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Intervista

The Mirrors
di Alessandro Rizzo

The Mirrors

di Alessandro Rizzo


1. The Mirrors, il nome del quartetto giovanile è promettente: significa specchio in inglese e certamente è un vocabolo che induce a considerare il significato dell'arte come specchio della realtà. Ma chiediamo direttamente ai ragazzi della band che cosa hanno voluto trasmettere con questa parola e perché hanno scelto questa denominazione

Probabilmente il fatto stesso che diversi sono i motivi per cui questa parola può essere utilizzata ci ha convinti ad utilizzarla.
L'arte è indubbiamente lo specchio della realtà. Tante sono le definizioni filosofiche di artista. Tra di esse vi è proprio quella che dice che l'artista dà un'immagine, un'interpretazione della realtà rispecchiandola così come fanno quei tanti specchi dalle forme più diverse e quindi interpretandola, modificandola sino ad arrivare ad una nuova realtà. Ognuno dà un proprio contributo ridisegnando un cultura preesistente e portando nuova linfa vitale a chi gli sta attorno.
Uno specchio è sempre interpretativo. Ciò che noi percepiamo quando ci guardiamo allo specchio non è mai quello che vediamo ma ciò che interpretiamo di noi stessi. L'interpretazione è sia da parte di chi l'arte la fa ma anche e soprattutto da chi di arte si nutre. Noi siamo uno dei tanti punti di raccordo dell'universo.
Utilizzando questo termine facciamo riferimento anche ad Alice oltre lo specchio di Lewis Carrol nel quale lo specchio è il passaggio da dimensione reale a dimensione fantastica.
Noi siamo dunque una di quelle porte che permettono di fare un salto verso una dimensione creativa e artistica in cui è la mente stessa che forgia la realtà portandola ad essere come vorremo grazie alla spinta della forza di volontà.
Oltre a tutti questi significati ci si rifà anche alla sana tradizione degli anni '60/'70 in cui molte band attribuivano a sé stesse un nome ricco di significato a differenza di tante realtà odierne in cui invece si cerca solo di vendere un prodotto commerciale che abbia un'immagine diversa da un'altra.

2. Quando siete nati e perché avete pensato di costituire un gruppo musicale?

Il gruppo nasce nel 2002 arrivando ad una prima formazione completa di 4 elementi verso l'autunno dello stesso anno. Come tanti gruppi abbiamo passato fasi difficili in cui ci sono stati ben due cambi di un elemento della band (il bassista) ma questo non ha affatto contaminato l'ideale di fondo su cui si basa questo progetto, l'ha anzi rinnovato. L'idea di costituire un gruppo di individui pensanti è un istinto innato negli esseri umani, c'è chi lo fa nella musica e chi in altri campi. Condividere le esperienze è il primo motivo di aggregazione tra le persone. Senza analizzare i molteplici motivi dell'aggregazione umana per un artista avere una band significa poter esprimere e poter condividere le proprie idee che siano filosofiche, sociali, personali, emotive, politiche, culturali,etc.. Avere una band è un modo per costruire una propria personalità con l'aiuto degli altri, un modo per tirare fuori il meglio di sé stessi grazie agli altri. Una band ha un grande potere. Un potere che deve essere utilizzato dagli artisti per svolgere la loro funzione sociale nei confronti dell'umanità ( per quanto possa essere ampio il loro raggio d'azione ). L'artista deve sensibilizzare chiunque verso una serie di tematiche che ritiene importanti da affrontare in modo tale che l'umanità si dia da fare per porre rimedio a determinati problemi che coinvolgono tutti. Una band può fare tutto questo mandando un messaggio verbale, sonoro e visivo. Inoltre questo messaggio ha la virtù di conservarsi nel tempo ed essere tramandato anche per più generazioni creando storia e dando cultura ed esperienza a tutto il genere umano seguendo quell'obiettivo di progresso della civiltà che ci auguriamo tutti condividano.
In più l'arte ha anche la funzione di far emozionare, di divertire, di farsi piacere come fine a sé stante ma anche quella di portare un benessere psicologico e sociale fatto a misura d'uomo.

3. Nel vostro profilo parlate di contaminazione culturale, di cosmopolitismo musicale: quali sono i generi che affrontate e li adottate alla realtà attuale?

