ipocrisia senza mai fermarsi) a quelle ancor più esplicitamente erotiche disegnate da Georges Pichard (quali l'eterna vittima Blanche Epiphanie, che ridicolizza il modo in cui le donne erano viste nei romanzi d'appendice di una volta, o la ricca ereditiera comunista Paulette, le cui disavventure sono l'occasione per una gustosa satira politica e sociale).
Va ribadito però che in molte di queste serie l'elemento sexy appare preponderante insieme a quello satirico e che negli anni '60 la quasi totalità dei fumettisti è costituita da uomini che tendono a dare delle donne da loro disegnate un'immagine un po' falsata, filtrata dalle proprie fantasie erotiche più o meno idealizzate, senza porsi più di tanto il problema di creare dei personaggi femminili davvero realistici e complessi.

Tra le serie francesi con protagonisti maschili, un altro punto di svolta fu quella dell'Agente spazio-temporale Valérian, scritta da Pierre Christin e disegnata da Jean-Claude Mézières. Il loro eroe, fin dal suo esordio nel 1967, è affiancato da una compagna che ne condivide quasi tutte le imprese su un piano di assoluta parità e che in più occasioni finisce per metterlo abbastanza in ombra. Nel primo episodio infatti la giovane e intelligente Laureline, una ragazza dell'XI secolo così indipendente da vagare per i boschi in abiti maschili, decide di seguire Valérian nel futuro non per diventare la solita fidanzata in perenne attesa del ritorno dell'eroe, ma per arruolarsi anch'essa come agente spazio-temporale. Da quel momento fa coppia fissa con Valérian, prima nel lavoro e poi nella vita privata, dopo aver colmato rapidamente ogni sua lacuna culturale diventando una donna molto preparata, progressista e riflessiva, pur senza mai rinunciare ai sentimenti.
Per il personaggio di Laureline, pare che Christin si sia ispirato tra l'altro alla scrittrice femminista Simone de Beauvoir, il ché deve sicuramente aver contribuito a conferirle il suo carattere deciso e per niente succube delle autorità maschili. Infatti Laureline contravviene spesso agli ordini, prodigandosi in difesa di popoli alieni colonizzati dai terrestri o comunque facendosi guidare soprattutto dai propri principi etici e di giustizia sociale, e più volte ciò la mette in urto col compagno Valérian, più ligio al dovere e alle consegne ricevute.
Ma poi il tecnocratico impero terrestre del XXVIII secolo, la cui capitale Galaxity era la base di partenza delle missioni di Valérian e Laureline, negli anni '80 è improvvisamente eliminato dallo spazio-tempo e quindi dalle loro storie, lasciando così ai due protagonisti molta più libertà d'azione, mentre col nuovo millennio si decide di intitolare giustamente le loro avventure a entrambi e non più al solo protagonista maschile.
Infine nell'ultimo episodio del 2010 Valérian e Laureline riescono a far riapparire la Terra futura di Galaxity, solo per accorgersi che dopo le tante esperienze vissute liberamente in altri mondi ed epoche non possono più riconoscersi negli scopi e nella disciplina razionale, insensibile e asettica di quella megalopoli, dove l'umanità passa il tempo tra doveri meccanici strettamente programmati e spensierati sogni virtuali (e che rassomiglia fin troppo sinistramente alla società digitale globalizzata verso cui stiamo andando…).
Per non rinunciare a ciò che hanno raggiunto insieme, i due compagni dovranno escogitare un modo per ricominciare una nuova vita da zero, in un luogo e un tempo a loro scelta. Fino alla fine si conferma come il disciplinato, impulsivo e spericolato Valérian e l'acuta, accorta e diplomatica Laureline abbiano dei caratteri complementari che si integrano perfettamente, ma ciò fa anche sì che sia lei a dirigere le azioni del suo compagno e a toglierlo spesso dai guai, dimostrando così di essere in fondo la vera protagonista della serie. È certo anche grazie all'influenza della compagna, se Valérian subisce un'evoluzione caratteriale che lo porta a non accettare più di sottomettersi agli ordini di Galaxity, decidendo di fuggire altrove con lei.
A saga conclusa, il regista Luc Besson, che ha dichiarato d'essere stato innamorato di Laureline da bambino, sembra aver realizzato un sogno d'infanzia dirigendo il film "Valérian e la Città dei Mille Pianeti", tratto da uno dei primi episodi e uscito nel 2017. Proprio grazie all'interesse suscitato dal film, l'anno scorso anche in Italia sono apparse nuove edizioni delle avventure di Valérian e Laureline, sia in libreria che in edicola.
Due anni dopo l'apparizione di Laureline, sulla stessa rivista francese Pilote la disegnatrice satirica Claire Bretécher creò una serie comica incentrata su una donna, la principessa femminista medievale Cellulite. Negli stessi anni anche su un altro periodico per ragazzi come la rivista belga Spirou, apparvero delle protagoniste adulte dotate di evidenti attributi femminili, come l'hostess Natacha creata da François Walthery nel 1969, la cui maliziosa sensualità accentuata da un seducente abbigliamento solo dieci anni prima sarebbe stata abbastanza impensabile in quel contesto editoriale, o la giovane scienziata Yoko Tsuno, un'esperta giapponese di elettronica coinvolta in storie fantascientifiche creata da George Leloup nel 1970.
Tra le successive protagoniste del fumetto francese troviamo altre eroine ideate dal prolifico Jean-Claude Forest, come la ricca adolescente Hypocrite, da lui creata nel 1971 in storie fantastiche ancora più folli delle precedenti, o come le due rivali in amore Valerie e Mara, comprimarie della serie di fantascienza "I Naufraghi del Tempo", da lui avviata per i disegni di Paul Gillon e pubblicata più o meno regolarmente dal 1974.
Altre due atipici fumetti al femminile esordirono nel 1976: Le Straordinarie Avventure di Adèle Blanc-Sec, in cui l'autore Jacques Tardi fa vivere a una scrittrice di romanzi degli anni '10 del '900 delle situazioni molto bizzarre, da cui nel 2010 sarà tratto un film di Luc Besson, e la storia della buffa e aggressiva avventuriera Lili Fatale, creata dall'autore satirico Gérard Lauzier, che in una parodia delle storie di spionaggio alla 007 rielabora in modo spassoso e senza troppi tabù le componenti politiche e sessuali di quel sottogenere.

