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Libri a fumetti

IL CAMPIONE DEL VERDE
Il ciclico ritorno di Swamp Thing

Articolo di Andrea Cantucci

Cinema

"Preghiera - un atto osceno". Intervista a Margherita Ortolani, autrice e attrice
a cura di Alessandro Rizzo

Fotografia

Mostra di Fotografia e Poesia - Roberto Mosi "Firenze, dalle vetrine alle periferie"
di Roberto Mosi

Teatro

Giovane e bella
di Maria Antonietta Nardone

Miti mutanti 21

Strisce di Andrea Cantucci

Un artista a Coverciano 7

Strisce di Luca Mori

IL CAMPIONE DEL VERDE
Il ciclico ritorno di Swamp Thing

 

Andrea Cantucci

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Un tempo, nel mondo dei fumetti d'avventura, il compito di sensibilizzare i lettori sulle tematiche ecologiche era affidato, sia pure in modo ingenuo, a serie ambientate nella giungla, come Tarzan, Tim Tyler's Luck (Cino e Franco), Jungle Jim (Jim della Giungla) o The Phantom (L'Uomo Mascherato). Da lì e dai successivi epigoni, deriva l'antipatia che ancora oggi tutti nutriamo verso i bracconieri, che vi erano sempre descritti come biechi individui senza scrupoli, privi di ogni rispetto verso una natura che offendono e saccheggiano spietatamente per pura avidità di denaro. Non sono neanche mancati episodi, come l'albo di Tarzan n°218 del 1973 scritto e disegnato da Joe Kubert, in cui l'eroe considera suo nemico, alla stregua del peggior criminale, anche il tipico cacciatore bianco, ricco e annoiato, che uccide per puro divertimento.
Col graduale diffondersi di una vera e propria sensibilità ecologista, è apparso qualche raro eroe ancor più dichiaratamente schierato in difesa della natura, a cominciare da Kalaar, l'aitante sorvegliante di un parco africano creato in Spagna nel 1963 dal disegnatore Thomas Marco Nadal, le cui storie si segnalano per la meticolosa accuratezza con cui erano riprodotti gli animali delle varie specie. Più intimista, complesso e filosofico, nel rapporto con la natura, è invece il giovane viaggiatore Jonathan, creato dallo svizzero Cosey nel 1975, un personaggio che, al verde delle giungle selvagge, preferisce la serenità delle montagne orientali e a cui si ispirò anche Ambrogio Fogar per il titolo della sua trasmissione dedicata ai viaggi intorno al mondo.
Un altro eroe dei fumetti che sensibilizza i lettori sul tema ecologico, oltre che su quello dei disabili, è Concrete, un uomo prigioniero di un corpo alieno di pietra, creato dall'americano Paul Chadwick nel 1986, in racconti dalla raffinata narrazione grafica, retrò e moderna al tempo stesso. Grazie all'impegno civile delle sue storie, Legambiente sponsorizzò la prima edizione in italiano degli albi di Concrete, che nel 1997 fu eletto testimonial per "La giornata mondiale della Terra". Ma il personaggio più ecologico della storia del fumetto è di certo Swamp Thing (La cosa della palude), almeno da quando il grande sceneggiatore inglese Alan Moore rielaborò in senso più impegnato quello che fino a quel momento era stato uno dei tanti personaggi horror del fumetto statunitense.

