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Didattica

Italiano per principianti, italiano per avanzati
di Massimo Acciai Baggiani

Ecologia

La natura di oggi e di ieri
di Siro Baggiani

Storia

Le donne e la resistenza. Storie straordinarie di donne ordinarie
di Antonella Bausi

 

La Natura di oggi e di ieri
 

Siro Baggiani


La natura è la cosa più grande, più bella, più buona, perché ci ha dato la vita, a noi umani e a tutte le altre specie viventi sul pianeta.
La natura sa come conservarsi; questo ce lo dimostra in quanto per miliardi di anni ciò che c'è oggi se lo è saputo conservare.
È l'uomo che la distrugge: attraverso la scienza e la tecnologia che l'ha cambiata e la sta cambiando sempre più, anche per colpa delle leggi sbagliate del passato e del presente, che continuano a essere sbagliate.
In natura esiste il bene, il male, il bello, il brutto, il buono e il cattivo. Ciò che è commestibile, velenoso, utile, nocivo o dannoso.
Questo lo sappiamo tutti, ma non tutti sanno che il male è più forte del bene, che essa si sa difendere; per questo i nostri antenati hanno dovuto difendersi ma gli ambientalisti di oggi che fanno le leggi non possono sapere cosa vuol dire male; essi prendono grandi stipendi già puliti dal male, non sanno come si devono difendere i contadini per salvare i propri raccolti dell'anno dagli animali che gli ambientalisti hanno protetto.
Questo è il ringraziamento che hanno dato loro. per capire tutto questo basterebbe andare per qualche settimana al posto loro; solo allora capirebbero cosa stanno facendo. Parliamo della nostro Italia, quando era popolata da contadini che dovevano procurarsi il cibo, non solo per sé ma per tutta la popolazione, perché tutto viene dalla terra. Essi dovevano salvare tutto quello che offriva loro la natura, combattendo tutto ciò che era nocivo e dannoso per i raccolti.
Dovevano difendersi dai lupi, che mangiavano le pecore, i maialini, il pollame, i conigli e tutto ciò che incontravano purché fosse carne. C'è chi dice che i lupi sono utili per mangiare carogne; ma non è vero, quando venivano cacciati quelli che rimanevano non aspettavano che morisse qualche animale per farsi un buon pranzo; al contrario cercavano quelli vivi che erano più buoni, creando così gravi danni ai contadini e a tutte le altre specie utili. Le carogne venivano mangiate dalle larve dei mosconi, lasciando solo le ossa.
Si difendevano dalle volpi, puzzole, faine, donnole, gatti selvatici, linci e da tutte le altre specie carnivore, comprese tutte le altre specie di rapaci quali falchi, poiane, corvi, cornacchie, gazze ladre e tante altre che non conosco, anche se si parla di animali italiani.
Ogni contadino quando vedeva una volpe correva a prendere il fucile per ucciderla perché era molto dannosa; gli mangiava i polli che pascolavano per i campi e anche vicino a casa, pulcini, uova, conigli allo stesso modo dei lupi.
Quello era il suo guadagno dopo mesi e anni per crescerli.
Quando l'aveva uccisa la portava in un paniere per mostrarla agli altri contadini che lo premiavano dandogli uova o denaro.
C'erano puzzole e faine che stavano nascoste sotto il pagliaio, davanti alla tana che si erano scavata; lasciavano un mucchio di ossa di pollo e di altri animali che mangiavano. Quando il contadino se ne accorgeva, chiamava il cane che scavando riusciva ad acchiapparli e ucciderli. Chi li uccideva, come dicevo prima, riceveva dei premi dagli altri contadini.
Anche le donnole sono piccole ma molto astute e dannose in quanto oltre a mangiare pulcini, uova, galline, uccellini di tutte le specie, si nutrivano soprattutto delle nidiate che trovavano, uccellini molto più bellini e utili di quelli che hanno protetto per sterminare quelli rimasti.
