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Libri a fumetti

AMORI FRA LE NUVOLE
storia ragionata del fumetto sentimentale

Articolo di Andrea Cantucci

Cinema

L'aldilà secondo Eastwood
di Maria Antonietta Nardone
Il discorso del re
di Mario Gardini
Burlesque
di Mario Gardini
Amore e altri rimedi
di Mario Gardini

Pittura

Simone Ziffer: quando l'arte sonda le parti più intime dell'essere umano
Intervista a cura di Alessandro Rizzo
Un artista dalla forte venezianità: Luigi Fico
Intervista a cura di Alessandro Rizzo

Miti mutanti 11

Strisce di Andrea Cantucci

Simone Ziffer:
quando l'arte sonda le parti più intime dell'essere umano


 

a cura di Alessandro Rizzo


Il suo nome d'arte è S.fog. Stiamo parlando di Simone Ziffer, giovane studente di design della Comunicazione Industriale a Milano, nato a Camposampiero il 15 luglio 1987. E' uno degli artisti partecipanti alla collettiva su San Sebastiano da Pier OpenSpace a Milano. E' la sua prima esperienza in questo ambito: un'esperienza per lui positiva e propositiva. Simone nutre una forte passione per l'arte giocando più che sui colori sulle ombre che delineano i contorni delle figure.


Iniziamo con la tua formazione: quando è nata la passione per l'arte e qual'è stato il tuo percorso formativo?

Sin da piccolo ho sempre amato i libri figurati. Non riuscivo a smettere di leggerli, ne ho una collezione. Ho sempre scelto libri con un'immagine in copertina accattivante, e se devo essere sincero lo faccio tuttora. Inoltre i miei mi hanno portato in giro per il mondo, costringendomi sin da piccolo a visitare musei su musei. Poi, ovviamente, crescendo inizi ad apprezzare ciò che ti viene proposto, così ho iniziato ad appassionarmi ed ad innamorarmi dell'arte, ma sempre in un ruolo passivo. Il cambio di ruolo invece è avvenuto quando ho dovuto lambiccarmi il cervello per un regalo. Non sapendo come risolvere la cosa, mi sono improvvisato pittore. Pochi minuti dopo mi sono ritrovato in uno dei classici negozi specializzati: è stato come entrare nella tana del bianconiglio. Un mondo meraviglioso si era aperto davanti a me. Così ho comprato due tele e solamente due colori, il viola ed il bianco. Con quei due pezzi di arcobaleno sono riuscito a riempire due stoffe bianche in maniera molto elementare, ma cariche di significato. Nel farlo mi sono ritrovato in un sogno. Come quelli che si fanno ad occhi aperti pensando alla persona amata, solamente che io vedevo un mondo dove le nuvole erano tele e l'acqua era dei colori dell'arcobaleno. Come tutti una volta iniziato a sognare non si vuole più smettere, quindi sono ancora qui con gli attrezzi del mestiere sempre a portata di mano. Quindi in questo mio mondo di sogno mi lascio ispirare da qualunque cosa mi circondi continuando a dipingere e modificando il mio stile sempre da autodidatta. Andando avanti poi col tempo ho iniziato a comprendere più a fondo l'importanza delle ombre che definisco ogni figura attorno a noi. Infatti senza luce non riusciremmo a vedere nulla, ma con la luce arrivano obbligatoriamente anche le ombre che nascondono e mettono in mostra lati nascosti di ogni cosa.

San Sebastiano: l'idea dell'opera come è nata?

