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Attualità

La crisi
Articolo di Gennaro Tedesco

Filosofia

L'infinito pulsare della vita nell'eterno presente del Cuore Universale
Articolo di Paolo D'Arpini
Il filosofo Immanuel Kant, la Cancelliere Angela Merkel e la necessità di un cambio paradigma politico
Articolo di Apostolos Apostolou
Il desiderio fra Massimo Confenssore e Jacques Lacan
Articolo di Apostolos Apostolou
L'ironia della Storia
Articolo di Apostolos Apostolou

 

Il filosofo Immanuel Kant, la Cancelliere Angela Merkel e la necessità di un cambio paradigma politico
 

Apostolos Apostolou
 


La crisi è sempre questione di causalità di squilibrio tra cause ed effetti, e trova o meno la sua soluzione in un riaggiustamento delle cause.
Oggi parliamo di crisi economica. Secondo Marx le crisi economiche sono crisi di sovrapproduzione che tendono ad aggravarsi ad estendersi. La crisi proviene dal capitalismo dirà Marx, perché il capitalismo è caratterizzato da contraddizioni la più importante e' la caduta tendenziale del saggio medio di profillo cioè il rapporto tra il plusvalore e il capitale globale investito: (p=Pv/c+v). Per Ricardo invece la crisi è una conseguenza finale che matura lentamente in conseguenza dell' accumulazione.

La prima fase del capitalismo è la accumulazione pre-capitalista. Abbiamo la prima fase di capitalismo dalle città-stato del periodo medievale. In tale realtà si sviluppò pienamente in i suoi presupposti essenziali: dalla libertà concorrenza all' accumulazione indefinita della ricchezza finanziaria, dal calcolo razionale del profitto alla ricerca di sempre nuovi sbocchi commerciali. (M. Weber sostenne che nel Medioevo esistevano persone ebree che avevano accumulato grandi patrimoni con il commercio e l' attività finanziaria).

La seconda fase è il capitalismo nel XVI secolo. Nacque una forma completamente nuova di capitalismo. Gli artefici del capitalismo moderno, a differenza loro, erano uomini (non sempre Ebrei) votati alla loro missione, non spinti dall'amore per il "Dio denaro": anzi, l'accumulazione della ricchezza era soltanto un sottoprodotto casuale, quasi non voluto, della loro attività. Essi, sempre secondo Weber, erano ispirati da una disciplina morale, (mise etica protestante e moderno spirito del capitalismo in rapporto di causa/effetto) una "ascesi mondana", che li spingeva ad identificare la loro religione con il metodico adempimento della loro vocazione o professione e, incidentalmente, ad accumulare ricchezze che potevano investire solo in quella vocazione, dato che rifiutavano ogni forma di lusso, di sperpero, di ambizione sociale. Egli non sostenne che Giovanni Calvino e gli altri maestri protestanti avessero direttamente propugnato il capitalismo o i metodi capitalistici, né che l'insegnamento di Calvino sull'usura avesse esercitato qualche influenza sulla nascita del sistema capitalistico: in realtà, egli rifiuterà.
Però il protestantesimo esprime la disciplina uniforma. Nel concetto protestante venivano a combinarsi le idee di professione e vocazione compito (come canone di E. Kant) consacrato dai fatto che e' Dio che ci chiama a svolgerlo.
Che altro è la disciplina di bilancio? E il patto di stabilità e crescita? Il compito il canone.

Il premier Mario Monti dirà: "L'Italia punta al pareggio di bilancio nel 2013. Per riuscirci è necessario evitare politiche keynesiane illusorie e di vecchio stampo che favoriscano espansione di deficit di bilancio". Qui abbiamo il pensiero di economia di protestantesimo. Un canone, un compito. Il canone del giudizio morale in generale per ricordare E. Kant. Il canone è il centro dell' economia tedesca di Merkel. Cosi l' economia non e' inclinazione, ma e' imperativo. Ricordate cosa scriveva E. Kant (il Mose della nazione tedesca) per l' imperativo. Tutti gli imperativi sono espressi da un dover essere [Sollen] , secondo Kant, e denotano il rapporto di una legge oggettiva della ragione con una volontà che, per la sua costituzione soggettiva e' determinata. Quando penso, un imperativo - dirà Kant- in generale non so ciò che conterrà finché non ne sia data la condizione. Se invece penso un imperativo categorico, so immediatamente che cosa contiene. Infatti l' imperativo non contiene che la necessità, per la massima (cioè, la regola pratica secondo Kant, il principio valido per ogni essere ragionevole, secondo cui esso agire, cioè un imperativo) di essere conforme a tale legge, senza che la legge sottostia a nessuna condizione; di conseguenza non resta che l' universalità d' una legge in generale, a cui deve conformarsi la massima dell' azione, ed e' soltanto questa conformità che l' imperativo presenta propriamente come necessaria. Qui abbiamo questo che dice S. Zizek più obbedisci al comando del Super-io, e più sei colpevole. Cosi l' economia oggi, diventa come il Super - io che rappresenta la censura morale della coscienza l'insieme dei divieti sociali derivante dall' identificazione con il mercato (il padre secondo psicoanalisi) le sue regole.