La donnola era molto astuta perché uccideva prede molto più grandi di lei, come i tacchini. Gli saltava sulla schiena e gli mordeva il collo per succhiare loro il sangue di cui erano molto ghiotte.
La donnola anche se in compenso acchiappava qualche topo era molto dannosa perché sapeva arrampicarsi anche sulle cime degli alberi per cercare i nidi e catturare le madri mentre covavano le uova.
C'è da aggiungere anche i volatili rapaci carnivori che sono altrettanto dannosi, come dicevo prima, soprattutto le specie dei falchi; fra questi il più dannoso è il falco pellegrino, il quale riesce ad acchiappare in volo anche uccelli grossi come piccioni, ma il male più grande lo fa quando caccia gli insettivori, quelli che si cibano di insetti; fra questi le più sfortunate sono le rondini quando arrivano dai paesi caldi attraversando il mare per tornare in Italia ai loro nidi, stanche ed affamate.
Per i falchi pellegrini sono prede facili da catturare anche in volo.
Ci sono altre specie che non solo mangiano carne ma si cibano anche di frutta; fra queste le cornacchie, i corvi, le gazze ladre eccetera.
Ma i più dannosi sono gli storni, i quali mangiano frutta coltivata dai contadini; basta che uno di loro veda un ciliegio, un fico, un pesco, un pero, un diospero… ma il danno maggiore è all'uva e alle olive.
Quando sono cresciuti di numero cominciano a cantare richiamando tutto il branco: migliaia di individui. Quando entrano in un vigneto, la vendemmia la fanno loro, come fanno ancora.
In poco tempo danneggiano il raccolto di tutto l'anno, dopo la fatica e tanta manodopera per coltivarlo. I contadini hanno tante spese tra cui quelle per il ramato, lo zolfo, il concime e tanti prodotti per combattere vermi e parassiti di frutta e verdura.
Questi storni! In autunno, quando non trovano più nulla, si cibano di olive anche se sono molto aspre, danneggiando anche qui il raccolto del contadino.
Tutti questi animali carnivori rapaci con le leggi di oggi non solo sono protetti ma vengono pure reintrodotti, creando danni all'agricoltura e all'ambiente perché questi carnivori hanno sterminato gli insettivori; senza questi ultimi il contadino è costretto ad adoperare i veleni per uccidere gli insetti nocivi, altrimenti non viene più niente, i raccolti se li mangiano loro.
Questi veleni non solo costano molto ma fanno male anche a chi li adopra, oltre a noi che li mangiamo.
Molti dicono che se non ci fossero più questi insettivori quali gli uccelli è colpa dei cacciatori, ma non è vero! Perché quando c'erano tanti contadini, c'erano anche tanti cacciatori e c'erano tanti uccelli perché ogni cacciatore contribuiva a salvarli.
Considerando che ogni cacciatore ne poteva uccidere un centinaio nei mesi della caccia, ma bastava che uccidesse una volpe oppure qualche altro carnivoro che allora non erano protetti, ne salvava molti di più di questi uccellini ed altri insettivori perché questi carnivori a caccia andavano tutto l'anno uccidendone molti di più del cacciatore. Considerando che ogni uccellino di bello fine, ciò quelli che si cibano di insetti, poteva mangiarne una decina o anche venti al giorno, secondo la specie.
Ogni insetto può deporre centinaia di uova più volte l'anno.
Basta fare questi conti per capire un solo uccellino quanti ne poteva mangiare durante l'anno e quante migliaia d'insetti potevano nascere sulle culture o frutteti.
I veleni che danno oggi li uccide solo nei campi coltivati ma nei boschi se non ci sono più uccellini oppure altri insettivori come lucertole, rospi e altre specie, chi li mangia? Così questi insetti prolificano, cominciando a danneggiare anche le piante di bosco come castagni e altri alberi da frutto.

