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Art Nouveau : Art and Crafts
di Maddalena Lonati

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un video di Massimo Acciai e Paolo Ragni

Fumetti in corso 5 - 6

Strisce di Andrea Cantucci

Art Nouveau : Art and Crafts
 

di Maddalena Lonati


Art and Crafts non era semplicemente uno stile, quanto piuttosto un vero sistema codificato di vita. Anelava a mettere in atto riforme sociali, morali, ideologiche ed estetiche che trovarono espressione nella progettazione e nella produzione artigianale di oggetti ornamentali. L'introduzione della produzione in serie meccanizzata assediò il valore delle arti decorative, dignità che Art and Crafts cercò di restituire loro riportando l'arte nella quotidianità. Non solo quindi arte da esporre nelle gallerie e per un pubblico elitario, ma disponibile ed accessibile a tutti negli oggetti funzionali e negli accessori personali. Il movimento rifiutava la macchina, e sottolineava quanto le imperfezioni dovute alla mano dell'artista fossero dei pregi che rendevano unico ed irripetibile l'oggetto. Sebbene lo stile Art and Crafts portò un contributo fondamentale all'Art Nouveau, questo aveva in sé un'incongruenza di fondo che lo fece fallire: i gioielli e gli oggetti artigianali avevano un costo nettamente superiore a quelli industriali, e quindi finì per perpetuare l'elitarismo che condannava senza mai riuscire a conquistare l'ampio numero di acquirenti a cui anelava. Riuscì però a destare interesse per il design, e ad innalzare la gioielleria a fianco delle arti maggiori. Oltre all'avversione per la produzione di massa, ormai dilagata soprattutto a causa delle industrie di Birmingham che riversavano sul mercato quantità enormi di gingilli nel tipico stile eclettico vittoriano, Art and Crafts, ed in particolare Ashbee, uno dei maggiori artisti del movimento, condannavano l'eccessiva specializzazione nelle discipline artistiche. Gli operai ormai si concentravano su un'unica fase di lavorazione, mentre Ashbee ripropose il modello cinquecentesco con la visione globale del pezzo d'alta gioielleria, con l'artista che doveva occuparsi della sua realizzazione dall'idea al prodotto finito. Ispirandosi a principi di stampo medievale e al socialismo che si rifaceva agli scritti di Ruskin, si fondarono molte cooperative che furono una delle caratteristiche di spicco di Art and Crafts, la prima e più famosa delle quali fu la Guild. Ashbee studiò i trattati di Cellini ed iniziò gli esperimenti nella fusione a cera persa, nella lavorazione dei metalli e nella trafilatura. Disprezzava i banali gioielli tipici degli anni Novanta dell'Ottocento, mentre era attratto dal simbolismo degli oggetti e dai loro colori e materiali. Usò ampiamente gli smalti, le pietre cabochon e le perle barocche e scaramazze. Tra le sue pietre favorite le ametiste ed i granati per le tinte violente, ma anche le pietre di luna, i turchesi e le madreperle, che combinava in giochi cromatici che definiva mariages de convenance. I suoi gioielli erano caratterizzati da una notevole stilizzazione, dalla fluidità delle linee e da pochi motivi ricorrenti come il pavone, il galeone, la spirale. I suoi celeberrimi pavoni, che simboleggiavano la bellezza decadente ed orgogliosa nella natura e la tipica linea Art Nouveau, avevano il piumaggio smorzato in una sobria combinazione di oro, argento e perle. Il cerchio e la spirale, simboli del pensiero e della spiritualità, ricorrevano in spille in argento traforato e pietre cabochon. Putroppo la corporazione Guild incontrò innumerevoli problemi finanziari che peggiorarono nel tempo e a cui non riuscì a far fronte e, pressata soprattutto dalla temibile concorrenza dell'azienda Liberty & Co, dovette chiudere in modo definitivo nel 1907, lasciando però una testimonianza indimenticabile del suo passaggio.

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