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Narrativa

Questa rubrica è aperta a chiunque voglia inviare testi in prosa inediti, purché rispettino i più elementari principi morali e di decenza...
Elogio al portafogli di Giuseppe Costantino Budetta, L'uovo di Natalia Radice, La spia di Lorenzo Spurio, Ho insegnato che lontano, al di là di quei monti, c'è Firenze di Anna Maria Volpini

Poesia italiana

Questa rubrica è aperta a chiunque voglia inviare testi poetici inediti, purché rispettino i più elementari principi morali e di decenza...
poesie di Massimo Acciai, Luca Baratta, Giuseppe Costantino Budetta, Giovanna Casapollo, Genoveva Dinu, Dulcinea, Alessandra Ferrari, Emanuela Ferrari, Maria Lenti, Iuri Lombardi, Francesca Lombardo Di Rosa, Roberto Mosi, Gilbert Paraschiva, Pavlina Pavlova, Paolo Ragni

Recensioni

In questo numero:
- " Mai andare a Sighet" di LMS e CVX
- "Sempre ad Est" di Massimo Acciai, recensione di Lorenzo Spurio
- "Le stanze del cielo" di Paolo Ruffilli, nota di Enrico Pietrangeli
- "Luna di Lenni" di Berardi Emanuele
- "Antidoti umani"di Francesco Verso
- "Il diario di Ombrallegra" di Dimitry Rufolo, nota di Massimo Acciai

Articoli

La poesia itinerante va in bicicletta tra storia e wi-fi con diario multimediale
di Enrico Pietrangeli
Argo: una rivista di esploratori del testo transgender
di Alessandro Rizzo
In occasione del compleanno del nostro Paese
di Misha
Napoli piange la morte di Gino Maringola, ultimo grande rappresentante di una grande scuola di teatro
di Alessandro Pellino

Letteratura per la Storia

Corride e letteratura - Llanto por Ignacio Sanchéz Mejias
di Lorenzo Spurio

Interviste

Intervista a Iuri Lombardi
A cura di Massimo Acciai
Quando poesia e filosofia intercorrono: Italo Testa
A cura di Alessandro Rizzo

Napoli piange la morte di Gino Maringola, ultimo grande rappresentante di una grande scuola di teatro
 

