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Narrativa

La notte di Massimo Acciai e Rossana La notte di Massimo Acciai e Rossana D'Angelo, Orfeo ed Euridice di Giuseppe Costantino Budetta, Dicembre 1999 di Chiara, Calliope di Maddalena Lonati, Ermione di Maddalena Lonati, Venere in svendita di Maddalena Lonati, Lettera di addio di Eleonora, Una rosa delle meraviglie di Renato Lonza, Andiamo a Gyor! di Paolo Ragni

Poesia italiana

Questa rubrica è aperta a chiunque voglia inviare testi poetici inediti, purché rispettino i più elementari principi morali e di decenza...
poesie di Massimo Acciai, Giuseppe Costantino Budetta, Andrea Cantucci, Massimiliano Chiamenti, Chiara, Rossana D'Angelo, Francesco Felici, Renato Lonza, Maria Pia Moschini

Saggi

Charlotte e Teresa. Innamoramento e amicizia fra i sessi opposti ne "I dolori del giovane Werther e ne "Le ultime lettere di Jacopo Ortis" di Giovanni R. Ricci
La siepe e la nebbia di Alessandro Franci

Recensioni

Il Recinto di Amanda Nebiolo, recensione di Emanuele Berra
Sulle orme della speranza di Marco Milone
Due romanzi sull'Italia di Oggi, di Stefano Carlovecoli
La Collina di Petrìn di Nicola Platania, recensione di Simonetta De Bartolo
Teatro svedese contemporaneo di Claudio Petrangeli, recensione di Enrico Pietrangeli
La memoria dell'acqua di Antonio Messina, recensione di Elisabetta Blasi
Corpi di pietra di Luigi Garlaschelli
Il guerriero di luce di Marco Milani
I boschi della luna di Giuseppe Festa
Marta di Antonio Sofia

Interviste

Intervista a Federica Bosco (autrice di "Mi piaci da morire")
di Massimo Acciai
Intervista a Vessela Lulova Tzalova
di Massimo Acciai
Intervista a Amanda Nebiolo (autrice di "Il recinto")
di Massimo Acciai
Intervista a Devil Buio (autore di "Ucciderò Gianfranco Fini")
di Simonetta De Bartolo
Intervista Andrea Novelli e Giampaolo Zarini (autori di "Soluzione finale")
di Maddalena Lonati

In questo numero...


- Il Recinto di Amanda Nebiolo, recensione di Emanuele Berra
- Sulle orme della speranza di Marco Milone
- Due romanzi sull'Italia di Oggi, di Stefano Carlovecoli
- La Collina di Petrìn di Nicola Platania, recensione di Simonetta De Bartolo
- Teatro svedese contemporaneo di Claudio Petrangeli, recensione di Enrico Pietrangeli
- La memoria dell'acqua di Antonio Messina, recensione di Fortuna Della Porta
- Corpi di pietra di Luigi Garlaschelli
- Il guerriero di luce di Marco Milani
- I boschi della luna di Giuseppe Festa
- Marta di Antonio Sofia

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Amanda Nebiolo, Il recinto, Traccediverse, 2005



