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                                  Caffè Letterario 
                              Musicale 
                                
                                 
                              
                                  Articoli e segnalazioni  
                                
                                 
                              
                                  Interviste  
                                
                                 
                              
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                              I Pooh: come 
                              iniziò e come finì
			                  
			                   
			                   
                              Mentre sto scrivendo questo 
                              articolo mancano due giorni all'ultimo concerto 
                              dei Pooh, nella Bologna dove hanno mosso i primi 
                              passi oltre mezzo secolo fa, e sto ascoltando uno 
                              struggente brano musicale di 
                              Mauro Bertoli dedicato all'amico Valerio 
                              Negrini(1). Ho da poco finito di leggere il libro 
                              in cui Bertoli racconta i primi anni dei Pooh, da 
                              quando si chiamavano Jaguars a quando l'autore 
                              decide di uscire dal gruppo già lanciato verso i 
                              primi successi (ma ancora prima di "Piccola Katy") 
                              che aveva contribuito a fondare insieme a Negrini: 
                              un libro che ho ricevuto direttamente dall'autore 
                              - persona gentilissima e disponibile - dopo averlo 
                              contattato in privato. 
                              Chi mi conosce sa che sono un ammiratore 
                              entusiasta dei Pooh fin da quando vinsero il 
                              Festival di Sanremo con "Uomini soli", più di un 
                              quarto di secolo fa, quindi da circa metà della 
                              loro storia (e circa due terzi della mia vita). Le 
                              loro canzoni sono state la mia colonna sonora da 
                              quando ero adolescente: i miei gusti sono cambiati 
                              nei decenni, i miei orizzonti musicali si sono 
                              allargati, ma loro sono rimasti sempre al primo 
                              posto della mia personale classifica. Trovo la 
                              loro musica geniale, meravigliosa, insuperabile: 
                              tuttavia confesso di non aver mai provato un 
                              particolare interesse per la loro storia… fino a 
                              quest'anno in cui hanno deciso di lasciarsi ed 
                              intraprendere ciascuno la propria strada.  
                              L'occasione si è presentata per caso navigando un 
                              giorno su Internet e scoprendo che l'inizio 
                              dell'avventura era stata narrata da uno degli 
                              stessi protagonisti in un libro; libro che ho 
                              letto tutto d'un fiato in un paio di giorni. Oltre 
                              ad essere molto scorrevole, scritto in un 
                              linguaggio amichevole e colloquiale adatto a 
                              raccontare la storia di due adolescenti dei primi 
                              anni '60, pieni di musica, con un grande sogno da 
                              realizzare; il libro riesce a catturare proprio 
                              come un romanzo. Nelle pagine, alternate a foto 
                              d'epoca, rivivono immagini vivide di un tempo 
                              entrato nel mito, che non esiste più. Man mano che 
                              proseguivo nella lettura ho cominciato ad 
                              immedesimarmi: chi, da giovane, non ha avuto 
                              grandi sogni e non ha vissuto entusiasmanti 
                              avventure? (2) Un sogno una andato al di là di 
                              ogni più rosea aspettativa: la loro "buona stella" 
                              li ha accompagnati per i successivi cinquant'anni, 
                              traghettandoli gloriosamente nel nuovo millennio, 
                              raccogliendo fan di tutte le età.  
                              Mauro ripercorre con nostalgia la propria infanzia 
                              nei tempi duri del Dopoguerra, i primi ascolti 
                              musicali, la prima chitarra e la decisione - 
                              osteggiata da genitori preoccupati per l'avvenire 
                              del figlio - di diventare musicista 
                              professionista: decisione tuttavia sempre 
                              supportata dalla nonna di Mauro, la "Nonna dei 
                              Pooh" con cui c'è una grande sintonia.  
                              Nel libro primeggia la figura di Valerio Negrini, 
                              il "quinto" Pooh occulto, poeta e autore dei testi 
                              dei grandi successi del gruppo: entra in scena fin 
                              dalle prime pagine e subito viene presentato come 
                              un ragazzo fuori dal comune. Il rapporto tra Mauro 
                              e Valerio è di profonda amicizia e di grande 
                              sintonia artistica, pur essendo caratterialmente 
                              molto diversi - pragmatico il primo, sognatore il 
                              secondo. Il mitico batterista e paroliere, che 
                              decise di scendere dal palcoscenico nel 1971 (3), 
                              mi ha sempre affascinato per quei testi di 
                              altissimo livello ma al tempo stesso accessibili e 
                              semplici: insomma, la genialità della semplicità. 
                              Mi sono sempre domandato da dove traesse 
                              ispirazione: ho trovato la risposta nelle parole 
                              dello stesso Bertoli: "Rimanevo meravigliato alla 
                              lettura dei suoi (capo)lavori e alle mie domande 
                              rispondeva che era sufficiente "masturbarsi il 
                              cervello" per fare uscire le idee: erano 
                              nell'aria, intorno a noi, in attesa di entrare in 
                              una matita e trasformarsi in parole. Restavo 
                              perplesso, ammirato da tanta semplicità, ma in 
                              fondo, pensavo, aveva ragione: l'arte sta nel 
                              tradurre in modo naturale ciò che sentiamo, che ci 
                              circonda, che è dentro di noi, senza perderci alla 
                              ricerca di ciò che non ci appartiene."(4) 
                              Vi sono momenti commoventi, come quello in cui 
                              Bertoli annuncia la sua decisione di lasciare il 
                              gruppo, senza rimpianti né rimorsi: decisione di 
                              cui non si è mai pentito pur essendo stata molto 
                              sofferta. Lascio ai lettori lo scoprire le 
                              motivazioni di questa decisione, non voglio 
                              svelare troppo in questa sede: cito solo questa 
                              frase che dice tutto: "Non li ho mai dimenticati, 
                              sarebbe impossibile rinnegare il periodo più bello 
                              della mia vita". (5) 
                              Il libro è anche una raccolta di aneddoti 
                              divertenti, di curiosità sul mondo della musica, 
                              sugli strumenti (c'è un intero capitolo molto 
                              ispirato dedicato alle chitarre) e sulla vita del 
                              musicista, tra orari impossibili, rivalità, 
                              groupies da dividersi e fidanzate gelose. E' un 
                              grande omaggio a Valerio in primis, ai Pooh 
                              attuali e a tutti gli altri ex-Pooh (di cui 
                              giustamente l'autore ci fornisce in appendice un 
                              elenco dettagliato e definitivo, perché non vi sia 
                              chi avanzi pretese illegittime). 
                              Tutte le cose finiscono, anche se il ricordo 
                              rimane molto a lungo (mi viene da dire "per 
                              sempre"). Quando il libro di Bertoli è stato 
                              stampato, nel dicembre 2014, i Pooh - tornati in 
                              cinque col ritorno di Stefano D'Orazio e Riccardo 
                              Fogli - non avevano ancora annunciato la decisione 
                              di sciogliersi al raggiungimento dei cinquant'anni 
                              di carriera: Bertoli tuttavia conclude la 
                              biografia sua e dei "suoi" Pooh con queste parole 
                              profetiche (ma per fortuna non troppo…): "Non 
                              voglio pensare al futuro: non riesco a immaginare 
                              una fine. Un Roby scendere dal palco, come ha 
                              scelto già di fare Stefano, Dodi appendere la 
                              chitarra, Red dedicarsi ad altre attività; è 
                              inconcepibile eppure un giorno qualcosa dovrà per 
                              forza succedere, ma spero di non assistervi, 
                              preferisco i miei ricordi, la storia meravigliosa 
                              che ho vissuto con questo gruppo fantastico, le 
                              emozioni, le gioie e i dolori che mi ha dato, i 
                              tanti insegnamenti che ne ho tratto e il ricordo 
                              del mio amico Valerio, che purtroppo mi ha 
                              preceduto e al quale dedico con affetto queste mie 
                              pagine scritte con tutto il mio cuore." (6) 
                              Con questa ultima citazione chiudo anche il mio 
                              articolo, domandandomi come sarà il Dopo-Pooh, 
                              certo che comunque non cesserò mai si ascoltare la 
                              musica meravigliosa che hanno creato in questo 
                              lunghissimo periodo: musica che mi accompagnerà 
                              nei miei viaggi in auto o in treno, o come 
                              sottofondo mentre creo le mie opere letterarie. 
                               