Alessandro Pellino


Una vita spesa per il teatro e nel teatro, un cammino irto di difficoltà che solo una gran tempra ed una non comune forza di volontà hanno potuto sopportarne il peso e le iniziali umiliazioni. Ma la consapevolezza dei propri mezzi, la caparbietà ed una nobile forza d'animo hanno irrigato i solchi scavati con le unghie, permettendone la ricca messe. Gino Maringola é nato a Napoli il 17 novembre del 1917, ma la proverbiale superstizione dei concittadini di Eumelio Falero, lo vedono nato anagraficamente il 13, in modo da bilanciarne il destino. Rimasto, in tenera età, orfano del padre Carmine, Gino, sotto la sapiente guida dello zio Cosimo, venne avviato agli studi elementari, non disdegnando di frequentare la basilica del Carmine, del cui coro faceva parte. All'età di 19 anni fu assunto dal Silurificio italiano dove, negli intervalli di tempo, deliziava i suoi colleghi cantando deliziose melodie partenopee. La sua voce, potente e melodiosa, fece sì che, dopo un lungo ed estenuante andirivieni dalle case editrici, il suo nome potesse essere scritto nell'Olimpo dei cantanti napoletani. Subito dopo il gran passo. Gino venne scritturato come cantante solista da Alfredo Thomas con il quale girò per i teatri più belli d'Italia ricevendo consensi e plausi. La sua carriera, esclusivamente come cantante, durò sino al 1940, allorquando venne chiamato da Salvatore Cafiero, per far parte della rinata Cafiero-Fumo. Se il provino come cantante lasciò soddisfatto il buon don Salvatore, questi non potette far salti di gioia quando il caro Gino passò alla recitazione. Si drizzarono invece le antenne ad Eugenio Fumo, gran talent-scout, il quale intravide in quella stentorea recitazione il preludio di quello che avrebbe rappresentato, per il teatro, il Maringola. Così sotto la saggia guida e gli insegnamenti di Eugenio Fumo, il Nostro iniziò la sua avventura nel teatro. Neanche gli anni spesi per la difesa della patria fermarono il caro Gino che, durante il servizio militare, continuò a recitare e cantare, per procurarsi di che sfamare la moglie ed i figli, rischiando anche la galera quando, per recitare al teatro Iovinelli di Roma nella compagnia di Mimì Maggio, rasentò più volte il codice militare. Ha Lavorato nelle compagnie più importanti accanto a nomi quali Amedeo Girard, Achille Pansini, Raffaele e Gennaro Di Napoli ed Oscar Di Maio. Negli anni '53-'54 e '56-'58 lo troviamo al teatro del Popolo, prima sotto la saggia e competente direzione di Vittorio Viviani e poi sotto quella più approssimativa e fallimentare di Mario Mangini, in compagnia di valentissimi attori che rispondevano al nome di Luisella Viviani, Ugo D'Alessio, Gennaro Di Napoli, Rino Genovese ed il camaleontico Agostino Salvietti. Il suo impegno, il suo carattere ma soprattutto la grande versatilità ne hanno fatto un punto di riferimento nel mondo del teatro e la sua recitazione ha costituito, per molti attori, un modello a cui rifarsi. Il compianto amico Nino Taranto pretese la partecipazione di Gino Maringola ad importanti rappresentazioni come quelle del repertorio Vivianesco, di cui ricordiamo le più importanti e cioè Guappo di cartone, L'ultimo scugnizzo e Spusalizio. Tutti i grandi attori si sono giovati dell'arte del Maringola a partire da Salvatore De Muto, Gino Cervi, Emma Gramatica, Elsa Merlini, Nando Gazzolo e per finire, il grande direttore Eduardo De Filippo. Per la televisione di stato, nell'arco di lunghi anni, ha preso parte alle più importanti produzioni, tra le quali val la pena di evidenziare: Delitto e castigo, Madame Curie, Luisa Sanfelice, Lungo il fiume sull'acqua, Il cappello del prete, L'eredità della priora, Il santo, Il caso Matteotti. Ma quest'elenco rappresenta solo una piccola parte dei lavori di Gino Maringola per la RAI che, da un computo sommario, assommano a più di un centinaio Nella stagione teatrale 1967-68, Eduardo lo volle al San Ferdinando per tenere a battesimo un giovane che faceva timidamente il suo esordio nel mondo del teatro, questo giovanotto di belle speranze rispondeva al nome di Luca Della Porta, ma in realtà il suo vero cognome era De Filippo. Il grande Direttore desiderava che in quell'esordio il figliolo fosse affiancato da gente di sicuro affidamento ed a tal uopo oltre al Maringola scritturò anche il pulcinella Giovanni Crosio ed Anna Maria Ackermann, i quali guidarono con mano esperta il giovane Luca e lo spettacolo ebbe un lusinghiero successo.
Ma chi é veramente Gino Maringola? E' forse il furbo ed irascibile Pasquale Cupiello?
Oppure il calmo e riflessivo Fabio Della Ragione del Sindaco del rione Sanità? E' l'ambiguo Pasquale Cimmaruta de Le voci di dentro o il pavido ed egoista Cuozzo o, ancora, l'eterno riconoscente Giacomino Trocina de Il Contratto ? Egli possiede "Tutte le corde" per essere sia l'uno che l'altro ed in più, riesce a modificare la sua maschera divenendo ora burbero e truce, ora dolce e buono, fino ad apparire ingenuo e credulone. Fine poeta e dolce cantore, Gino Maringola, ha saputo cogliere nel cuore napoletano tutti i più nobili sentimenti, trascrivendoli in due stupende raccolte di poesia che rappresentano lo specchio di un mondo stupendo, un mondo ché é quello napoletano, fatto d'amore e di poesia. Pur se costretto, dai tempi e dagli eventi, Gino ha giocato un brutto tiro al mondo del teatro, privandolo, anzitempo, di una delle sue più degne ed espressive figure. In una fredda e triste sera egli annunziò al proprio cuore, che con riluttanza ne prendeva atto il suo definitivo ritiro dalle scene teatrali. Ora, tra gli affetti familiari, si gode il meritato riposo del guerriero, anche se, nell'intimo del suo cuore rimpiange le fughe dagli alberghi, gli angusti camerini, i ceroni e le creme, gli abiti di scena, le luci, gli scenari, gli applausi, i trionfi, i sinceri consensi e tutto ciò che, per più di cinquant'anni ha rappresentato il companatico della sua vita, una vita spesa per il teatro. Ritiratosi dalle scene ha vissuto con i suoi cari nella sua casa ai quartieri spagnoli fino a questa notte quando si è spento, all'età di 94 anni, tra il dolore dei suoi familiari.

26 maggio 2011

 
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