Contaminazione e cosmopolitismo sono per noi la linfa della cultura. Si può dire forse che non abbiamo confini perché apprezziamo i più diversi generi musicali esistenti. Negli ultimi secoli ci sono moltissimi movimenti che meritano attenzione e considerazione e che inevitabilmente ci influenzano. Questo discorso deve essere considerato non solo a livello musicale ma anche per quanto riguarda le altre arti che inevitabilmente confluiscono anche nella nostra come la letteratura e la filosofia per quanto riguarda i testi delle nostre canzoni, la fotografia e la pittura che danno spunto alle grafiche dei nostri lavori, presto il cinema che già ora ci influenza ma che sarà anche un modello per dei videoclip musicali. Non escluderei nemmeno altre discipline come ad esempio quelle scientifiche e naturali in cui crediamo molto.
Penso sia riduttivo e piuttosto difficile parlare di un genere che adottiamo perché siamo convinti di aver maturato grazie alle nostre esperienze comuni un nostro modo di vedere la realtà identificativo della nostra arte che va al di là dei generi a sé stanti. Queste contaminazioni hanno portato personalità unica ed originale al progetto. Sarebbe interessante coniare un termine che possa indicare questo nuovo genere che stiamo portando avanti, che nasce dalla contaminazione di una cultura italiana con culture diverse dalla nostra, cosa tra l'altro che rende più ricca la nostra cultura senza escludere tutto ciò che la nostra cultura si porta dietro da secoli. E' sicuramente presente in Italia una nuova generazione di band ed artisti che stanno portando avanti un discorso culturale simile al nostro, alcuni già affacciati ad un panorama internazionale e tanti altri che stanno costruendo le basi per portare questo nuovo filone alla portata di tutti coloro che lo vogliono seguire.
La realtà inevitabilmente ci porta a confrontarci con ciò che è attuale nella società contemporanea. Rimangono tuttavia inalterati certi aspetti della vita che sono stati e saranno per sempre caratterizzanti del genere umano. In funzione di questo siamo certi che esistono determinate manifestazioni dell'essere che stanno al di sopra dei periodi storici e delle loro caratteristiche di stile e modalità di comportamento e a noi piace molto fare forza su di questi perché ci appaiono più genuini di tendenze create in funzione del mercato. Possiamo dunque dire che siamo in continuo rapporto con il presente ed il passato in funzione di quei valori del genere umano che si mantengono nella storia e allo stesso tempo si rinnovano per l'inevitabile influenza del presente.
Uno dei nostri ambiti è quello della psichedelia come via di fuga ma anche come via di sensibilizzazione in un periodo cruciale nella storia dell'uomo. Non si può rimanere in silenzio davanti a quello che sta succedendo. Purtroppo molti rimangono indifferenti facendo finta che vada tutto bene. Ma questo ripeto è un periodo di tensione anche psicologica paragonabile a quella a cavallo tra XIX e XX secolo..La nostra musica ne è inevitabilmente influenzata.

4. Il vostro genere di riferimento maggiore è il rock anni 60/70: la tradizione italiana che riprende il movimento artistico inglese. Perché riprendere questo genere?

Innanzitutto ci piace chiarire che il nostro genere di riferimento maggiore è il rock anni '60/'70 ma non solo quello inglese. L'inglese è la lingua attraverso la quale piace esprimerci per allargare la nostra comunicazione anche a chi non è in grado di capire l'italiano tenendo conto che l'inglese è una delle lingue più utilizzate al mondo e che si assume la responsabilità attuale promossa da molte nazioni di tutti i continenti di gettare un ponte tra le culture più differenti agevolando la comunicazione tra di esse. Non solo dunque il movimento artistico inglese ma anche quello italiano, quello europeo e quello americano senza escludere le bellissime culture orientali e le altre di tutto il mondo. Il rock anni '60/'70 è indubbiamente uno dei nostri preferiti forse perchè siamo cresciuti ascoltando Beatles e Pink Floyd. E' uno di quelli che ci comunica più emozioni. Lo troviamo molto interessante perché consideriamo tale periodo artisticamente prolifico e sincero senza nulla togliere ad altri periodi artistici che a loro volta ci interessano. Non dimentichiamoci che le basi della gran parte della musica attuale sono state poste proprio in quel periodo dai più grandi gruppi del secolo i quali hanno dato una precisa direzione alla musica successiva e al tempo stesso infinite nuove direzioni. The Mirrors nel recupero di alcuni aspetti e valori del passato sono parte attiva di un nuovo movimento italiano attuale e moderno.

5. Il vostro primo disco Ep vi ha garantito molto successo tra il pubblico e, di conseguenza, l'accesso in diverse realtà artistico-musicali di rilievo: mi potreste parlare di queste vostre esperienze musicali?