Un terzo momento di evoluzione fondamentale per i fumetti francesi al femminile fu la pubblicazione sulla rivista Circus, dal 1979, della serie "Les Passagers du Vent" (I Passeggeri del Vento) di François Bourgeon. Dipinta ad acquerello con sfumature realistiche sempre più accurate, quest'opera che ha per protagonista la giovane Isabeau (Isabella) de Marmaye, detta Isa, è una versione postmoderna per immagini dei classici feuilleton francesi, i romanzi d'appendice sul genere di quelli di Alexandre Dumas padre, in cui avventure di fantasia e Storia reale sono sapientemente miscelate. In questo caso vi è in più un'eroina talmente realistica e indipendente da sembrare tratta da un romanzo di De Foe o di Zola e vi sono affrontati temi sociali come l'emancipazione delle donne e degli schiavi, messi a confronto in un costante parallelo non certo casuale. Il modo in cui l'autore accosta durante tutta la serie queste due giuste aspirazioni umane ancora oggi non del tutto soddisfatte, può anche essere visto come una metaforica condanna di ogni discriminazione.
Il primo ciclo de "I Passeggeri del Vento" è ambientato tra il 1780 e il 1782 e il titolo si riferisce al fatto che buona parte della storia si svolge per mare, a bordo delle navi a vela dell'epoca. All'inizio del primo episodio la sedicenne Isabella viaggia su una nave francese vestita da uomo e si innamora del marinaio Hoël Tragan, a cui confida d'essere nata nobile con un altro nome, ma che la sua identità le è stata sottratta con un tipico scambio di persona da feuilleton, e di essersi imbarcata per vendicarsi di un ufficiale che l'aveva violentata.
Al di là dei risentimenti che la animano all'inizio, a fare di Isa una femminista ante litteram sono le decisioni con cui prende ripetutamente in mano la sua vita per tentare di darle la direzione che desidera, affrontando con coraggio ogni rischio anche in circostanze avverse e riuscendo a riprendersi dopo ogni momento difficile, in un'epoca in cui la maggior parte delle donne godevano di ben poca considerazione, potere o autorità.
Quando, dopo uno scontro navale ed essere naufragati, il suo amante Hoël è imprigionato in Inghilterra, è Isa a prodigarsi per liberarlo con la complicità della giovane gentildonna Mary Hereford che, incinta dell'ufficiale inglese John Smolett, vuole fuggire dal paese insieme a loro per poter tenere il suo bambino sottraendosi all'ira paterna. Le due coppie si imbarcano quindi alla volta della Francia e di lì per le Americhe, sperando di iniziare una nuova vita al di fuori delle convenzioni oppressive delle rispettive famiglie e società, ma senza saperlo si sono imbarcati su una nave negriera che farà scalo in Africa per rifornirsi di schiavi.
Il soggiorno forzato prima nel regno africano del Dahomey, poi di nuovo sulla nave negriera, dove una rivolta di schiavi è repressa nel sangue, e infine presso una piantagione di Santo Domingo, dà modo a Isa di approfondire la conoscenza delle ambiguità della natura umana e di districarsi tra nuovi pericoli e difficoltà, dando prova di sangue freddo e presenza di spirito ed esprimendo tutto il suo disgusto per lo schiavismo esercitato con crudeltà spietata dagli europei, ma anche per le altrettanto spietate usanze di certi re africani.
Alla fine del suo primo ciclo di avventure, composto da cinque episodi usciti al ritmo di circa uno all'anno fino al 1984, l'appena diciottenne Isabella de Marmaye si ritrova sola su una spiaggia, dopo aver perduto per vari motivi tutti i suoi compagni uno dopo l'altro. Ma anche se privata dei vecchi scopi che guidavano la sua vita, superato un attimo di sconforto Isa si riprende d'animo e con una risata si appresta a cercarne di nuovi…
Oltre agli aspetti femministi del racconto e alla sapienza, complessità e sensibilità della trama da un punto di vista umano, in quest'opera Bourgeon ha dato prova di un'eccezionale meticolosità anche nella ricostruzione del contesto storico, degli usi e costumi dell'epoca e in particolare delle strutture interne ed esterne delle autentiche navi del '700, nonché di molti dettagli reali relativi alla tratta degli schiavi tra Africa e Americhe.
