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Libri a fumetti

CORALINE NEL PAESE DELLE OSCURE VEGLIE
Come trasporre a fumetti una fiaba di desideri e terrore

Articolo di Andrea Cantucci

Cinema

In questo numero presentiamo:
La grande bellezza
di Mario Gardini
Parto con mamma
di Mario Gardini

Insert coin

In questo numero:
Il divertimento, stavolta, è rimanere nell'ombra
"La sensazione di bruciore c'e'..."

Teatro

Il cinismo in chiave tragicomica: ai Filodrammatici di Milano l'ottimo "Luminescienz (La setta)"
di Alessandro Rizzo

Miti mutanti 20

Strisce di Andrea Cantucci

Un artista a Coverciano 6

Strisce di Luca Mori

In questo numero segnaliamo...

 

recensioni a cura di Mario Gardini
 

 

La grande bellezza
di Paolo Sorrentino
con Toni Servillo, Carlo Verdone, Sabrina Ferilli
2013 - Italia-Francia


Non è La dolce vita di Fellini, ma la ricorda moltissimo.
Roma è sempre splendida (e splendidamente fotografata), con i suoi monumenti millenari e i suoi meravigliosi cortili che assistono, attoniti, al disfacimento morale e umano dei suoi abitanti.
Come nell'antichità cadde l'impero, distrutto dagli abusi e dai vizi, così a breve crollerà l'umanità degradata e degradante descritta da Paolo Sorrentino nel suo sesto lungometraggio (il quarto insieme allo straordinario Toni Servillo).
Un'umanità inutile che gira a vuoto sullo sfondo di un mondo rutilante come il ritmo dei balli sudamericani con cui tanto finge di divertirsi.

La trama è solo un pretesto.
Gep Gambardella, scrittore di 65 anni con all'attivo un solo libro di successo scritto in giovane età, ama organizzare feste in terrazza umiliando i suoi ospiti, le occasionali compagne di letto e inseguendo i fantasmi delle poche cose vere conosciute nella vita, a partire da un primo amore da poco deceduto.
Lo spessore dei sentimenti è pari a zero.
C'è chi fa da stuoino ad aspiranti attrici e riesuma D'Annunzio inseguendo improbabili ideali romantici, c'è chi fa la rivoluzionaria con lo stuolo di servitù in casa, c'è chi non vuole riconoscere il malessere negli occhi di un figlio e chi, vedovo inconsolabile, si consola molto in fretta con una polacca più giovane.
Il tutto condito da personaggi che sembrano usciti da un circo equestre e da un dialogo al vetriolo che strappa un applauso alla sceneggiatura.

Peccato però che tutto questo valga solo per il primo tempo.
Poi "La grande bellezza" cade negli stereotipi, cerca facili assoluzioni con aspiranti Madri Teresa, fenicotteri in migrazione e morti improvvise che non offrono più occasioni a una tanto agognata felicità.
Forse è proprio per questo che a Cannes non ha funzionato più di tanto.
Toni Servillo si conferma, come se ce ne fosse ancora bisogno, il più grande attore italiano del momento.
Intorno a lui non sfigurano né un Carlo Verdone, come al solito un po' troppo macchiettistico, né una coatta Sabrina Ferilli, che si sta avviando a diventare la Cher del cinema italiano per via di tutto il botox che ha in faccia.
Bello anche ritrovare, in piccoli cameo, attori come Giorgio Pasotti, Pamela Villoresi e Isabella Ferrari.
Ma il vero shock del film è Serena Grandi.
L'ex Miranda, 55 anni e senza trucchi speciali, è forse il più autentico simbolo del disfacimento della nostra povera Italia.

* * *

PARTO CON MAMMA
di Anne Fletcher
con Barbra Streisand, Seth Rogen, Kathy Najimy
2012 - USA


Dire che sia un capolavoro incompreso, questo no.
Ma che di sicuro questo film si sarebbe meritato un passaggio sul grande schermo invece di uscire direttamente in DVD, questo è fuori discussione.
Se non altro perché è il primo film con Barbra Streisand protagonista dopo ben 16 anni, cioè da "L'amore ha due facce" (non calcolo le due apparizioni in "Mi presenti i tuoi?" e "Vi presento i nostri", che ritengo solo una bieca marchetta della grande cantante/attrice/regista/produttrice/musicista americana).
Questo "Parto con mamma", terribile traduzione italiana dell'originale "The guilt trip", ovvero "Il viaggio della colpa", non ha funzionato bene nemmeno in patria.
Eppure è un film carino e piacevole che consiglio per una serata all'insegna della leggerezza, se non altro per ammirare lo straordinario talento di entrambi gli attori che, da soli, tengono la scena dall'inizio alla fine.

Andy (Seth Rogen) è il figlio unico di Joyce (Barbra Streisand), una tipica mamma ebrea molto ansiosa che lo asfissia con decine di telefonate ogni giorno.
Vivono l'uno dall'altra parte della costa rispetto all'altra, finché in un suo viaggio per vendere dei prodotti di pulizia da lui stesso creati, il giovane non decide di coinvolgere anche l'ingombrante genitrice.
Infatti, dopo la confessione materna di un grande amore adolescenziale mai risolto, Andy decide di portare sua madre dal New Jersey a San Francisco per rivedere la sua vecchia fiamma.
Si tratta di un viaggio in automobile in cui i due inizieranno a guardarsi con occhi diversi e i buoni consigli di mamma trasformeranno Andy in un ottimo venditore di se stesso mentre Joyce scoprirà che si può avere ancora una vita da donna e non solo da mamma.

Il vero limite del film è che, per tutta al durata dei 95 minuti, non monta.
Durante il viaggio i due protagonisti incontrano personaggi vari che però rimangono lì, senza creare situazioni particolarmente divertenti o impattanti all'interno della sceneggiatura.
Il finale è meno "happy" di quanto si potrebbe immaginare all'inizio, ma anche molto meno "americanata" di quanto sarebbe legittimo aspettarsi.
La Streisand è sempre lei. Nonostante l'età e il fatto che non canti mezza nota in tutto il film, basta che muova le sue bellissime mani dalle unghie affilate per farci innamorare di lei come ai tempi di "Come eravamo".
Seth Rogen non le sfigura al fianco e si conferma un buon attore della nuova generazione, in grado di sfuggire alla facile volgarità dei vari "Molto incinta" e "Strafumati".
La regista Anne Fletcher, alla quale è andata molto meglio al botteghino con il "Ricatto d'amore" di Sandra Bullock, ha perso l'occasione di poter girare un "road movie" dei sentimenti familiari.
Però ci ha riportato la Streisand sugli schermi e, solo per questo, le saremo eternamente grati.
E, a proposito di Streisand… a quando finalmente un film all'altezza del tuo talento, Barbra?

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