La prima apparizione di Swamp Thing risale al 1971, sul n°92 dell'albo "House of Secrets" della DC Comics, e non è che uno dei racconti brevi di quella pubblicazione. Il protagonista è uno scienziato che, dopo essere stato investito da un'esplosione di composti chimici e gettato in una palude, si trasforma irreversibilmente in una mostruosa creatura verde, ancora capace di pensare normalmente ma non di parlare come prima. Questa semplice trama ricorda vagamente sia quella di un analogo mostro paludoso informe chiamato "The Heap" (La Massa) del 1942, sia il più noto Hulk creato nel 1962 da Stan Lee e Jack Kirby. Ma rispetto ai predecessori, l'atmosfera più gotica e la migliore qualità stilistica di Swamp Thing ne decretano l'immediato successo: l'albo è il più venduto del mese tra quelli della casa editrice e i lettori ne chiedono insistentemente nuove storie.
Ciò fa sì che nel 1972 ne sia varata una collana bimestrale regolare degli stessi autori dell'esordio: lo sceneggiatore Len Wein, che riscrive la storia spostandone l'ambientazione dall'800 al presente, e il disegnatore Bernie Wrightson, che con questa testata è lanciato come uno dei migliori e più apprezzati artisti del genere horror. Le prime avventure vedono il mostro "buono" contrapporsi a creature ispirate ai più classici archetipi della letteratura gotica e fantascientifica: la creatura in stile Frankenstein, l'uomo lupo, la caccia alle streghe, i robot, la cosa informe alla Lovecraft, il visitatore alieno. Il successo iniziale del personaggio però è strettamente legato a quello del suo realizzatore grafico e quando, dopo un paio d'anni e dieci numeri, Wrightson lascia la serie per collaborare a riviste horror più adulte e raffinate, nonché a successive produzioni di illustrazioni e stampe di altissimo livello, il nuovo disegnatore Nestor Redondo non può reggere il confronto.
Senza Wrightson, viene meno anche l'interesse di Wein, che abbandona col n°13 ed è sostituito ai testi da David Michelinie. Priva dei suoi creatori, la prima serie di Swamp Thing prosegue stancamente per altri due anni, fino a concludersi col n°24 del 1976. Intanto, sempre nel 1971, anche l'editrice concorrente Marvel ha proposto un mostro della palude molto simile: The Man-Thing (L'Uomo Cosa), creato da Gerry Conway, Roy Thomas e Gray Morrow. E' dubbio quale dei due personaggi abbia ispirato l'altro, visto che Wein e Conway all'epoca sono amici e compagni di stanza (tanto è vero che tra il 1975 e il '76 Conway scrive anche tre episodi di Swamp Thing). Ma l'Uomo Cosa della Marvel è caratterizzato da un'assoluta ottusità mentale che ne limita di molto il potenziale espressivo e la sua serie regolare, iniziata nel 1974, chiude dopo ventidue numeri, con lo scrittore titolare Steve Gerber che dichiara di non avere più idee per il personaggio.
Invece il gradimento e la richiesta del Swamp Thing di Wein e Wrightson continua ad essere tale, che già nel 1977 esce la prima ristampa del loro ciclo. Ma per vederne delle nuove storie bisogna aspettare il 1982, quando in occasione dell'uscita del primo film sul personaggio, diretto da Wes Craven, Len Wein spinge per una seconda serie mensile, intitolata inizialmente "The Saga of the Swamp Thing", di cui assume la supervisione. I primi numeri contengono storie scritte da Martin Pasko e disegnate da Tom Yeates, in cui il principale nemico del protagonista è il sinistro generale Sunderland, capo di un'organizzazione paramilitare che lavora per un'agenzia governativa segreta; iniziano così ad intravedersi temi politici e antimilitaristi un po' più impegnati.
Anche se Yeates continua a disegnare le copertine fino al n°24, col n°16 i disegni passano a Stephen Bissette e John Totleben, provenienti dalla scuola del fumetto di Joe Kubert, che avviano un'affascinante serie di raffinate sperimentazioni grafiche, mettendo a punto uno stile meticoloso e dai tratteggi graffianti, spietato nella sua realistica crudezza ma anche incredibilmente surreale e lisergico, perfetto per rendere nel modo più inquietante le atmosfere horror della serie. Sfruttando le loro immagini, ricche di ambigue mostruosità degne dei racconti di Lovecraft, Pasko recupera il più vecchio e terribile nemico di Swamp Thing, il folle e perverso negromante Anton Arcane, che aveva esordito nella seconda avventura del personaggio e che ogni volta torna dalla morte con corpi sempre più inumani e grotteschi. Con lui fa riapparire anche i comprimari della prima serie: la sua innocente nipote Abigail e il detective Matthew Cable, ora sposato con lei ma ridotto a un alcolizzato. Martin Pasko però non può proseguire la serie per impegni televisivi e, per sostituirlo, Len Wein scova in Inghilterra un promettente sceneggiatore locale, Alan Moore, il primo di una lunga serie di scrittori britannici che negli anni successivi avrebbero radicalmente rinnovato e fatto evolvere in senso più adulto il fumetto americano.
