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Libri a fumetti

LA CITTÀ CHE NON ESISTEVA o Difficoltà di immaginare un'Utopia
Recensione di Andrea Cantucci

Gioielli

Memorie preziose
di Maddalena Lonati

Teatro

Il diario di un pazzo sotto l'Olmetto di Milano
di Massimiliano S. Laganà

Cinema

Un ponte per Terabithia
di Francesco Simone

Il diario di un pazzo sotto l'Olmetto di Milano
 

Di Massimiliano Laganà


A metà aprile di quest'anno mi sono imbattuto nella Compagnia dei Fratellini sotto l'Olmetto di Milano: portavano in scena il Diario di un Pazzo di Gogol , con la regia di Lino Spadaro e con un unico attore in scena, Dario Cantarelli.

Il Diario di un Pazzo è risultato essere ben più di un'autobiografia: la narrazione in prima persona trascina inesorabilmente in un viaggio attraverso la vita di Proposcin, uno sbiadito impiegatuccio più che quarantenne. La sua è una vita mediocre di un impiegato dalla personalità altrettanto mediocre.
Unica nota di colore nella sua routine di temperamatite umano, la scoperta di un sogno d'Amore irrealizzabile.

Proposcin perderà identità e ragione, passerà dal temperare le matite del suo capoufficio all'innamorarsi della di lui figlia, per giungere infine attraverso la schizofrenia, a diventare il re di Spagna.

Con ironia e comicità, Gogol predice il futuro. Con un tocco di realismo e di contemporaneità descrive un pezzo di vita che sembra andare ben oltre il suo tempo ed il suo luogo di appartenenza, giungendo inalterato sino a noi.

Più trascorre il tempo e più ci si accorge con stupore ed amarezza che la crudeltà del destino di Popriscin, è ironicamente ed a tratti, assimilabile a quello di tanti impiegati di oggi.
Unica differenza tra l'impiegato del secolo scorso e quello contemporaneo: la precarietà del posto di lavoro.

Dal punto di vista tecnico, Dario Cantarelli trascende il palcoscenico e sembra quasi mutare di aspetto in base allo stato psichico del suo personaggio.
La regia di Lino Spadaro è solida e contribuisce a dare al finale un sapore agrodolce, un misto di amarezza e dolce irriverenza.

Un incontro, quello con la Compagnia dei Fratellini all'Ombra dell'Olmetto di Milano, da non dimenticare.

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