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Libri a fumetti

AMORI FRA LE NUVOLE
storia ragionata del fumetto sentimentale

Articolo di Andrea Cantucci

Cinema

L'aldilà secondo Eastwood
di Maria Antonietta Nardone
Il discorso del re
di Mario Gardini
Burlesque
di Mario Gardini
Amore e altri rimedi
di Mario Gardini

Pittura

Simone Ziffer: quando l'arte sonda le parti più intime dell'essere umano
Intervista a cura di Alessandro Rizzo
Un artista dalla forte venezianità: Luigi Fico
Intervista a cura di Alessandro Rizzo

Miti mutanti 11

Strisce di Andrea Cantucci

Arnaud Canizares: un pittore autonomo dai molteplici riferimenti artistici


 

a cura di Alessandro Rizzo


Arnaud Canizares è un artista francese trapiantato a Milano, a studiare presso l'Accademia delle Belle Arti. E' un giovane pittore che si rifà a grandi maestri del passato, Schiele, Rembrant, Jeff Wall e Gerhard Richter. Il suo eclettismo lo porta a considerare l'opera d'arte un'opera che già possiede una ragione, diverse ragioni, senza necessariamente attribuirgliene. Lo abbiamo intervistato per Segreti di Pulcinella. Le sue opere sono momentaneamente esposte in una permanente al locale Nerofondente a Milano, prestigioso art-lounge bar sull'Alzaia Naviglio Grande.


1. Dalla tua esperienza artistica professionale che cosa secondo te è importante per dipingere? Solo la formazione oppure ci vuole qualche elemento in più?

Sono sempre stato circondato dall'arte. Provengo da una famiglia di artisti. Mio padre è un architetto urbanista, mentre il mio padrino è un pittore e mio zio si è formato nelle belle arti. I miei genitori fin da piccolo mi facevano visitare i musei, è nato presto in me un forte interesse per l'arte plastica. Ho fatto la maturità scientifica, ma fin da giovanissimo ho cominciato a frequentare corsi di disegno all'Accademia di Tolosa. Quando mi annoiavo durante la lezione mi divertivo disegnare. La passione per l'arte, quindi, si è maturata nel tempo. Due anni fa non ero ancora sicuro di desiderare di diventare artista, oggi non voglio fare altro. Il senso di libertà mi spinge a dipingere anche se spesso nel campo della pittura ti trovi a dover dipendere da qualcuno, galleristi o committenti. Esiste in me un forte desiderio di poter fare quel che voglio,il qualle è condiviso da molti e fino ad ora non ho trovato difficoltà a rimanere libero, in quanto sono ancora studente. Nell'arte mi spinge il senso di bellezza, l'arte è una cosa bella, anche se non sempre il mondo dell'arte lo è. Credo nel potere dell'arte. La mia tesi di laurea è intitolata "La Miseria del mondo, l'Arte e l'Utopia", e ci porta a vedere l'arte come utopia, in quanto essa può cambiare il mondo. Ci si domanda, quindi, cosa sarebbe il mondo senza arte, non sarebbe il mondo!, perché quest'ultimo si è sviluppato con l'arte e l'arte si è sviluppata con esso.

2. La tua formazione artistica da dove parte e come si è evoluta?

Ho seguito corsi di disegno all'Accademia di disegno di Tolosa mentre studiavo al liceo. Ho conseguito la maturità scientifica con lode, e i miei risultati mi permettevano di entrare nella più grande scuola di ingegneria a Tolosa, l'Insa. Alla fine del liceo ero incerto se fare ingegneria fisica o intraprendere studi più artistici: ho scelto la seconda ipotesi. La fisica mi interessava in quanto mi aiutava a comprendere come mai il cielo è blu o perché camminiamo con i piedi per terra. Una volta esaurite queste nozioni, avrei certamente perso interesse per la materia. Mancava la creatività.
Ho, pertanto, frequentato un anno di preparazione in arti applicate. È stata, questa, una formazione intensa, selettiva e di qualità: ho potuto dire, a conclusione di tali studi, di avere ricevuto una formazione completa. La città della formazione si chiama "La Souterraine", è nel dipartimento delle "Creuse". Il cinema di animazione non mi interessava più di tanto, in quanto nel 90% dei casi ti occupi di costruire il personaggio studiandone ogni minimo particolare, o solo il suo movimento, o ancora solamente la testura della sua pelle, ho scoperto che il mestiere è totalmente compartimentalizzato e questo mi ha allontanato. Ho approfondito in questo anno il concetto di prospettiva, il disegno di analisi, la nozione di colore e di immaginazione, la fotografia, l'illustrazione, l'espressione, il design di oggetti interni e la grafica. In questo specifico anno mi sono avvicinato, appassionandomi, alla comunicazione visuale, al graphic design, e all'illustrazione. Ho frequentato la Scuola di Orleans, in particolare l'Istituto di Arti Visive, lo IAV, di durata di tre anni. In questo corso ho ricevuto sia una formazione completa sull'impaginazione sia una formazione più vicina alle "belle arti". Ho studiato l'incisione, il disegno, la fotografia, la storia dell'arte e la scultura. Mi sono diplomato con lode in graphic design su un tema dal titolo: "Piccioni, cattedrale, manichini da vetrina e mozziconi di sigarette". In questo periodo dipingevo autonomamente figure femminili, ho trovato Pauline, la mia prima modella per ritratti di nudo. Durante il terzo anno ho conosciuto una ragazza di Segrate, città in provincia di Milano, che veniva dal Politecnico per seguire lo IAV. Innamorandomi di lei ho deciso di seguirla a Milano dove ho integrato l'Accademia di Brera come studente Erasmus, decisi di non diventare grafico, in quanto ritengo il mestiere di grafico essere troppo spesso un reame di esecutori con ridotto margine di creatività. Innamorandomi dell'arte ho continuato l'Accademia fino alla fine. In questo periodo scoprì quello che era veramente l'arte contemporanea. Iniziai a pormi delle domande su questa arte e a sperimentarla, diversificandomi dalla pittura ritrattistica.
In questa occasione ho cercato di sviluppare dei lavori che contenessero un pensiero, rimettendomi, così, in discussione. Molti pensano che l'opera d'arte debba contenere un pensiero e una spiegazione, parlando al pubblico di un argomento, principio, questo, su cui all'inizio della mia attività non ero d'accordo.