Il bosco e i campi non coltivati servono loro da ripopolamento, così sono pronti a volare sui campi rendendo necessari i veleni.
Anche gli uccelli acquatici quando aumentano di numero sono dannosi perché mangiano ranocchi, salamandre, tritoni, girini e altre specie quali i pesci: tutte quante si nutrono di larve di zanzare ed altri insetti dannosi.
Non è detto che tutti gli insetti sono nocivi! Ci sono tante altre specie che sono utili, come le api che non solo ci danno il buon miele ma servono anche per impollinare piante e altre coltivazioni; ci sono anche le vespe, i calabroni, le cocciniglie e tante altre specie che non sono dannose.
Anche le farfalle impollinano, ma dalle uova loro nascono i bruchi pronti a mangiare le verdure coltivate.
Ritornando indietro di settant'anni, io ero piccolo ma ricordo bene quando eravamo contadini e vivevamo in un mondo di favole anche se eravamo più poveri; c'era più contentezza, più bene in famiglia anche se eravamo più numerosi, ma avevamo delle regole da rispettare e noi le rispettavamo tutti.
Al mattino venivamo svegliati dai canti dei passerotti che covavano sui tetti, le cinciarelle sugli alberi in cerca di insetti, mentre cantavano qua e là volando di albero in albero, le capinere in cerca di un posto dove fare il nido, come i verzellini, le ziperagnole, i fringuelli, i merli, i picchi che si arrampicavano sui tronchi dei vecchi alberi per cercare larve di insetti nascoste sotto le cortecce del tronco. Tra questi il picchio verde, il picchio rosso, il picchio maggiore, il picchio muratore, più rampichino, e tante altre specie.
Ricordo la sera all'imbrunire cominciava a cantare l'usignolo col suo bel canto; era una meraviglia ascoltarlo…
Quando arrivavamo all'inverno si cominciava a vedere il pettirosso che si avvicinava agli altri e alle case, in cerca di insetti. I cardellini venivano a branchi, anche loro vicino alle case, nei giardini in cerca di semi delle erbe ormai già secche, oltre al canto mostravano dei colori bellissimi.
Quando veniva la neve tutti noi bambini ci divertivamo ma loro, spinti dalla fame e dal freddo, si avvicinavano al pagliaio, se non c'era la neve, per cercare qualche chicco di grano nascosto fra la paglia. Insomma ripensandoci era un sogno da favola.
Ricordo che si spalava la neve per portarci le briciole di pane ed altri semi, vicino alle finestre per vedere attraverso il vetro quanto erano belli; anche i merli tutti neri sul manto della neve bianca erano bellissimi.
A primavera, all'alba, si sentivano i primi richiami delle rondini che volavano sotto i tetti, vicino alle finestre portando mosche, zanzare, moscerini ed altri insetti i pulcini che sull'orlo del nido stavano ad aspettare a becco aperto.
Nell'aria si sentiva suonare un'orchestra che eseguiva canti diversi, suonata da decine di uccelli con i loro richiami amorosi.
Insomma questa era la natura, così bella che oggi non mi sembra vero. oggi proteggendo questi piccoli uccelli carnivori hanno cancellato e continuano a sterminare le bellezze della natura ed i bisogni di questi uccelli.
Ma se i nostri antenati hanno cacciato questi carnivori fin dall'antichità, secondo le leggi di oggi erano tutti imbecilli! Ma se chi fa le leggi invece di prendere stipendi d'oro già puliti, guadagnati da questi coloni o aziende agricole col loro sudore e la rabbia che devono sopportare nel vedersi sparire i propri raccolti che hanno coltivato con fatica e tante spese tutto l'anno, prendessero il loro posto, come dicevo prima, basterebbe un solo giorno, allora potrebbero capire che difendere il male non va bene, solo allora potrebbero fare le leggi giuste.
