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Libri a fumetti

CORALINE NEL PAESE DELLE OSCURE VEGLIE
Come trasporre a fumetti una fiaba di desideri e terrore

Articolo di Andrea Cantucci

Cinema

In questo numero presentiamo:
La grande bellezza
di Mario Gardini
Parto con mamma
di Mario Gardini

Insert coin

In questo numero:
Il divertimento, stavolta, è rimanere nell'ombra
"La sensazione di bruciore c'e'..."

Teatro

Il cinismo in chiave tragicomica: ai Filodrammatici di Milano l'ottimo "Luminescienz (La setta)"
di Alessandro Rizzo

Miti mutanti 20

Strisce di Andrea Cantucci

Un artista a Coverciano 6

Strisce di Luca Mori

IL DIVERTIMENTO, STAVOLTA, E' RIMANERE NELL' OMBRA

 

Jonathan Fileni
 


MANHUNT 2

Disponibile per: Pc, Playstation 2, Psp, Wii
Data di uscita Europea: 31 Ottobre 2008
Sviluppatore: Rockstar Toronto/ Rockstar Games

Questo gioco, a dispetto del "2" che compare nel titolo, non è un diretto seguito del "Manhunt" distribuito nel 2003. Sebbene ne riprenda le meccaniche di base, qui non c'è traccia dello sfortunato Cash, ma al suo posto abbiamo il signor Daniel Lamb, fresco fresco di una fuga da un istituto psichiatrico. Luogo in cui probabilmente finirete anche voi, se avrete il coraggio di giocarvi fino in fondo questa roba. Andiamo quindi ad esaminare i motivi per i quali Manhunt 2 non dovrebbe essere mai giocato da nessuno... ma prima, un po' di storia!

Nel primo Manhunt il protagonista era James Cash, un detenuto destinato alla pena capitale, che proprio nel giorno della sua esecuzione veniva sedato e trasportato su un' isola di proprietà di un ricco regista. Peccato che l' artista in questione fosse un amante dei film snuff, e che l' isola fosse il suo enorme set, con tanto di bande di fanatici, ex militari e schizofrenici vari come comprimari. Il concept del gioco era quello di attraversare diversi scenari pullulanti di varia feccia che aveva lo scopo di uccidervi, e l' unico modo di sopravvivere era approfittare delle zone buie per nascondersi e, al momento opportuno, trucidare (in maniera molto, molto cruenta, che nulla risparmiava al giocatore) i folli, spesso con armi improvvisate come buste di plastica, schegge di vetro e filo spinato. In breve, era un buona avventura stealth in terza persona con livelli piuttosto vari, sia dal punto di vista degli obiettivi sia da quello degli avversari e delle ambientazioni. Un altro punto di forza del gioco era il sistema di valutazione, che a fine livello assegnava al giocatore un punteggio sotto forma di "stelle" in base a tempo impiegato ed efferatezza delle uccisioni. Per ciascuna arma del gioco erano, infatti, previste 3 tipi di "esecuzioni", che si ottenevano sorprendendo alle spalle i nemici. Più si attendeva prima di pigiare il tasto relativo, più l' uccisione risultava cruenta. Non solo, il raggiungimento del punteggio massimo sbloccava vari codici e livelli bonus. Ok, ora basta lodare il primo capitolo, e cominciamo a demolire il sequel...

Ciò che salta immediatamente all' occhio è la grafica, inferiore al primo capitolo e con dei colori molto slavati. Analizzando poi i controlli si nota subito che non sono proprio sfruttati a dovere (un tasto per gestire la telecamera sarebbe stato gradito). Dopo aver ucciso il primo avversario a mani nude, è facile accorgersi che il combattimento è rimasto semplicemente un "button masher" e che quindi si sia evoluto molto poco rispetto al prequel. E dopo aver effettuato il primo omicidio furtivo abbiamo la certezza matematica che il gioco era da evitare. Infatti le esecuzioni sono censurate (a meno che non si giochi la versione Pc) e si capisce poco o nulla di ciò che accade al malcapitato. Ecco quindi che i 3 livelli di "crudezza" dell' omicidio non servono praticamente a nulla, perché non si riesce a capire quel che succede, anche per colpa di un filtro grafico veramente invadente.
A peggiorare le cose, il sistema di valutazione del primo Manhunt qui è stato del tutto rimosso, perciò non ha molto senso cercare di perfezionare il vostro stile di gioco e la vostra rapidità, perché qui A) il gioco vuole essere violento, ma la censura non lascia intendere nulla di ciò che accade, B) non si ottiene nulla dal giocare "bene", non si viene valutati e quindi la longevità cala drasticamente, e C) il comportamento degli avversari che vi cercano all' interno degli scenari (chiusi e molto poveri di dettagli) è spesso irrazionale. Vi capiterà di vedere alcuni di loro correre avanti e indietro all' infinito, rendendo impossibile un attacco furtivo e obbligandovi a ripiegare su un confronto corpo a corpo...ossia premere compulsivamente un tasto fino alla posizione orizzontale del nemico.