'Nothing at all but stars' ('Nient'altro che stelle' ndr) ci ha dato molto di più di quanto potessimo immaginare prima di registrarlo; ancora non avevamo avuto alcuna esperienza al di fuori delle nostre piccole realtà e avere un band era ancora un sogno nel cassetto. Abbiamo iniziato come tutti i gruppi con le prime esibizioni sui piccoli palchi dei locali di Milano. Pian piano abbiamo presentato l'Ep in diversi contesti, da quello live in più di 30 volte in un anno in situazioni e contest nel Nord Italia come l'apertura ad uno spettacolo Zelig/Scaldatole organizzata dalla comunità del Barrio's di Milano, la Finale di Pagella Rock 2003 con apertura agli indipendenti Après La Classe organizzata dal Comune di Milano, l'esibizione sul palco del Roxy Bar a Bologna grazie alle splendide opportunità artistiche promosse da Red Ronnie, il live in pieno centro a Milano alle Messaggerie Musicali aperte al pubblico, a quelli radiofonici come gli unplugged e le interviste presso radio come RockFM, RadioRai1, Radio Lupo Solitario, Radio Torino Popolare e conquistandoci anche un posto per 4 mesi nella playlist di RadioGammaRovereto assieme a tanti altri artisti emergenti o indipendenti importanti della scena italiana; quelli televisivi su Sky, Rete7 e VideoNord grazie al programma Fan Music Television; quelli relativi alla critica italiana specializzata che ha recensito positivamente su scala nazionale il nostro disco su Tutto Musica, Rockerilla, Rock Sound e Rumore 'costringendoci' a ristampare l'ep per fare fronte alle richieste delle persone interessate al disco; quelli relativi alla partecipazione a diverse compilation tra cui la Saturday Night Club (con il brano 'No one is like you') organizzata dello storico locale Rolling Stone di Milano venduta nei negozi musicali di tutta la città; la più significativa è stata quella che ci ha portato alla firma del nostro primo contratto di edizione di 3 anni (con il brano 'Do you know how I feel inside?') con l'attore italiano Giorgio Pasotti grazie alla sua nuova iniziativa in campo musicale a favore degli artisti emergenti.

Tutto questo grazie ad un disco prodotto e registrato senza l'aiuto di esperti in campo musicale e con il modesto budget di appena 40 euro.. questo ci ha fatto un grande piacere perché ci ha dato la consapevolezza che in fondo ciò che più conta in un lavoro artistico è l'intenzione e la passione che vanno a confluire in esso e cosa più importante che vengono trasmesse a chi usufruisce dell'opera a discapito delle grandi produzioni artistiche costose e dispersive di tipo commerciale il cui fine è più quello di far parlare di sé piuttosto che trasmettere cultura, idee, sensibilità ed energia agli altri, cosa più importante nell'arte e per il contributo nei confronti delle persone.

In futuro ci attendiamo di poter comunicare con molte più persone attraverso l'arte. Ci auguriamo di trovare i mezzi e i canali per poterlo fare con la stessa energia in contesti più ampi. Fino ad ora anche con i più umili mezzi abbiamo creato qualcosa molto più grande delle nostre aspettative. Contiamo di mantenere questa linea organizzativa per sfruttare al meglio le poche risorse di cui disponiamo per esprimere le nostre idee che abbondano ogni giorno di più. Siamo alla ricerca di qualcuno che sia interessato ad investire nelle nostre opere perché siamo consapevoli che il nostro potenziale non è ancora interamente in atto. Con mezzi e canali più adatti otterremmo l'ottimo risultato di oggi ma in contesti più ampi.

6. Quali sono le vostre ultime esperienze artistiche musicali e le vostre partecipazioni a eventi musicali di rilievo a livello nazionale e internazionali?

