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                                  Narrativa
                                  
                                  Questa rubrica è aperta a 
                                chiunque voglia inviare testi in prosa inediti, 
                                purché rispettino i più elementari principi 
                                morali e di decenza...  
                                  
                                  Megghiu porcu ca surdato 
                                  di Ballecca,
                                  Lido Rex di 
                                  Giuseppe Costantino Budetta, 
                                  Dialogo tra un 
                                  italiano e un immigrato di Marcellino 
                                  Lombardi, Un racconto di Natalia Radice, 
                                  Pianeta originario di Natalia Radice, 
                                  Cerando 
                                  un decalogo di Stefano Carlo Vecoli (vincitore 
                                  del concorso letterario S. Mauro), 
                                  Giovedì, 31 agosto 1943 di Zelda 
                                  S.Zanobini  
								  
                                  Poesia italiana
                                
                                 
                              
                                  Poesia in lingua
                                
                                Questa rubrica è aperta a chiunque voglia 
                                inviare testi poetici inediti, in lingua diversa 
                                dall'italiano, purché rispettino i più 
                                elementari principi morali e di decenza...  
                                poesie di Lucia 
                                Dragotescu, Emanuela 
                                Ferrari, Manuela Léa 
                                Orita, Iuri Lombardi,
                                Anna Maria Volpini
                                 
                              
                                  Recensioni
                                  
                                  
                                  In questo numero: 
                                  - "Pensieri di una donna qualunque" di Amanda 
                                  Nebiolo, nota di MassimoAcciai 
                                  - "Un prete in Paradiso" di Luciano Ragni, 
                                  nota di Paolo Ragni 
                                  - "Il salottino degli ospiti invisibili" di 
                                  Maria Pia Moschini, nota di Massimo Acciai 
                                  - "Non abbiamo potuto essere gentili" di Marco 
                                  Palladini, nota di Enrico Pietrangeli 
                                  - "Viaggio nel passato" di Marco Pezza, nota 
                                  di Massimo Acciai 
                                  - "La guerra del Vietnam attraverso la stampa 
                                  cattolica italiana" di Maria Ianniciello 
                                  - "Bentornato galateo" di Alberto Presutti 
                                  - "Camere e frontiere" di Maria Antonietta 
                                  Tardone, nota di MassimoAcciai 
                                  - "Cambio di luci" di Maria Lenti 
                                  - "Prove di felicità a Roma est" di Roan 
                                  Johnson, recensione di Ilaria Mainardi
                               
                              
                                  Arte in cucina
                                  
                               
                              
                                  Interviste
                                  
                               
                              
                                  Incontri nel giardino 
                                  autunnale
                                  
                               
                              
                                  Saggi
                                  
                               
                              
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                               Pangea 
 
			  Di Misha
                            
                             
			                 
                             Alferd Lothar Wegener 
                            nacque a Berlino il 1° Novembre del 1880. Si laureò 
                            nel 1904 in astronomia e meteorologia presso 
                            l'università di Berlino e dopo la laurea si dedicò 
                            allo studio della meteorologia e divenne un pioniere 
                            dell'uso dei palloni-sonda. Accettò di partecipare 
                            ad una spedizione danese come meteorologo ufficiale 
                            in Groenlandia e rimase per due anni in quella 
                            terra. Tornato in Germania nel 1908 ebbe l'incarico 
                            di libero docente di astronomia e meteorologia 
                            presso l'università di Marburgo.  
                             
                            Nel 1930 partecipò ad una spedizione in Groenlandia 
                            che ebbe esito drammatico e si concluse con la sua 
                            scomparsa fra i ghiacci e la conseguente morte, 
                            probabilmente a causa di un infarto. Wegener nel 
                            1915 pubblica "La formazione degli oceani e dei 
                            continenti" in cui sostiene che circa 200 milioni di 
                            anni fa esistesse un supercontinente che egli chiamò 
                            Pangea circondato da un unico grande oceano chiamato 
                            Panthalassa. Per effetto di forze dovute alla 
                            rotazione terrestre il supercontinente in seguito si 
                            sarebbe frantumato e i frammenti si sarebbero 
                            allontanati gli uni dagli altri. Le prove che egli 
                            porta a sostegno della sua teoria, oltre al profilo 
                            dei continenti che si affacciano sull'Atlantico, 
                            sono di tipo: 
                             
                            Paleontologico: i continenti meridionali hanno in 
                            comune molti fossili di animali e piante 
                            che da vivi non avrebbero potuto attraversare il 
                            tratto di mare che ora li separa; 
                            Morfologico e geologico: è evidente la somiglianza 
                            delle rocce sui due lati dell'Atlantico; 
                            Paleoclimatiche: esiste una tipica distribuzione di 
                            rocce e fossili che non si potrebbe 
                            giustificare se i continenti avessero mantenuta 
                            invariata la loro posizione nel tempo. 
                            Punto debole della sua teoria sono le forze motrici: 
                            Wegener ne era consapevole ma nonostante questo 
                            azzardava alcune supposizioni parlando di fuga dai 
                            poli per spiegare il movimento dei continenti verso 
                            l'equatore e di una forza di marea per giustificare 
                            la deriva verso ovest dei continenti americani. La 
                            forza centrifuga conseguente alla rotazione 
                            terrestre avrebbe dovuto far allontanare i 
                            continenti dal centro di rotazione cioè dai poli e 
                            l'attrazione gravitazionale esercitata da Sole e 
                            Luna avrebbe dovuto spingere i continenti dalla 
                            parte opposta al senso di rotazione. Il 
                            fronte di un continente in movimento prima o poi 
                            avrebbe incontrato la resistenza del fondo oceanico 
                            subendo una compressione e un ripiegamento fino a 
                            formare catene montuose. 
                            La sua teoria sarà universalmente accettata solo 
                            negli anni Settanta quando la teoria della Tettonica 
                            della Placche proverà in modo inequivocabile che i 
                            continenti si sono spostati effettivamente.
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