Per capire perché siamo costretti a mangiare frutta e verdura avvelenata basta avere un piccolo orto, dove si producono questi ortaggi senza avvelenarli per combattere bachi e insetti di ogni specie; non viene niente, non basta la parola biologica, anche se son fatti di un materiale diverso è pur sempre veleno altrimenti non muoiono.
La parla biologica era molto più valida e si difendeva da sé quando non c'erano le leggi che proteggono il male.
Si è parlato di uccelli di becco fine ma ci sono anche quelli col becco grosso, pure essi utili, quali fringuelli, verdoni e altri: il becco grosso serve loro per aprire i semi lasciati dai raccolti durante l'anno e specialmente nell'inverno, questi uccelli di becco grosso andavano a branchi di migliaia nei campi dove non c'erano più raccolti ma erano rimasti i semi delle erbe dannose.
Questi mangiavano tutte le specie di questi semi; in tal modo non c'era bisogno di pesticidi e diserbanti per difendere i raccolti.
Da quando non ci sono più uccelli insettivori per colpa di questi uccelli carnivori che sono stati protetti anche i pesticidi sono utili per l'agricoltura. Ma anche fra gli uccelli rapaci c'è qualche specie utile come le civette, i barbagianni, l'allocco, il gufo ed altri. Sono utili perché mangiano i topi, ma questi sono notturni; anche se stanno vicino alle case non li uccide nessuno.
Fra gli uccelli insettivori c'è una specie che si meriterebbe il primo premio: i codibugnoli. Sono molto piccoli, con una coda lunga: forse sarà per questo che si chiamano così.
Questa specie fa il nido a qualche metro di distanza da terra, per questo ne sono rimasti pochi: per i carnivori sono prede facili. Essi arrivano facilmente a mangiarsi le nidiate.
Il suo nido è ovale con un buchino quasi in cima per il passaggio; è fatto con muschio intrecciato con tele di ragno e fili di lana che lasciano le pecore quando passano fra i rovi. Dentro è imbottito di piume morte che lasciano altri volatili. Nel nido vengono deposte dalle diciotto alle ventidue uova, perciò il codibugnolo fa il nido in modo così intelligente! Così i piccoli come sono non ce la farebbero a covarli tutti, ma basta che covino quelle in cima, le altre in basso rimangono calde.
Quando di schiudono i genitori devono far mangiare anche quelli che si trovano in fondo al nido, eppure sanno conoscere chi ha mangiato e chi no per crescerli tutti quanti.
Quando sono pronti per volare i genitori portano tutta la famiglia da un albero all'altro per insegnare loro a catturare i piccoli insetti molto dannosi per tutte le piante. Essendo in tanti volano tutti sopra la stessa pianta e la lasciano pulita prima di andare su un'altra; è per questo che sono più utili di tutti.
C'è qualcuno che chiede: come mai gli storni sono in aumento? Pochi sanno dare questa risposta; c'è chi dice: perché non ci sono più i cacciatori, ma non è vero, perché fino a poco tempo fa, nel 2012, i cacciatori c'erano ed era una delle specie cacciabili. Ce n'erano a migliaia, mentre quelle protette che fanno il nido per terra sono sparite quasi tutte. La risposta giusta è questa: gli storni fanno il nido sui tetti, dove gli uccelli carnivori non arrivano, e riescono a portare via tutte le nidiate che fanno, facendo aumentare il numero di animali dannosi, mentre gli uccelli insettivori, covando in terra oppure sopra le macchie, sono vulnerabili, facili prede da catturare. In questo modo fanno diminuire questi insettivori tanto utili fino all'estinzione per colpa di questi carnivori protetti.