Un racconto che sorge all'improvviso, felice e sereno epilogo di smarrimenti e di timori, in un percorso introspettivo che introduce l'io più intimo - l'anima - disvelandolo negli aspetti maggiormente autentici del suo essere.
Un percorso che attraversa le tante burrasche che sembrano travolgere l'illusoria linearità dell'esistenza umana, oltre le scontate abitudini e le comode consuetudini che anestetizzano il coraggio, ostacolando la capacità di librarsi verso la libertà e trasformando la naturale tensione verso la stessa in un vano e sterile anelito.
E' un "recinto" senza sbarre, quello descritto dalla nebiolo, ma dal perimetro ben delineato, oltre il quale tuttavia l'autrice si libera, e ci libera, dagli alti steccati della compiacenza, accettati troppo spesso con ben scarso discernimento.
Gli elementi naturali nei quali si sviluppa il racconto, non ne costituiscono un semplice sfondo, ma diventano gli ideali compagni di questo incredibile viaggio alla ricerca di se stessi, tra prati immensi da percorrere e fiori delicati da contemplare, notti ed acque dalle quali lasciarsi trasportare, per riappropriarsi finalmente della pienezza di una vita non piu' sacrificata sull'altare delle apparenze.
Amanda nebiolo intesse questo suo felice esordio letterario con metafore acute e ricche di valore simbolico, tra cui una su tutte: quella del protagonista de "il recinto", il titolare e possessore dell'anima, che intraprende il proprio viaggio interiore seguendo la rotta indicata dal vento. Un giovane puledro che apprende per tappe, lungo il suo cammino, ad ascoltare se stesso ed a crescere intimamente. Un puledro che imparerà ad osservare montagna e mare con occhi di falco, e questi si faranno sasso e lago al suo cospetto.
Non meno apprezzabili, poi, i tratti dell'opera nei quali la nobiltà e lo spessore dei messaggi proposti si fondono con note di poesia struggente e di raffinata eleganza, oltre che di armonica musicalità.
Questo racconto fantastico lascia tracce destinate a restare scolpite nei cuori ed invita, anzi incita, chi lo legge a farsi idealmente, allo stesso tempo, arco e freccia, per riuscire a vedere oltre i confini della propria quotidianità e per giungere nel luogo in cui non ci sono strade per perdersi, ma solo sentieri per ritrovarsi.

Emanuele Berra

http://xoomer.alice.it/amanda.nebiolo/ilrecinto.htm

Leggi anche l'intervista d Amanda Nebiolo realizzata da Massimo Acciai

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Marco Milone
Sulle orme della speranza
pag: 32; 5 €
ISBN: 10 88-6092-099-x
Collana Gli Artigianali
Edizioni Progetto Cultura 2003
Roma 2006



Il libro

A scapito della titolazione stessa di questa raccolta di Marco Milone, Sulle orme della speranza, una sottile nevrosi, un'ansia sopita serpeggiano tra i versi. Negli ultimi anni abbiamo assistito a un vero e proprio riflusso della poesia verso stagnazioni liriche. Un rinchiudersi dell'io in se stesso, a guscio. Evidentemente le ubbie, i fantasmi che minacciano il nostro principio di indentità hanno tutta l'intenzione di non mollare la presa, di avanzare nell'assedio ai danni delle nostre certezze. E così, Milone si ritrova a ricordare passeggiate per viali alberati, all'ombra della malinconia, realizza quanto a fondo possa corrodere la pervicacia della tristezza, esce di casa, si sveste di idoli e false aspettative. Si accascia a terra.
Queste ultime frasi sono afferrate di peso da alcune poesie della raccolta. Stupisce come i versi di Milone siano trasponibili in prosa, senza per questo perdere efficacia comunicativa, intensità espressiva. Molto è stato scritto, e continua ad essere scritto, dai poeti sulla diminuzione della propria persona, in senso morale, filosofico ed anche fisico (ho in mente composita solvantur dell'estremo Fortini).
Credo che il cardine, ciò che sostenga i versi di Milone sia una schietta e spietata sincerità nei confronti di se stesso. Milone raccoglie i cocci della propria esperienza e li versifica. La sincerità è la chiave che gli permette di costruire il senso della vita. Milone ha dato un nome al proprio dolore, per questo può trasformarlo in speranza.
Dalla prefazione di Giuseppe Martella

L'autore

Marco Milone. Poeta e scrittore. E' stato redattore della rivista "Inguine mahgazine", e ha collaborato con le riviste "L'indice dei libri" e "Succo acido", e con le case editrici "Comixcomunity" e "Coconino". Ora è membro del comitato di lettura di "Il foglio edizioni", collabora con la "Due Punti edizioni" ed è caporedattore della "Cagliostro e-press". Ha curato mostre di fumetti, anche in ambito nazionale, e rassegne di cinema d'animazione. Di prossima pubblicazione la bibliografia "Fumetti" (Edizioni Unicopli) e la silloge "Nel labirinto del delirio" (Zona editrice). Ha un suo sito personale www.milonemarco.tk