L'autore aveva già disegnato un'eroina simile a Isa in una precedente serie medievale per ragazzi, "Brunelle e Colin", e negli anni successivi ha realizzato altri due cicli a fumetti incentrati su figure femminili. Nella sua saga "La Compagnia del Crepuscolo", la popolana Mariotte viaggia al seguito di un cavaliere in un Medioevo accuratamente ricostruito, ma in cui la Storia sconfina di continuo nella leggenda. Invece nel fantascientifico "Ciclo di Cyann", realizzato in collaborazione con Claude Lacroix, la giovane e viziata rampolla dell'elite che domina una civiltà aliena deve guidare una spedizione nello spazio a capo di un equipaggio di sole donne.
A distanza di venticinque anni, Bourgeon ha poi ripreso "I Passeggeri del Vento" con un secondo ciclo in due episodi intitolato "La Ragazza Bois-Caïman", pubblicato tra il 2009 e il 2010 e ambientato nella Louisiana di ottant'anni dopo, durante la Guerra di Secessione Americana. Nella prima parte del sesto album la protagonista è la pronipote di Isa, anch'essa chiamata Isabeau ma soprannominata Zabo, che dopo essere rimasta orfana si mette in viaggio tra i pericoli della guerra per raggiungere la piantagione in cui vive l'ormai novantottenne bisnonna, che le narrerà la propria vita da dove si era interrotto il ciclo precedente.
I lettori scoprono così come e perché Isa si era trasferita in Louisiana, come era diventata un'illustratrice riproducendo dal vero per un'enciclopedia la fauna e la flora locali, come aveva avuto nel frattempo una figlia mulatta coi rischi che un tale fatto scandaloso comportava all'epoca, come aveva trovato marito nel medico Jean Murrait, figlio dell'enciclopedista per cui lavorava, e come era rimasta sfigurata per tentare di salvare la figlia dalla schiavitù. Si potrebbe dire che il momento in cui a trentatre anni il volto di Isa viene irrimediabilmente deturpato segni, come una metafora indelebile incisa nella carne, l'inevitabile conclusione della sua gioventù. Alla fine sembra che il suo racconto abbia qualche influenza sulla pronipote sudista, che all'inizio dimostrava idee un po' più reazionarie e molto meno progressiste di quelle della bisnonna.
Dopo l'uscita del primo ciclo de "I Passeggeri del Vento", dato il successo internazionale ottenuto, nel 1985 l'editrice Glénat varò la rivista Vécu (Vissuto), nata appositamente allo scopo di pubblicare a puntate altri simili romanzi storici a fumetti, e su cui apparvero altre eroine femminili decise e indipendenti, come la giovane spadaccina mascherata Ariane de Troïl protagonista della serie "Le Sette Vite dello Sparviero" e poi dei cicli collegati "Masquerouge" e "Piuma al Vento", o come la colona francese Louise Dieudonné e la guerriera indiana Grida nel Vento, comprimarie della serie "I Pionieri del Nuovo Mondo". Tra i fumetti storici più recenti della Glénat, si può ricordare anche la serie del 2009 "I Pirati di Barataria", la cui protagonista Artemis Delambre viene inviata nelle Americhe da un padre molto famoso per metterla al sicuro.
Ma anche nei fumetti fantasy francesi, pubblicati da altre case editrici, non mancarono delle giovani e coraggiose eroine, come Pelisse, protagonista della serie "La Ricerca dell'Uccello del Tempo" pubblicata dal 1982 sulla rivista Charlie, o la principessa Sioban nella saga degli anni '90 "Il Lamento delle Terre Perdute".
Oltre agli autori francesi come Forest, Pichard o Bourgeon, anche in Italia fumettisti come Milo Manara, Cinzia Ghigliano, Luciano Secchi, Vanna Vinci o Luca Enoch hanno finito un po' per specializzarsi in storie con protagoniste femminili. Inoltre anche da noi una serie mensile intitolata a una donna, la criminologa Julia, ha riscosso un discreto successo superando il duecentesimo numero. Nonostante le fumettiste rimangano ancora abbastanza in minoranza rispetto agli autori maschi, il tentativo di emancipare sempre di più le donne dai loro vecchi e antiquati ruoli sta dunque proseguendo con qualche risultato anche nelle storie disegnate…

