COSA BOLLE IN PENTOLA?

di Luca Mori (febbraio 2003)

 

Parlo da artista e da cittadino libero. Cosa bolle in pentola?

Seguendo la trasmissione su LA7 di Giuliano Ferrara, ospite Franco Cardini esperto medievalista, mi sono preoccupato. Vedendo l’atteggiamento di queste alleanze – America, Inghilterra, Spagna, Italia (purtroppo ci siamo di mezzo anche noi) – e dall’altra Cina, Russia e Francia che dicono no alla guerra, analizzando la situazione Cardini ha detto "Bè, è una zona calda l’Irak", perché c’è petrolio, e questo attira. Visto che il petrolio l’Irak lo dà alla Cina, alla Russia, ecc…, l’America è fuori, sembra che dietro ci siano altri interessi. Attaccare un paese senza motivi precisi è assurdo. C’è una situazione di paura a livello mondiale, perché nel caso di un attacco dell’America bisogna vedere la risposta dei paesi che sono contrari, che di certo non sono tranquilli nemmeno loro. Parlando anche con un mio amico ufologo, siamo d’accordo che è uno stato di tranquillità apparente dove però si scherza con persone innocenti, perché alla fine sono i civili quelli che ci vanno di mezzo. Io vorrei capire cosa c’è dietro. Questa America che è interessata sempre a questi paesi dove c’è petrolio. Le guerre sono anche in altri paesi: come mai non interviene mai in quei paesi?

Poi l’alleanza franco-tedesco-russo-cinese può far paura, può scoppiare un conflitto. La Russia può anche essere più debole, ma con l’armamento della Cina, poi in Germania le cose sono cambiate dai tempi di Hitler. Prima era quello il problema, ma c’è sempre un Hitler, va trovato e sgominato.

Il problema più grave è capire il ruolo dell’Italia. Ora, che l’Italia sia il birillo dell’America è tanto che si sa, che l’America ci gioca a bowling con l’Italia. E’ giusto che un governo si opponga ad andare verso una cosa così terribile come attaccare un paese che ancora non ha fatto nulla, non ha fatto aggressioni particolari? Com’è giustificabile l’attacco dell’America? E’ come se dicessi, l’Albania è pericolosa bombardiamola; allora è pericolosa anche l’America se ragiona in questo modo. Secondo me nel governo sono dei bambini, si divertono a giocare a Risiko: Bush ha l’America e poi ci sono le altre nazioni, si scherza col fuoco. Siamo un po’ come Pinocchio che va in bocca alla balena, cosa ci troveremo all’interno? Vi lascio con questo interrogativo.

 

SPERIAMO BENE!

di Altèro Lupo (2 aprile 2003)

 

Smettiamo di parlare dell’America. Gli statunitensi sono una cosa e il loro governo un’altra. Ce ne dovremo ricordare quando apriamo bocca o stappiamo la biro.

Smettiamo di condannarci per le divisioni di un’Unione Europea che è ancora da fare, almeno in gran parte; la politica estera sarà l’ultima cosa.

Smettiamo di sostenere il diritto di perpetuarsi del regime irakeno che, in felice combutta con un embargo assurdo, viola ogni diritto nazionale e internazionale.

Non raccontiamoci balle!

Il problema dei curdi in Turchia non può essere risolto senza risolvere lo stesso problema anche in Irak (e dintorni) e con esso quello dell’allargamento al Bosforo dell’Unione Europea.

Il problema di modernizzare i popoli che non potranno sempre vivere di petrolio non si può risolvere senza diffondervi il moderno diritto liberale.

Il problema di svezzare le nazioni mussulmane non può essere lasciato passare per le mani di bischerocrati quali Bush e Berlusconi.

Non raccontiamoci balle!

Chiariamoci: non è una crociata contro dei barbari né una missione disinteressata. Al Quaeda è un casus belli assolutamente pretestuoso, il timore di offensive irakene contro terzi altrettanto inconsistente, ma l’opportunità di dare l’abbrivio allo sviluppo di un mercato potenzialmente lucrosissimo ha allentato i cordoni della borsa delle imprese che poi pagheranno le campagne elettorali di Bush.

Chiariamoci: se la guerra avrà un esito anche solo moderatamente felice, l’affannata economia statunitense avrà facile gioco nel sostituire i propri standard di prodotto a quelli europei già presenti (come nel caso della telefonia) e la politica bushettiana potrà, attraverso le forze armate turche e queste attraverso il potere che hanno sulla politica turca, contare di più in un’Europa dove una volta risolto il problema curdo la Turchia non potrà non entrare.

Chiariamoci: questa guerra farà sicuramente meno vittime dell’embargo, e se una di queste dovesse essere un ONU che è incapace di portare il diritto contro chi lo combatte apertamente, ed anzi ha uno statuto che sembra non permettere la repressione dei crimini riconosciuti e in atto, tanto meglio: è la volta buona che proviamo a riformarla.

Non raccontiamoci balle!

Nondimeno il pacifismo seppure un po’ di maniera è un buon esercizio di una sana pedagogia ben mirata a sottolineare l’inesattezza e l’inadeguatezza e persino l’ipocrisia delle persone, dei modi e degli interessi che hanno dato fuoco tanto alle polveri della guerra che ai malumori mediorientali.

Nondimeno il paese che paga e governa l’unico poliziotto planetario, operando al di fuori sia delle regole date sia del consenso tanto del mondo quanto di quell’Occidente che ha avallato lo svilupparsi di questo ente, si fa amaramente beffe di questi e di quelli. La cosa, va da se, è gravissima.

Oramai che la guerra è cominciata è consolatorio sperare che dopo questa si sviluppino magnifiche sorti e progressive come dopo quella del ‘40-’45.

Speriamo bene!