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Narrativa

Questa rubrica è aperta a chiunque voglia inviare testi in prosa inediti, purché rispettino i più elementari principi morali e di decenza...
Elogio al portafogli di Giuseppe Costantino Budetta, L'uovo di Natalia Radice, La spia di Lorenzo Spurio, Ho insegnato che lontano, al di là di quei monti, c'è Firenze di Anna Maria Volpini

Poesia italiana

Questa rubrica è aperta a chiunque voglia inviare testi poetici inediti, purché rispettino i più elementari principi morali e di decenza...
poesie di Massimo Acciai, Luca Baratta, Giuseppe Costantino Budetta, Giovanna Casapollo, Genoveva Dinu, Dulcinea, Alessandra Ferrari, Emanuela Ferrari, Maria Lenti, Iuri Lombardi, Francesca Lombardo Di Rosa, Roberto Mosi, Gilbert Paraschiva, Pavlina Pavlova, Paolo Ragni

Recensioni

In questo numero:
- " Mai andare a Sighet" di LMS e CVX
- "Sempre ad Est" di Massimo Acciai, recensione di Lorenzo Spurio
- "Le stanze del cielo" di Paolo Ruffilli, nota di Enrico Pietrangeli
- "Luna di Lenni" di Berardi Emanuele
- "Antidoti umani"di Francesco Verso
- "Il diario di Ombrallegra" di Dimitry Rufolo, nota di Massimo Acciai

Articoli

La poesia itinerante va in bicicletta tra storia e wi-fi con diario multimediale
di Enrico Pietrangeli
Argo: una rivista di esploratori del testo transgender
di Alessandro Rizzo
In occasione del compleanno del nostro Paese
di Misha
Napoli piange la morte di Gino Maringola, ultimo grande rappresentante di una grande scuola di teatro
di Alessandro Pellino

Letteratura per la Storia

Corride e letteratura - Llanto por Ignacio Sanchéz Mejias
di Lorenzo Spurio

Interviste

Intervista a Iuri Lombardi
A cura di Massimo Acciai
Quando poesia e filosofia intercorrono: Italo Testa
A cura di Alessandro Rizzo

