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Narrativa
Poesia italiana
Recensioni
In questo numero:
- "Sempre ad est" di Massimo Acciai,
recensione di Liliana Ugolini
- "Un fiorentino a Sappada" di Massimo Acciai,
prefazione di Lorenzo Spurio
- "La metafora del giardino in letteratura" di
Lorenzo Spurio e Massimo Acciai, recensione di
Marzia Carocci
- "Flyte & Tallis: Ritorno a Brideshead ed
Espiazione, una analisi ravvicinata di due
grandi romanzi della letteratura inglese" di
Lorenzo Spurio, recensione di Emanuela Ferrari
- "Scrittrici in giardino: Profumi e colori
nei giardini di dieci scrittrici" di Adele
Cavalli, Recensione a cura di Lorenzo Spurio
- "Poesie tra le orchidee" di Massimo Grilli,
Recensione a cura di Lorenzo Spurio
- "Grecità marginale e suggestioni
etico/giuridiche: i Presocratici" di Ivan
Pozzoni
- "Gli invisibili" di Gianfranco Menghini
- "Flyte & Tallis" di Lorenzo Spurio
- "I giorni della preda" di Gianfranco
Meneghini
- "1800 una nuova era" di Gianfranco Meneghini
- "I cannoni di Jardine" di Gianfranco
Meneghini
- "Sangue caldo, nervi d'acciaio" di Arto
Paasilinna
- "Quando Ero Come Voi" di Marco Sambruna
- "Effetto giorno" di Maria Lenti
- "Polar 14" di Gianfranco Meneghini
- "L'uomo che uccise Dio" di Ennio Montesi
- "Zeroventicinque" di Fiorella Carcereri
- "Nel cuore della rosa" di Rosa Di Fiore,
recensione di Emanuela Ferrari
Articoli
Interviste
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Stavamo finendo il pranzo. Era un
pranzo normale, niente di eccessivo, qualche
portata, un po' di vino in tavola. Perché uno si
aspetta che gli avvenimenti importanti vengano
preceduti da segnali inconsueti o singolari, e
invece ogni evento è così naturale, che diventa una
specie di legittimo prolungamento delle cose. Per
Davide e Giulia era il solito pranzo della domenica
dai genitori di lei. Era, per la verità, un rituale
piuttosto noioso per entrambi, ma sicuramente una
valida alternativa alla prospettiva di mettersi ai
fornelli anche la domenica mattina, rinunciando a
quelle due impagabili ore in più di coccole a letto.
Era stata una settimana stressante per Giulia, non
tanto e non solo per l'impegno lavorativo alle
dipendenze di un vero e proprio cerbero maschilista
e sfruttatore, quanto per la stanchezza da jet lag
accumulata dopo il viaggio in Brasile di due
settimane prima alla ricerca dell'orfanatrofio
segnalato dall'agenzia per avviare le pratiche di
adozione. Giulia e Davide, ormai entrambi sulla
quarantina, avevano cercato in tutti i modi di avere
un bambino, ma l'ennesima inseminazione artificiale
aveva nuovamente dato esito negativo. Ormai, si
erano rassegnati.
Anche quella domenica, la mamma di Giulia aveva
preparato la sua specialità: torta di mele e
mandorle. Giulia pensò bene di andare a dare una
mano in cucina. Sua madre la guardò con tenerezza,
le accarezzò il viso tirato per la stanchezza e le
disse, porgendole un pacco voluminoso:
"Questo è il mio regalo anticipato, un seggiolino
ergonomico e la copertina ad uncinetto fatta a mano
da me".
"Grazie mamma, mi verranno buoni tra sette mesi e
mezzo...", rispose Giulia in modo enigmatico.
"Come lo sai? Intendo, come sai che ti daranno il
bambino proprio tra sette mesi e mezzo? Una
precisione simile mi sembra anomala per un'agenzia,
per quanto ben organizzata…", replicò la madre
incuriosita.
Giulia non aggiunse altro e disse che alla torta
avrebbe pensato lei, mentre la padrona di casa si
allontanava. Estrasse dalla tasca della gonna una
busta, la infilò rapidamente sotto la torta di mele,
ben nascosta tra il piatto ed il centrino di carta,
e la portò in cucina. Poggiò il piatto sul tavolo
proprio davanti a suo padre che, in quel momento,
era occupato in un'accesa discussione calcistica con
Davide.
"Mmm…scusate…non vorrei interrompere questo
interessante scambio di vedute ma vi chiedo di
concentrare l'attenzione sulla torta per un attimo",
suggerì a quel punto la padrona di casa.
E continuò dicendo: "Giulia dice che andrete a
prendere il bambino tra sette mesi e mezzo esatti…".
Davide spalancò gli occhi ed esclamò stupito,
rivolto verso la moglie: "Io non ne so niente…Ma
quando l'hai saputo?".
Nel frattempo, il padre di Giulia aveva iniziato a
tagliare la torta e a distribuire le fette nei
piatti. Fu a quel punto che si accorse della
presenza della busta bianca sotto il centrino di
carta. Incuriosito, la estrasse, la rigirò fra le
mani e lanciò uno sguardo interrogativo ai presenti.
Erano decenni che non trovava buste sotto il piatto,
dai tempi in cui Giulia andava alle elementari e
ogni domenica a pranzo si divertiva a fargli trovare
un disegno od una poesia sotto il piatto.
"Dai, leggi! Che aspetti?", lo incoraggiò la figlia.
Il padrone di casa inforcò gli occhiali e lesse:
"Laboratorio di Analisi Exacta…paziente Benedetti
Giulia…prelievo effettuato il 9 novembre 2011…test
di gravidanza: positivo".
"Ma è uno scherzo?!", esclamò Davide, che era stato
tenuto all'oscuro di tutto, facendo letteralmente un
salto sulla sedia.
"Sì", rispose Giulia raggiante, "è uno scherzo della
natura!".
E, rivolta alla madre, continuò: "Sono incinta di
sei settimane. Ora hai capito, mamma, perché il tuo
regalo mi verrà buono tra sette mesi e mezzo
esatti?".
"Finalmente in questa casa c'è qualcosa da
festeggiare!", disse esultante il padrone di casa
stappando la bottiglia di vino rosso che quella
domenica aveva prelevato con cura particolare dalla
sua fornitissima cantina.
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