Questa è la risposta giusta: altro che cacciatori!
È giusto salvare tutte le specie esistenti, buone o nocive, ma è altrettanto giusto tenere sotto controllo le specie nocive per non farle aumentare di numero e diventare così dannose: già sono troppi gli storni, i cinghiali, i caprioli, i daini, le cornacchie e tutti gli altri rapaci.
I contadini o coltivatori diretti sono molto arrabbiati perché non ce la fanno più a vivere in queste condizioni.
Nel periodo della frutta se la mangiano loro, i raccolti li mangiano gli erbivori, la verdura i bruchi, i pidocchi ed altri vermi, ma a loro cosa gli resta?
Quando nasce il granturco, fra cornacchie, piccioni ed altre specie, lo beccano rovinando metà dei raccolti.
Quando nascono i pulcini se li mangiano i falchi ed altri carnivori terrestri e così via.
Quando c'erano i lupi, i pastori erano molto arrabbiati perché non solo sparivano loro gli agnellini ma anche le pecore, le capre, i maiali eccetera.
Gli ortaggi li dovevano avvelenare continuamente perché stanno aumentando sempre di più, perché spesso appaiono nuove specie più resistenti ai veleni.
Ci sono i cinghiali che non solo mangiano il grano, il granturco, l'uva, i pomodori e le castagne, ma fanno danno anche mangiando le verdure e pesticciando danneggiano i raccolti sopra terra; ma mangiano anche quelli sotto terra come le patate, le barbabietole eccetera, scavando col naso per cercare lombrichi e altre radici di erbe che fanno parte della sua dieta.
Anche i caprioli sono dannosi. I contadini che hanno piantagioni di frutti sono costretti a spendere denaro per comprare reti metalliche per recintarli, ma non solo: essi mangiano anche le verdure di ogni specie.
Non solo questi mangiano tutto ai contadini, ma anche nei boschi dove spuntano i germogli che servono per imboschire dove le piante cadono.
Allora la forestale ha reintrodotto i lupi per mangiare i caprioli e i cinghiali perché sono troppi, ma è qui che i contadini, coltivatori diretti, aziende agricole sono arrabbiatissimi, perché se trovano a mangiare i loro raccolti un capriolo oppure un cinghiale e lo uccidono, giustamente per mangiarlo, la forestale fa loro una bella multa, mentre hanno reintrodotto e protetto questi carnivori perché si nutrano loro di cinghiali e caprioli.
Questo non va bene, voler bene agli animali nocivi più che alla nostra specie umana.
In natura non esiste amare più un'altra specie più della propria, soprattutto quelle specie dannose.
Esiste anche un altro grosso sbaglio; quello di curare un animale dannoso, se è ferito, e rimetterlo in libertà per andare a mangiare altri animali utili, mentre la nostra specie quando ha bisogno di cure, oppure operazioni, viene messa in lista di attesa anche per mesi o anni, aspettando che il male si acuisca e diventi incurabile fino alla morte.
Tutto questo è perché dicono che non c'è denaro per aumentare il servizio sanitario, ma per gli animali sì!
Questo è vergognoso, non dovrebbe esistere. Non è detto che gli animali siano tutti dannosi; ci sono specie che l'uomo è riuscito ad addomesticare e rendere utili.
Fra tutte le specie è stata scelta la pecora perché non è aggressiva ed è erbivora, facile da allevare.
Questa era importante e lo è ancora perché ci dà il latte, la lana e la carne.
Anche i bovini, che oltre al latte ci danno la pelle ma soprattutto la carne che è nella nostra dieta; questi li aiutavano a lavorare la terra. anche i maiali erano molto utili per la loro carne, così come le varie specie di pollame.