3. La tua arte quale messaggio esprime?

E' il terzo anno che frequento l'Accademia di Brera, il secondo della specialistica. Sono convinto che l'opera debba saper comunicare senza per forza sviluppare un argomento concreto. Essa può comunicare un semplice sentimento che incide sulla persona che lo avverte. Secondo me l'opera d'arte più sensazionale è il sole che splende perché comunica positività, rendendo la gente più felice e le persone diverse. L'opera d'arte non deve avere una ragione, perché intrinsecamente possiede già diverse ragioni che provengono dall'inconscio e dall'istinto. Molti sono i messaggi diversi che si esprimono tramite l'arte. Sto sviluppando un'arte sociale e politica, continuando a produrre ritratti di donne.

4. Ti rifai a qualche modello artistico in particolare?

Il mio maestro morto è Egon Schiele. Penso sempre che noi siamo il frutto del passato e della storia dell'umanità. La storia dell'arte è nel nostro dna. I miei disegni, la loro linea, l'amore per la linea, l'erotismo, l'essenzialità riprendono molto lo stile di Schiele. Citerei anche Rembrant per la sua capacità a suggerire il reale con una penellata veloce e grossa. Tra quelli contemporanei penserei a David Lachapelle, anche se il suo universo non è il mio. Di lui mi colpisce molto la sua linea lavorativa, ritrovandomi in alcune delle sue composizioni. Jeff Wall ha inventato la fotografia di reportage fittizio, e uso questo processo nel progetto che porto avanti che ho chiamato "Paint Now". Gerhard Richter ha provato che l'omogeneità non è necessaria nell'opera di un artista passando dal figurativo all'asttrazione, dalla fotografia alla pittura. Per questo continuo a lavorare su diversi cammini senza la paura di essere il primo a farlo.

5. Spesso ritrai paesaggi in una forma molto stilizzata, prendendo spunto anche da fotografie, rielaborandole: come avviene la tua produzione? Da dove prendi spunto?

Non sono per nulla paziente e mi dedico per lungo tempo a dei lavori solo se mi sembra necessario farlo. Il risultato essenziale dei miei lavori è la sinteticità delle cose, secondo me sintetizzare è importante perché permette di trasmettere l'essenziale. La tempistica è aleatoria in quanto posso fare una tela in 30 secondi come in 200 ore. Anche le tematiche che affronto si diversificano. Dipingo ad olio prendendo spunto da videoproiezioni. In questo modo non perdo tempo nella produzione. Voglio sempre staccarmi dalla foto cercando di reinterpretarla. Non amo le convenzioni e non sono una persona condizionabile, neanche da me stesso. Inconscio, caso e natura sono gli elementi che mi interessano perché fanno parte dell'istinto. Molte volte opero facendo macchie e tracce sulla tela. Si può dire che "l'astrazione è un riquadro della figurazione". Da una foto di un particolare riprendo un'immagine astratta. Disegno con la penna per non lasciare margine agli errori: per fare questo necessito di maggiore maestria. Ricerco sempre l'autenticità, non intendo cambiare la storia dell'arte e trovare risposte esistenziali alle difficoltà della contemporaneità, non considero l'artista essere un dio.

6. Quali sono le opere più rappresentative e quali le future produzioni che ti sei proposto di realizzare?

Tra le mie opere più significative cito Birds, Carnevale, Red Threes, Table, l'autoritratto, i vari disegni, che non sono studi, Girl e le due fotografie reinterpretative di quadri rinascimentali e post rinascimentali. Abbiamo un forte lavoro di calligrafia in Red Threes, dove si dimostra l'esistenza di una sottile frontiera tra l'astrazione e la figurazione. Quest'opera per me è molto significativa. L'autoritratto, invece, è creato dal nulla, inventato dal nulla e non proviene da un dato fotografico. Quando produco mi piace molto non sapere cosa accadrà. La traccia e la macchia nascono da qualcosa di non intenzionale. Uso la velocità e l'istinto lavorando su ciò che c'è, come è stato per l'opera Carnevale.
Nel futuro, quale su quello camminiamo già, lavoro, lavorerò, continuerò ad avanzare su i diversi sentieri che mi sono aperto; alcuni apparirano nuovi, altri scomparirano perché li giudicherò inutili. Per capire cosa ha un senso devo sperimentarlo prima, e la pittura non è un mezzo facile in 2011. Ci sono tanti progetti in corso, forse troppi, perciò devo capire.

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