Eventi  -  Redazione  -  Numeri arretrati  -  Edizioni SDP  -  Indice generale  -  Letture pubbliche   

  Indice   -[ Editoriale | Letteratura | Musica | Arti visive | Lingue | Tempi moderni | Redazionali ]-


Esperanto

Nokte far Nicola Ruggiero
Receptoj de rusaj supoj far Vladimir OKC

Etimologie

I numeri in Esperanto e Volapük
di Massimo Acciai

I numeri in Esperanto e Volapük

di Massimo Acciai


Un altro "numero" atipico per la rubrica etimologica, un tema da veri fissati. Stavolta parliamo di numeri e della loro etimologia. Non parliamo perň di come contano le lingue naturali (le lingue che "contano", passatemi il gioco di parole), ma di come contano le lingue cosiddette artificiali. D'altra parte cercare le etimologie delle lingue artificiali, quelle cosiddette "a posteriori" (ossia quelle che traggono il loro lessico dalle lingue naturali), ci riporta per forza di cose alle lingue naturali, ma puň essere interessante e in qualche caso sorprendente scoprire da quali lingue naturali e come si sono trasformate in questo passaggio.
Partiamo dall'Esperanto, la lingua artificiale piů nota e diffusa (creata dal polacco Ludvik Zamenhof nel 1887). In questo caso e facile riconoscere le radici tipicamente latine:

0) nul il latino non aveva lo zero come cifra, ma esisteva il termine per "nulla"
1) unu evidente la derivazione latina
2) du altrettanto evidente la derivazione latina
3) tri come sopra
4) kvar il quattuor latino, qui accorciato e reso nella grafia esperantista; notare il nesso "qu" reso in esperanto con "kv" per facilitare i parlanti di lingua germanica.
5) kvin evidente il latino quinque con modifiche analoghe a quattuor
6) ses anche qui č evidente la derivazione latina
7) sep come sopra
8) ok idem (notare la grafia "k" esperantista)
9) nau forse il sanscrito nava combinato con la radice indoeuropea *newn? O forse l'inglese nine, secondo scrittura fonetica?
10) dek torniamo al latino, secondo la pronuncia classica e la grafia esperantista
100) cent radice latina ma pronuncia slava della "c"
1000) mil radice latina

Le sorprese maggiori ce le riserva perň il Volapük, la meno nota lingua creata dal tedesco Johann Martin Schleyer nel 1879. Qui ci viene in aiuto il dizionario bilingue Esperanto-Volapük / Volapük-Esperanto di André Cherpillod (Vortaro Volapük-Esperanto kaj Esperanto-Volapük, Eldonejo La Blanchetičre, 2003), altrimenti sarebbe davvero arduo soddisfare questo tipo di curiositŕ etimologica, vista l'estrema deformazione delle radici in Volapük:

0) ser dal francese zéro
1) bal dal turco bir
2) tel dall'inglese two
3) kil dal finlandese kolme
4) fol dall'inglese four
5) lul dal cinese wu
6) mäl dal giapponese mu (ma qui lo Cherpillod pone un punto interrogativo)
7) vel dall'inglese seven
8) jöl dall'ebraico
9) zül dal cinese jiu (ma anche qui lo Cherpillod pone un punto interrogativo)
10) deg dal greco
100) tum dal latino centum (in questo caso l'esperanto ha preso la prima parte del termine latino, mentre Schleyer ha preferito la seconda sillaba)
1000) mil dal latino mille, l'unico termine perfettamente riconoscibile e che si accorda con la lingua di Zamenhof

Sarebbe a questo punto interessante estendere l'analisi etimologia ad altre lingue artificiali ma, non disponendo degli strumenti necessari, rimando l'arduo compito al lettore che - capitato magari per caso su questo breve scritto - ne sa di piů e possa e voglia contribuire scrivendo alla redazione.

Segreti di Pulcinella - © Tutti i diritti riservati