Edizioni Progetto Cultura 2003 S.r.l.
Via San Roberto Bellarmino, 6 - 00142 Roma

Tel.: 0697617077
E-mail: info@progettocultura.it
Web: www.progettocultura.it

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Titolo: La Collina di Petrìn
Autore: Nicola Platania
Casa Editrice: Armando Siciliano Editore


Il vento di una nuova cultura, quella nazionalsocialista, spira dalla Germania. Gli spiriti più accorti ne avvertono la minaccia. Le nubi del totalitarismo nazi-fascista si addensano e dilagano nel cielo dell'Europa. Ed è la conquista tedesca dell'Austria, della Cecoslovacchia. Per il momento. Ed è: Auschiwitz… La tempesta.
Ma sotto il cielo della Cecoslovacchia risplende il mondo sereno dell'adolescenza di Giulia, turbata per la prima volta, siamo nel 1928, dallo sguardo preoccupato del padre; germoglia l'amore puro e disincantato per il suo precettore, tedesco, Scot Lorenz. Il sentimento si fa sempre più forte, prende linfa dalla crescente condivisione di profonde idealità e dalla consapevolezza che Dio è amore; si fortifica nell'idea che l'amore è dono di sé agli altri; si completa nello scenario di distruzione e di morte della guerra civile spagnola.
Leggendo La Collina di Petrìn viene in mente un capolavoro del Giorgione, La tempesta: il cielo che s'addensa di nuvole premonitrici di catastrofe, lo sguardo preoccupato di una madre che allatta. Il brutto contro il bello, il bene contro il male, in eterna lotta. Nicola Platania ha saputo descrivere il clima di sospensione, prima, e lo svolgersi del dramma, poi, di una famiglia ebrea, che rappresenta un intero popolo; lo ha fatto con tratti essenziali, con brevi cenni, quasi di cronaca, sugli avvenimenti cruciali che segnarono il destino dell'Europa, riservando più spazio al discorso sulla cultura come confronto e necessità di conoscere l'altro, che trasversalmente passa attraverso la predicazione di Cristo, il pensiero di Kierkegard, di Ghandi, sul dovere morale di "ricercare la verità tra il Bene e il Male", più spazio alla dolcezza dei ricordi dell'amore, delle risate, dei sogni, dei giochi, delle avventure. Niente grida strazianti di chi soffre, niente rancore verso chi tradisce suo fratello ebreo denunciandolo ai nazisti, ma tutto narrato con una tale compostezza che impone al lettore silenzio dello spirito, religioso rispetto, doverosa e profonda riflessione.
Il libro vuole essere ricordo degli orrori nazisti, ma soprattutto esaltazione dell'amore universale, dell'esistere per essere con gli altri, celebrazione della Bellezza, del sogno, della giovinezza, dell'amore, della liberazione dall'angoscia della morte, rappresentata dalla collina di Petrìn, con cui si apre e si chiude, apparendo tra la nebbia, il libro, la collina dove "ad una certa ora del giorno" è facile morire, dove il rituale di morte si svolge tra sorrisi e preghiere di carnefici, raccomandazioni perché tutto sia fatto bene e velocemente, senza odio, senza rancore, poiché capire lo stretto legame che c'è tra la vita e la morte equivale a non esserne angosciati.
Un libro che si legge con piacere, che lascia dentro di noi qualcosa. Tanto.

Simonetta De Bartolo

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Due romanzi sull'Italia di oggi.

