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Libri a fumetti

LA CITTÀ CHE NON ESISTEVA o Difficoltà di immaginare un'Utopia
Recensione di Andrea Cantucci

Gioielli

Memorie preziose
di Maddalena Lonati

Teatro

Il diario di un pazzo sotto l'Olmetto di Milano
di Massimiliano S. Laganà

Cinema

Un ponte per Terabithia
di Francesco Simone

Un ponte per Terabithia
 

Recenzione di Francesco Simone


Gli scrittori sanno essere crudeli, anche se in modo poetico.
Uno si siede al cinema pensando di vedere qualcosa di simile alle "Cronache di Narnia" (il film è presentato come opera degli stessi produttori) e trova invece qualcosa che col genere fantasy non ha nulla a che vedere. O meglio, il fantasy è vissuto tutto nella fantasia, in una sorta di sogno ad occhi aperti, mentre la storia è ambientata interamente nella nostra banale "realtà". Una realtà anzi tragica quanto inattesa, anche se quella corda minacciava di rompersi fin dal momento in cui è comparsa.
Come spesso capita, ho ritrovato qualcosa di autobiografico: ho anch'io un'amica speciale, che non ho mai visto di persona (Internet compie spesso di questi prodigi) e che immagino così, un po' bimba e un po' donna, una creatura piena di fantasia. Forse per questo ho vissuto il film con una commozione speciale. L'elaborazione del lutto da parte del protagonista, un ragazzino taciturno e sognatore che riporta alla mente il Bastiano de "La storia infinita" (ma è un personaggio ricorrente, in cui non è difficile riconoscersi), è particolarmente straziante: non è un film che consiglierei ad un bambino e nemmeno ad un'adolescente.
Il finale è misterioso, aperto alle interpretazioni più varie. Comprese quelle tragiche.

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