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Teatro

Intervista a Claudio Ascoli dei "Chille de la Balanza"... a cura di Massimo Acciai e Monica Pintucci (con la collaborazione di Luca Mori)

Cinema

"Il ritorno" di Andrey Zvyagintsev, con V.Garin, I.Dobronravov, K.Lavronenko...a cura di Mimì

Libri a fumetti

"Il Commissario Spada" di Gonano e De Luca... a cura di Andrea Cantucci

Pittura

E' venuta prima la musica o la pubblicità?... a cura di Monica Pintucci

Pittura


E' venuta prima la musica o la pubblicità?

(Mensch - Natur - Technik.*)

* ...scandivano i Kraftwerk…

a cura di Monica Pintucci

Opera. Imitazione operata attraverso l’arte. Il luogo, la poesia… compresi nella materia. In pittura, ad esempio. Attività concettuale e fisica, pratica, techné che svela il corpo delle cose. Che appare spesso, in qualche modo, "fusa in scrittura", in un abbraccio che ha del tradurre e del custodire. Scrittura che amo e amo irraggiare. Intingere nella tavolozza.
Arte pittorica del novecento. Frammentazione e oblio. Generalizziamo. Intingiamo. Sollecitazioni del testo scritto a divagazioni sulle possibili raffigurazioni di personaggi e scenari, abilità artistica nell’indurre i non visionari a immaginare visivamente. A fissare forme e colori. Non necessariamente confini. Devo esempi. Duro ritratto di donna senza candore né pietà. Zoccolo duro di un’epoca - o di un abito scomodo. Lineamenti spigolosi e arcigni, occhiaie da troppi doveri. Parlo del Ritratto della giornalista Sylvia von Harden di Otto Dix (1926).

E dentro? Alienata, fragile passività e dispersione psichica. Si condensa nella mia mente nelle forme ‘non-conformi’ de Il sogno di Pablo Picasso - dovreste averlo sotto gli occhi, ma - ahinoi - non sono riuscita a trovarlo in rete: spero siate più abili di me. Cercate Il sogno di Pablo Picasso, il volto tagliato in metà asimmetriche, gli occhi chiusi… e scatterà forse un richiamo impensato ai grandi occhi spalancati e impauriti della pallida Ragazza con gattino di Lucian Freud (1947), che sembra inconsapevolmente strozzare il felino nella mano stretta intorno al collo minuto, in preda a un turbamento che infiamma negli occhi.

Popolano il mio immaginario post-dark nell’anno 2004 figure femminili inquietanti, enigmatiche, fuggiasche, che si sottraggono alla "cattura" da parte dell’osservatore/lettore proprio per l’apparire insensate, capaci di scoraggiare ogni sforzo di relazione empatica.
Frammentazione, dispersione, disseminazione matrilineare: la violenza sadomasochista si addensa nelle scene sacrificali della cronaca, della guerra, in lapidazioni e carneficine con personaggi che, nella consapevolezza dell’opera definita, si muovono coscienti di andare incontro a una fine, e quindi a un nuovo inizio, che sarà però bagnato dello stesso sangue. Sempre lo stesso sangue rosso su asfalto grigio del violento e frammentario astrattismo della storia nera che sorbiamo a singhiozzi. Penso all’appassionato cubismo di Afro Basaldella (1951), alla scena del "delitto originale": rosso-sangue di labbra triangolari che chiudono sbiechi e ingialliti denti-artigli. Sforzo formale-sperimentalista così evidente e riflessivo. Fusione di memoria e avanguardia come sperimentazione. Non parlo di forzare l’ordine sul disordine in nome di un’etica/estetica della creazione creativa. È piuttosto un accogliere il disordine esterno nell’altrettanto caotica ma reattiva frammentazione del proprio concepire, rielaborare, scrivere e intingere, lasciando piccoli spazi per prendere fiato: una congiunzione/congiuntura lirica, un breve stacco descrittivo, una pennellata riposante, vitaminica. Mentre nuove connessioni si stabiliscono.
Sperimentalismo. Sperimentazione vissuta come continua e febbrile esperienza di costanza esecutiva. Pop. Serialità. Warhol. La forma è l’approdo a un’elaborazione dell’opera che si misura ineluttabilmente con lo spazio della vita, storia e memoria fuse nell’oggi, contaminatrici di nuove tendenze, dominanti come ‘la grande massa’ delle persone, che improvvisamente - forse - sta a guardare. Il palpito dell’oggi nella consapevolezza di ieri, il fremere interiore, ricordi visivi ossessivi, ansietà formali, convivono in noi e in quello che percepiamo - ad ogni livello -, intersecandosi e confliggendo nel cuore stesso del nesso. Sentiamo per il riflesso della storia che si fa intorno a noi. La nostra "voce" scandisce il fluire del confronto con l’opera e restituisce al tempo presente. Allestisce spazi nel qui e nell’ora per ospitare ciò che si è fissato. In poesia o in prosa o in forma e colore.
Pop. Warhol. Dicevamo. Basquiat. Sfide, confini, colore, dolore. Highest Quality Junk. Stile fumettistico post-modernista. Roy Lichtenstein, Ci siamo alzati lentamente - nuovamente mi auguro che siate migliori internauti di me. E spero vediate - egoisticamente, perché lo vedo io… - la disincantata, lucida smitizzazione di un atto efferato: quello stesso avventarsi sul bacio che Klimt ha così diversamente dominato. Protetto. Estremizzato.

Pluralità espressiva del XX secolo - si dice. Il cinema, la voce fuori campo che si nutre dei documenti della cronaca, in questo vicina alla pop-art, e, insieme, del respiro della storia. Entropia di un mondo a pezzi che offre i suoi ultimi banchetti, le ultime icone, santini, diavoli da esorcizzare. Pasti nudi d’iconografia popolare estrema. Nessuno chiede forse alla sua arte di funzionare come pratica consolatoria. La valuta piuttosto per lo sforzo continuo di investigazione e domanda sul mondo. Se l’arte - sia scrittura o pittura o cinematografia o musica o danza acrobatica - in qualche modo trasfigura la materia, lo fa nell’evidenza di una cornice spaziale con l’interferenza di una temporalità. Lo fa in un ordine, in un certo stato delle cose.

Kounellis - Untitled, 1987. Lead, wax, and metal, 79 x 71 1/8 x 7 1/8 inches. Solomon R. Guggenheim Museum, Gift, Annika Barbarigos. 87.3515.

L’imitazione che traduce e custodisce, già chiamata in causa all’inizio, è una grandiosa arte improntata sulla techné, trasformazione della materia e condensazione simbolica in una forma sempre responsabile del proprio ordine - linguistico e non. Proprio come voi, che vi sforzate a decifrate il manifesto di uno spettacolo teatrale ascoltando musica straniera d’altri tempi - gli ’80, per la precisione - aspettando l’autobus.
… dovevo esempi e spiegazioni, certo, ma è solo un possibile inizio, la traccia di un sentiero molto molto soggettivo e energicamente dispendioso - potreste avere di meglio da fare. Se invece vi proverete nel miscellaneous: have a nice, trip!

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