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Franco Fasano: un cantautore di talento, interprete di pezzi unici e straordinari


A cura di Alessandro Rizzo


Voleva diventare come Gianni Rivera da piccolo ma, poi, guardando "sempre gli show del sabato sera da "Studio uno" a "Canzonissima", dal Festival di Sanremo" a "Lo Zecchino d'Oro", Franco Fasano è diventato uno dei cantautori più interessanti della scena italiana degli ultimi anni. Ritorna con "fff - FORTISSIMO", un'antologia composta con la collaborazione di 350 artisti e operatori della musica. È un documento per Franco e un punto di riferimento musicale e artistico per il pubblico. Lo abbiamo intervistato e abbiamo scoperto la sua poetica e il suo stile, intramontabili, vivi e di talento.

Il 26 giugno 2012 esce il tuo ultimo album "fff - FORTISSIMISSIMO", un'antologia quasi cantautorale dove sono raccolte collaborazioni da parte di circa 350 artisti e operatori della musica: cosa ha significato questa produzione e come si inserisce nella tua attività musicale ormai storica, dato che tu stesso anticipi dicendo che le opere presenti "abbracciano il mio mondo di sempre quello delle canzoni d'amore, l'attenzione alle canzoni per i bambini senza trascurare il sociale" ?

Lo considero un documento.
La cosa che più mi è piaciuta è che sono riuscito finalmente a raccogliere, tutte insieme, buona parte delle mie canzoni di successo, e non, riappropriandomene anche come interprete. Ma la cosa straordinaria è che buona parte di coloro che ho conosciuto nei miei oltre trent'anni di carriera hanno partecipato attivamente a "Fortissimissimo" contribuendo ad impreziosirne il valore artistico.

Nel tuo stesso album ogni autore, interprete, cantautore ha riproposto, arrangiandoli, tuoi pezzi musicali che hai realizzato nella tua attività artistica. Quale è stata l'emozione che questa esperienza ti ha apportato e, soprattutto, che cosa hai potuto riscoprire reinventando stili e tecniche musicali di pezzi che avevi sentito al loro nascere?

Hai presente la sensazione che si prova quando ritorni nel paese dove sei nato e cresciuto e che ad un certo punto della vita hai dovuto lasciare? Quella. Anche se lo vedi apparentemente diverso, ogni strada, ogni angolo fanno parte di te anche se, magari, il tempo ne ha cambiato l'aspetto. Ecco, nonostante tutto ciò, lo riconosci definitivamente ed emotivamente come "casa tua".

Nello stesso album c'è una canzone inedita che avevi scritto nel 1995 per Mia Martini e che, purtroppo per il prematuro decesso di questa grande autrice, mai cantata da lei, "La Luna": un ricordo di Mia e, soprattutto, perchè il titolo?

Mimì per me è stata ed è un simbolo. Ogni volta che ho fatto qualcosa di importante nella mia carriera di cantante c'era lei.
Nel '95 ci frequentavamo spesso. Lei stava preparando un disco con tutte canzoni dedicate alla Luna. Mi chiese di scriverne una per lei, parole e musica. Io mi ero sempre avvalso delle collaborazioni di grandi autori di testi ma l'invito fu preciso:
"Se scrivi per i bambini puoi scrivere anche per me!".
La canzone, per una sorta di intimo rispetto, l'ho tenuta nel cassetto. E' stato Mario Gardini a convincermi ad inciderla e Marco Falagiani a coordinare un arrangiamento nato in studio di registrazione, ma quasi live proprio con alcuni dei musicisti storici di Mia Martini: Massimo Luca alla chitarra acustica, Andy Surdi alla batteria e Gigi Cappellotto al basso, ai quali si sono poi aggiunti all'Hammond Toto Torquati, Giovanni Saint-Just, lo storico produttore di "Piccolo Uomo", "Minuetto" e "Almeno tu, nell'universo", che ha partecipato con un assolo di clarinetto a dir poco "…Lunare…" e, infine, Aida Cooper !

Come nasce Gianfranco Fasano, ossia quale è la tua formazione?

Sicuramente devo molto a mio padre che mi ha saputo trasmettere la passione per la musica! Faceva il fotografo ed è stato il primo a credere in me sapendomi consigliare ed indirizzare alle persone giuste. Fondamentale, quando ancora frequentavo le scuole medie, l'incontro con il Maestro Enrico Simonetti e soprattutto determinante l'incontro con quello che è poi diventato il mio Maestro: Pippo Barzizza.

A chi maggiormente ti sei rifatto e ti rifai come cantautore di nomi del passato?

I Cantautori come me, nati artisticamente a cavallo tra gli anni settanta e gli anni ottanta, sono cresciuti all'ombra dei Baglioni, Dalla, De Gregori, Cocciante che di fatto hanno soppiantato i cantanti puri come Morandi, Ranieri, Leali che, comunque, avevano alle spalle grandi autori. Sono sempre stato un melodico, ma con grinta, e ho sempre avuto un debole per Domenico Modugno. Suonando il pianoforte, però, sono sempre stato molto attento all'aspetto armonico e quindi oltre ai nomi sopra citati ho imparato ad apprezzare artisti come Billy Joel, Elthon Jhon e più in là i capiscuola della musica pop internazionale ed italiana: i Beatles e Lucio Battisti.

Hai sempre pensato fin dalla tua infanzia di intraprendere l'attività artistica, oppure da piccolo desideravi fare qualcosa di altro da grande?