Nel primo episodio di Swamp Thing da lui scritto, il n°20 del gennaio 1984, intitolato "Loose Ends" (Residui pendenti), Moore chiude tutte le sottotrame rimaste in sospeso e fa apparentemente morire il mostro in un violento scontro a fuoco contro gli uomini di Sunderland. È uno stratagemma per ripartire da zero e reinventare il personaggio. Come aveva già fatto in Gran Bretagna col supereroe Marvel-Man, modifica alle radici le origini stesse di Swamp Thing, senza contraddire i fatti raccontati in precedenza, ma solo l'interpretazione che ne era stata data. Sul n°21, "The Anatomy Lesson" (La lezione di anatomia), in una storia magistrale per montaggio e introspezione psicologica, rimette in discussione tutto ciò che si credeva di sapere sul mostro della palude, mentre i personaggi scoprono la verità insieme ai lettori. I colpi d'arma da fuoco non lo hanno ucciso perché il mostro non è ciò che sembrava, anche se lui stesso non se ne rendeva conto.
Come il suo aspetto avrebbe dovuto dirci, il suo non è il corpo dello scienziato Alec Holland, anzi non è per nulla un corpo umano, né lo era mai stato. Swamp Thing è una creatura composta dalla vegetazione della palude, che aveva solo creduto di essere Holland, da quando ne aveva assorbito il corpo e lo spirito morente dello scienziato le aveva trasmesso la propria coscienza e i propri ricordi. Così tutto assume un nuovo senso, suscettibile di molteplici implicazioni che si delineano sempre più ad ogni numero, mentre i raffinati disegni di Bissette e Totleben, grazie anche ai suggerimenti artistici di Moore, accompagnano l'alta qualità letteraria dei suoi testi con composizioni sempre più coraggiose e innovative, giungendo a vette di sperimentazione mai tentate prima in un albo statunitense, assecondate dalla sensibilità dell'abile colorista Tatjana Wood.
Dal n°22, "Another Green World" (Un altro Mondo Verde), è sempre più centrale il personaggio della giovane Abigail "Abby" Arcane, la più vecchia amica e confidente di Swamp Thing, che si prodiga per stimolarlo a vivere e agire quando il mostro vegetale, venuto a conoscenza di ciò che è, cede all'impulso di immergersi definitivamente nel Verde a cui ora sa di appartenere, annullando ogni pensiero, come un asceta che abbia placato ogni sua ansia ed emozione in un immobile nirvana di tessuti linfatici radicati al suolo. Ma la sua mente "umana" non gli dà tregua e lo perseguita con sogni che non gli permettono di rimanere in quella condizione: il Verde che lo circonda, e di cui fa parte, ha bisogno di lui per difendersi dalla rossa aggressività degli esseri di carne.
Riemerge dal suo stato per affrontare uno scienziato folle, che vuole sopprimere tutti gli uomini e gli animali per preservare le piante e rischia invece di condurre i due regni naturali alla distruzione reciproca. Così, mentre Abby si impegna come assistente sociale in una scuola per bambini con handicap, un risorto Swamp Thing si dedica alla difesa della natura da ogni minaccia esterna o interna, una missione a cui scoprirà di essere predestinato, in quanto creato dal Verde a tale scopo.
Nel n°33, che ristampa ad hoc il primissimo episodio del 1971, si rivela infatti che Swamp Thing è solo l'ultimo di una lunga serie di creature analoghe esistite in passato, mentre nel n°47 incontriamo nel profondo della foresta amazzonica il "Parlamento degli Alberi", il luogo in cui riposano radicati al suolo i suoi predecessori, le cui "menti" sono fuse in un costante contatto telepatico. Ma prima ancora che ne acquisti piena coscienza, le facoltà del personaggio sono già infinitamente amplificate dalla sua condizione di "spirito elementale della terra", compreso un uso più fluente della parola.
Spesso Moore inserisce nelle storie altri personaggi dell'editrice, una pratica abituale negli USA, ma in versioni decisamente più complesse, profonde ed ironiche del solito. Ad esempio, dal n°25 reintroduce il demone rimatore Etrigan, creato da Jack Kirby nel 1972, ma lo fa citando l'inizio del celebre romanzo di Bulgakov "Il Maestro e Margherita" e facendo poi esprimere il demone in perfetti sonetti elisabettiani. Getta così le basi per la futura linea Vertigo, la sezione della DC rivolta a "lettori maturi", che spesso riproporrà questi ed altri vecchi personaggi rivisitati in modo simile.
I temi trattati si fanno sempre più adulti ed arditi, finché nel n°29, "Love and Death" (Amore e Morte), si intravedono implicazioni incestuose e sadiche nell'ambiguo rapporto tra la bella Abigail e lo spettro del suo defunto zio, che prende possesso del corpo del marito di lei. La commissione di autoregolamentazione dell'editoria a fumetti nega all'albo il visto della censura, che dagli anni '50 garantisce il mantenimento dei contenuti nei limiti di un ingenuo moralismo puritano. Così, da quel numero in poi, vista la qualità artistica dei testi, il nuovo supervisore Karen Berger decide, per la prima volta in un albo americano, di fare a meno del visto-censura in copertina, segno che non si tratta più di fumetti per ragazzi. Come unica avvertenza per i lettori, dal n°31 è apposta sopra il titolo, al posto del termine Saga, la dicitura "Suspense sofisticata".