Ma ci sono altre specie altrettanto utili anche se non ci danno niente da mangiare: ci danno tuttavia una dolce compagnia, sia da bambini che da anziani: questi sono i cani e i gatti, i quali sanno riconoscere i loro padroni e vogliono loro bene. Sono utili per fare la guarda, per accompagnamento e tante altre occasioni.
Gli ambientalisti dicono che difendono l'ambiente ma come fanno loro lo distruggono, non solo l'ambiente ma anche chi ci vive. Vogliono lasciare tutto alla natura, cominciando dai fiumi; col passare del tempo il letto del fiume si è trasformato e riempito di terra, sassi e detriti fino al pari del terreno. In certi casi hanno costruito gli argini, ma questi dopo tanta pioggia si possono rompere, come spesso accade, provocando alluvioni.
L'ambiente ha bisogno della mano dell'uomo, altro che natura!
I fiumi vanno affondati e ripuliti perché anche se viene un temporale che fa aumentare l'acqua, deve sempre restare sotto il livello del terreno. Coi mezzi di oggi è possibile affondarli e col materiale tolto rinforzare gli argini, facendo due cose buone nello stesso tempo, spendendo meno ed evitando che venga l'alluvione provocando tanti danni agli animali, alle case, ai raccolti e soprattutto alle vite umane, come spesso accade.
Anche i contadini, considerati ignoranti, quando arrivava settembre o ottobre ripuliscono e affondavano le fossette dei campi dove c'era bisogno per salvare i raccolti.
Un altro grave sbaglio è quello di lasciare i boschi alla natura; anche questi infatti hanno bisogno della mano dell'uomo.
È vero che ci sono dei vandali e persone scorrette che buttano cicche ancora accese sui bordi della strada confinante coi boschi, ma è altrettanto vero che il bosco senza la legna non brucia; se nelle montagne boschive venissero ripulite come quando c'erano i contadini brucerebbe solo l'erba secca senza fare nessun danno, ma da quando c'è chi dice che i boschi devono restare alla natura con alberi vecchi caduti e tutta la ripulitura lasciata ai boscaioli, quando tagliano il bosco per fare legna da fuoco oppure da lavoro è chiaro che il bosco brucia tutto, anche le piante verdi, diventando pericoloso anche per le abitazioni che si trovano vicino e per tutto il bestiame dei contadini e per gli animali selvatici che ci vivono.
Quando c'era i contadini tagliano macchie vecchie e nuove anche piene di rovi pungenti per fare fascine che servivano loro per scaldare il fondo per cuocere il pane.
Oggi di queste fascine non c'è più bisogno, quei pochi contadini rimasti preferiscono comprarlo già fatto.
Il bosco con le macchine che ci sono oggi potrebbero ripulirlo ugualmente e salvarlo dagli incendi dolosi o naturali causati dai fulmini. Questi ramoscelli o detriti lasciati alla natura non solo alimentano gli incendi ma con la pioggia trattengono le acque appesantendo il terreno più scivoloso e creano valanghe anche molto pericolose.
Questi detriti di sudicio o ramoscelli lasciati nel bosco col temporale possono scivolare fin nel fiume, intasando ponti e passaggi stretti e provocando alluvioni.
Anche per i fiumi c'è bisogno di manodopera per tagliare le piante che crescono nel letto, comprese quelle degli argini dove ci sono i canneti; le macchine li tritano e li lasciano lì, ma è sbagliato perché d'estate possono favorire incendi e d'inverno con le piogge scivolano giù e, anche se tritati, possono favorire l'intasamento dei fiumi e causare quindi alluvioni.


