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Hot … welcome! Sono benvenuti su Segreti di Pulcinella: quando la musica parla di contemporaneità
 

A cura di Alessandro Rizzo


Edoardo detto Fox, Edoardo S., la voce, Lorenzo e … sono giovani intraprendenti e pieni di passione musicale e compongono canzoni per il loro gruppo "Hot … welcome!". Lo stile è eclettico, variegato, molto accurato e i testi sono profondi, hanno messaggi e partono dai problemi quotidiani della nostra contemporaneità, per un target misto e trasversale. Li abbiamo intervistati in una giornata di pioggia milanese.

Il nome del gruppo: perché avete scelto di chiamarvi "Hot … welcome!"

"Hot … welcome !" è stato inventato da Edoardo S. e dal batterista precedente. Vuole presentare la serietà del gruppo, che vuole affermare ciò che stavamo diventando. Abbiamo pensato a un nome simpatico, accattivante, piacevole, magari scherzoso, ma che non desse l'idea di superficialità. I testi delle nostre canzoni rispecchiano le nostre idee e vogliono riprendere i problemi sociali attuali. Il vero nome completo, in realtà, prevede le parole "cicks are", un tipico e divertente slang inglese. La simpatia del nome non rispecchia, però, un progetto musicale fatto a caso. Il tutto ha un senso recondito perché denunciamo una generazione di automi che vivono solo per un divertimento effimero, fine a sé stesso.

E' un titolo provocatorio, quindi?

Blue Vomit è un gruppo degli anni 80, una presa in giro. Non riprendiamo, però, questo gruppo nello stile in quanto quest'ultimo era un gruppo ribelle. Noi pensiamo che il ribellismo musicale non sia il modo giusto per sfogare la rabbia, perché è un modo che non incide realmente. E' troppo estremo.

Avete un genere preciso a cui vi rifate?

Siamo partiti dall'acustico solamente con la voce e la chitarra acustica. Poi abbiamo introdotto la chitarra elettrica distorta e gli assoli all'arrivo del nuovo componente, Edoardo detto Fox. La musica qualitativamente si è, così, elevata e la tecnica utilizzata risulta essere più complessa.

La produzione dei testi come avviene, ossia come componete una canzone, quali sono i passaggi?



Un membro del gruppo scrive un passaggio di chitarra con una propria idea e stile e, una volta che siamo in sala prove, lo porta e lo esegue. Gli altri, così, lo seguono come meglio credono, ovviamente prima la composizione deve piacere. Nell'esecuzione, pertanto, cambiamo e miglioriamo il testo iniziale. Ognuno, così, scrive da casa la propria canzone pensando come possa essere eseguita ed evolvere. Grazie ai network possiamo mandarci i pezzi composti e potendo integrarli prima del giorno delle prove. Spesso è Edoardo S. che scrive i testi. L'autore della musicalità spesso è Fox. Gli altri seguono ciascuno per le proprie competenze. Non ci atteniamo a un genere specifico e nemmeno a un target. Tutto è eclettico. Ci piace essere liberi da schemi, da generi. Noi vogliamo fare un CD che descriva i nostri problemi attuali.

Parliamo dei testi delle canzoni più rappresentative?

"Sotto la pioggia" denuncia il problema della droga nell'adolescenza, nella nostra generazione. Partiamo da casi a noi prossimi, vicini. Il problema delle nuove generazioni, dimenticare ogni pensiero sul proprio futuro, costruendo un domani per costrizione, è vivo nei nostri testi. E', la nostra, una società del devasto totale e la denuncia parte da chi cerca qualcosa di diverso ma non riesce perché vede solo superficialità. "E' finita" esemplifica, così, come testo questo concetto.
Trattiamo anche il tema del suicidio, partendo da un caso che ha riguardato un nostro componente, uno dei fondatori iniziali del gruppo, Fabio, che insieme a Edoardo fece nascere il primo nucleo del gruppo. La nostra denuncia e rabbia riguarda la società moderna. Il genere cambia, così, dal tema trattato, da cui dipendono i riff, la composizione in generale. Fabio era un ragazzo di Baggio e viveva in condizioni sociali molto critiche. In quella situazione spesso ti trovi senza opportunità. Trattiamo, così, di decisioni drastiche di abbandono di una vita fatta di errori, di abbandono di un'esistenza. Nel testo "… Main stop …" le parole sono casuali senza senso, in quanto esemplifichiamo la nostra generazione.

I testi delle canzoni esprimono quindi dei messaggi?

Si, ma teniamo a precisare che non siamo faziosi. Leggendo i testi delle canzoni apprendi questioni ed elementi comuni e trasversali, a prescindere dalle appartenenze. Non facciamo politica come si intende attualmente. Raccontiamo di problemi concreti. Il problema principale è la mentalità nella società attuale. I nostri non sono testi ideologici ma partono da ideali trasversali. Parliamo anche di sesso, di amori, altre tematiche su cui vogliamo concentrarci, di cui vogliamo trattare con la nostra musica. Non seguiamo, così un target specifico. Ci rivolgiamo a un vasto pubblico e così vogliamo che sia la nostra musica, rivolta a un pubblico variegato. I nostri destinatari possono essere i nostri genitori e la loro generazione e allo stesso tempo i nostri coetanei. E' un tipo di musica il nostro che può interessare un pubblico trasversale.

Avete già fatto o avete in progetto di fare un vostro videoclip?

Abbiamo pensato di farlo a casa di Fox. Volevamo fare il videoclip scegliendo tra due canzoni: "Main stop", la nuovissima "E' finita" o "Sotto la pioggia". Abbiamo un'idea approssimativa sulla coreografia. Pensiamo di mettere i nostri diversi strumenti singolarmente nelle differenti stanze della casa, dove ognuno di noi suonerà: per esempio uno sarà in bagno, un altro in sala, un altro ancora in cucina, in stanza da letto. Intanto nell'abitazione c'è una festa e gli invitati proseguiranno a festeggiare senza accorgersi di noi, senza ascoltarci, senza seguirci mentre suoniamo. Edoardo S., che è anche la voce, girerà per la casa e riporterà a ciascuno di noi quello che ha visto, analizzato, captato. La festa rappresenta la società moderna, superficiale, spesso indifferente.

Possiamo anticipare una vostra futura produzione?

Una canzone blues nell'impianto musicale ma anche rock allo stesso tempo in quanto utilizzeremo chitarre distorte, con un ritmo allegro e veloce. Il blues è alla base del rock. Sarà un testo divertente e rappresenterà una delle nostre serate passate al bar con i nostri amici.

I vostri testi sono molto profondi ed esemplificano i drammi della quotidianità della società contemporanea: c'è anche spazio per un lato di speranza?

Si nel momento in cui uno ci sente suonare. Ascoltandoci le persone potranno avere voglia di cambiare capendo e comprendendo le denunce che andiamo a fare con i nostri testi. Le nostre sono canzoni orecchiabili ed è un genere aperto a tutti. Non vogliamo cercare di fare lucro, ma vogliamo incidere su più coscienze. Non amiamo le cover, abbiamo solo un testo riadattato dei Blue Vomit, "Non mi alzo in pullman", dove denunciamo il perbenismo e il moralismo di alcuni anziani.

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