Ciò dà la possibilità a Moore di esprimersi con maggiore libertà e senza troppe restrizioni, toccando anche argomenti scabrosi o mistici. Dopo che nel n°30 l'amica Abby è stata assassinata, Swamp Thing proietta la propria "mente" al di là della vita stessa, fino a ritrovare l'anima di lei, nelle profondità dell'Inferno a cui era stata ingiustamente condannata, e a riportarla indietro. La storia di questo viaggio negli inferi, apparsa nel 1985 su Swamp Thing Annual n°2 e piena di rielaborazioni di vecchi personaggi del cosmo magico della DC, vince un prestigioso premio, il Kirby Award, che è solo uno dei tanti riconoscimenti assegnati alla serie e ai suoi autori in questo periodo.
Il già citato n°33 si rende necessario solo perché Bissette è in ritardo con le consegne dei disegni, eppure Moore confeziona rapidamente un episodio che si rivela fondamentale per la saga. Per spiegare l'esistenza di diversi campioni del Verde nelle varie epoche, reintroduce in un sogno Caino e Abele, gli anfitrioni che presentavano i racconti horror delle testate "House of Mistery" e "House of Secrets" (su cui Swamp Thing era nato), dando loro per la prima volta un certo spazio e risalto narrativo e sottolineando che si tratta proprio dei due biblici fratelli, che passano l'eternità ad uccidersi l'un l'altro. Grazie alla nuova impostazione che Moore ne dà in queste pagine, saranno poi tra i personaggi principali di due delle più importanti e premiate serie Vertigo: "Sandman, Signore dei Sogni" e "The Dreaming" (Le Terre del Sogno).
Col numero seguente, "Rite of Spring" (Il Rito di Primavera), gli autori osano molto di più, descrivendo con immagini di grande suggestione un'unione psichedelica tra il mostro e la sua amica umana, in un albo che mette da parte la suspense per immergersi, fin dalla romantica copertina dipinta, in un amplesso disegnato che è un inno all'amore fisico e spirituale insieme. Per la prima volta in un fumetto, due esseri di regni naturali diversi diventano amanti al di là di tutto ciò che sembra dividerli, identificandosi col fluire della natura che li circonda, mentre un linguaggio poetico accenna alla sessualità indirettamente ma in modo chiaro. Anche questo episodio vince un meritato premio della critica, l'Eagle Award, e le vendite, che fino a questo momento erano cresciute gradualmente a partire dall'arrivo di Moore, s'impennano ora definitivamente.
La minaccia per il Verde e per la vita si fa più realistica nel n°35: non più maghi o scienziati pazzi, ma i concreti effetti nefasti dell'inquinamento, incarnati in un uomo contaminato e assuefatto alle radiazioni nucleari, al punto da diventarne portatore vivente. Neanche Swamp Thing può fermarlo, poiché appena toccato dalle radiazioni il suo corpo vegetale inizia a disgregarsi, fino a morire di nuovo nel numero seguente. La cosa più inquietante è che l'uomo radioattivo alla fine continua a vagare sinistramente per l'America; l'autore rinuncia a un lieto fine consolatorio, che avrebbe tolto forza alla sua denuncia, di fronte ad un problema che l'Umanità è ben lontana dall'aver risolto. Lo dimostrano anche i molteplici ritagli di giornali autentici che sono inseriti lungo tutta la storia e che denunciano i tanti danni e le tante vittime provocati da radiazioni e rifiuti tossici.
Nel n°37 si assiste per la prima volta alla graduale ricrescita del corpo di Swamp Thing, che scopre di potersi rigenerare a partire da qualunque tipo di tessuti vegetali. Oltre a mutare continuamente il suo aspetto, ciò gli permetterà di viaggiare a distanza in ogni punto del mondo, proiettando la sua mente attraverso il Verde e trasferendosi in altre piante. Tutto ciò è spiegato all'ignaro mostro da un esperto di magia anticonformista, una simpatica canaglia inglese di nome John Constantine, che qui fa la sua prima apparizione e che poi diventerà protagonista dell'inquietante serie horror di culto Hellblazer (che con un triplo senso si potrebbe tradurre Giacca color Inferno, o Quello che brucia all'Inferno, o Colui che diffonde l'Inferno). L'originale occultista britannico nasce su richiesta di Totleben, che aveva espresso il desiderio di disegnare un personaggio che somigliasse al cantante Sting, di cui infatti il primo Constantine ha il volto.
Da questo momento, pur diffidando di lui, Swamp Thing si lascia guidare da Constantine in un lungo viaggio attraverso gli aspetti più oscuri dell'America, nella saga chiamata "American Gothic" che dura un anno intero. In essa Moore rielabora degli archetipi horror analoghi a quelli del ciclo originale di Wein e Wrightson, ma in chiave più moderna e attuale: comunità punk di vampiri acquatici, casalinghe frustrate che mutano in lupi mannari, zombi afroamericani che si ribellano al razzismo, serial killer che ricordano gli occhi di ogni loro vittima, città del West ridotte a rifugi di spettri, introducendo infine, in una sorta di apocalisse, la minaccia di una perversa setta che scatena sul mondo l'avvento del male più primordiale ed oscuro. Mentre a Bissette e Totleben si alternano altri validi disegnatori, come Alfredo Alcala e Rick Veitch, l'apoteosi del ciclo si raggiunge nel n°50 del 1986, che coinvolge tutti i personaggi magici della casa editrice, e l'atteso scontro finale, tra il misterioso male proveniente dagli abissi e un'altrettanto ignota luce discendente dai cieli, si risolve nel modo più inaspettato, proponendosi come l'ideale chiusura di un'intera era di scontri manichei più o meno ingenui, che hanno occupato le pagine dei fumetti americani per decenni.