COSA DI DEVE FARE PER SALVARE LA NATURA


Per salvare la natura occorre ritornare indietro fino agli anni Trenta e copiare molte cose che sono state dimenticate.
È vero che ogni essere vivente va salvato, con l'eccezione dei microbi e dei parassiti che portano solo malattie e fastidio, come le zanzare eccetera, ma dovrebbero essere tenuti sotto controllo finché non aumentino di numero e diventare dannosi, come facevano i nostri antenati.
Questi animali considerati dannosi si sono sempre salvati anche quando c'erano i contadini che davano loro una caccia spietata per salvare i raccolti. Questi andrebbero messi in delle grandi riserve recintate in modo che non vadano a danneggiare l'agricoltura, perché è da questa che dipende la nostra sopravvivenza.
Occorre fare delle torri con dei fori e piccoli spazi per farci covare i pipistrelli insettivori per ripulire l'aria, fare degli allevamenti che ce n'è tanto bisogno.
Occorre fare delle cornici per farci fare il nido alle rondini e fare delle belle multe a chi le danneggia invece di curare e salvare altri animali che danno loro la caccia; non solo a loro ma a tutti gli insettivori utili e belli.
Occorre ridare la libertà ai contadini e alle aziende agricole, le quali devono essere risarcite dei danni, di uccidere e difendersi dagli animali che distruggono i raccolti, come facevano i nostri antenati, non fargli la multa come prevedono le leggi di oggi.
Questi vanno premiati perché salvano i cibi che mangiamo quotidianamente, altro che multe!
Occorre affondare i fiumi, come dicevo prima.
Occorre fare muri in cemento armato per proteggere le abitazioni vicine ai fiumi.
Occorre ripulire i boschi dal legname sottostante e adoprarlo per fare granelli per le stufe.
Occorre fare delle strade nei boschi per permettere di passare ai mezzi antincendio e facilitare i boscaioli nel loro lavoro, dare possibilità di arrivarci con le auto per fermarsi al fresco d'estate per chi lavora al caldo, o dove c'è polvere, e inala vernici o diluenti.
Queste persone che lavorano per noi vanno premiate lasciandole andare al fresco dei boschi per riprendere una boccata d'ossigeno che he hanno molto bisogno; oggi fanno al contrario, hanno messo le sbarre per impedircelo. È questo il ringraziamento di chi fa le leggi?
Bisognerebbe provvedere anche per chi non può camminare come anziani, malati, zoppi, donne incinte, chi ha bambini piccoli eccetera.
Queste sono persone che pagano le tasse non solo per mantenere i boschi ma anche per mantenere grandi stipendi a chi fa le leggi; è così che ringraziano: proibire loro di andare nel bosco che è l'unico divertimento per chi non ha la villa al mare o in montagna.
C'è bisogno di rimboschire i vecchi boschi con i pini e altri alberi che cadono, farci nuove piantagioni di alberi da lavoro, da legname e soprattutto che producono ossigeno, fresco e bellezza. Questo è necessario: altro che lasciarlo alla natura.
Ci sono tanti disoccupati o in cassa integrazione; ognuno potrebbe contribuire a migliorare, che ce n'è bisogno, e guadagnare da vivere per chi non ha niente.
La cosa che occorre maggiormente è vedere dove vanno i nostri soldi e bloccare chi li ruba, chi li spreca, chi non paga le tasse; solo così con questi soldi si darebbe lavoro a chi ne è privo e salvare l'ambiente e chi ci vive.
In questi ultimi anni la scienza si è sviluppata molto velocemente; è bello vedere le macchine lavorare per noi, ma pensandoci hanno levato il lavoro agli operai, aumentando sempre più la disoccupazione, mettendo le famiglie in difficoltà ad andare avanti. Pensando a quanto denaro viene spero per andare nello spazio, per costruire aeroplani da guerra pronti per andare ad uccidere vite umane, carrarmati, tante armi sempre più potenti che non solo inquinano e rovinano l'ambiente, ma avvelenano anche chi ci vive.
Gli ambientalisti fanno multe a chi fa il fuoco in mezzo al campo per bruciare erbacce, rovi e altre culture ormai già secche per pulire il terreno prima di seminarci, perché non vanno a punire chi veramente inquina l'aria con fumi e sostanze velenose?
È più facile acchiappare i deboli e far loro pagare per i più forti!
La natura è l'uomo che la disfa, ma vanno puniti i colpevoli, non gli innocenti.