L'ubbidienza val più del sacrificio . L' economia e' l' assoluto dovere, e' la uniformazione planetaria di unificazione del mondo sotto il segno dell' Occidente. Nella società postmoderna l' individuo e' completamente isolato in un sistema che manipola il suo immaginario tramite la pubblicità e la propaganda. Il suo comportamento tradisce un conformismo assoluto un obbedienza a tutte le mode. Possiamo parlare ancora di economia ? Con il senso che aveva nell' analisi classica o marxista, assolutamente no. Perché il suo motore non è più l' infrastruttura della produzione materiale, ne' la sovrastruttura bensì la destrutturazione del valore, la destabilizzazione dei mercati e delle economie reali.

L'economia cessa di esistere sotto i nostri occhi, si trasforma da se stessa in un debito-economia della speculazione,(diviene necessità o omotropia. Ha il carattere del bisogno, con significato di domanda, ovvero connette il soddisfacimento del bisogno con qualcun altro che soddisfa il bisogno, come la banca) che si spende gioco la legge del valore, le leggi del mercato, la produzione, il plus-valore, la logica classica del capitale.
Cosi il debito diviene un satellite della terra, il debito comincia a entrare in orbita e prende a circolare da una banca all' altra, da un paese all' altro. L' economia oggi, -possiamo vedere che cosa succede n Europa- e' un' economia virtuale. Gioca con una curva di flessione, e non funziona come volontà politica ma come ricatto.
In Europa per esempio pare che interi paesi siano stati paesi in ostaggio da emissari di un noto gruppo terroristico la B.C.E. i cittadini in Europa vivono la Sindrome di Stoccolma, cioè quella condizione psicologica che porta le vittime a solidarizzare con i carnefici.

Eppure l' ellenismo durante il periodo pre-etnocratico ha sviluppato un altro sistema economico. La Grecia non è mai passata attraverso feudalesimo, e aveva un carattere cosmopolitico, proprio durante l' epoca bizantina. La città oligarchica, partecipa al processo politico attraverso l' intermediario dalle Koina, sono, i locali o settoriali, cioè un sistema economico che fa dipendere la relazione tra lavoro e capitale, non dalla proprietà (non abbiamo il periodo pre-etnocratico la piena proprietà ma la nuda proprietà) ma dalla partecipazione in partenariato di ciascuno sulla base del proprio contributo al processo di produzione.

Questa filosofia collega la verità con la democrazia e con la chiesa (la chiesa rappresenta il demos, in Grecia antica), con l' esercizio comune della relazioni di comunione della vita. E' l' synamfoteron (s??aµf?te??? parola che troviamo da Aristotele a Gregorio Palama) cioè l' ambedue insieme. Nessuna autorità, nessuna rivelazione costruttiva garantisce secondo ragione la verità. La verità si raggiunge soltanto con l' esercizio delle relazioni secondo ragione .In medioevo greco, e proprio di testi dei Padri della chiesa ortodossa abbiamo la parola a?????pe??????s? cioè la reciproca inter-penetrazione. La parola esprime che la politica mira a liberare l' essere umano, a permettegli di accedere alla propria autonomia per mezzo di un' azione collettiva la quale ha come oggetto la trasformazione delle istituzioni. Questo pensiero politico si chiama apofatismo della tradizione gnoseologica greca. Comprende il rifiuto di esaurire la conoscenza nella sua formulazione, anche il rifiuto di identificare la comprensione dei significanti con la conoscenza dei significati.

Per esempio Giovanni Crisostomo e Ambrogio si opposero decisamente al despotismo imperiale in quanto strumento di oppressione e di corruzione della gente semplice. L' ortodossia greca parla di azione di ingiustificato arricchimento. Le grandi ricchezze - ripetono i Padri - sono sospette: da dove vengono se non dall' ingiusto sfruttamento dei poveri (Basilio Magno).
Nella società greca era fondamentalmente una sympoliteia, e si basava sul sistema delle koina -città. (Teologo Gregorio parlerà per l' isonomia e la ricchezza. La parola isonomia, dal greco iso, cioè uguale e nomos, cioè legge, indica l' uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge).
Il concetto di sympoliteia definisce le uomini di città - stato che nascono nel III secolo essenzialmente nella Grecia metropolitana fino ai primi leaders della Guerra di Indipendenza.

Molti in Europa parlano di riordinamento dell' Europa e pensano organizzano una nuova Santa Alleanza come il Cancelliere Austriaco Metternich, l' uomo che in pratica elaborò tutte le clausole den nuove realtà politica. Merkel assomiglia con Metternich, sogna un Impero che sorge dalla dissoluzione degli Stati - nazione, una forma paranoide di sovranità come definisce Edgar Morin. Oggi Merkel ha una visione totalizzante e livellatrice della politica,(sono i grandi racconti di salvezza secondo anti-modernista ideologia di volskich) vede la politica come inglobamento assorbente della vita. I' idealismo politico tedesco o l' anti-modernista ideologia Volskich non può capire che la politica suppone sempre un' ipotesi, un punto di vista.

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