Dopo la fine di una saga così ambiziosa, che di fatto ha davvero rivoluzionato per sempre il fumetto USA, non è facile escogitare altre situazioni che possano stupire ancora di più, poiché il ritorno al piccolo mondo delle paludi della Louisiana andrebbe stretto ad un personaggio evolutosi in modo così eclatante. L'occasione per forzare ancora una volta le cose, è l'arresto di Abby, colta in intimità con la creatura da un fotografo e trascinata in tribunale per "atti contro la morale". La reazione del mostro, che rivuole la sua "sposa", è di assediare la città in cui è tenuta prigioniera con un'invasione vegetale, trasformando la giungla d'asfalto in una giungla vera e propria. Poiché la città in questione si chiama Gotham City, tocca al suo protettore Batman tentare di proteggere il proprio territorio e infine ricondurre tutti alla ragionevolezza.
La cupa interpretazione del giustiziere metropolitano che Moore e Totleben forniscono in questa storia, dà il via, insieme a quella di Frank Miller dello stesso anno, all'evoluzione sempre più dura e adulta che il personaggio di Batman avrà in seguito. Anche questo episodio sembra concludersi senza lieto fine: nonostante tutto si risolva pacificamente con la liberazione di Abby, Swamp Thing è ucciso ancora una volta dai vecchi nemici, intrappolato e bruciato vivo nel corpo in cui si trova in quel momento. I suoi amici lo piangono e danno vita ad un gruppo ambientalista in sua memoria, ma, come si è già visto, eliminare lo "spirito del Verde" è più difficile di quanto sembri.
I numeri successivi infatti lo vedono ricrescere di nuovo, ma questa volta su altri pianeti, dove assume le forme di immaginarie vegetazioni aliene, prima di trovare il modo per tornare sulla Terra. L'autore ne approfitta per fargli incontrare altri personaggi della casa editrice, tra quelli che vivono o agiscono nello spazio, inventando per l'occasione linguaggi e culture aliene che, pur riferendosi a serie vecchie di decenni, non erano mai stati approfonditi prima. Questo viaggio spaziale è anche l'occasione per una sperimentazione estrema sul n°60, il primo a essere stampato su carta di qualità più alta: John Totleben crea una serie di visionarie illustrazioni fantascientifiche, con un misto di china e collage fotografici, senza nessuna traccia narrativa di partenza, e solo successivamente Moore dà un ordine alle immagini e scrive i testi nelle didascalie, riuscendo ugualmente a costruire una storia di senso compiuto. Di lì a poco, Swamp Thing torna a casa, vendicandosi dei propri "assassini" in un albo che ripete il titolo del primo scritto da Moore, "Residui pendenti", visto che anch'esso contiene la conclusione di tutte le sottotrame in sospeso, in un'ideale chiusura circolare.
Subito dopo, Alan Moore, raffigurato nel personaggio del cajun Gene La Bostrie, si accomiata dalla serie col n°64 del 1987, una sorta di epilogo e saluto finale. Tra i motivi dell'abbandono di Moore, oltre a una comprensibile crisi di idee, dopo aver scritto più di quaranta albi della stessa testata, pare ci siano anche disaccordi con l'editore sulle royalties che gli spettano, assai misere in confronto ai guadagni che ha procurato facendo salire le vendite da 17.000 a oltre 100.000 copie, e la sua contrarietà per la dicitura "suggerito per lettori maturi", che da qualche numero appare in copertina invece della scritta "suspense sofisticata", senza che gli autori siano stati consultati in merito.
Il personaggio rimane nelle mani di Rick Veitch, che già da tempo lavora alle matite della serie, un autore specializzato in rivisitazioni estreme di concetti supereroici, che, pur non raggiungendo i livelli letterari di Moore, ne segue l'esempio in modo personale, continuando a sperimentare situazioni paradossali, come nel n°75, in cui Swamp Thing amplia il proprio intelletto facendo crescere provvisoriamente a livelli macroscopici la propria testa, come un immenso computer vegetale grande come una piccola foresta. Il suo più importante contributo è la storia in cui Swamp Thing prende possesso del corpo di John Constantine e rende incinta Abby, per dare esistenza materiale a uno spirito nato per essere il suo sostituto mentre si trovava nello spazio.
Ma nel 1989 Veitch interrompe bruscamente il suo ciclo, a causa della decisione dell'editore di non pubblicare un episodio in cui, durante un viaggio nel tempo, doveva apparire Gesù Cristo, dopo che ne era stato inizialmente approvato il soggetto. La serie, pur con gli inevitabili cali di vendite rispetto alla gestione Moore, prosegue comunque ininterrottamente fino al n°171 del 1996, con l'alternarsi di altri scrittori e disegnatori. Doug Wheeler, il successore di Veitch, scrive la fine della storia sul viaggio nel tempo e fa nascere la figlia di Swamp Thing, che prende il nome di Tefé Holland, da quello del fiume brasiliano presso le cui sorgenti risiede il Parlamento degli Alberi.