Argo: una rivista di esploratori del testo transgender
 

Alessandro Rizzo


Argo è una rivista. Ma si può definirla semplicemente rivista letteraria? Nasce da un numero, il primo, dedicato a un incontro tenutosi alla fine dell'anno accademico 1998-99 dal titolo "oralità e scrittura nella poesia contemporanea", convegno all'interno del quale diversi contributi e interventi hanno messo in luce il nesso inseparabile tra scrittura e musica. La qualità delle relazioni avutesi è stata molto elevata tanto da suscitare interesse negli organizzatori e inaugurare la rivista con questo argomento. Gli ideatori di Argo sono consapevoli che intraprendere l'attività di editare una rivista risulti essere impresa ardua, difficile, o, perlomeno, azzardata, temeraria. Ci si muove nel solco della tradizione, le riviste letterarie d'antan, oppure si cerca di emulare l'esempio di diversi esperimenti, dignitosi e anche sperimentali, ma spesso brevi nella durata e nella loro esistenza e sopravvivenza? Il bivio è stato superato da una rivista che oggi si può definire essere "resistente" e certamente non meteora che passa nel variegato e confuso mondo universale della letteratura. E' una rivista impegnata, non definibile come militante, dato l'obsolescenza del termine e dell'aggettivo, che allude a qualcosa di militare: Argo è uno spazio dove scrittori, filosofi, artisti, letterati, sociologi parlano attraverso lo scritto, micro inchieste, micro saggi, romanzi d'inchiesta, poesie destrutturanti e ricostruenti il reale, possono analizzare gli aspetti "emergenziali" della contemporaneità.
Valerio Cuccaroni è il responsabile di Argo, con sede ad Ancona, e ricorda in una delle sue numerose interviste, il mondo mediatico e la stampa ha riservato attenzione particolare alla rivista, che il progetto è nato in un contesto tutto accademico da diversi alunni del professor Guido Guglielmi, allora docente di Letteratura italiana contemporanea e grande critico, nell'ambito del Dipartimento di Italianistica dell'Università di Bologna Guido Guglielmi, fra il 1999 e il 2000. I ragazzi dell'Università di Bologna, ricordando le molte opere dedicate ai "ragazzi di via palisperna", erano già intrisi di un'esperienza di "giornalismo partecipativo", dato che nel 1998 e nel 1999 avevano dato vita all'edizione bolognese del mensile indipendente "Urlo" di Ancona, www.urloline.it
Il titolo, Argo, è sorto da un ragazzo, Valerio, che viene da Ancona, città marinaresca, quasi a sottolineare la presenza di un diario di bordo nel mondo letterario e della critictà dei saperi. Il mito degli argonauti, primi navigatori della mitologia greca a lasciare le coste e a inoltrarsi in mare aperto, vuole alludere come primo punto di riferimento nella ricerca della denominazione della rivista alla voglia di esplorare e accedere a luoghi, spazi incontaminati, magari ignoti, fortemente lontani, per soffermarcisi e disegnare nuove visioni contaminate.
"L'amore fisico che provavamo per la letteratura, la filosofia, la storia non poteva esaurirsi nel coito dell'esame, doveva dare vita a nuove creature". Valerio non poteva esperimere meglio la sete di criticità e di analisi del testo letterario e dell'arte dello scrivere, nella destrutturazione del reale, elementi che venivano impartiti nelle aulee universitarie ma che non si voleva scemassero con un semplice esame.
L'esamificio accademico non era sopportabile e doveva vedere una continuità di dedizione e di analisi critica che si alimentava nelle esperienze dei ragazzi tanto da considerare una rivista un percorso comune che accogliesse e soddisfasse questo desiderio irreferenabile.
Decisero cosi, tra un bicchiere di vino e un cafè, dato che le prime riunioni vennero fatte in osterie e locali della città dotta, di dare vita a una rivista monografica, fissando attenzione e vincolandosi a un argomento specifico, senza sacrificare spazio a quella contaminazione e circolazione dei saperi letterari, "libera ricreazione e alternativi spunti di analisi", considera Valerio.
La stagione accademica cessa a un certo punto della vita di un giovane: finiscono le lezioni, ci si laurea e, spesso, come ogni progetto culturale accademico viene meno quel luogo dove si elaborano idee e si liberano creatività. I ragazzi di "Argo" decidono, invece, di proseguire, con difficoltà iniziali dato che si parla di stagione adolescenziale di questo corpo vivo quale la rivista letteraria o di periodo "underground" dove si rimane nel mare magnum delle fanzine letterarie. Questo momento di svolta, comunque, ha decretato una crescita del laboratorio letterario, dando ad Argo una caratura non più locale ma internazionale e una veste interdisciplinare dove ci fosse spazio non solo alla letteratura ma anche alla filosofia, sociologia, al cinema, al teatro, al fumetto.
La contaminazione dei generi è un elemento principe di Argo, edita non più da Pendragon, utile canale di distribuzione, ma da Cattedrale, che si interessa della sua diffusione ampia nelle librerie e nei luoghi di aggregazione culturale, tanto da dare agli elaborati quella dimensione di inchiesta e di sperimentalità che possono essere definiti, in particolare nel numero 16 "Oscenità", "romanzi collettivi di inchiesta" ossia, usando un termine di Wu Ming, "oggetti narrativi non identificati".
Dadaistici e parafisici affermati si alternano così a nuove proposte e nuovi soggetti narranti esplorati e inveniti, in un'anarchia letteraria totale, che vede esprimere testi e "narrazioni critiche a più voci e trans-gender", elaborando un linguaggio che trascenda le tradizionali suddivisioni letterarie stereotipate e stereotipanti.
Prendiamo riferimento al numero 17 della rivista dove anche l'impaginazione, una parte bianca e una parte nera, quasi dal gusto platonico, accompagna per mano dei 48 esploratori il lettore nel viaggio collettivo attraverso l'universo, il mare aperto del tema della morte e del suo tabù storico, antico quanto l'umanità. Il numero vede un romanzo collettivo di esplorazione, dove non mancano nuove dirompenze letterarie, nella consueta visione di "oggetti narrativi non identificati". Il lavoro di redazione e di esplorazione è difficile e impegnativo, ma conviene umanamente e artisticamente affrontarlo nella destrutturazione di luoghi comuni e di clichè, spesso anche letterari, che ingabbiano la creatività e l'esplicazione dell'essere e della sua funzione nel reale post contemporaneo. Argo ti attende con altri numeri che potete trovare visitando il sito ufficiale della rivista, www.argonline.it, dove potete anche mandare vostri elaborati tramite posta elettronica argo@argonline.it
Auguriamo buona navigazione a tutti noi nel mare aperto della scrittura transgender.

 
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