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Interviste 

Excusers: un giovane gruppo musicale innovativo e sperimentale
A cura di Alessandro Rizzo
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Excusers: un giovane gruppo musicale innovativo e sperimentale


A cura di Alessandro Rizzo


Il loro nome è stato trovato per caso: Excusers. Quasi a volersi scusare in anticipo con il pubblico qualora questi non apprezzi la loro produzione. Possiamo dire che i giovani componenti della band musicale siano pieni di energia sperimentale, sempre volta a mettersi in discussione. Escono con un loro nuovo Ep, il terzo:"Central central". Abbiamo intervistato, così, Pietro, la chitarra e la voce, Alessandro, la seconda chitarra, Federico, il bassista e, infine, Jacopo, il batterista.

- Perchè il nome, Excusers?
Excusers è quel termine che, una volta trovato sul vocabolario, voleva significare il volersi scusare in anticipo con il pubblico qualora questi non gradisse la nostra produzione.

- Quanti componenti siete?
Una batteria, un basso e due chitarre.

- Vista la scelta del nome posso dedurre che partiate con una grossa fiducia in voi stessi …
L'avere fiducia in noi stessi non è mai stata la nostra caratteristica, essendo giovani siamo, quindi, pieni di tensione.

- Come siete nati?
Jacopo ha incontrato Pietro su internet. Pietro ha fatto un primo abbozzo di gruppo formato da due componenti e, poi, ha cercato su internet un batterista. Da lì è nato il gruppo.

- La vostra fase di produzione: come avviene?
Prima procediamo con la composizione della musica e, in un secondo tempo, eseguiamo in sala prove; i testi vengono realizzati da Pietro a casa. C'è una forte sintonia tra noi … abbiamo iniziato questa attività musicale da molto piccoli, nel 2007.

- Possiamo inquadrare un vostro genere?
Possiamo definirlo indie rock, ma col nuovo ep abbiamo introdotto delle nuove sonorità.

- Il nuovo ep è anche un'occasione per voi di rimettervi in discussione?
Amiamo la sperimentazione e, sfruttando una nuova musica, ci ispiriamo agli ultimi artisti che abbiamo conosciuto.

- Parliamo del vostro Ep: il titolo, perchè questa scelta?
Central central: è un nome dato per caso. Vanno molto questi doppi sostantivi, non amiamo mai mettere aggettivi e abbiamo, quindi, pensato di mettere solamente un doppio aggettivo. Il titolo è una frase dell'album dell'ep, dove si trovano sei nostri pezzi.

- Parliamo del vostri altri Ep?
"Crocodile's Sign", quindi. Il primo è più legato agli Artic Monkeys, in cui ci sono un paio di pezzi ricercati. È un ep prettamente indie: intendo dire come genere e con le sue sperimentazioni. Abbiamo avuto poco tempo per registrare il tutto.
L'altro ep è Iki-desi, un nome in lituano. Iki è la preposizione. Questo, il secondo, è più indie rock, un intermezzo. Ed è preparatorio di ciò che è venuto ora: ma non è stato fatto consciamente. Tutto è avvenuto così. L'idea è stata: facciamo un cd intrigante, ed è uscito quel che è uscito.

- Quale è il testo nel nuovo ep più rappresentativo della vostra musica?
Il singolo è quello su cui abbiamo puntato di più: "Cause Of A Lack Of Betraying".

- La copertina del nuovo Ep: perchè questa scelta?
È tutta azzurra. Pietro ha fatto la foto. La copertina è un po confusa perchè è un'accozzaglia di cose che si ritrovano, poi, nell'Ep, come riferimenti.

- Quale è il testo più rappresentativo nel nuovo Ep?
Alla fine è l'ultimo, perchè gli altri erano più easy. È impegnativo. È un singolo.

- Nella vostra produzione musicale lanciate dei messaggi?
La nostra idea è di non trasmettere dei messaggi, in quanto il nostro è un genere totalmente non impegnato. Ha più importanza la musica del testo. C'è più una nostra ricerca nella sonorità, come gruppo collettivo.

- Il nuovo Ep è quindi una ricerca musicale, sperimentale?
Tutti gli ep sono delle prove. È, l'ultimo, uno stacco rispetto agli altri due. C'è molta differenza. Non è detto che l'ultimo sia meglio del primo. La ricerca dei suoni risulta essere più difficile, più complessa. Non sono 4 accordi campati per aria, ma più ricercati: si è investito più tempo.

