Eventi  -  Redazione  -  Numeri arretrati  -  Edizioni SDP  -  e-book  -  Indice generale  -  Letture pubbliche  -  Blog  -  Link  

  Indice   -[ Editoriale | Letteratura | Musica | Arti visive | Lingue | Tempi moderni | Redazionali ]-


Storia

Descolarizzazione e Società
Articolo di Gennaro Tedesco
L'Europa e la sua ideologia
Articolo di Gennaro Tedesco
La Formazione come Fattore Strategico ovvero Viaggio al Termine della Notte
Articolo di Gennaro Tedesco

Filosofia e religione

Platone e Elitismo
Articolo di Apostolos Apostolou
Animismo e modernità possono coesistere? L'esempio del shintoismo
Articolo di Antoine Fratini

Attualità

Quando la passione per la città diventa motivo di aggregazione e scoperta artistica: Milano città d'arte e cultura
intervista a cura di Alessandro Rizzo
Quanto costano i vostri mariti? Considerazioni sull'amore nell'era della religione economica
di Antoine Fratini
Uguaglianza, dignità e diritti della persona
di Luca Mori
I popoli del sud Europa possono avere la loro politica
Articolo di Apostolos Apostolou
Classe sacerdotale e narrazione
Articolo di Apostolos Apostolou

La Formazione come Fattore Strategico

Ovvero Viaggio al Termine della Notte
 

Gennaro Tedesco


Tra i miei appunti di qualche anno fa ho ritrovato un documento nel quale l'allora
IRRSAE-Lombardia, Istituto Regionale per la Ricerca, Sperimentazione e Aggiornamento educativi, invitava i suoi corsisti a riflettere sul problema della formazione nazionale che ormai è concepibile e praticabile solo in un quadro europeo e internazionale.
E' difficile avventurarsi su questo terreno pericolosamente minato, ma qualche incursione è possibile e necessaria. Non si promettono risultati, ma soltanto una ricognizione e una esplorazione orientativa che non vuole essere affatto disfattistica, ma crudamente e propositivamente realistica.
Il punto di partenza è l'attuale stagnazione del sistema formativo della Repubblica. Esiste una qualche relazione storica e non solo strettamente storica tra sistema formativo e crisi dello Stato repubblicano nella sua attuale estrinsecazione istituzionale ? La risposta non può che essere affermativa. Le istituzioni formative italiane, a parte alcune lodevoli eccezioni, tentano di produrre un consenso non tanto vagamente ideologico nei confronti di una classe dirigente che proprio nel sistema formativo ha cercato e trovato una larga base del suo elettorato. Non si confonda questa "requisitoria" con un sermone antipartitico, non è questa logica effimera a dominare chi scrive.
Dopo il secondo dopoguerra, la classe dirigente della neonata Repubblica, uscita bene o male dalla Resistenza, sceglie la via di una "democrazia consociativa" dove l'istituto fondamentale dell'alternanza di governo, caratteristico di una "società aperta" ", viene consapevolmente ridimensionato.
Né l'epurazione radicale degli elementi più retrivi dell' "Ancien Regime" né la Riforma agraria vengono attuate. Si preferisce perseguire la ricerca del consenso nei confronti della nuova Repubblica attraverso i "più indolori" e "più morbidi" canali del clientelismo e della demagogia peronista e consociativa.
A partire dagli Anni '60 si consolida la rigidità istituzionale del sistema formativo che nel suo burocraticismo, nel suo clientelismo, nella sua inerzia culturale e formativa rispecchia fedelmente la crisi delle pubbliche istituzioni, la crisi d'identità sociale, economica e politica della Repubblica.
I modelli culturali , in parte prodotti e seguiti dalle Agenzie formative del Bel Paese, sono stati un certo male inteso cattolicesimo e un certo male inteso marxismo. Questi due ultimi male intesi modelli rispecchiano abbastanza la struttura di potere di una classe dirigente che ha gestito e gestisce la Scuola come lo Stato con metodi di carattere rurale e clientelare. Lo Stato e la Scuola sono utili nella misura in cui garantiscono l'autoriproduzione di un sistema protezionistico.
Qui, per protezionismo non si intende solo quello politico, sociale, ideologico e burocratico, ma anche quello economico. Il protezionismo ideologico e culturale dell'attuale formazione nazionale è in parte strettamente connesso con certe strutture produttive della Repubblica.


