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Le lingue dei popoli dei ghiacci
di Lorenzo Spurio
Cosa è la parlesia?
di Alessandro Pellino
L'uso di segni diacritici in rumeno
di Codruta Dragotescu

Cosa è la parlesia?


 

Alessandro Pellino


E' innanzitutto un gergo, come direbbero gli inglesi, uno slang. Il gergo rappresenta una variazione della lingua operata da gruppi specifici. La necessità di usare tali forme linguistiche deriva dal fatto che, o coloro che le usano non intendono farsi capire da chi li ascolta, oppure intendono esprimere con una sola parola un concetto più vasto. Ecco che nascono linguaggi studenteschi, bancari, televisivi, di caserma, etc. Napoli non poteva esimersi da ciò e creò ben 2 parlesie (dal catalano: parles) uno ad uso dei camorristi e l'altra, di diretta discendenza, ad uso dei posteggiatori.

Ecco alcuni termini usati da "gentiluomini" come Tore 'e Criscienzo, Ciccio Cappuccio e Teofilo Sperino.

Abbaccagliare (Parlare in segreto), Abbuzzatore (Ricettatore), Accammuffare (Scoprire l'inganno) Afflitto (Imprigionato), Alluppare (Pedinare), Appostacani (Sentinelle), Ammacchiare (Nascondersi / nascondere) Annasare (Fiutare), Baiaffa (Pistola), Bardascia (Prostituta), Bazzeriota (Mercante ambulante) Broro (Guadagno), Bugiardo (Strillone), Cacafuoco (Rivoltella), Cagnotto (Avvocato difensore) Camuffare (Spiare), Cangio (Complice), Cani (Grimaldelli), Capintrito (Capo banda)
Capintesta (Capo supremo), Carta 'e tre (Prepotente), Castigare (Derubare), Chionzo (Vittima predestinata), Contaiuolo (Contabile), Coscia 'e cavallo (Fucile automatico), Craparo (Uomo d'omertà), Don Peppe (Pitale), Dama (Presidente del Tribunale), Evangelo (Diagnosi medica), Fangose (Scarpe), Fecato a otto (Confidente), Ferraro (Carabiniere), Gaggio (Sciocco), Guappo (Bravaccio), Inchiostro (Vino rosso), Ingannapopolo (Deputato), Lasagna (Portafoglio), Marrocca (Spiata), Mazziata (Percosse), 'Ndrico (Intrigante), Paccaro (Schiaffo), Paglietta (Avvocatuccio), Paranza (Famiglia di camorristi), Pezza (Moneta), Ricuttaro (Protettore), Rocchia (Banda), Sbruffo (Sparo), Scartiloffio (Truffa), Smiccià (Sbirciare), Sgarro (Offesa), Zaffia (Sbirro), Zumpata (Duello con Coltello).

In poche parole sarebbe capitato di udire:
Ho annasato un bazzeriota con una baiaffa ho pensato di fare un po' di broro, ho chiamato un gangio e con i cani e il permesso del capintrito abbiamo fatto lo scartiloffio. Ma il chionzo ha avuto una marrocca da un fecato a otto e ho perso le pezze.

Più delicata la terminologia o parlésia dei posteggiatori. Di seguito un piccolo elenco:

Jamma/o (donna/uomo), Jammo a fierro filato (chitarrista), Lanzì (orinare)
Lanzita (orina), Lanzituro (gabinetto), Lasagna (portafogli), Legnuse (maccheroni)
Lendisia (occhiali), Lutamma (cosa o persona abietta, spregevole)
Magnager (Manager musicale, impresario), Manèsia (mano), Mbrusà (imbrogliare)
Miònica (a me), Movimento (lavoro), Ndardisce ('o ngrì) (la mastrubazione),
Ndardita (la defecatio), Ngasanza (il carcere), Ngrì (il pene), Padrunèsia (la padrona del bordello)
Pastiera (la stecca in senso musicale), Pennera (il plettro), Perette (il mandolino)
Pizzeca 'nterra (l'ingenuo), Positivo (concreto), Presutto (lo sciocco), Prosio (il culo)
Pusteggia (ricerca di un'occasione di incontro con una persona), Rastiera (la dentatura)
Rasto (piattino per raccogliere le mance), Retrònica (dietro), Richignènza (i testicoli)
Richignènzia (l'ernia, la lentezza), Rifardo (subdolo), Santosa (la serenata)
Sbaiuccà (vedere), Sbianchì (appalesare, fare rivelazioni), Scangianese (taccagno)
Scuttento (caffè), Sentose (orecchie), Sfumosa (sigaretta), Situènzia (situazione in generale)
Smurfì (mangiare), Spillesia (concertino), Stera (vagina), Tabbacchèsia (sigaretta)
Tagliero (violino), Tartita (cacata), Tartituro (cesso), Tennuse (seni), Tionica (a te)
Toco (tipo in gamba), Trillando (mandolino), Trochela (chitarra), Uosse 'e presutto (violino)
Urto (pane), Venesia (l'atto del venire, dell'arrivare), Vertela (tasca) e Vigliandi (spettatori)



Paragrafo a parte spetta ai verbi Appunire e Spunire.
Non hanno un significato den distinto ma sono opposti, l'uno all'altro, in una dicotomia del tipo buono/cattivo, positivo/negativo.

Esempio:

Appunisce a chella jammetella - Te piace chella guaglincella
S'è spunita 'a machina - Si è rotta la macchina

Ecco, ora, un esempio di serenata in parlésia seguita da traduzione


'Na santosa

senza viglianti,
sulo 'n'uosso 'e prusutte
'na trochela e nu trillante
nemmeno 'o rasto tene 'sta spillesia

E' 'na santosa pe' 'na jamma a cauta
'a jamma base nun l'adda maje spuni'
ma 'o pizzeca 'nterra 'o saccio fa' bbuono
e 'a ngasanza nun 'a voglio spuni'...


La serenata

Senza spettatori,
solo un violino
una chitarra e un mandolino
un concertino senza piattino

giusto una serenata per una ragazza occasionale
la mia fidanzata non lo deve mai sapere
ma io sono bravo a fare l'ingenuo
e la galera riesco sempre ad evitare


Sperando di essere stato, nella brevità, abbastanza esaustivo.

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