Una volta scoperto, il piacere della scrittura è divenuto per Stefano Carlo Vecoli un gioco serio per raccontare storie ed emozioni: così, dopo Il pranzo dei Burlanti, uscito nel 2002, l'architetto toscano ci regala Il Pezzente di Denari, la sua seconda, riuscita, prova narrativa.
Due romanzi che ci raccontano l'Italia di oggi e degli ultimi due decenni, protagonisti gli uomini e le donne che oggi appartengono alla età di mezzo, adolescenti negli anni settanta e dintorni: formidabili, per alcuni, famigerati e di piombo per altri.
E oggi? Cosa sono diventati quei giovani animati di cento passioni? E come si sono trasformati quanti, intorno a loro, in silenzio, hanno lavorato e vissuto storie, quando belle quando dure, senza essere al centro dell'attenzione?
L'autore ce lo racconta con una prosa che, pagina dopo pagina, scorre limpida, ora serenamente descrittiva, ora battente e incalzante: sempre, comunque, pervasa da un sentimento acre di disincanto, venato di amarezza, verso una generazione che voleva cambiare il mondo e che adesso dà il meglio di sé rincorrendo successi, ricchezze e visibilità. Aspirazioni in sé anche legittime, ma se cercate senza più morale né senso divengono il terreno di ogni compromesso sia pubblico sia privato.
La lettura dei due romanzi ci mostra lo spaccato toscano, di un' Italia uguale in ogni provincia e città della penisola: molti potranno riconoscersi e/o riconoscere i propri amici… E chissà che queste pagine non si trasformino nell'occasione, oltre che per gustare un buon libro, per riflettere un po'.

Per conoscere meglio l'autore e ordinare i suoi libri vai al sito www.stefanocarlovecoli.it

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A cura di Claudio Petrangeli
Teatro svedese contemporaneo
Gremese - 2005 - 18 Euro


Petrangeli, scandinavista e curatore del testo, ci conduce in un mondo ancora pressoché sconosciuto in Italia. Lo fa attraverso la traduzione di quattro pièces teatrali ed in un'articolata introduzione, argomentata con un taglio leggiadro ed ironico, tendente a smontare i troppi luoghi comuni e da qui riportarci "a una realtà ben più complessa e stratificata" del teatro svedese. In VD, nel gioco di una confessione, cornice dell'intera rappresentazione, una coppia viene fatta vacillare da un avvenente e provocatorio vicedirettore. La perversione subentra e stravolge equilibri, demolisce ed infine diviene motivo per ricostruire e trovare persino comprensione. Il tutto sullo sfondo di una follia, quella lucida di Sven, il manager che si scontrerà con quella più offuscata e violenta di Tage, fratello del protagonista, lasciando l'alone di una presunta morte tutt'altro che imbarazzante nella ritrovata quiete famigliare. Larsson riesce a cogliere il punto dove la degenerazione riconduce ogni personaggio alla sua primordiale poesia. Più che immorale, in questi casi, diviene sublime il risvolto della trama che si snoda in un'inaspettata visita con le gratuite avance susseguite. Il libro, che si propone come saggio significativo della scena contemporanea, si sviluppa anche attraverso dinamiche più strettamente psicologiche toccando tematiche famigliari (rapporto madre-figlia) con A Julia dell'affermata Margareta Garpe e lambisce celebrando il politico ne Il sorriso di Olof Palm, un ritratto della società socialdemocratica nel comune impegno condiviso di Malin Langelof. In Marie Ondine, l'ultima delle quattro rappresentazioni, il giovane Svanerud coglie le cupe note della scena jazz più maledetta. Scenario che si apre con Gillespie e, sullo sfondo dei due protagonisti (lui musicista e lei ex cantante prostituta tossicodipendente) Chet Baker, riferimento onnipresente. L'ideale dell'amore in un mondo ostile, incapace di accogliere le fragilità dei "perduti". "Senza sentimenti non si può mai ferire, mai far star male, mai essere delusi". La simbolica ricerca di un shampoo per i capelli di Marie e "whisky gratis, se glielo succhio", ma non prima di aver ricevuto inutili conferme d'amore. Pioggia e nebbia: poesia velata di malinconica ineluttabilità. Il sogno rivelatore di un mostro nel sangue, ma "non si può impedire che un giorno prenda a sgorgare in un'onda di tenerezza". E Baker, molto più vecchio di quanto non fosse, che infine si materializza nei ricordi di Marie ancora adolescente: è lui il primo grande amore, la prima siringa iniettata nelle vene poco prima della promessa fatta in chiusura da Jack: "Ti procurerò qualcosa per i capelli". Resta da ribadire che la Svezia, come spiegato da Petrangeli, nonostante la crisi economica ed i conseguenti tagli sociali operati nella sua storia più recente, è tuttora un paese in prima linea nella produzione del settore. Il libro sembrerebbe un ridotto ma ben ponderato strumento per iniziare a conoscerlo più da vicino.