- Avete dei riferimenti o non li avete?
All'inizio erano gli "Arctic Monkeys" i nostri riferimenti, quando eravamo ancora una cover band. Poi abbiamo iniziato a scoprire nuovi gruppi. Col secondo abbiamo preso come riferimento i "Cribs". Il genere nostro è quello alternativo: tutto l'ambito dell'alternativo. Occorre stare il più lontano possibile dal classico rock.
All'inizio facevamo molte cover. Il primo album risente molto degli Artic Monkeys. Abbiamo suonato "Bombay Bicycle Club", infatti, al Black Hole.

- Quali sono le vostre prospettive e i prossimi progetti che vi proponete?
Di fare un Ep ogni due stagioni: uno estivo e uno invernale. Ci sono troppi gruppi che lasciano troppo tempo tra un disco e l'altro. Meglio avere più canzoni, in quanto, altrimenti, rischieremmo di vedere un cambiamento allucinante se trascorresse più tempo tra una produzione e l'altra e se una delle produzioni avesse visto un cd composto da 12 canzoni anziché da 6.

- Quali sono i vostri canali di diffusione?
Non costa nulla produrre un Ep. Abbiamo solo comprato un microfono e delle pile. Su internet distribuiamo le nostre opere e, gratuitamente, su youtube. Abbiamo venduto il primo Ep in Inghilterra, questa estate, e a offerta libera. Tutto c'è ritornato in "fish and chips". In Inghilterra abbiamo fatto un paio di concerti a Brighton. Abbiamo dei fan messicani molto accaniti, tramite internet. La nostra pagina facebook, quindi, è uno dei canali di diffusione, facebook/excusers, così come youtube o sound cloud. La rete è diventata l'unica forma di diffusione. Senza internet saremmo a meno 1 da 0 che siamo. Su facebook dobbiamo essere diretti per facilitare la ricerca.

- Quali sono i vostri prossimi concerti?
Ne dobbiamo ancora parlare tra di noi. In novembre e in dicembre ne avremo alcuni, ma ancora molto vagamente. Sappiamo suonare i pezzi e con calma faremo le prove.

- Molti gruppi giovanili si stanno formando e si lanciano nella scena artistica: quali consigli dareste per i vostri coetanei?
Fare molte cover in sala prove. C'è una sofferenza di locali dove suonare a Milano. Ci sono locali fuori Milano. A Padova sono molti più attivi. Devi entrare in un determinato giro. Devi conoscere: nelle serate devi essere presente e, dopo, devi cercare di essere espansivo con le persone giuste. Devi farti vedere. Devi costruirti un po da solo. Almeno che tu non conosca qualcuno. Vai in una serata che ti interessa, dove c'è un gruppo estero che suona, e vedi che le persone sono sempre le stesse che trovi.

- L'esperienza con Thisis Whenmusicattacks come è stata?
Direi ottima in quanto è un'esperienza fuori dal circuito alternativo. Con il gruppo musicale "But what's?" abbiamo un buon rapporto e facciamo un genere abbastanza simile al loro, anche se attualmente abbiamo intrapreso anche vie autonome.

- Avete un target a cui vi rivolgete?
I coetanei, massimo 20 anni. È un genere giovane, moderno, il nostro. Ed è più difficile per una persona più anziana ascoltarlo, in quanto molti di loro pensano già di sapere quale è il loro genere preferito. È un'evoluzione non solo nostra, ma di un filone della musica in generale, che è seguita da ragazzi della nostra età, o poco più grande. Le persone più grandi che ci dicono che siamo bravi ci fanno chiaramente piacere. Ma non si va più in là, essendo, i nostri, dei testi particolari.

- Il pubblico come reagisce alla vostra proposta musicale?
Se è interessato bene. Se è un pubblico che, però, non si stupisce di nulla non si esprime. Il nostro genere è difficile e, quindi, non colpisce tutti. Noi non puntiamo a quello e non vogliamo essere apprezzati: sentiamo i commenti dei nostri compagni di classe, ma ci dicono solamente le loro impressioni. Ci sono, certamente, persone anche eclettiche che ascoltano diversi generi.

- I testi che scrivete parlano della vostra generazione?
Si, tendenzialmente si. Non sono particolarmente espliciti, ma risultano ermetici. Non hanno in comune qualcosa tra di loro. Non sono testi del tipo "My generation", dove capisci quello di cui stai parlando.

- Avete costruito sinergie con gruppi musicali simili a voi per genere o per modo di concepire l'arte musicale?
But what's, certamente, ma anche le Hot gang, con cui abbiamo fatto più di un concerto insieme. Con questi gruppi ci sono interessanti punti di vista in comune.

 

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