Le nostre più recenti esperienze musicali sono interessantissime e ci fanno rivivere emozioni con la stessa intensità provata durante il primo anno di attività artistica (e probabilmente anche di più) ma decisamente con rinnovato entusiasmo a seguito anche della registrazione di un nuovo album autoprodotto dalla band stessa nell'estate del 2004 chiamato 'Time beats only once', ('Il tempo batte una volta sola' nrd). Album decisamente innovativo e ricco di materiale artistico (si tratta di un doppio cd di 16 tracce musicali) registrato in Villa Ponciroli (in parte nello studio degli artisti indipendenti Ganjamama e in diverse altre location) nella tranquillità del verde e della natura della Valsassina.
Confluisce in questo lavoro l'esperienza maturata in un anno artistico e nasce così un'opera molto più complessa, completa, matura e variegata in cui vengono trattati temi personali come quelli sentimentali e filosofici, temi sociali relativi alla guerra e al terrore piuttosto che sui valori della persona nel contesto della società e dei rapporti con gli altri e altro ancora.
Ci sentiamo già di dover molto a quest'opera d'arte che ci ha permesso di vincere il concorso musicale organizzato dal Comune di Brescia in collaborazione con BMG Ricordi per la sezione rock con il brano 'Meggy flies with me' e di collaborare con il sound engineer Franco Fucili (tra i suoi lavori ha collaborato con La Sintesi - Sony).

7. Avete altre compilation in programma, giusto? E in questa nuova compilation presenterete altri pezzi inediti: quali sono, o meglio di che genere musicale sono, se si può anticipare qualcosa?

Abbiamo in programma diversi progetti. Prossimamente verranno organizzate delle compilation tra le quali quella dell'etichetta Giorgio Pasotti Musica in cui sarà presente 'Do you know how I feel inside?' tratto dal nostro primo Ep, quella organizzata dall'associazione artistico musicale Ottava di Brescia ed una a sopresa che non vi sveliamo!
Come band siamo già al lavoro su un nuovo cd autoprodotto previsto per la primavera del 2005 che conterrà altri 6 brani inediti oltre a qualche brano del passato rivisto negli arrangiamenti e ovviamente nella qualità della registrazione. Sicuramente affronteremo nuove sonorità non ancora affrontate sino ad oggi sperimentando atmosfere a volte più vellutate e in altri casi più dure del solito. Introdurremo l'utilizzo del pianoforte e di nuovi suoni magari anche con la collaborazione di qualche altro artista. Ci saranno novità per quanto riguarda gli argomenti che toccheranno sicuramente alcuni dei tragici avvenimenti odierni verso i quali non possiamo essere indifferenti.
Sicuramente suonerà come un album dei 'The Mirrors' ma mai come uno di quelli precedenti!

8. Che cosa trasmette e può trasmettere oggi la musica rock? Può esprimere un messaggio civile e sociale? Voi, in particolare, esprimete nelle vostre canzoni dei messaggi e volete raggiungere dei destinatari precisi?

Molti artisti già esprimono attraverso la musica rock importanti messaggi civili e sociali quotidianamente. Anche noi sentiamo l'esigenza prima di tutto come uomini di dire ciò che pensiamo riguardo problematiche di interesse comune e non abbiamo la minima paura di scadere nel banale per qualcosa che è stato già detto o si è già sentito in quanto le problematiche civili e sociali vanno periodicamente coltivate e rinnovate in funzione di una società in continuo cambiamento. La musica rock può avere grandi potenziali che però devono essere usati con intelligenza. E' nostro dovere utilizzare questo mezzo di comunicazione per trasmettere qualcosa che faccia riflettere la gente in un periodo serio ma che sembra nascosto da realtà di plastica.
Il nostro fine è di sensibilizzare gli altri e noi stessi attraverso l'arte per risvegliare e riportare al centro delle discussioni problematiche di interesse comune e serie che parlino di una vita basata su principi e valori sani e non artificiali cercando di considerare gli eventi senza distorsioni di parte.
L'intento è quello di poter cercare un determinatore comune tra noi stessi e qualsiasi essere umano si abbia di fronte a sè, senza nessun tipo di discriminazione (sessuale, etnica, culturale, fisica, religiosa, politica, etc.).
Le nostre riflessioni sono filosofiche ed esistenziali, sugli ideali e sull'attualità, sui sentimenti d'amore in tutte le sue manifestazioni. Partiamo da noi stessi per rapportarci con gli altri.
Le nostre canzoni parlano anche di speranza, manifestazioni a tutti gli effetti di quella che è la vita e che va giorno dopo giorno coltivata affinchè essa continui ad esistere: "estratti di vita reale", "di vita vissuta e che continua a vivere in quanto vita".
La vita è troppo corta per farsi dei nemici, perchè invece non provare a comunicare con gli altri per problematiche che a noi stanno a cuore ? Spesso esistono dei muri che ci separano gli uni dagli altri. Muri che devono essere abbattuti per dare spazio alla comunicazione. La comunicazione è il mezzo per affrontare discorsi di sensibilizzazione nei confronti di argomenti importanti e senza di essa aumentano solo le distanze tra le persone o i gruppi di persone.

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