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Caffè Letterario Musicale

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rubrica a cura di Massimo Acciai

Intervista al Bepi,
cantautore bergamasco
 

intervista a cura di Massimo Acciai


Sempre attenti alle realtà linguistiche e dialettali, patrimonio da preservare in quest'epoca di globalizzazione, non potevamo perderci una chiacchierata con "il Bepi", cantautore bergamasco che ci è stato segnalato dall'amico e redattore Matteo Nicodemo, suo conterraneo. Con grande cortesia e sollecitudine ha risposto per mail alle domande, il 31 ottobre 2008. Ulteriori notizie sull'artista, inclusi dei download gratuiti di alcune delle sue canzoni, insieme ai testi (in bergamasco, con traduzione in italiano), si possono trovare sul suo sito. Il sito è naturalmente bilingue…

Innanzitutto vorrei chiederti l'origine del tuo nome…

Bepi è un nome, anzi un diminutivo (di Giuseppe), diffusissimo nella bergamasca e direi anche in tutto il nord Italia (soprattutto nel nord-est). Anni fa, e in parte anche ora, l'intento era proprio quello di creare un "personaggio" che rappresentasse il bergamasco comune o quantomeno un certo tipo abbastanza comune di bergamasco. Col tempo le caratteristiche sono in parte cambiate, ma ovviamente il nome, così riconoscibile, è rimasto. L'importanza quasi assurda che viene data a quel "il" che precede il nome si rifa alla tendenza, nelle nostre provincie, a far precedere l'articolo a qualunque nome, anche proprio (la Betta, il Gino…). "Il Bepi" suona decisamente meglio di "Bepi" e basta. Anche quando mi presentano da qualche parte mi piace mi si chiami "il Bepi"…:

La cosa che mi ha incuriosito di più della tua musica è l'uso che fai del dialetto bergamasco, impiegato anche in canzoni pop moderne; puoi dirci qualcosa su questa scelta? Cosa rappresenta per te il dialetto?

Il dialetto è tante cose. Lontano dalla città è ancora gergo colloquiale, è ancora la lingua per parlare, per comunicare, con tutta la bellezza e il valore che si porta dietro. Nel momento, invece, in cui si scontra con la globalizzazione o semplicemente con lo sdegno di chi lo snobba diventa l'arma per graffiare, per rivendicare la propria presenza al mondo, la propria indipendenza e la propria appartenenza a un mondo che esiste e che nessuno può aprioristicamente decidere sia migliore o peggiore di altri. L'idea di fare sposare il dialetto con generi musicali che in apparenza gli sono lontanissimi nasce, credo, dalla mia voglia di osare, di dissacrare, di ironizzare (non dimentichiamoci che uno degli obbiettivi principali del Bepi è sempre stato quello di strappare un sorriso, se non una risata). In questo intento mi agevola, forse, anche la cultura bergamasca che non affonda certo le proprie radici nella musica. Quasi tutto, a parte certe ballate popolari, accostato al nostro dialetto, porta istintivamente a restare un po' spiazzati…Ci si augura che questa sensazione, con gli anni, tenda magari ad affievolirsi, benchè io probabilmente perderò forza umoristica sotto quest'aspetto. Vorrà dire che ne privilegerò altri…

I tuoi testi sono spesso ironici, invitano alla riflessione…

La comicità più superficiale non sempre è di cattivo gusto. A volte ci sta, ma non si può pretendere di durare a lungo in questo modo. Le soddisfazioni che ti togli, a livello personale ed artistico, poi quante sono? Continuare a far sorridere e contemporaneamente riuscire a far quantomeno riflettere affinchè un giorno si arrivi, magari, ad un miglioramento civico generale è un obiettivo sicuramente ambizioso. Ti dirò che io non ho pretese da "educatore" (non ne avrei nemmeno i requisiti), ma riuscire anche solo a far fermare un attimo lo scorrere automatico della vita di qualcuno per fare in modo che si accorga di quella cosa, che la noti e la valuti è già un gran bel risultato.

Guardando la tua discografia vedo che ogni anno sforni un nuovo cd. In tempi di continue cover e remake rappresenti una eccezione. E' una scelta dettata da cosa?

