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La prigioniera
di Maria Antonietta Nardone

Fotografia

ll fotografo cubista: intervista a Federico Comelli Ferrari
di Alessandro Rizzo

Miti mutanti 10

Strisce di Andrea Cantucci

Il fotografo cubista:
intervista a Federico Comelli Ferrari


 

a cura di Alessandro Rizzo


Destruttura, ricostruisce, reinventa, riscopre. Federico Comelli Ferrari è un fotografo con una grande passione per l'arte, anche nella sua scientificità. Riprende alcuni monumenti, piazze, situazioni interessanti di Milano e le ripropone agli occhi dello spettatore. Milano si colora e si interpreta secondo messaggi nuovi. Lo abbiamo intervistato partendo dalle sue opere più significative. Lo abbiamo conosciuto a Condor Art una collettiva curata da Giacomo Momo Gallina su opere sul tema del condom: un progetto per sensibilizzare l'utilizzo delle precauzioni.

Stai avviando un interessante rapporto con i consolati, perchè?



Voglio proporre una sinergia per il progetto a cui sto lavorando tra Milano e l'estero, partendo dalla rivisitazione di Milano in modo differente, "Milano al quadro" è il nome del progetto.
Propongo questo progetto portandolo in altre parti del mondo, voglio fare una mostra da esportare in diverse parti del mondo. Sono partito dal consolato dell'Equador. La Finlandia potrebbe in un secondo tempo essere un riferimento in quanto il nord Europa è un'interessante ambientazione. L'idea del progetto consiste in un'evoluzione della mera fotografia di reportage. Di Milano voglio mostrare il colore e non il grigiore, voglio rappresentarla come la vedo io in modo differente. Essenziale è racchiudere l'immagine destrutturandola.

Tu come nasci artisticamente?

Come fotografo.

Come avvengono le tue produzioni, quali sono i passi?

Le sessioni fotografiche avvengono quasi come se giocassi con il lego: smonto i mattonicini e poi li ricompongo.

Possiamo definirti un nuovo cubista …

Nelle mie opere c'è molta denuncia attraverso significati simbolici. Un esempio di questo può essere offerto dal Castello Sforzesco: è una rivisitazione di una bilancia con al centro Umberto II preso all'interno dell'immagine. Si rappresenta la giustizia come un equilibrio tra il re e la plebe, un mimo è presente nella composizione e si inchina al re. L'orologio volge a mezzogiorno. Amo sollecitare una libera interpretazione: magari anche i grandi artisti non avrebbero mai pensato alle interpretazioni che oggi danno i critici.
Un altro esempio viene dal nodo (la struttura presente fuori dalla stazione di Cadorna a Milano, che rappresenta un lungo filo intersecato con un ago per cucire - NdR) di Cadorna, l'opera può essere chiamata Cadorna bis. Smonto e rimonto a piacimento. La coda dell'ago sembra anche una mano che si volge al cielo. Mi propongo di giocare anche sulle sovrapposizioni. Questo progetto nasce per rivedere Milano. La trasparenza e la concentrazione sul soggetto senza sfondo possono essere riadattate da noi stessi in ambienti diversi e reali. Così anche tu puoi, ponendo l'opera in diversi contesti, creare, evolvendola, l'immagine come vuoi.

In sostanza e tecnicamente ti basi sulla fotografia …

Le opere sono scatti fotografici a 360 gradi. Giro intorno al soggetto rappresentato. Le ottiche sono divise per prospettive differenti. Lavoro in digitale, a livello tecnico estrapolo da ciascun scatto ottiche e viraggi diversi. Gioco molto sul bilanciamento del bianco: faccio scatti con diversi bilanciamenti. Lo sfasamento dei colori crea un viaggio diverso: per esempio il bianco diventa verde, il rosso bianco, il verde bianco.

Quale è l'idea che ti poni di raggiungere, e da cui parti, nel completamento dell'opera finale?

Da ciascun scatto estrapolo idee diverse. È come un mostro che viene in progress. Mi sento come uno scrittore che inizia un racconto e che non sa come terminerà.

Quali sono le opere più significative della tua poetica realizzate a Milano?



Possiamo aprtire dalla mia opera sulla Torre Velasca. La Torre rappresenta la finanza e assume una forma di Arca di Noè. Questo significa che se sei a bordo galleggi, se sei giù da questa arca affondi. Posso citare il Pirellone: viene rappresentata la politica con un condom gigante, che è il muro di gomma. Le istituzioni sono impermeabili, la burocrazia non è penetrabile. Noi siamo visti dalle istituzioni come un virus da tenere alla larga. La burocrazia è il superpotere. Sul Castello Sforzesco sto procedendo con nuovi lavori.

A quale lavoro stai occupandoti ora?

Alla Scala, che è l'istituzione della cultura a Milano.

Altre opere che ritieni fortemente allegoriche e significative?

L'ago e filo rappresentato nella mia opera su Cadorna. Il tutto significa la rappresentazione della piazza degli incontri, qual è Cadorna a Milano. Il filo colorato incrocia e si incontra. Il senso della contorsione raffigura una popolazione che cresce, il traffico che diventa sempre più intricato. Si vede nell'opera una bici, una ruota d'auto, e sono riferimenti espliciti. Non sempre c'è un significato particolare: il lavoro su Porta Genova è un'opera meramente estetica, è stato il mio primo grosso lavoro. Voglio semplicemente fare in modo che un milanese rifletta tornando sui luoghi da me rappresentati, rivedendoli, riadattandoli. Nell'opera su Porta Romana vediamo delle simbologie nelle due mani che aprono la porta alla base della porta stessa. Voglio fare rivedere Milano in chiave diversa, luoghi da vedere in modo diverso. La Metropolitana in un altro mio lavoro viene raffigurata come un pesce sotto terra.
Ho prodotto un lavoro anche su Nicole Arianna Beltramini, un'importante e famosa scrittrice milanese. Il soggetto in questa opera rappresenta la città che si muove su sé stessa come se si dovesse alzare. E' un monito alla città: tirati in piedi e alzati.

Fotografia perché adotti solamente questa forma artistica?

È molto più scientifica dell'arte. Ho fatto medicina, il liceo artistico. Ho una forma mentis scientifica ma una sensibilità artistica. Fotografia è l'arte più scientifica che ci sia in quanto ci si basa su concetti fisici, tecnici, ottici. Non amo la foto scattata a caso senza saperne il motivo. Sarebbe come scrivere un libro senza congiuntivi. La fotografia presuppone queste conoscenze tecnico/scientifiche. La pittura è un'arte più intima, si basa su una tecnica in modo diverso. Credo nella specializzazione della disciplina. E' da un anno e mezzo che faccio fotografie in senso contemporaneo nella suo significato in evoluzione.

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