Da piccolo volevo diventare come Gianni Rivera, ma guardavo sempre gli show del sabato sera da "Studio uno" a "Canzonissima", dal Festival di Sanremo" a "Lo Zecchino d'Oro". A dieci anni ho cantato per la prima volta in pubblico e a tredici abbiamo fondato "La bella età" e suonavamo nei migliori caffè concerto della riviera ligure di ponente!
In repertorio avevamo i pezzi di Carosone, Buscaglione, Armstrong ma anche Leali, Tozzi, Gianni Bella, Ranieri, Celentano, Mina! Chi l'avrebbe mai immaginato che poi sarei diventato l'autore di qualcuno di loro?

Scrivi canzoni per bambini, da tempo ormai, un mondo particolare e specifico nella tua produzione artistica, che ha avuto inizio con l'invito della stessa Perego, ideatrice di Topo Gigio, a partecipare a diverse edizioni dello Zecchino d'Oro, nonché hai scritto sigle di diversi cartoni animati: che cosa significa parlare attraverso la musica a piccoli spettatori e, soprattutto, come varia la produzione in ambiti differenti quale quello dei concorsi e quello televisivo?

L'ironia è sempre stata una delle caratteristiche fondamentali del mio modo di essere. A volte mi metto a ridere da solo perché osservo istintivamente un mondo che forse non è visibile a tutti e mi rendo conto di quanto sia importante non prendersi troppo sul serio. Non è il caso della musica per l'infanzia. In questi concorsi spesso si rischia di cadere nel solito tranello: "Ma sì…Tanto sono bambini.." ! Io ho imparato e continuo ad imparare da loro e poi crescono così in fretta che alla fine il più piccolo resto sempre io!!!

Hai scritto canzoni per diverse firme del mondo musicale, da Anna Oxa e Fausto Leali, che vinsero nel 1989 con il brano "Ti lascerò" il Festival di Sanremo, a Mina, da Drupi a Nicola Arigliano: come si sono realizzate queste produzioni, quale è il rapporto che hai instaurato col singolo cantante e, soprattutto, le canzoni che sei andato a proporre al singolo cantante sono state fatte pensando anche a chi le doveva cantare?

Assolutamente no. E' dimostrato ampiamente, qui, in "Fortissimissimo", dove alcuni testi e stesure musicali sono diverse dalle versioni conosciute dal grande pubblico.
Questo perché io le scrivevo per me e poi venivano adattate al carattere e alla circostanza dove, poi, venivano presentate. Parola mia, a parte la canzoni dello Zecchino e quelle dei cartoni animati, non ho quasi mai scritto una canzone apposta per … Riguardo al rapporto con gli artisti non c'è mai stata un frequentazione al di là dell'occasione professionale ma quello che qui mi piace ricordare è Nicola Arigliano, che quando me l'hanno presentato mi disse: "Ah…Fasano! Provincia di Brindisi!"

Esordisci al Festival di Sanremo nel 1981 con il brano Un'isola alle Hawaii, partecipi negli anni successivi sempre come interprete ad altre tre edizioni del Festival: nel 1989, nella sezione Nuove Proposte, con E quel giorno non mi perderai più, classificatasi al terzo posto; nel 1990 con la canzone romantica Vieni a stare qui (secondo posto) e l'ultima nel 1992 in coppia con Flavia Fortunato con il brano Per niente al mondo. Che differenza c'è tra il Franco Fasano semplicemente autore e il Franco Fasano cantante e che cosa ha significato per te questa esperienza?

Come dicevo prima dal mio punto di vista nessuno perché tutti i brani mi nascono pianoforte e voce, spesso ispirati dai testi ma comunque esprimendomi istintivamente. La razionalità certo esiste ma in seconda battuta e spesso in collaborazione con gli arrangiatori.

Oggi a un giovane ragazzo che volesse intraprendere la tua attività quali consigli daresti e, soprattutto, che cosa è socialmente e culturalmente cambiato dal periodo in cui tu hai dovuto iniziare rispetto oggi che sembrerebbe tutto drammaticamente più facile ed esageratamente immediato, anche grazie ai talent scout come X Factor?

La passione, l'impegno e la determinazione sono le formule magiche che, a distanza di anni, continuano a darmi risultati soddisfacenti anche nella musica! Oggi più che mai credo nella musica live. La tv certo serve e da notorietà, ma per conoscere un artista lo devi scoprire senza fretta, intimamente e, se riesce a farti identificare, allora vuol dire che il lavoro ha raggiunto il suo scopo.

Dopo quest'anno con la tua produzione trionfale che cosa ha in progetto di fare Franco Fasano?

Non so quanto tempo ci metterò a far sapere di "Fortissimissimo". Non essendo tra quelli che invitano spesso in tv ci metterò un po' più di tempo, ma l'augurio più bello me lo hanno scritto Franco Zanetti e Gino Paoli e, siccome non riguarda solo me, ma "quelli come me", vi invito a leggerlo; lo troverete nel libretto contenuto nel cofanetto ideato da Luciano Tallarini e che ho curato personalmente; credo che accompagnare l'ascolto del doppio album della mia vita sia stato doveroso, non solo per leggere testi dei brani inediti, ma per sapere i nomi di tutti coloro che hanno cantato e suonato con impegno e partecipazione nella speranza di riaverli, anche se non tutti insieme, con me in turnè! Ma questo dipende da voi che mi seguite e dal gradimento e successo che avrà "Fortissimissimo".

 

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