Enrico Pietrangeli

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EDIZIONI IL FOGLIO

www.ilfoglioletterario.it

AUTORI CONTEMPORANEI - NARRATIVA

La memoria dell'acqua di Antonio Messina

Euro 12,00 - pag. 150 - ISBN 88-7606-133-9

Una sorta di Città del Sole, di Utopia, collocata fuori del tempo, oltre lo spazio conosciuto, ci accoglie in questo libro, apparentemente fantascientifico, in realtà metafora filosofica del viaggio o meglio della fuga dall'ovvio, dal banale, dal pragmatico, verso il limen che segna inequivocabilmente il senso dal nonsenso.
Individua, Memoria dell'acqua, un bisogno di altrove, nella stagione di ottembre - secondo il felice neologismo della scrittrice pugliese Monica Cito-, nel mondo di Thana, oltre la porta degli Angeli, verso l'innocenza, lo stato di natura alla Rousseau: l'armonia di cui l'acqua è in grado di conservare memoria nella sua trasparenza.
L'armonia è quella sensazione d'elevazione dello spirito che ci rende quasi invincibili; è una forma d'amore, la forma di amore più completa e complessa che esista in tutto l'universo.
Il libro nasce quindi dal bisogno di cercare il significato e il destino della vicenda umana, di comprendere la ragione del dolore e del male che imperversa ovunque: la verità è che non riusciamo ad accettare la parte malata di noi stessi, quanti segreti e orribili desideri agitano i nostri sogni, quanto odio coviamo, quanta cattiveria. La ragione ci ordina di essere saggi, caritatevoli, buoni con il prossimo e, invece, tradimenti, guerre, ingiustizie, potere e denaro, carriera…
Il tragitto è allora verso il sogno e il sentimento e consiste nella possibilità di riscattare la grigia piattezza del quotidiano col velo dell'emozione, del mito, della cultura e dell'arte, ma non è così facile, pertanto il tarlo di Antonio Messina continua a coagularsi nelle eterne domande sul nostro posto nel mondo e sulla fatalità della morte, in quelle istanze imprescindibili di ogni filosofo e di ogni artista.
Il suggerimento che sembra scaturire dalla lettura è che per raggiungere lo stato di grazia sia indispensabile abbandonare la saggezza, intesa come rassegnazione, in favore dell'istinto. In una parola lo scrittore, pur insistendo sulla forza dell'intelletto, sceglie in realtà l'opzione dell'irrazionale, nel senso che a suo parere sono vani i tentativi di interpetrare secondo ragione la realtà e la storia.
È indubbio che da questo punto di vista il testo si incanali nelle tesi dell'irrazionalismo metafisico di Shopenhauer, ma anche in alcune forme di esistenzialismo, da Heidegger, Jaspers, Sarte, che hanno affermato l'ineluttabilità dello scacco, la catastrofe dell'uomo e della storia, in un paradigma universale che manca di punti di riferimento e di salvezza. In balia del nulla, mentre l'essere umano precipita nella sua dissoluzione, una delle strade percorribili è solo una forma di straniamento o di follia.
L'irrazionalismo della nostra epoca e la ritirata nell'intimità di proprie mitologie dipende da molti fattori, da fenomeni sociali irrisolti -globalizzazione, ingiustizie, discriminazioni, ecc.- quanto, sul piano più strettamente filosofico, dal crollo di illusioni riguardanti la fiducia nel positivismo scientifico quanto nella metafisica consolatoria, compresa quella religiosa.
Messina, gettando lo sguardo sulla scompaginata contemporaneità, vuole smettere tuttavia di essere un uomo senza speranze. Cerca dei valori, in primo luogo la felicità, laddove anche la religione ha fallito nel confortarlo, in un ideale etico-estetico che diventa materia della sua narrazione.
Per percepire la bellezza gli uomini devono lottare, soffrire, elevarsi e perire, in un alternarsi di delusioni, amore, dolore, per poi elevarsi ancora, ancora soffrire e finalmente trovare.
Altrove:
Il nostro mondo è un oceano di sofferenza…solitudine, dolore, un sentire ombroso che spesso dilania l'animo. Ad ogni modo c'è ancora una speranza…
La speranza di Messina è nell'amore, afflato delle creature simile a quello auspicato da Leopardi nella ginestra, che simula il muro della diga che protegge dall'inondazione.
Pertanto è vicino alle correnti spiritualistiche contemporanee che si richiamano all'interiorità, contro le forme dell'illuminismo e contro un agire legato solo a leggi fisiologiche, salvaguardando così le peculiarità alte dell'essere umano.
Un discorso a parte merita lo stile di Antonio Messina, che non solo lascia trasparire l'assetto degli studi classici, ma anche si atteggia in una forma elaborata, senza scadere nell'artificioso, elevandosi sovente per qualità lessicale e agglomerazione sintattica al livello della prosa poetica.

