Comune di Firenze - Assessorato alla Cultura, Zauberteatro, Bottega del Mondo Benisolidali, Equoland commercio equo e solidale, Festina Lente, Il Giardino dei Ciliegi, Tedavi '98, in collaborazione con Parlamento Europeo

Imago Mundi

SILENCE FOR RWANDA

Chiostro delle Oblate via Sant'Egidio 21 Firenze
11- 12 settembre 2004

Semplici croci, evocazione dei cimiteri che in Ruanda tracciano i luoghi del massacro; un percorso sonoro di voci e suoni delle vittime; testimonianze dei sopravvissuti e parole di giovani poeti fiorentini in forma di epitaffio. Lontano dalle colline verdi e dalla terra rossa del Ruanda, i segni di "Silence for Rwanda" sono un atto di compassione civile da parte di Firenze per il genocidio compiuto nel 1994, un atto di consapevolezza per non dimenticare una delle catastrofi umanitarie più sanguinose del Novecento.

Installazione sonora Sandro Carotti; allestimento Massimo Carotti - Mario Librando; progetto Niccolò Rinaldi; epitaffi a cura di Alessandra Nina Maroccolo e Daniele Gardenti - Niccolò Rinaldi - Irina Possamai - Alessandro Seri - Marco Simonelli; studio registrazione e interventi musicali Vanni Cassori; graphic designer Andrea del Sere; ufficio stampa Simona Nordera; collaborazione di Teresa Fallai - Christine Rose Nadine Tereira - Theresa Murdock; un ringraziamento particolare a Daniele Gardenti.
 

Inaugurazione sabato 11 settembre 2004

ore 11.00 apertura dell'installazione

ore 18.00 interventi di On. Luisa Morgantini, Presidente della Commissione Cooperazione e Sviluppo del Parlamento Europeo Jacques Bihozgara, Ambasciatore del Ruanda Simone Siliani, Assessore alla Cultura del Comune di Firenze Niccolò Rinaldi - Parlamento Europeo, Valter Forti - cooperativa Equoland conclude la giornata Rav Joseph Levi, Rabbino capo della comunità ebraica di Firenze

Performance e concerti di Alessandro Riccio su testi di Francesco Guicciardini; Rosetta Ranaudo "Qohélet" dalla versione de L'Ecclesiaste di Guido Ceronetti, musica di Claudio Boncompagni; con Sandro Carotti voce; Attilia Kyoko Cernitori flauti dolci, violoncello; Daniela Maimone fisarmonica "Annelies Marie Frank - il viaggio" di Alessandra Nina Maroccolo con Nina Maroccolo voce; Carlo Gardenti basso; Maurizio Sarcoli percussioni, batteria; Gianni Sanfilippo chitarre

alle ore 11.00, 15.00, 17.00 proiezione del film "100 Days in Rwanda" di Nick Hughes (2001) ingresso libero

RIME RAMPANTI

Rampe di San Niccolò

Firenze 2/3 e 5 Settembre 2004 ore 22.00

RASSEGNA DI POESIA E LETTERATURA

giovedì 2 Settembre 2004

LA MEMORIA CONTEMPORANEA Letture poetiche di Plinio Perilli

“A voi forse il futuro / conoscer non si toglie”… Il Leopardi che s’interroga sulle sorti civili dell’Italia c’insegna ancora e sempre quanto sia importante l’esperienza e l’ammonimento della memoria storica, materia prima d’ogni possibile progresso, degli Stati e dei cuori. Per questo tutta la poesia o comunque la saggezza di un periodo si confronta, esige e diventa Memoria Contemporanea. L’albero del futuro incunea, immerge le sue radici nella terrestrità del passato. E guarda correre, coi suoi rami nuovi, i versi d’azzurro o nuvole che Amore detta e affida all’Oggi.

Venerdì 3 Settembre 2004

ROVESCI di Roberto Balò & Lorenzo Capanni

Dopo il sarcasmo caustico della performance crocioni (2003), Balò e Capanni nel 2004 presentano il livore ironico di rovesci, performance vocale e rumoristica di argomento sociopatico politicamente privato di civiltà ma ricco di scorrettezze civili.

Domenica 5 Settembre 2004

“ANNELIES MARIE FRANK – Il viaggio” di Alessandra Nina Maroccolo (Ed. Empirìa, 2004)

Dall’opera teatrale è stato tratto un recital con musiche originali degli ATEM: Nina Maroccolo, voce Carlo Gardenti, basso Maurizio Sarcoli, percussioni, batteria Gianni Sanfilippo, chitarre Annelies Marie Frank, ebrea tedesca, catturata dalla polizia nazista olandese il 4 agosto 1944 nell’Alloggio segreto di Prinsengracht 263 (Amsterdam), viveva da due anni in clandestinità con il padre Otto, la madre Edith, la sorella Margot, la famiglia Van Pels e il medico dentista Fritz Pfeffer. Il gruppo di rifugiati venne trasferito al campo di concentramento tedesco di Westerbork (Olanda) e, un mese dopo, ad Auschwitz. Nell’ottobre dello stesso anno Anne e Margot lasciarono il campo polacco per essere inviate a Bergen Belsen dove morirono di tifo prima che gli inglesi liberassero il campo nella primavera del 1945. L’ipotesi suggestiva che alcuni scritti della Frank fossero stati ritrovati a Belsen come testimonianza di quei sette mesi di silenzio, l’idea stessa di ridarle una voce e un corpo adulti - come se il passaggio da un evento all’altro costituisse in realtà il suo manifestarsi donna - è il motivo di questo libro. L’altro, primario, è il contributo alla memoria storica. Il tentativo di ripercorrere l’orrore dei campi, congegno perverso della politica dello sterminio tedesca, da parte di chi ha avuto il privilegio di non averli mai conosciuti né vissuti.