ANCHE I FUNGHI APPARTENGONO ALL'AMBIENTE


I funghi sono esseri viventi come tutte le altre specie in movimento. Anche tra i funghi, come tra quasi tutti gli esseri viventi, vi sono quelli buoni e quelli cattivi, soprattutto per chi li mangia, ma anche fra noi umani ci sono i buoni e i cattivi purtroppo.
Questa specie, come dicevo prima, è vivente anche se diversa dalla nostra; basta metterne uno in un cassetto per alcuni giorni, quando lo apriamo esce fuori un puzzo come di animale morto.
Ogni qualità di fungo nasce sopra le radici di ogni pianta o albero ma anche loro sono diversi; ci sono quelli belli a vedersi e quelli meno, ci sono quelli commestibili e quelli addirittura mortalmente velenosi sia per gli umani che per altri animali che si cibano della sua carne.
Questo lo sappiamo tutti ma non tutti sanno dove nascono, come nascono e quando.
C'è chi dice che nascono dalle spore; basta chiederlo a chi è nato nel bosco con ottanta anni di esperienza. Dirà che le spore non c'entrano per niente; il fungo è un frutto che nasce spontaneo sopra alle radici di una pianta malata di fungo, che come noi umani se si suda e si va al freddo c'è chi si ammala e chi no, anche le piante in piena estate fino all'autunno quando il terreno è molto arido e piove molto poi sole senza vento, la differenza dal caldo al freddo provoca una malattia chiamata malattia del fungo che, col ribollire del terreno, fa nascere il fungo. Non tutte le piante si ammalano, soprattutto quelle giovani.
Per diverse persone le spore sono soltanto una scusa per prendere i soldi alla gente, perché vorrei che chi ha messo questa legge mi desse una risposta a queste domande: perché nei boschi dove non sono mai nati i funghi basta che piova con una grandinata in piena estate e i funghi nascono abbondanti? Chi è che ci ha portato le spore?
La risposta la suggerisco io! Perché la grandine è più ghiaccia dell'acqua; in un terreno arido e caldo, questo ribolle, fa la muffa e nascono i funghi.
Ogni specie nasce dalle sue piante; il porcino preferisce nascere dal castagno, dalle scope, dalla quercia, dal faggio; questi sono i migliori, ma nascono anche dall'abete, dalle sughere, dagli alberi eccetera.
Dove ci sono le acacie il porcino non nasce ma nascono altri funghi che non so se sono commestibili.
I funghi sono di tante specie; i più belli sono gli ovoli col loro colore arancio che paiono fiori in mezzo alle erbe verdi, anche se una parte di essi sono tossici, da scartare.
Una volta quelle specie commestibili venivano riconosciute e prese da adulti e purtroppo anche da piccoli come porcini, ovoli, galletti, prugnoli e tante altre specie ma commestibili.
Ora tutti questi vengono rubati al terreno anche da troppo piccoli, che per trovarli viene raspato distruggendo il letto e i neonati che potrebbero crescere e dare un buon frutto, soddisfacendo sia i fungaioli che li cercano sia chi li mangia.
Quelli che fanno le leggi dovrebbero multare seriamente chi li prende sotto misura, chi raspa, chi ne prende troppi, altro che spore e buste di plastica, queste non fanno nessun male.
Ritornando alle spore, vorrei ancora una risposta da coloro che fanno le leggi; se è tanto semplice perdere spore per far nascere altri funghi basterebbe scuoterli in un pezzo di bosco per fare una coltivazione di allevamento, ancora non ci è riuscito nessuno?
Perché quando viene tagliato il bosco per tre anni circa non ci nascono i funghi? E perché dopo questo tempo rinascono come prima?
Certamente ci vuole la pioggia e il giusto clima per la nascita di un fungo, ma chi ce le ha portate in questo periodo le spore?
Come mai nel bosco dove ci nascono abbondanti ci può essere un castagno che intorno ci nascono sempre e da un altro a pochi metri di distanza non ci nascono mai?
Le spore dovrebbero esserci anche lì, cadute dai panieri dei fungaioli che si intrecciano cercandoli.
Io nel mio giardino avevo una pianta di fico che dopo quattro anni che era stato tagliato perché ormai già vecchio, intorno al suo tronco cominciarono a nascere famiglie di funghi di altre qualità che non raccogliamo; le spore chi ce le ha portate se in centro città non nasceva nessun fungo?
Un anno in un bosco dove si trovavano tanti funghi ci fermammo a pulirli e la pulitura la spargemmo vicino a dove li avevamo raccolti con la speranza che dopo quindici giorni li avremmo ritrovati, ma ciò non è accaduto. Se scuotendo il paniere queste spore cadono figuriamoci con la pulitura quante ne sarebbero cadute: ma i funghi non li abbiamo mai trovati.
Un'altra prova l'ho fatta con i prugnoli: anche questa volta non solo ho sparso la pulitura ma anche un liquido fatto con la pulitura messo in un barattolo di vetro. L'ho gettato vicino a dove li avevo trovati ma niente da fare! Ma allora ho pensato che era proprio una scusa per prendere i dolsi con le multe che fanno per colpa delle spore, come molti hanno capito?
Vorrei avere un'altra risposta sui prugnoli: perché in alcuni prati di montagna nascono facendo disegni a cerchio, a ferro di cavallo, a strisce larghe una decina di centimetri e lunghe anche per metri che a vederli sembrano strisce bianche per quanto si ritoccano l'uno con l'altro?
Secondo loro le spore sono cadute solo in questi dieci centimetri? Non è possibile ed è per questo che i conti non tornano.
Anche qui penso che la risposta sia un'altra: penso che ci siano delle crepe dove esce fuori del caldo, sapendo che nascono in primavera quando è ancora fresca la stagione e questo ce lo dimostra anche l'erba perché in queste strisce l'erba è più alta e più verde, tanto che si può notarlo da lontano.
Tutto sommato la risposta giusta penso che sia la mia perché ottanta anni di esperienza nel bosco non si possono cancellare.

Questa natura va capita,
apprezzata e controllata.

Contatore visite dal 6 giugno 2011
 
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