Tra gli altri autori troviamo la scrittrice di romanzi horror Nancy A. Collins, che dal n°110 riporta le atmosfere gotiche delle origini e infine fa separare Swamp Thing, Abby e Tefé, lo sceneggiatore scozzese Grant Morrison, che scinde il protagonista in due esseri distinti staccandolo per un po' dalla sua parte umana, e il suo successore Mark Millar, che dal n°141 fa confrontare Swamp Thing con altre forze mistiche della natura (i parlamenti delle Onde, delle Pietre, dei Vapori, delle Fiamme e dei Mondi) fino a renderlo un essere divino, signore di tutti gli elementi dell'intero pianeta.
Va citato anche il pittore Jon J. Muth, che nel 1998 dipinge un bello speciale di Swamp Thing intitolato "Roots" (Radici), del tutto al di fuori della serie precedente per tecniche e contenuti, poiché è dedicato ad un altro uomo-pianta del passato ed ambientato negli anni '40 del '900.
Una terza serie del 2000, scritta da Brian K. Vaughn e durata appena un anno e mezzo, si concentra invece sulla figlia di Swamp Thing, che ha dimenticato le sue origini e deve scoprire chi è, dopo che i suoi poteri si sono improvvisamente manifestati. Il Swamp Thing che appare qui non ha nulla di quello meno umano e molto più potente introdotto da Millar, ma somiglia a quello della versione di Moore. Nella quarta serie, iniziata nel 2004, si spiega tale discrepanza facendo tornare Swamp Thing alla condizione vegetale di spirito elementale della terra, che aspira a una pacifica esistenza nelle paludi, ma, nonostante l'apporto di grandissimi disegnatori come Enrique Breccia e Richard Corben, l'albo chiude col n°29 per le basse vendite.
Così, nonostante tutti i tentativi di cambiamento e di rilancio, l'impostazione del personaggio elaborata da Alan Moore rimane ancora valida fino al 2011, quando Swamp Thing gioca un ruolo chiave nel finale della saga "Brightest Day" (Nel Giorno più Splendente) scritta da Geoff Johns. Alla fine di una complessa storia epica dai toni mistici ma anche piena di forzature, il campione del Verde viene influenzato e corrotto dallo spirito del signore della morte Nekron e si rivolta contro la Terra. La Vita sceglie allora come campione colui che più di ogni altro aveva un legame con l'essere della palude, il defunto Alec Holland, che viene fatto resuscitare, diventa in via provvisoria un nuovo Swamp Thing e distrugge quello vecchio, per poi rigenerare il Verde dell'intero pianeta.
Potrebbe essere la fine del personaggio (e in un certo senso lo è), invece da qui comincia una nuova serie, di cui i primi diciotto numeri sono scritti da Scott Snyder e per lo più disegnati dall'ottimo artista Yanick Paquette. All'inizio il redivivo Holland rifiuta di mutare definitivamente in Swamp Thing e proseguire nella sua missione, le comprensibili incertezze del protagonista lo rendono più umano, la storia acquista in plausibilità e gli autori riescono a rievocare, almeno in parte, lo spirito del ciclo di Moore, Bissette e Totleben. Anche se lo stile dei disegni morbidi e accurati di Paquette è diverso, le libere e ardite composizioni delle sue pagine hanno una bella grafica abbastanza affine ai predecessori, mentre Snyder riutilizza concetti e situazioni introdotti da Moore come spunti per sviluppare la storia in altre direzioni, mandando pian piano ogni tassello al suo posto.
Anche qui, come aveva fatto Moore, si introducono nuove informazioni e un sottile cambiamento di ottica, rivelando che la nascita di Swamp Thing non era stata un incidente e che la morte di Holland non aveva provocato, ma impedito, la sua mutazione nell'atteso campione del Verde. Il Parlamento degli Alberi aveva allora dato i ricordi dello scienziato ad un corpo vegetale, ma ora quel sostituto è scomparso, proprio mentre sta arrivando il più grande nemico del Verde e della Vita, il Nero della Putrefazione. Chiarendo che tale mortifera entità sceglie i propri campioni nella famiglia di Abigail e del suo fratellino William, nipoti del folle adoratore della morte Arcane, ecco che vari elementi di diverse storie e cicli del personaggio trovano infine un collegamento unitario abbastanza coerente.
La giovane e leggiadra Abby, che era stata la romantica "sposa del mostro", sentendo la voce della Putrefazione che la chiama è diventata rapidamente una donna molto più dura e decisa e il suo rapporto con un titubante Alec Holland, che si ricorda di lei ma fisicamente la incontra per la prima volta, non può che essere problematico e ambiguo. Se prima lei e Swamp Thing si amavano pur appartenendo a due diversi regni della natura, ora lei e Holland fanno parte di mondi ancora più lontani, poiché l'una è legata all'Oscurità e alla Morte, l'altro al Verde e alla Vita, anche se entrambi tentano con tutte le forze di rifiutare la chiamata.
In un macabro crescendo che, per atmosfere e suspense, ricorda i più ambiziosi episodi di Moore, le perverse forze della morte stanno vincendo, l'antico Parlamento degli Alberi è distrutto e la putrefazione si diffonde nel mondo, mentre Holland deve decidere il suo destino (e chi abbia mai dovuto prendere rapidamente una decisione difficile può identificarsi con lui). Naturalmente, pur dopo tutte le esitazioni del caso, non può fare a meno di diventare il nuovo Campione del Verde, ma questa volta è lui a scegliere di sacrificarsi e trasformarsi in mostro, non per difendere la natura e la vita in generale, ma per tentare di salvare qualcuno in particolare.