Le ambientazioni sono piuttosto varie (uno strip club, il sopra citato ospedale psichiatrico, una fattoria, uno studio cinematografico e altri ancora), ma dubito che qualcun altro oltre me voglia affrontare i 16 livelli, soprattutto con una storia noiosa come questa e con una conclusione del genere, abbastanza prevedibile e con un colpo di scena piuttosto "abbaiato" sin dalle prime battute di gioco. A peggiorare ulteriormente il quadro ci sono gli oggetti sparsi per gli scenari, che lampeggiano in maniera confusa e rendono perciò difficile la loro individuazione, e gli ultimi livelli, caratterizzati da frequenti scontri con pistole e mitragliatori, che rovinano la natura "stealth" del gioco, complici anche dei controlli non all' altezza.

Ultima nota tecnica... la versione Pc del gioco NON è censurata, mentre le versioni Ps2 e Psp si attestano "nel mezzo", in quanto risultano meno tagliate della controparte per Wii, severamente "amputata", per rimanere in tema.
A dispetto della piattaforma, però, non vi consiglio di perder tempo con questo gioco. E' uno di quei rari esempi di violenza veramente fine a se stessa, che non diverte e che non lascia nulla al giocatore.

Voto Finale: 1.0/10

* * *

 

LA SENSAZIONE DI BRUCIORE C'E'...

 

Jonathan Fileni
 


RESISTANCE: BURNING SKIES

Disponibile per: Ps Vita
Data di uscita europea: 30 Maggio 2012
Sviluppatore: Nihilistic/ SCEA

Burning Skies è l'ultimo capitolo della saga di Resistance, un FPS che conta di 3 episodi usciti su Ps3 e di un altro episodio uscito su Psp. Il gioco narra una sorta di Seconda Guerra Mondiale "alternativa", dove delle creature mostruose chiamate "Chimera" tentano di invadere l' Europa e in seguito la Gran Bretagna. Questi mostri sono in grado di infettare gli esseri umani e di trasformarli in loro simili. Ovviamente c' è molto più di questo, ma non voglio rovinare la trama a nessuno. In questo capitolo assisteremo all' invasione dei Chimera in America e, nei panni del pompiere Tom Riley, sarà nostra premura non solo cercare di impallinare quanti più mostri possibile, ma anche cercare nel frattempo di ritrovare la nostra famiglia, dalla quale saremo separati all' inizio del gioco.

A facilitare il compito avremo non solo la nostra fidata ascia, strumento imprescindibile di ogni buon vigile del fuoco, ma anche le armi sottratte ai mostruosi invasori: lanciarazzi, balestre, fucili da cecchino, un mitra che riesce a penetrare i muri e altre ancora, per un totale di otto. Ognuna di queste poi è dotata di una modalità di "fuoco secondario", come i dardi incendiari per la balestra, la facoltà di creare uno scudo, proiettili traccianti e altri interessanti poteri, tutti attivabili sfruttando il touch screen della console. Negli scenari di gioco (il Washington Bridge, un campo profughi, una fabbrica in fiamme, ecc.) potremo trovare dei cubi che servono come potenziamenti delle armi. Ogni arma vanta di sei possibili migliorie, tuttavia se ne potranno applicare solo un massimo di due, ad esempio allo scopo di potenziare la velocità di ricarica o la capienza dei caricatori.

Gli aspetti simpatici del gioco sono la possibilità di "mettersi al riparo" dai proiettili in maniera efficiente grazie a un sistema di copertura ben realizzato (cosa piuttosto rara in un FPS) e l' utilizzo del touch screen, sfruttato non solo per le armi, ma anche per il lancio di granate e per l' interazione con lo scenario. Peccato che queste buone idee non riescano a migliorare un prodotto che soffre di una longevità bassissima (difficilmente impiegherete più di cinque ore per finirlo), di qualche bug di troppo come personaggi che scompaiono durante una cutscene, di controlli a volte imprecisi e di una grafica veramente sottotono. Sì, nei sei livelli è possibile trovare dei documenti che approfondiscono un po' la trama (comunque abbastanza piatta), ma dubito che avrete voglia di affrontare nuovamente il gioco una volta terminato, nonostante i quattro livelli di difficoltà. Forse avrete voglia di tuffarvi nel multiplayer, ma anche lì oltre a Deathmatch (tutti contro tutti o a squadre) e Sopravvivenza (si parte come umani, chi muore diventa un Chimera e deve uccidere gli ex compagni) non troverete molte ragioni che vi terranno motivati a continuare.

Prendete questo gioco per quello che è, un "antipasto" da spizzicare in vista di altri promettenti FPS, e cercate di non pretendere troppo da esso. E, se potete, cercate di non pagarlo a prezzo pieno.

Voto: 5/10

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