                              Firenze, 28 dicembre 2016 
                               
                               
                              Bibliografia 
                               
                              Bertoli, Mauro, Pooh. Atto di nascita - 1962-1967, 
                              Verona, Mabert Edizioni, 2014. 
                               
                               
                              Note 
                               
                              1. Venuto improvvisamente a mancare in seguito a 
                              infarto nel gennaio 2013. Il brano "Adagio per 
                              Valerio" è contenuto nel cd allegato al libro di 
                              Mauro Bertoli, Pooh. Atto di nascita - 1962-1967, 
                              Verona, Mabert Edizioni, 2014. Chi mi conosce sa 
                              che non scrivo un rigo senza musica di sottofondo. 
                              2. Anch'io ho avuto un contatto col mondo della 
                              musica, sebbene del tutto marginale: ripenso a 
                              quando suonavo la tastiera nei Monasterium Pisanum 
                              e a quanto era bello suonare in una band (che 
                              negli anni '60 in Italia era detta "complessino"), 
                              gruppo che ho poi abbandonato in seguito a vicende 
                              che non racconterò qui per non andare troppo fuori 
                              tema. Noi non facevamo sul serio: i Pooh sì, ed è 
                              questa differenza che ha reso realtà ciò che era 
                              solo un sogno. 
                              3. Lasciando le bacchette a Stefano D'Orazio, il 
                              quale se ne sarebbe poi andato a sua volta nel 
                              2009, per ritornare poi in occasione della grande 
                              festa del cinquantennio 
                              4. Bertoli, M., op. cit., p. 123. 
                              5. Bertoli, M., op. cit., p. 150. 
                              6. Bertoli, M., op. cit., p. 151.
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