Io credo anche dal fatto di poter attingere musicalmente da ogni genere. Il poter spaziare dal metal più pesante al folk tirolese apre parecchie strade. Non sempre sono in fase creativa: sto anche diversi mesi senza comporre neppure una frase (la musica invece mi viene più facile), senza alcun concetto da esternare poi, magari, in mezza giornata butto giù le bozze di tre canzoni. Io ho già i brani per poter fare un disco anche l'anno prossimo, per quello, ma bisognerà fare i conti anche con altri fattori che potrebbero pregiudicarne o ritardarne l'uscita.
In fondo la nostra vita è fatta di grandi e piccole cose. Spesso da queste ultime possono nascere le cose meglio riuscite. Ci sono la pace nel mondo, il futuro dell'uomo, ma pure il Rota che vuole a tutti i costi svincolare i soldi che ha da parte perché deve comprarsi il camper per andare all'Oktoberfest coi suoi "soci". Tutto può essere messo in musica!

I tuoi concerti sono sempre seguitissimi e numerosi. Ormai sono anni che ogni stagione estiva fai un vero e proprio tour lombardo. Cosa dici?

Beh, magari "lombardo" è un contesto attualmente un pelo troppo ampio visto che il nostro grande bacino d'utenza resta sempre al 90% la bergamasca. Però siamo contenti di essere sempre più apprezzati anche nelle province attigue e magari anche oltre. Credo che il nostro confine sia più a livello di costume che non linguistico. Certo capire quel che dico è importante, ma forse lo è ancor di più inquadrare il contesto, vedere certe nostre canzoni un po' come delle fotografie che ritraggono una famiglia, una scuola, una piazza, un paese che potrebbero essere i tuoi e poco importa, a questo punto, se i protagonisti parlano il bergamasco di Ardesio o il vicentino di Bassano del Grappa. Credo sia poi una grande fortuna quella di poter contare anche su un sacco di gente che, ovunque andiamo, ci segue.

Nell'attuale era digitale, in cui Internet ha uno spazio sempre maggiore nella vita delle persone, compresi gli artisti, pensi che sia un valido strumento? Cosa pensi della diffusione della musica tramite il web?

Se devo essere sincero, nonostante sia uno che passa navigando un sacco del suo tempo, non sono ferratissimo in materia. Mi propongono ogni giorno soluzioni dai nomi improbabili e impronunciabili che sembra mi debbano spalancare le porte del mercato del globo da lì a 10 minuti! Io credo che, alla fine, è vero che si trova tutto, ma fondamentalmente qualcosa lo devi comunque cercare. Può anche starci che il giovane webnauta di Seoul possa imbattersi in un elenco di brani dove ci sono anche quelli del Bepi, ma perché mai dovrebbe acquistarli o anche solo downloadarli? Nel mio caso Internet mi aiuta a informare velocemente chi mi segue o intende farlo, mi aiuta a tenere viva quella comunità che noi scherzosamente chiamiamo "Bepiworld", visto che il mio sito è in continuo movimento ed aggiornamento. Francamente pensare a quello di Papua Nuova Guinea che può finirci mi sembra abbastanza assurdo…

Progetti futuri?

E' la domanda più difficile. Più vai avanti e più corri il terribile rischio di ripeterti. O fai come gli Ac/Dc che, se anche si ripetono, i fans (come me) gridano: "Meglio così!" o rischi avventurandoti in deviazioni di percorso che potrebbero portarti maggior fortuna, ma anche accelerare la tua fine. Credo che alla fine farò sempre quel che mi sento, quel che ho voglia di fare, quel che mi pare bello e soddisfacente per me e poi vada come vada. Io di fare il Bepi non sono stanco perché oramai il Bepi non è più un personaggio, non è più una "gabbia dorata" come Fantozzi per Paolo Villaggio: il Bepi sono io. Chi crede che io utilizzi il Bepi per aprire le strade che non mi si sono aperte quando mi chiamavano Tiziano si sbaglia. Arriverà il tempo che il Bepi e Tiziano canteranno la stessa canzone, praticamente senza accorgesene.

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