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Io, l'altro: Intervista a Mohsen Melliti
 

di Sonia Cincinelli


1) Come nasce IO, L'ALTRO ?

IO, L'ALTRO nasce dopo l'11 Settembre, tutto il mondo era preoccupato di queste storie degli attacchi, degli scontri di civiltà, c'erano queste campagne di disinformazione per ricreare una guerra planetaria; quindi nasce dall'esigenza individuale di rispondere a questo clima che creava il terrore, la paura della guerra di civiltà, il vendere armi e massacrare persone, nasce da questo.

2) Esiste una vasta filmografia sull'immigrazione extracomunitaria, c'è qualche film che l'ha ispirata in particolare?

Penso a LAMERICA di Gianni Amelio o QUANDO SEI NATO NON TI PUOI NASCONDERE di Marco Tullio Giordana,dove è molto presente l'epopea del viaggio in mare.
Ma questo film, in realtà non racconta il fatto dell'extracomunitario , è un film sul sospetto e sulla paura ecc... Ritornando agli altri film che riguardano gli immigrati, devo dire la verità, tranne delle eccezioni, non mi ispirano tanto perché la maggior parte non ha una conoscenza diretta del dramma dell'immigrazione, così lo vive in modo molto superficiale. Per loro è come raccontare una storia senza entrarci dentro,senza capire.

3) Il peschereccio si chiama Medea , è un omaggio alla Medea del mito , condannata anche perché straniera?

Medea mangia i suoi figli, questa barca nel film si vede che " ha mangiato i suoi figli", è un omaggio alla letteratura greca , al pensiero greco. La macchina della guerra arriva a mangiare tutti i suoi figli. Non a caso, l'America fa la guerra, ma chi soffre è la madre il cui figlio va in guerra e muore in Iraq, lo stesso il giovane iracheno dove a patire è la famiglia irachena, o il giovane americano ecc…Mentre gli sponsor veri della guerra non subiscono la sofferenza, si approfittano e basta. Medea è concepita in questo senso nel film.

4) Qual era l'atmosfera che si respirava nel set? Come sono state realizzate le riprese in mare ed in particolare quelle notturne?

Il set era a Ponza ed era molto sgangherato ,nel senso che eravamo pochi , una ventina di persone ,è stata durissima, abbiamo tutti quanti sofferto di mal di mare e mal di terra. Era un ambiente molto stretto dove facevamo fatica perché il mare non puoi comandarlo,non c'è un telecomando per tenerlo fermo. Detto questo,è stato anche bellissimo, abbiamo creato una splendido clima , non c'era tensione lavorativa, c'era una grande solidarietà con tutta la troup, quindi è stato anche piacevole lavorarci…Con tante difficoltà a livello di realizzazione perchè come dicevo non puoi comandare né il cielo né il mare,è stata una bellissima sfida anche in questo senso.
Per le riprese notturne la fortuna ci ha aiutato, perché poteva capitare che uscivamo ma purtroppo non potevamo riprendere niente.

5) Mi racconta che tipo di esperienza ha avuto nel dirigere Bova e Martorana, due attori così diversi?

Sono un contrasto totale l'un l'altro , uno che è abituato al lavoro da star, l'altro che non aveva mai fatto un lungometraggio e nessuna scuola ecc…Abbiamo fatto una lunga preparazione a casa mia prima di girare per un mese e mezzo, quasi uno spettacolo teatrale dentro la mia casa , tutti i giorni. Devo dire che Raul è stato molto umile a mettersi in gioco e a vivere con gli altri, per lui era un esperienza nuova in un set poverissimo. Per Giovanni è stato il contrario, si sentiva comunque messo a confronto con una star, poichè fino all'altro ieri ha fatto solo le comparse, per lui è stata una sfida.

6) Lei dedica questo film alle vittima della guerra al terrorismo, perché? Secondo lei questo film si può collocare come sano ripensamento sulla nostra responsabilità nei confronti del diverso da noi?

Il film è dedicato alle vittime della guerra al terrorismo perché questa storia del terrorismo sta danneggiando tutto il mondo, non solo il mondo Arabo ma anche l'Occidente , perché gli occidentali hanno perso le libertà civili, con restrizioni di diritti , di parola e democratici ecc… Nel mondo Arabo l' hanno pagata con il sangue, quindi basta pensare che abbiamo un milione di morti in Iraq…E' dedicato a queste vittime il film a prescindere dal loro colore o dalla loro religione o quello che sia , partendo da questo presupposto.
Dopo l'11 Settembre è stato creato a tavolino un clima di paura e di terrore dell'"altro". Pensare che l'anno scorso o due anni fa c'era un ragazzetto brasiliano a Londra che era stato scambiato per un arabo ,mi pare che faceva l'elettricista, gli hanno sparato, e non aveva fatto niente. Il diverso è diventato un meccanismo per tirare avanti questo progetto a lungo termine che è quello di una guerra continua,senza fine, è una guerra preventiva che è la cosa peggiore perché è un processo alle intenzioni, e quindi questo film va su questa linea, cerca di smontare nel suo piccolo questo fatto.

7) Che cosa ne pensi delle politiche sull'immigrazione in Italia?

Non ci sono, è triste ma non ci sono, c'è una politica sola che è repressiva, poliziesca e basta, non c'è un progetto politico, non c'è un'idea , ne una legge, non c'è soprattutto una legge sull'asilo politico e sui rifugiati.

8) Che cosa ne pensa del fatto che manca una legislazione sul diritto d'asilo in Italia?

Semplicemente è triste, l'Italia è l'unico paese europeo che vive con la Convenzione di Ginevra, è molto demoralizzante per gli esiliati come me, perché lo status di rifugiato viene concesso a goccette , io sono uno dei casi rari , io l'ho ottenuto perché ho accrediti sia a livello intellettuale che a livello di relazioni , ma migliaia di altre persone purtroppo non hanno questi mezzi; è triste perché i progetti europei sull'asilo in Italia fanno campare quattro parassiti, che vivono sulle spalle degli altri.

9) Il film è stato distribuito all'estero?A quali festival parteciperà prossimamente?

Il film è in giro, mi hanno chiamato una quindicina di Paesi del mondo, dovrebbe andare a Montreal in Canada adesso,poi ad Ottobre in Brasile.

10) Progetti per il futuro?

Ho scritto vediamo un po' se mi fanno lavorare!

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