SWAMP THING DI ALAN MOORE N. 1
Testi: Alan Moore
Disegnatori principali: Stephen Bissette & John Totleben
Contenuti: Swamp Thing n°20/34 e Swamp Thing Annual n°2 del 1984/85
Formato: cm 16,8 x 25,6 - 432 pagine a colori - cartonato
Editore: RW Lion (www.rwedizioni.it)
Collana: Vertigo Omnibus
Data di pubblicazione: gennaio 2013
Prezzo: € 36,95

SWAMP THING DI ALAN MOORE N. 2
Testi: Alan Moore
Disegnatori principali: Stephen Bissette, John Totleben, Rick Veitch
Contenuti: Swamp Thing n°35/50 del 1985/86
Formato: cm 16,8 x 25,6 - 432 pagine a colori - cartonato
Editore: RW Lion (www.rwedizioni.it)
Collana: Vertigo Omnibus
Data di pubblicazione: di prossima uscita
Prezzo: € 35,00

SWAMP THING DI ALAN MOORE N. 3
Testi: Alan Moore
Disegnatori: Stephen Bissette, John Totleben, Rick Veitch, Alfredo Alcala, Tom Yeates
Contenuti: Swamp Thing n°51/64 del 1986/87
Formato: cm 16,8 x 25,6 - 368 pagine a colori - cartonato
Editore: RW Lion (www.rwedizioni.it)
Collana: Vertigo Omnibus
Data di pubblicazione: marzo 2012
Prezzo € 29.95