Avevo appena saputo dell'opportunità dell'esposizione al Pier Open Space, che è arrivata come l'ispirazione. Questo ragazzino, come nelle rappresentazioni rinascimentali del S. Sebastiano, che rilassato ma affranto aspetta il suo destino. Studiando poi la figura storica del santo ho iniziato a costruire l'idea vera e propria del quadro.
Visto che S. Sebastiano lancia un messaggio chiaro, ho fatto in modo che il volto della figura si staccasse dal classico piano bidimensionale di un quadro, protendendosi verso l'orecchio dell'osservatore, come se volesse suggerirtelo quel messaggio, mantenendo però se stesso in secondo piano visto che, come ogni essere umano, ha il proprio io interiore da difendere e proteggere nei confronti di un mondo che non lo capisce e apprezza. Così è nata anche l'idea delle pennellate grezze sia sulla parte esterna, simboleggiando un mondo rude e diffidente, sia nella parte interna, mostrando uno scudo e un'armatura che rivelano un animo nobile ed insicuro. Infine le linee rosse rappresentano le frecce cariche di passione e sacrificio che trafiggono il santo immortalandolo come martire.

Qual è la tecnica utilizzata e come si è svolto il lavoro di produzione?

Una volta focalizzata l'idea e l'immagine del Santo, sono subito incappato in un problema: come creare i diversi piani di rappresentazione. Ovviamente la possibilità di lavorare su una tela era da escludere, quindi ho dovuto pensare ad un materiale facilmente intagliabile, che potesse curvarsi a piacere, ma che dovutamente trattato non si imbarcasse. Così ho scelto il poliplat, o carton sandwich. Inizialmente ho tagliato il foglio superiore, trattato con stucco in modo da renderlo più rigido, e dare quell'effetto ruvido. Dopo aver dipinto entrambi i fogli in modo grezzo li ho appositamente incollati facendo imbarcare il volto verso l'esterno, e infine attaccato tutto su un'intelaiatura di legno appositamente costruita.

Qual è il messaggio che l'opera San Sebastiano esprime?

Questo S. Sebastiano vuole suggerire una rassegnazione nei confronti del mondo che non riesce ad accetare, comprendere, ed apprezzare un pensiero differente, esule dalle convenzioni. Inoltre manifesta forza nel rimanere fermi nelle proprie idee ed ideali senza fuggire mai dagli ostacoli che ci si parano davanti.

E' la tua prima esprienza artistica come partecipante a una collettiva? Ed è la prima esperienza come partecipante a una collettiva che si fonda su un'icona culturale assurta come tale soprattutto nel mondo omosessuale? Artisticamente com'è stata questa esperienza?

Sì, è stata la mia prima esperienza espositiva come artista, ed è stata una sorpresa. Evitando di parlare delle mie emozioni nell'attesa dell'evento, posso dire che è stata un'esperienza gratificante e positiva. Infatti è stata la prima volta che ho notato come le mie idee possano divergere drasticamente da quelle di altri artisti, pur sempre parlando di un santo che ormai è chiaramente rappresentato nell'immaginario collettivo come ci è stato tramandato sin dal Rinascimento. Mi sono quindi ritrovato spiazzato quando sono entrato per la prima volta nel Pier Open Space con l'esposizione già allestita. Ho visto di fronte a me raffigurazioni di santi, nella maggior parte dei casi, forse molto legati ad una rappresentazione realista, completamente differente dalla mia. Ma alla fine da riscontri che ho avuto dal pubblico, e da molti miei amici (strizzando l'occhiolino), le impressioni sono state più che soddisfacenti, perciò sento di essre sulla strada giusta e continuerò così, cogliendo al volo ogni occasione di esporre che mi verrà proposta.

Che cosa significa San Sebastiano nel tuo immaginario artistico e culturale?

Per quanto riguarda il lato artistico del santo, nel mio immaginario è sempre stato il S. Sebastiano dipinto dal Mantegna e dal Botticelli. Ovviamente ormai quando si parla di S. Sebastiano in arte mi viene subito in mente la mia opera.
Parlando invece come figura culturale, è stato un santo con una forza d'animo degna di un eroe classico, che rimanendo fisso nelle proprie idee lotta contro il mondo, quindi potrebbe essere preso da esempio da molti giovani, fin troppo rinunciatari, che non hanno la voglia di mettersi in gioco per lottare contro un mondo che non concede nessuno spazio.

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