Recenti edizioni italiane in volume delle tre principali opere a fumetti citate:

BARBARELLA
Autore: Jean-Claude Forest
Edizione in 1 volume dei primi 2 episodi
Rilegatura: brossurata con alette
Formato: 180 pagg. in bianco e nero
Editore: Comicon Edizioni
Anno di uscita: 2017
Prezzo: € 18,00

VALÉRIAN E LAURELINE - Agenti spazio-temporali
Testi: Pierre Christin
Disegni: Jean-Claude Mézières
Edizione in 7 volumi dei 22 episodi principali (priva dell'epilogo)
Rilegatura: brossurata
Formato: tra le 160 e le 208 pagg. cadauno a colori
Editore: 001 Edizioni
Anno di uscita: in ristampa dal 2017
Prezzo: tra i € 16,00 e i € 18,00 cadauno

VALÉRIAN
Testi: Pierre Christin
Disegni: Jean-Claude Mézières
Edizione in 11 volumi dei 22 episodi più lunghi (priva dell'episodio zero)
Rilegatura: brossurata con alette
Formato: tra le 128 e le 112 pagg. cadauno a colori
Editore: La Gazzetta dello Sport
Anno di uscita: 2017
Prezzo: € 9,99 cadauno

I PASSEGGERI DEL VENTO
Autore: François Bourgeon
Edizione integrale in 3 volumi
Collana: Historica n°36, 39, 41
Rilegatura: cartonata
Formati: 112, 160 e 152 pagg. a colori
Editore: Mondadori
Anni di uscita: 2015-2016
prezzo: € 12,99 cadauno

precedenti edizioni italiane in volumi
di BARBARELLA sono state pubblicate da Milano Libri.
di VALÉRIAN E LAURELINE sono state pubblicate da Vallecchi, L'Isola Trovata e Comic Art.
de I PASSEGGERI DEL VENTO sono state pubblicate da Nuova Frontiera, Milano Libri e Lizard-Rizzoli.
 

   
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