SWAMP THING VOLUME 1: IL SUO CORPO RISORGA
Testi: Scott Snyder
Disegnatore principale: Yanick Paquette
Contenuti: Swamp Thing n°1/7 del 2011/2012
Formato: cm 16,9 x 25,6 - 144 pagine a colori - brossurato
Editore: RW Lion (www.rwedizioni.it)
Collana: DC Dark n°2
Data di pubblicazione: ottobre 2012
Prezzo: € 13,95

SWAMP THING VOLUME 2: ALBERO GENEALOGICO
Testi: Scott Snyder
Disegnatori principali: Marco Rudy, Yanick Paquette
Contenuti: Swamp Thing n°8/12 e Animal Man n°12 del 2012
Formato: cm 16,9 x 25,6 - 144 pagine a colori - brossurato
Editore: RW Lion (www.rwedizioni.it)
Collana: DC Dark n°8
Data di pubblicazione: maggio 2013
Prezzo: € 12,95

La prima traduzione italiana del n°1 di Swamp Thing è apparsa alla fine degli anni '80 nella collana "Collezione Comic-Books U.S.A.", edita in proprio dal club "Al Fumetto" di Firenze, in tiratura limitata riservata ai soci.
Altre edizioni italiane delle storie di Swamp Thing, sia del ciclo di Wein e Wrightson, sia del ciclo di Moore, Bissette e Totleben, sono state pubblicate tra il 1990 e il 1995 da Comic Art (sulle collane Horror, DC Comics Presenta e Swamp Thing) e subito dopo, in edizioni più complete e organiche, da Magic Press e da Planeta DeAgostini.

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