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Per Principià

Donque, si dice: vernaolo pisano. Perché? ‘Un c’è un perché; gliè ‘r linguaggio ‘he le gente...
di Giorgio Casini

Per principià

di Giorgio Casini


 

Donque, si dice: vernaolo pisano. Perché? 'Un c'è un perché; gliè 'r linguaggio 'he le gente chiaccherano a Pisa e ne' paraggi, com'a Milano e Palermo usano 'r dialetto di que' posti 'he lì. Colla diferenza 'he se io 'ndassi a Milano o Palermo capirei dimorto poïno per 'un di' nulla, l'artri 'nvece, vengan qui e capiscan tutto. Vi porto un esempio: una vorta, 'n teatro viddi uno spettaolo d'una 'ompagnia genovese, l'avevan presa da un testo der settecento 'ndove tutti recitavano 'n genovese. Bello, fatto bene, ma 'un ci 'apii nulla, meno male a un certo punto ti rivò 'r capitano d'una nave spagnola 'he discorreva 'n ispagnolo e finarmente ci potetti 'ntende' quarcosa. Io, che ner mi' piccolo ho recitato per tant'anni cor un gruppo teatrale 'n vernaolo pisano, ho portato 'vesti spettaoli in diverse parte d'Italia e dappertutto l'hanno 'apiti e si son divertiti un fottìo.
C'è poi 'r fatto della tradizzione, quella 'osa 'he ci fa sentì' tutti figlioli della listessa mamma. E le tradizzione vanno tutte rispettate. A Lucca c'è un sito (Internet) che dice tutto sur vernacolo lucchese: dimorto ganzo! A Livorno stampano giornali e riviste, a Pisa c'è una rivista forse un po' troppo "alletterata" per poté' esse' smerciata a livello popolare.
Quelli 'he si son presi la briga di portà' avanti i "Segreti di Pulcinella" - che bisognerà chiamallo Purcinella - t'hanno studiato di mette' su un "link" ('un lo so se si 'hiama propio 'osì, ma tanto ci semo 'apiti) sur vernaolo pisano, dall'origini a' giorni nostri. Io mi son messo subito a disposizzione 'ome faccio sempre 'vando si tratta d'una 'osa 'he mi sta a còre e 'ndove, un poïno ci posso mette' bocca anch'io per di' la mia e, soprattutto per ascortà quer che dïano l'artri. A sta' a sentì s'impara sempre quarcosa.
Si cercherà di scoprì' quando gliè nata la parlata 'n vernacolo, chi l'ha adoprata per er primo, un po' di grammatïa, la differenza fra 'r vernaolo di ieri e quello d'oggi. Soprattutto sarebbe bello mette' su un'antologia der vernacolo, con tutti l'autori, da' più vecchi a' più nòvi e per fa' questo c'è bisogno di tutti, sicché mandatici 'r materiale 'he ciavete: poesie ma anco racconti o crona'he de' tempi passati e robba nòva, voglio di': se vi vien fatto di buttà' giù una poesia o un raccontino, 'un vi peritate, inviatilo, sarà messo "in rete", letto da tutti e qualcuno ci potrà di' la sua, cioè commentallo.
Questo gliè un saluto, dalle più prossime edizzioni si vedrà di principià' con quarche noterella un po' più consistente di letteratura, poesia, prosa, teatro, crona'a.
Mi garberebbe 'he 'r vernacolo; anzi tutti ' dialetti fossano la lingua d'ogni città o regione; l'italiano dovrebbe esse' una spece d'Esperanto per capissi se uno va "all'estero" in un artra regione dell'Italia.

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