Roma, 3 ottobre 2006
Fortuna Della Porta

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CORPI DI PIETRA

AUTORE: LUIGI GARLASCHELLI
TITOLO: CORPI DI PIETRA
COLLANA OMBRE INCERTE

"... La scatola conteneva una testa umana.
La metà sinistra di una testa umana pietrificata e segata.
La testa, Fùlleri era sicuro di riconoscerla..."
Un originale cadeau dà il via a un viaggio tra tombe e scheletri, corpi pietrificati e antichi misteri: dalla Pianura Padana al dolce giugno toscano, Fulvio Fúlleri si muove con la determinazione dello scienziato e la passione dell'indagatore di misteri per ricomporre un macabro puzzle.

LUIGI GARLASCHELLI è chimico presso l'Università di Pavia, si interessa da anni, oltre che di scienza, anche di fenomeni paranormali - o presunti tali. Ha già pubblicato quattro libri: Processo alla Sindone, I segreti dei fachiri, Investigatori dell'occulto e Rabdomanzia (Avverbi Ed.) Questo mystery è la sua prima opera.

GENERE Giallo/Thriller
ANNO pubblicazione 2006
PREZZO € 16,00
NUMERO Pagine 224
FORMATO: 21 X 14, brossura
ZONA particolare: Lombardia e Toscana
ISBN: ISBN 88-6038-001-4

Neftasia Editore srl
Via Degli Abeti, n. 346 - 61100 Pesaro tel. 0721 259111 Cod. Edit. 208461- ISBN88-6038 C.C.I.A.A. 02214640415
www.neftasia.com info@neftasia.com

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Fantasy, zen e vecchie canzoni... Ovvero il nuovo libro di Marco Milani.

Il guerriero di luce
Marco Milani

Larcher Editore - Anno Edizione: 2006

Codice ISBN: 8888583173
Pagine: 220
Prezzo: 10€
Collana: Feeria - Genere: Romanzo Fanta-Zen
http://www.larchereditore.com/catalogo/libro.asp?id=8888583173 

Può un'esperienza "interiore", che ha come scopo l'annullamento dell'"io", diventare materia narrativa, romanzo d'avventure picaresche? Il nuovo libro di Marco Milani è proprio questo. Le avventure "mentali" di un uomo che ha intrapreso il cammino della meditazione secondo le antiche filosofie orientali. A metà strada fra un originale esperimento letterario e un saggio introduttivo ai principi base della meditazione, Il Guerriero di Luce introdurrà il lettore in questo universo affascinante conducendolo verso la conoscenza di una affascinantissima dottrina orientale, senza mai prendersi troppo sul serio, con un piglio ironico che ha tutto il sapore della vera saggezza.

Se desiderate ordinare direttamente il libro potete farlo con un comodo contrassegno, inviando un fax al numero 030.2551000. Oppure tramite una e-mail indirizzata a: info@larchereditore.com 

Da oggi i nostri libri diventano "amici delle foreste"!
Larcher Editore aderisce all'appello di Greenpeace.