Mutare radicalmente la cultura e la gestione della formazione nazionale significa , quindi, influire notevolmente su quasi tutti i settori determinanti della Repubblica.
Nel quadro delle rapide mutazioni delle strutture non solo economiche dell'Europa e del mondo, la radicale riqualificazione della formazione nazionale diviene un fattore strategico del cambiamento e dello sviluppo della Repubblica.
Al di là delle esperienze di chi scrive, vissute in Paesi "stranieri", ritenuti di solito e a torto "inferiori" dove, invece, la formazione, pur con ottiche diverse, è ricca di effervescenza umana e sincera, non è più concepibile né ammissibile inquadrare l'organizzazione della formazione nazionale nel ristretto ambito di una visione corporativistica o categoriale.
La scienza, la tecnologia e soprattutto i nuovi e travolgenti processi di accumulazione capitalistica inducono a un ripensamento radicale dell'allocazione strategica delle risorse formative. Lo sviluppo di una economia dei servizi e dello spettacolo esige da tutti i protagonisti della formazione non solo l'acquisizione di rivoluzionarie tecniche di insegnamento-apprendimento, ma anche e soprattutto un potenziamento delle capacità di critica e di riflessione.
Ma tutto questo non è ancora sufficiente a valorizzare il sistema formativo, occorre che esso assuma una logica di sistema aperto e interattivo soprattutto nei riguardi di altri settori-chiave della rete nazionale di sviluppo.
La guerra del Golfo, la crisi petrolifera, le energie alternative, l'agricoltura, l'ambiente sono settori fondamentali che interagiscono col sistema formativo e , a sua volta, il sistema formativo deve interagire con essi in modo da contribuire alle esigenze di programmazione, ma anche di critica di fronte all' "emergenza" di queste problematiche.
Se la globalizzazione economica e finanziaria del capitalismo tendenzialmente monopolistico avanza a passi da gigante e si impadronisce dell'intero pianeta e le sue infobiotecnologie ne sono la sua manifestazione più dinamica ed avanzata, contribuendo a scardinare il precedente e "antico" Regime regolativio e regolatorio non solo in termini materiali, ma anche spirituali o , forse, sarebbe meglio dire ideologici, nel contingente e nell'immediato sono le nuove Potenze emergenti asiatiche,che pur nella crisi attuale, dettano e impongono l'Agenda a un'Europa e a un'America in evidente crisi d'identità. E i due fragili e smarriti Pilastri dell'Occidente non solo non sembrano capaci di reagire con innovative politiche economiche, ma addirittura sembrano rispondere alla clamorosa perdita di potere esclusivamente ricorrendo alla logora e controproducente strumentazione della più becera propaganda. Allo stesso tempo nelle Scuole e nelle Università occidentali , invece di un sobrio e sano confronto culturale ed educativo e di una innovativa e concreta curricolarizzazione interculturale, ci si preoccupa di incentivare gli allievi alla ricerca di una mitica , compatta, "fondamentale", unica e perduta identità storico-etnica, mai posseduta, come se tale identità, mai storicamente esistita, possa difendere la Cittadella Assediata dall'Invasione dei Barbari.
Le autonomie scolastiche, a questo punto, potrebbero e dovrebbero inserirsi per scandire nuovi e diversi ritmi di fronte a queste esigenze, reagendo, flessibilizzandosi e adattandosi alle necessità del Territorio Planetario in un'ottica di sana concorrenzialità stimolatrice di nuove vie e di nuove idee.
Solo in questa direzione e in questa prospettiva radicale e rivoluzionaria avrebbe senso parlare di Formazione come Fattore Strategico.
E' inutile nascondersi dietro un dito, questa prospettiva spazzerebbe via troppa palude e aria miasmatica e pesante, ma sarebbe il minimo per ricominciare ammesso naturalmente che di tutto ciò vi sia consapevolezza e che vi siano le condizioni ambientali ed intellettuali prima che educative.

Contatore visite dal 6 giugno 2011
 
Segreti di Pulcinella - © Tutti i diritti riservati