Da qualche tempo Greenpeace ha indetto una campagna per la salvaguardia dei boschi e noi abbiamo deciso di aderire all'iniziativa: d'ora in poi i nostri libri saranno stampati su carta riciclata ecologicamente (senza sbiancanti a base di cloro, per capirci). Speriamo così di contribuire, nel nostro piccolo, a ritardare il più possibile la cancellazione di ciò che resta delle foreste. In fondo chi meglio di un editore conosce il valore prezioso degli alberi: essi ci forniscono la carta che tanto amiamo leggere, sfogliare, annusare e toccare... E anche se parrà strana questa cosa detta da chi fa il nostro mestiere: l'amore esige rispetto. E noi amiamo gli alberi ;-).
Fabio Larcher

Marco Milani, nato a Como nel 1964, vive a Stienta (Rovigo). Webmaster del sito www.domist.net ha pubblicato presso Prospettiva Editrice due volumi di racconti fantastici: Sognando e Dintorni (2004) e HSF (2005).

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I boschi della luna
Festa Giuseppe

Che cosa accadrebbe se, all'improvviso, qualcuno spegnesse per sempre l'interruttore dell'energia? La nostra vita precipiterebbe davvero nel Caos e nella barbarie? Con ogni probabilità, sì. Ma oltre il bartatro potrebbero svelarsi prospettive sorprendenti e inaspettate. Forse la nostra dipendenza dalla tecnologia potrebbe rivelarsi più superficiale di quanto normalmente ammetteremmo; forse il nostro divorzio dalle cosiddette "comodità" anziché metterci ferocemente gli uni contro gli altri ci restituirebbe al nostro innato bisogno di socialità; forse il rinnovato contatto con la Natura ci farebbe riscoprire il senso del magico e del meraviglioso a cui il mondo tecnologico ci ha disabituato e che potremmo ritrovare passeggiando nei Boschi della Luna. Già. Forse. Ma le cose non sono mai così semplici, come ben sa Giuseppe Festa, il quale inventa per noi un romanzo avvincente e profondo, che ci invita a riflettere sulla pericolosa strada intrapresa dall'uomo moderno: solo coloro che hanno saputo ritrovare il sentiero che li lega alle origini e alle tradizioni si salveranno dal tracollo. I Boschi della Luna non è soltanto elegia: è elegia ed epica insieme. L'avventura (talvolta spietata, tal'altra buffa) si mescola all'idillio; l'idillio alla paura; la paura alla speranza; e la speranza lega insieme la vita e la morte in una visione ottimistica e mai scontata delle possibilità umane.


I boschi della luna
Festa Giuseppe
Casa Editrice: Larcher Editore
Anno Edizione: 2006

Codice ISBN: 8888583181
Pagine: 256
Prezzo: 10€
Genere: Romanzo Fantastico

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Antonio Sofia, Marta
romanzo scaricabile gratuitamente in pdf all'indirizzo:
http://www.wolfsrain.it/wolfsrain/marta.pdf 

Marta: un nome al centro del mio romanzo.
Ma forse è proprio l'atto del nominare, e creare,
il nodo risolutore di un giallo paradossale.
Il Commissario Palazzo,
indegno erede di Anna Karenina nella tardiva comparsa sulla scena,
giunge al lettore che sa aspettarlo: per mettere ordine e provare a riempire i vuoti delle morti raccontate. E per questo impossibili al dirsi.
Lettere. Confessioni. Pensieri. E lo spazio intorno così aperto da risultare inutile. O schiacciante. Come i visi, come i movimenti, lo spazio.
Ho avuto, ho dubbi e domande e chiedo aiuto: al lettore, solo a lui, aiuto. Perchè Marta sia chi non so ancora.
Meraviglia.

È vuoto e pieno,
il pugno chiuso.
Marta: un romanzo nascosto in un nome.
In ogni nome un romanzo
e la fatica di scriverlo.

Ti darò una stanza
e nella stanza un nome
chiamerò
per te
un padre
una madre
e costruirò
una città d'oro
vicino al fiume
un ponte
ti darò il primo bacio
e ti guarderò nuda
dopo averti amato
ti guarderò nuda
suonare il violino
poi
cadrà
il sonno
cadrà il sonno
su tutte le parole del mondo.
E Marta:
ti proteggerò
da quel che c'è
e da quel che non c'è.
Tuo,
Commissario Palazzo.
A.
 

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